giovedì 22 febbraio 2018

Un giorno le future generazioni guarderanno con orrore le nostre malefatte




Il ponte

Il vero degrado di un popolo è nel comando e nell’obbedienza, non in un intonaco scrostato, una vetrina rotta o in una panchina scarabocchiata. E le grida di rabbia non infastidiscono quanto le preghiere dei fedeli ed il silenzio del consenso. La terra si e' tramutata in un outlet adibito al culto della merce, spazio privato chiuso e programmato per ospitare solo gli acquirenti, i venditori e gli immancabili guardiani. La distruzione che sta avvenendo sotto i nostri occhi non è opera nostra, essa viene realizzata, pianificata e condotta contro di noi, il che costituisce un ottimo motivo per cercare di rallentarla, laddove è ancora possibile. Queste inutili comparse vestite del dolore altrui inquinano e consumano le vite di tutti gli abitanti del pianeta. Spingono il delicato equilibrio dell'esistente fin su l'orlo del precipizio. La loro voracità è pari solo alla loro terrificante visione del progresso, definizione che aquista valenza di morte. Ci indottrinano a correre invece di camminare, a trascurare invece di contemplare, a dormire narcotizzati invece di agire istintivamente, a urlare di gioia ipocrita invece di silenzi determinati. Finchè non realizzeremo la nostra liberazione e cioè quella dai vincoli mentali indotti non riusciremo mai a creare le condizioni per l'altra liberazione, quella degli ultimi fra gli ultimi. L'anarchia è la migliore ginnastica in questo senso, svela le trappole e i lacci del sistema e soprattutto costruisce i ponti per la fratellanza dei viventi. Tutti insieme in un unico semplice abbraccio.



Secondo l’OMS il mondo è entrato in un’era post-antibotica nella quale molte infezioni comuni diventeranno incurabili

L’inquinamento uccide 6,5 milioni di persone nel mondo, la carne ne uccide 100 volte tanto.

Nel 2030 il cancro sarà la prima causa di morte nel mondo.

Un giorno le future generazioni guarderanno con orrore a noi che per millenni abbiamo ucciso e mangiato i nostri fratelli animali con lo stesso orrore con cui noi oggi guarderemmo ad una razza umana che allevasse e mangiasse i suoi simili.

La specie umana pur essendo sprovvista di armi naturali all’offesa (artigli, zanne, becco, corna, zoccoli) è divenuta la specie più aggressiva e crudele da quando, per estreme necessità di sopravvivenza, ha iniziato ad uccidere gli animali, abituandosi alla violenza, alla vista del sangue, alla soppressione della vittima, e soprattutto ha ucciso la sensibilità della sua coscienza. Ecco dunque che la violenza tra gli uomini è la conseguenza della violenza al mondo animale. Montaigne e Orazio mostrano come si passi facilmente dalla crudeltà nei confronti degli animali a quella degli esseri umani.

“L’alimentazione vegetale invece del cibo animale è la chiave della rigenerazione umana”. (Richard Wagner 1813-1883 musicista tedesco)

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