giovedì 25 febbraio 2021

FRAMMENTAZIONE DEL MOVIMENTO ANIMALISTA



“Bühler ha detto qualcosa che è di decisiva importanza per la linguistica, per la musicologia, per l’estetica. Ha richiamato l’attenzione sul fatto che tutti gli animali, io pure, si esprimono” (Karl Popper)


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FRAMMENTAZIONE DEL MOVIMENTO ANIMALISTA

di Franco Libero Manco

Noi animalisti/vegan abbiamo la formula per rendere migliore questo mondo

La maggioranza della popolazione ama gli animali, anche se lascia che siano tranquillamente violentati e uccisi nei modi più terribili. La grande forza del Movimento Animalista resta allo stato potenziale, non riesce a manifestarsi in un fronte unico a causa dell’eterogeneità dei suoi stessi componenti, con grave danno per gli animali e non solo.
La filosofia vegetariana/vegan/animalista/ambientalista è la sola vera grande innovazione culturale degli ultimi secoli. E di questo non sono pienamente consapevoli nemmeno coloro che fanno parte. Ma questa corrente esistenziale è variegata e complessa perché le motivazioni di ogni attivista sono diverse a seconda del percorso o degli interessi personali, anche se lo scopo è identico per tutti.

La difficoltà a trovare un fronte omogeneo sta nello schierarsi ad una delle tante problematiche legate al Movimento.

La natura trasversale dell’arcipelago animalista rende difficoltoso, se non impossibile affrontare le sfide cultura antropocentrica del sistema culturale, politico e religioso. Nei programmi operativi non è giustificabile che un’associazione non operi in sinergia o non cerchi di coinvolgere anche le altre; non è giustificabile il soggettivismo di alcuni componenti e spesso rappresentanti di associazioni che per motivazioni personali, quanto futili, rinunciano a coinvolgere e collaborare con chi ha una visione diversa sull’operato, dimenticando che l’obiettivo comune è sempre quello del bene degli animali.
C’è chi è vegetariano o vegano per motivi etici, chi salutistici, chi ambientali, chi economici; allo stesso modo c’è chi ritiene prioritario interessarsi di allevamenti intensivi e mattazione, chi di vivisezione, chi di caccia, chi di pesca, chi di pellicce e così via. E succede che ogni associazione a volte minimizza l’operato delle altre associazioni al punto da disinteressarsi se non a volte denigrare l’operato dell’altro.

C’è chi per qualche diverbio caratteriale chiude i contatti con un’associazione perché non ha ben capito l’importanza della missione e che la Causa viene prima di ogni divergenza personale. Troppi personaggi si lasciano condizionare dall’appartenenza ad una determinata corrente politica, religiosa o di genere perdendo di vista la Causa.
E’ la diversità che consente la vita. Diversi apparati (ognuno diverso dall’altro per forma e funzione) formano un corpo, e anche se il cuore è più importante della cistifellea senza questa si vive male e si vive poco. La mancanza di una visione unitaria indebolisce il fronte operativo.

L’individualismo, figlio della cultura antropocentrica, finisce sempre coll’avere il sopravvento sull’ideale. La nostra causa ha bisogno di chi sappia sacrificare se stesso per il bene di ogni essere vivente, di chi sappia anteporre al proprio ego il bene comune.

Le grandi associazioni animaliste hanno il dovere di favorire la sinergia tra i vari movimenti, magari mediante convegni in cui potersi confrontare per spianare le eventuali divergenze, che spesso sono solo dialettiche non di sostanza.
Abbiamo una grande missione da compiere che non può essere indebolita da discutibili personalismi. La rivoluzione Vegan/animalista è destinata a cambiare il pensiero e la coscienza dell’uomo e quindi la storia.

Di questo dobbiamo essere pienamente consapevoli. La filosofia animalista è lo strumento che non solo salva gli animali ma è in grado di rendere migliore l’animo umano, perciò ognuno di noi. Senza questa consapevolezza la nostra filosofia si riduce in un debole sentimentalismo incapace di cambiare gli eventi.


Non importa essere uguali per volere bene. Non è necessario assomigliarsi per voler stare insieme. Ma soprattutto, non c’è bisogno di un motivo per amare.

Amate. Punto.

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