nino malgeri
Informazioni sulle realtà antispeciste, anarchiche, vegan, canapa e liberazione animale umana e della terra. Sempre più persone si accostano consapevolmente alla dieta vegana per una scelta etica, per ragioni legate all’ecologismo o per un intento salutistico legato all’abbandono del modello ‘cibo industriale’. Una cucina ricca di tonalità e gusto che spazia dai cereali ai legumi, dalla verdura alla frutta, dai semi alle erbe aromatiche, dalle spezie alle alghe.
martedì 10 settembre 2024
DIGIUNO, POTENTE STRUMENTO DI DEPURAZIONE ORGANICA E DI GUARIGIONE
venerdì 6 settembre 2024
COME EDUCARE I BAMBINI ALL’ALIMENTAZIONE VEGETALE
di Franco Libero Manco
Credo che l’ostacolo maggiore per educare i bambini alla buona e giusta alimentazione siano i genitori spaventati dall’idea che una dieta priva di prodotti animali possa causare carenze di vario genere nell’organismo dei piccoli. “Lo dicono i medici che bisogna mangiare la carne, la televisione, i preti, anche Gesù mangiava il pesce…”.
Per educare i più piccoli alla corretta alimentazione bisogna che prima siano correttamente informati i genitori, gli insegnanti in modo da educare nel modo giusto i bambini: intervenendo solo su questi ultimi il problema è risolvibile solo in parte. I bambini educati alle regole della corretta alimentazione, priva di prodotti animali, trovano l’ostacolo dei genitori e degli insegnanti i quali, molto spesso, carenti delle necessarie nozioni inerenti la corretta alimentazione, credono di fare il bene dei piccoli convincendoli, e magari costringendoli, a mangiare la carne e i derivati animali.
Ma per educare il bambino all’igiene naturale e alle regole della buona alimentazione occorre immedesimarsi nella mente e nella pulita coscienza del piccolo. Per prima cosa è indispensabile far capire che ogni essere vivente mangia il cibo più adatto alla sua specie e che il cibo più adatto a noi umani è di origine vegetale; occorre parlare del valore del cibo, dell’importanza della giusta e corretta alimentazione; abituarli a mangiare in tempi regolari, a lavarsi le mani prima di mangiare e porre attenzione sul prodotto che stanno consumando; educarli a masticare bene gli alimenti, a bere più volte al giorno, a mangiare la frutta lontano dai pasti, a non eccedere mai nel quantitativo, invogliarli a preferire i cibi naturali rispetto a quelli prodotti dalle industrie che sono trattati, conservati, addizionati; invogliarli a preferire i cibi crudi rispetto a quelli cotti facendogli capire la differenza che c’è tra un alimento vivo ed uno denaturato con la cottura; parlare dell’importanza degli alimenti biologici e spiegare loro la differenza tra un cibo integrale ed uno raffinato; evidenziando la differenza tra un frutto dolce, semidolce o acidulo; fargli soffermare sulla differenza di forma, di colore, di gusto, spiegare la differenza tra pianta e frutto, tra tubero e ortaggio, spiegare come vengono coltivati gli alimenti vegetali e quanto impegno è necessario prima che arrivino sulle nostre tavole; fermare la loro attenzione sulla funzione della buccia che riveste la frutta, sui semi, sulla polpa. Se gli si dà ancora da mangiare del formaggio o del latte far capire che è prodotto dalla mucca o dalla pecora per i suoi piccoli, non per noi e non adatto alla nostra specie.
Parlare dei componenti nutrizionali degli alimenti che ci consentono di vivere bene, di crescere sani e robusti; parlare loro dei minerali, delle vitamine, degli zuccheri, dei grassi, delle proteine presenti negli alimenti che costruiranno il nostro organismo. Spiegare il processo che subisce il cibo dopo essere stato ingerito, in che modo si trasforma in energia, in nuovi tessuti ecc.
La cosa migliore è abituarli ad osservare con maggiore attenzione tutto ciò che li circonda. Parlar loro del mondo degli animali, in che modo e con quale fatica cercano di procurarsi il cibo. Far notare che ogni animale, anche il più piccolo, come ognuno di noi, ha una mamma, un papà, dei fratellini, degli amici, che come noi amano giocare, che come noi a volte sono impauriti, hanno sentimenti, e che come noi soffrono se violentati o privati della libertà o dei loro genitori, dei loro amici o del loro ambiente naturale.
