venerdì 23 febbraio 2018

LE DEBUTTANTI Racconto di primavera di Stefano Benni


La libertà non ha bisogno di mandati.
Non è nè democratica nè autoritaria
nè comunista nè fascista
nè alta nè bassa
nè giusta nè sbagliata
nè personale nè collettiva
nè violenta nè pacifista
nè sognata nè pianificata
nè glorificata nè abbandonata.
Essa è il respiro stesso dei corpi
il motore principale del cuore
dei muscoli e delle ossa.
E proprio perchè è inscindibile coi corpi
non può essere etichettata o incatenata
nè racchiusa in codici o tavole.
La libertà è libertà
è respiro e sangue
è carezza e distanza
è sale e dolce nettare
è sguardo e cecità
è lacrime e gioia
è umiltà e rabbia
è politica pura e cristallina.
Fate attenzione a chi parla incessantemente di libertà
soprattutto in periodi di poltrone
toccategli il petto
se non si solleva è uno dei tanti morti viventi.
Morti che ricordano morti.
Nemici della libertà.



LE DEBUTTANTI Racconto di primavera

di Stefano Benni

Nella grande sala buia le signorine stavano allineate, coi bei vestiti bianchi tutti uguali. C’era un mormorio eccitato che cessò quando entrò la decana.
-Ragazze, silenzio e ordine. Oggi è un giorno importante, abbiamo la prova del debutto. Dovrete essere perfette. Tu sei un po’ sgualcita. Tu hai una macchiolina. Tu, stai dritta, non fare la gobba. Siete pronte?
-Posso fare una domanda?- disse una signorina
-Una sola- sbuffò la decana
-Ho visto che qualcuna di noi è già uscita in società…perché loro sì e noi siamo ancora qui a fare le prove?
-Quelle che sono uscite rischiano di ammalarsi, freddo, pioggia e malintenzionati. Voi siete le più belle, quando debutterete al ballo di primavera farete innamorare tutti. Queste cose vanno preparate bene…Allora, mettetevi in formazione. Voi in circolo, voi in mezzo, voi ai lati. Così. Alors, on danse. Pronte al salto?
-Oui madame –dissero tutte
-Bene. Tre due uno, fuori!
Un contadino giovane stava seduto nel prato e faceva colazione con formaggio e un fiasco di rosso. Un altro più vecchio gli dormiva accanto.
Improvvisamente, in una frazione di secondo, il prato si riempì di centinaia di margherite. E una vocina disse:
-Voilà ragazze. E adesso cantate: viva la primavera.
-Viva la primavera!- intonarono tutte insieme
-Rentrée! Tutte di nuovo sottoterra!
Le signorine emozionate si ritrovarono nella sala buia. Alcuni formiconi si misero a ripulire i vestiti bianchi dalla terra e dell’erba.
-Siamo state brave?- chiese una
-Un po’ disordinate - disse la decana - E non tutte a tempo. Ma nel complesso non c’è male
-La prego madame - disse una tutta agitata - non aspettiamo il ventun marzo. Usciamo prima
-Sono sicuro di aver visto un bel calabrone che mi puntava-disse un'altra
-Io ho visto un ragazzo...credo si chiami così…mi guardava a bocca aperta…
-Io ero emozionata, credo di essere sbucata a rovescio coi piedi in alto…
-Nessuna paura- disse la decana- voi siete la grande attrazione, quando riempirete il prato sarete perfette, i poeti vi canteranno, gli innamorati vi sfoglieranno gli erboristi vi coglieranno…sarà una stagione breve e gloriosa...e adesso tutte a riposare…manca ancora un mese.
-Quel ragazzo aveva gli occhi azzurri- disse una signorina sognante - sono sicuro che si ricorda di me….
Due metri sopra di loro il contadino giovane disse all’altro
-Pietro, svegliati. Ti giuro che ho visto il prato riempirsi di margherite e poi…puff. Sono sparite tutte di un colpo.
- Quanti bicchieri hai bevuto, ubriacone? Lasciami dormire
- Ma ti giuro che…vabbè forse sono ubriaco. Ma sembrava vero, era così romantico…come vorrei che...Ehi, ma quelli sono funghi!
E dimenticò tutto.

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