venerdì 6 marzo 2015

Cambiamento climatico: pronti a ridisegnare le mappe?


Il cambiamento climatico ha iniziato a disegnare nuove carte geografiche, e il nostro pianeta potrebbe assumere un aspetto diverso da quello che conosciamo. Infatti, se nell’oceano Pacifico è prossima la sparizione di interi arcipelaghi, in altre parti del globo si assiste al fenomeno inverso: la comparsa di nuove isole. Come Uunartoq Qeqertoq, che in lingua Inuit significa “isola del riscaldamento”, a circa 650 km a nord del Circolo Polare Artico.
Comparsa pochi anni fa e ufficialmente inserita nelle mappe nel 2011, questa nuova isola è emersa dalle acque a causa dello scioglimento di importanti porzioni dei ghiacci della Groenlandia. Un “chiaro segnale dell’impatto del cambiamento climatico sulla calotta polare”, secondo il National Snow and Ice Data Center statunitense (Nsidc).
Ma mentre nel circolo polare artico emergono nuove terre, nei prossimi trent’anni gli oltre centomila abitanti dello Stato insulare di Kiribati, in Oceania, potrebbero invece traslocare su un’isola artificiale, una piattaforma galleggiante da oltre due miliardi di dollari, per sfuggire all’innalzamento del livello del mare.
Ad affermarlo era stato già alcuni anni fa il presidente della piccola repubblica, Anote Tong, durante il Pacific Islands Forum di Auckland, in Nuova Zelanda. Lì, i rappresentanti di Maldive e Tonga, di Tuvalu e Salomone, insieme a quelli delle isole Cook si erano trovati per discutere su come affrontare lo stesso incubo: ritrovarsi presto sommersi dall’oceano Pacifico, scomparendo dalle mappe.
Quando ha visto i modelli di queste strutture, come quelli nati dalle visioni futuristiche dell’architetto belga Vincent Callebaut che ha progettato Lilypad, “ecopolis” capace di ospitare decine di migliaia di persone, oltre che di prodursi da fonti rinnovabili l’energia di cui ha bisogno, Tong pensava di avere a che fare con qualcosa di fantascientifico, così moderno da chiedersi se la sua gente potesse veramente viverci. E la risposta che si è dato, alla fine, è stata “sì”!

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