Mettere in risalto la bellezza delle piccole cose, semplici, minute, l’importanza della diversità nell’ambiente naturale, stupirli con la perfezione di ogni essere vivente, la bellezza di una farfalla, il profumo dei fiori, le infinite sfumature dei colori, la forma di un sasso, la perfezione di una foglia, la maestosità di un albero; far notare che tutte le cose che ci circondano sono esseri viventi, grandi, piccoli e piccolissimi. Educarli a rispettare qualunque cosa, anche il filo d’erba e far capire che anche la pianta più umile se spezzata può soffrire perché i rami di un albero sono come le nostre braccia, le nostre dita.
Se i bambini rifiutano di mangiare la frutta o la verdura è perché hanno subito un’alterazione delle capacità naturali gustative a causa dell’imposizione da parte degli adulti a mangiare prodotti innaturali, industriali e prodotti animali fin da i primi mesi di vita. In questo caso occorre rieducare il loro gusto preparando in modo accattivante questi importanti alimenti per farli riabituare ai sapori naturali.
La cosa più efficace, ma anche la più facile, è sensibilizzare i bambini verso la condizione degli animali. Con la dovuta delicatezza e senza urtare la loro sensibilità infantile, invitarli a guardare agli animali a degli esseri fatti come noi con una forma fisica diversa, invitargli quindi a considerare che come noi tutti gli animali hanno gli occhi, un cuore, un cervello, il naso, le orecchie, la bocca ecc. e che far del male ad un animale è come far del male ad uno di noi, ad un amico, ad essere umano.
Il tentativo di far leva sulla sensibilità naturale del bambino potrebbe portare ad una reazione avversa da parte di quei genitori o di quegli insegnanti che ancora considerano gli animali semplici alimenti per l’uomo. Ma se il problema è affrontato con la dovuta saggezza ed equilibrio, molto resterà nell’animo del bambino e avremo contribuito a fare di lui una persona più sana, più sensibile, più riflessiva e in questo avremo contribuito a porre le basi di un mondo migliore, libero dalla violenza, dall’ignoranza e dal dolore.
domenica 1 settembre 2024
PERCHE’ DIFENDIAMO GLI ANIMALI
PERCHE’ DIFENDIAMO GLI ANIMALI
di Franco Libero Manco
Difendiamo gli animali
perché sono gli ultimi degli ultimi, le vittime più innocenti ed indifese, quelli a cui è negato non solo il diritto naturale alla libertà e all’esistenza ma la stessa capacità di soffrire e di avere sentimenti;
perchè non si tratta solo di riconoscere agli animali i più elementari diritti, concessi loro dalla natura, a non essere imprigionati, sfruttati e schiavizzati, ma quello di salvarli dalla tortura, dalla prigionia, dal massacro: questo è indegno di un popolo civile;
perché sono esseri come noi di forma diversa, perché il dolore e la sofferenza sono realtà universali, perché come noi amano la vita, sono capaci di soffrire ed hanno paura della morte;
Perché non possiamo consentire sia fatto agli animali ciò che non vorremmo fosse fatto a noi
perché l’indifferenza verso la sofferenza e l’angoscia degli animali rende l’uomo peggiore sul piano morale, civile e spirituale;
perché sono gli esseri che nessuno difende (o pochi) anche se sono la stragrande maggioranza dei viventi;
perché sono nostri compagni di viaggio: non si possono tutelare gli interessi di alcuni componenti e sterminare il resto della famiglia;
Perché un’ingiustizia non è più o meno grave a seconda della vittima
perché l’evoluzione etica, morale e spirituale deve necessariamente ampliarsi a tutti i viventi e includere masse sempre più vaste;
perché è giusto e doveroso muoversi a tutela dei più deboli;
perché non è lecito interferire nella vita delle altre specie fino a portarle all’estinzione;
perché gli animali hanno contribuito col loro dolore, il loro sangue e la loro vita al benessere dell’uomo e quindi l’uomo ha il dovere di tutelarli ed essergli grato;
perché tutelando gli animali l’uomo tutela se stesso e l’ambiente naturale;
