
"Noi uomini non immolavamo animali, ma frutti. La carne, invece, la rifiutavamo, perché ritenevamo un'empietà sia il consumarla, sia il macchiare di sangue gli altari degli dèi. I nostri antenati realizzavano quell'ideale di vita orfico, che consiste nel mangiare ogni cibo inanimato e nel rifiutare ogni cibo animale" (Platone)
IL NIDO
Perchè pensiamo sia naturale distaccarsi da valori cardini quali: il rispetto e la difesa degli oppressi?
Quante devono essere le scuse per chiudere gli occhi davanti a tali efferatezze ignorandole?
Quando si incontra un piccolo di passerotto caduto dall'albero, la prima azione che si compie è il rimetterlo nel nido. E questo non perchè si pensa all'enorme valore intrinseco di quell'uccellino o al valore morale che tale azione esprime o al favore fondamentale all'ecosistema, no, lo si rimette nel nido, semplicemente, perchè nel momento in cui quel corpicino soffre entrano nel proprio campo visivo immagini di dolore e solitudine. Lo si rimette nel nido perchè noi stessi soffriamo a vederlo per terra. Un'azione che non dipende dalla consapevolezza di quello che ci circonda ma dettata solo dal non poterne fare a meno. Il suo grido di disperazione colpisce il nostro interiore.
Perchè tali azioni non si riflettono sugli altri animali?
Qual'è la dimensione che fa rientrare le emozioni?
Se niente importa allora non c'è niente da salvare, neanche il cucciolo di passerotto. Ma se, viceversa, tutto importa, allora diventa semplice estendere il nostro interiore sofferente a tutti gli altri animali, a prescindere dal peso, colore, numero di arti o di peli. Quando sento dire che la "salvaguardia" degli animali è soltanto un gesto d'amore e di compassione e non vi è nulla di politico mi tremano le vene ai polsi. La liberazione animale è talmente un urlo politico che il suo eco dovrebbe ribaltare qualsiasi concezione di morale, la sua onda d'urto dovrebbe investire le consuetudini che da secoli insegnano che esistiamo noi e poi gli altri, staccati, scollegati da montagne di tale verticalità che risultano essere sempre inaccessibili.
Non dovremmo mai dimenticare che le montagne erette sul dolore e la sopraffazione hanno sempre un passaggio praticabile e alla portata di tutti, nascosto, celato al nostro sguardo dalle menzogne ma reale, tangibile.
Sta solo a noi trovarlo...
.
Olmo Losca

Occhi bendati
Quando la vita sembra
ormai camminare
impercettibile ma costante
ecco che i ricordi infami
tornano a caricare
e ripiombi a terra
in un istante
Pareva finalmente un sentiero
percorribile, leggero
senza ostacoli, in piano
ma la frusta ti sveglia
secca in mano
e ti obbliga a precipitare
come il cormorano
Risate scomposte
inutili risposte
leggono il nulla
graffiano il lutto
stagioni salate sollevano
venti conosciuti
testimoni sono i liquori
finiti del tutto
Ma siamo bimbe
non ascoltare
corriamo leggere
senza far danno
pensa alla tua vita
che è da buttare
e ascolta la tua voce
che suona d'inganno...
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