perché il rispetto per gli animali è l’anello mancante per realizzare di un mondo migliore;
perché non possiamo invocare la pace, la giustizia e la libertà se quotidianamente con le nostre scelte egoistiche neghiamo la libertà e la vita agli animali;
perché se l’uomo fosse educato alla valorizzazione del diverso e al rispetto del piccolo non potrebbe che essere positivamente incline al rispetto e del suo simile;
perché smettendo di sfruttare gli animali e mangiare la loro carne l’uomo tutela se stesso dalle malattie, dalla violenza anche tra gli esseri umani, dalla fame nel mondo, dalla distruzione delle foreste, dall’inquinamento dell’ambiente, dallo sperpero di risorse naturali;
perché il disprezzo della vita e del dolore dell’animale inclina l’uomo all’insensibilità verso la condizione del prossimo e perché lo specismo apre la strada al razzismo;
perché, a differenza dell’uomo, l’animale è sempre innocente;
perché se fossi nato animale vorrei essere salvato dalla violenza dell’uomo;
perché…
domenica 18 agosto 2024
Carne, cibo incompatibile con la natura umana
Carne, cibo incompatibile con la natura umana
di Franco Libero Manco
A mio avviso, sotto l’aspetto nutrizionale l’attuale dieta dei paesi occidentali è da considerarsi da suicidio.
Rispetto a 50 anni fa il consumo di sale è aumentato di 15 volte, quello di zucchero di 10 volte, le proteine 8 volte, i grassi 7 volte, mentre il consumo di fibra è diminuito di 5 volte.
Dal 1920 ad oggi il consumo di carne è aumentato di quasi 10 volte e di conseguenza i grassi saturi dannosi per la salute
Temo che se la popolazione non prende coscienza dell’importanza di cui usa nutrirsi tenderà fatalmente all’estinzione.
Infatti nessuna precedente generazione è stata più intossicata e ammalata dell’attuale, e la prospettiva è che le cose andranno peggiorando:
La causa va ricercata nel bombardamento mediatico a favore del consumo dei cosiddetti cibi spazzatura e nel disinteresse di gran parte della popolazione alla tutela della propria salute.
Un alimento per essere considerato adatto alla nostra alimentazione deve contenere tutti i principi nutritivi di cui ha bisogno il nostro organismo a svolgere le sue funzioni, cioè:
vitamine, sali minerali, grassi, proteine, zuccheri, oligoelementi, fibra ed acqua.
Da questo risulta facile fare una comparazione tra ciò che si porta a tavola e ciò che invece costituisce un vero alimento.
La massima imputata è sicuramente la carne, i prodotti di derivazione animale e i cibi industriali, privati di quasi tutti i principi nutritivi.
PRENDENDO IN CONSIDERAZIONE LA CARNE PER ESSERE ADATTA ALL’ALIMENTAZIONE UMANA DOVREBBE:
1: essere esteticamente attraente, appetibile, desiderabile:
un pezzo di carne cruda, o il corpo di un animale morto, è tutt’altro che esteticamente attraente; attira solo gli animali predatori.
2: avere un buon profumo:
se non è camuffata dalla cottura e dalle spezie la carne dell’animale ucciso emana il tipico ripugnante fetore dei cadaveri.
3: essere commestibile da crudo, gradevole e gustoso:
la carne cruda è durissima per la dentatura umana e non è gradevole al gusto, infatti dopo l’uccisione dell’animale sono necessari dai 5 ai 20 giorni di frollatura.
Gli animali carnivori la mangiano cruda;
gli animali cosiddetti onnivori la mangiano occasionalmente; la cottura altera e distrugge gran parte dei principi nutritivi.
4: essere facilmente digeribile e assimilabile:
la carne impiega dalle 50 alle 70 ore dal momento ingrestione all’espulsione e soprattutto è di difficile assimilazione perché i legami delle cellule resistono agli enzimi digestivi
5: avere il giusto ed equilibrato quantitativo di nutrienti:
la carne è priva di carboidrati, di fibre, di vitamine (specialmente quelle termolabili) e di enzimi in gran parte distrutti con la cottura; anche i minerali sono resi inorganici con la cottura e quindi di difficile utilizzo dell’organismo;
inoltre la cottura altera anche le proteine che flocculano e i grassi si ossidano.
6: essere compatibile con la morfologia umana:
se l’essere umano fosse strutturato anatomicamente a mangiare anche la carne avrebbe denti adatti a lacerarla, saliva, stomaco, intestino ed enzimi adatti a neutralizzare l’acido urico.
L’essere umano manca di artigli, di zanne, non ha velocità necessaria a rincorrere la preda e soprattutto ha repulsione alla vista del sangue.
7: non contenere residui chimici né adulterazioni:
la carne contiene residui chimici dei mangimi, di medicinali somministrati agli animali.
Inoltre gran parte della carne deriva da animali ammalati.
8: non deve generare patologie:
può causare: uricemia, ipertensione, reumatismo, gotta, cancro, diabete, malattie cardiovascolari… è ricca di grassi saturi e colesterolo, genera radicali liberi, leucocitosi, acidifica il pH del sangue, sottrae calcio all’organismo.
9: non essere facilmente deperibile:
come tutti gli organismi animali morti la carne va in rapida putrefazione sviluppando putrescina, cadaverina istamina, ammoniaca, indolo, scatolo…
10: non causare danni all’ecosistema:
gli allevamenti di animali per la coltivazione dei mangimi ad essi destinati è causa della distruzione delle foreste (e di desertificazione) e assorbono il 70% delle terre coltivabili.
11:essere economicamente conveniente:
con il costo medio di un kg di carne (20 euro circa) si possono acquistare derrate alimentari per il nutrimento di 3 giorni per una persona. Il 75% della spesa sanitaria in Europa e in Italia viene assorbita dalle cure per neutralizzare gli effetti della cattiva alimentazione.
La spesa farmaceutica annua è di 2,5 miliardi di euro solo per farmaci antitumorali. Senza le sovvenzioni statali il costo della carne sarebbe proibitivo per la maggioranza delle persone.
12: essere eticamente compatibile:
la carne è il risultato della sofferenza e dell’uccisione di miliardi animali senzienti allevati in modo brutale è uccisi nel più totale disprezzo della loro vita e della loro sofferenza;
è un prodotto che avvalora la legge del più forte e che rende insensibili all’altrui sofferenza; degrada moralmente, preclude l’evoluzione dello spirito, rende più aggressivi, abbassa le frequenze energetiche dei chakra…
13. essere un alimento necessario e apportare benefici al nostro organismo:
la buona salute dei vegani dimostra che la carne non è necessaria alla nostra salute; non apporta benefici ma risulta essere la causa delle peggiori moderne patologie: diabete, ipertensione, uricemia, cancro, ictus, infarto…
E SICCOME ANCHE IL PESCE, I CROSTACEI, I MOLLUSCHI ED I MITILI NON RISPONDONO ALLE CARATTERISTICHE NECESSARIE, NON POSSONO ESSERE CONSIDERATI ALIMENTI ADATTI ALLA SPECIE UMANA
domenica 11 agosto 2024
ARMONIE INFRANTE
sabato 3 agosto 2024
FONDAMENTALISMI: MANCATA EVOLUZIONE
di Franco Libero Manco
Le motivazioni che portano alcuni individui a concepire la distruzione di se stessi, dell’altro o a causare un massacro indiscriminato esulano dalla dimensione razionale umana. La storia è piena do orrori vicini e lontani e il dibattito è più che mai aperto e analizzato sotto tutti gli aspetti anche dai cronisti più acculturati.
Ma ciò che stupisce e sconcerta è che nessuno indica nella natura umana la vera causa del problema: appare banale e semplicistico al punto da escluderlo a priori, mentre la speranza di una società migliore passa inevitabilmente attraverso una nuova coscienza umana ed una universale mentalità di pace. Alla base del rinnovamento reale risiede il cambiamento della mente e della coscienza degli uomini. Valori che non si improvvisano, ma che sono invece il risultato dell’evoluzione integrale dell’individuo. Ma l’evoluzione procede a passi lenti a causa di molti fattori concomitanti: cultura, benessere economico, libertà, giustizia, democrazia.
Per favorire questo processo il solo modo è quello di perorare la necessità di un progetto planetario di educazione delle masse alla collaborazione, alla solidarietà, al rispetto dell’altro e del sacro valore della vita. Tale progetto dovrebbe essere a mio avviso l’impegno prioritario del governo di ogni nazione. Bisognerebbe sancire un accordo internazionale ad educare la gente alla pace e alla fraterna collaborazione e quindi al rifiuto a priori di qualunque atto lesivo nei confronti del prossimo, a vantaggio del dialogo.
E’ necessaria la volontà politica, a cominciare dai paesi considerati progrediti, per arrivare alla istituzione di un governo mondiale che miri ad attuare un progetto globale di cultura e di pace inteso a prevenire e tutelare soprattutto i più deboli. E’ necessario parlare di universalismo, di cultura planetaria, di sincretismo, di non violenza universale, di spiritualità globale e la scuola deve essere lo strumento per la formazione laica della coscienza morale degli individui in cui porre in sintonia mente e cuore, scienza e arte; che si parli di diritti umani e animali, di tutela dell’ambiente, di armonia collettiva, di crescita personale, di responsabilità collettiva.
Tutti i componenti dei popoli, nessuno escluso, devono essere educati alla fraterna e civile convivenza ai valori fondamentali della vita, alla valorizzazione delle differenze formali e sostanziali, alla cultura del senso critico, alla ricchezza dell’integrazione e i popoli meno progrediti culturalmente devono essere maggiormente aiutati nella consapevolezza che l’umanità intera è una sola grande famiglia e finché un solo componente sarà emarginato, ferito o sofferente gli altri non possono vivere ignorando chi soffre.
Il veganesimo, con la sua etica universale che estende il diritto al rispetto, alla libertà e alla vita dall’uomo ad ogni essere senziente, risulta essere il mezzo più potente per realizzare questo progetto. Infatti, come potrebbe l’uomo nuocere al suo simile se fosse educato alla dolcezza verso ogni creatura? Se è l’uomo a generare i problemi è sull’uomo che bisogna intervenire, non sui sistemi, attraverso la cultura e la sensibilizzazione del cuore alla condivisione delle altrui necessità vitali: l’amore, il rispetto e la valorizzazione del “piccolo” induce inevitabilmente al rispetto anche del “grande”. La sensibilità di coloro che condividono la sofferenza degli animali sono anche più giusti e sensibili nei confronti degli uomini e quindi sono spiritualmente e mentalmente più vicini alla nuova dimensione umana; diversamente, come diceva il filosofo Max de Saxe: “Finché gli uomini continueranno ad uccidere gli animali essi non cesseranno nemmeno di uccidersi tra di loro: il mondo animale si vendica dell’umanità forzandola nelle guerre a divenire carnefice di se stessa”.
lunedì 29 luglio 2024
IL SILENZIO, UN VALORE DIMENTICATO
di Franco Libero Manco
Probabilmente la specie umana è quella che maggiormente utilizza il linguaggio verbale come strumento di comunicazione e di dialogo, mentre molte specie vivono gran parte della loro esistenza nel silenzio della loro intima natura. Nel corso della storia il valore del silenzio è stato evidenziato da grandi mistici, santi e filosofi; molti hanno preceduto la loro missione da un rigoroso ritiro in solitudine. La necessità di raccogliersi in silenzio emerge anche quando si devono prendere decisioni importanti, o si cerca la strategia migliore per obiettivi da raggiungere.
Oggi il mondo affoga in torrenti, fiumi, oceani di parole. Estenuanti dibattiti su tutto, spesso inconcludenti, che non consentono all’anima di esprimersi. C’è talmente tanta voglia di parlare che a volte più interlocutori monologano contemporaneamente. La nostra parte migliore languisce e a volte si spegne del tutto nel frastuono dell’espressione verbale che spesso preclude la percezione della vera conoscenza che trascende ogni linguaggio, perché è limitato, esclusivo, riduttivo ( mentre il pensiero è un vettore universale, il sentire con una valenza sferica).
Attraverso il silenzio, e il potere dell’intimo sentire, si possono superare le barriere delle distanze, delle lingue, della materia; si apre la porta della percezione che va oltre le parole e ci consente di approdare ad orizzonti più vasti e profondi; l’uomo entra in contatto con la sua vera natura, con l’essenza stessa delle cose, e gli consente di vedere il mondo con occhi diversi, nuovi e, se guarda un fiore, non vede più un fiore ma un miracolo vivente.
Il silenzio è una porta che apre alla preghiera, e la preghiera del cuore ha più valore della preghiera verbale. Solo nel silenzio si può sentire la voce di Dio: è la frequenza su cui Dio parla. Il cuore non ha bisogno di parole, non può esprimersi nel frastuono di elucubrazioni mentali: “Sia il vostro dire si si e no no, il resto viene dal Maligno”, diceva Gesù.
La preghiera è come un’invocazione che si espande oltre i limiti del Cosmo e ci sintonizza con l’ordine supremo delle cose. La libertà interiore è condizione primaria nella preghiera perché si possa stabilire una connessione con l’Assoluto. Ciò che conta nella preghiera non è le cose che si dicono ma l’ardore con cui si sentono. Occorre far il vuoto dentro se stessi, liberi da ogni interferenza disarmonica dell’io e della singola tempesta mentale. Occorre pregare con il cuore più che con le labbra, con l’anima più che con la mente. La preghiera non è una recitazione delle nostre necessità: è un canto d’amore, di gratitudine che, in un cosmico abbraccio, si apre con amore, stupore e gratitudine verso tutto ciò che vive.
venerdì 26 luglio 2024
LA MAGNIFICENZA DELL’ALBERO
LA MAGNIFICENZA DELL’ALBERO
di Franco Libero Manco
L’albero più di ogni altra creatura contribuisce al mantenimento della vita sulla terra.
Distrattamente guardiamo un albero e raramente apprezziamo la sua bellezza e la sua immensa importanza biologica.
Bello, maestoso, benefico.
Le sue radici abbracciano la terra in un connubio inseparabile; la sua forza sfida gli uragani; dai suoi rami, come mani protese verso il cielo, sgorgano foglie multiformi che fremono alla carezza del vento e catturano i raggi cosmici e solari; paziente accoglie nidi di uccelli e folle passeggere di volatili.
Lo stormire delle fronde, dalle mille forme e differenti colori, giocano col vento in un delicato concerto sinfonico; all’ombra della sua chioma uomini e animali trovano riparo e sollievo.
Quando a primavera si orna di fiori è come una sposa nel giorno delle nozze e i suoi frutti sono dono sublime per il banchetto degli invitati alla mensa della vita.
L’albero è molto più di un’opera monumentale di pietra, è una vera e propria cattedrale vivente, capace di trasportare a decine di metri di distanza, dalle radici all’ultima foglia, la sua linfa vitale.
Senza l’albero e i suoi fratelli arbusti, indispensabili per il rinnovamento dell’ossigeno della nostra atmosfera, non ci sarebbe vita sul pianeta
Tutto vive solo in virtù delle piante, tutta la vita dipende dell’universo vegetale dal quale si nutrono gli animali erbivori e dei quali, purtroppo, si nutrono gli animali carnivori.
L’albero vive anche senza l’uomo, ma l’uomo senza l’albero non potrebbe vivere.
Il carbonio atmosferico è in gran parte assorbito dalle piante, principalmente dalle loro foglie, e dalle alghe degli oceani.
In cambio sprigionano ossigeno, generosamente gratuitamente, per purificare la nostra atmosfera.
Noi pensiamo, l’albero percepisce; noi abbiamo vista binoculare, l’albero ha visione sferica.
L’albero si nutre, dorme, comunica, addirittura con specie diverse.
Significativo in tal senso fu l’episodio riportato da Renzo Boschera nel suo libro “I poteri esoterici degli animali e delle piante”,Ed. Arcana.
Racconta che sotto un vecchio salice si davano appuntamento tutti i giorni alle ore 15, sia d’inverno che d’estate, una ventina di gatti.
In certi momenti sembrava che tra gli animali e la pianta ci fosse un dialogo, uno scambio di informazioni secondo codici paranormali.
Però il proprietario decise di abbattere la pianta per utilizzare il terreno in modo differente.
Sembra che la pianta, avendo percepito la volontà del contadino, chiese aiuto ai suoi amici gatti che si organizzarono per impedire il fitocidio.
E quando l’uomo munito di accetta arrivò davanti al salice, trovò una scena del tutto inaspettata: i gatti si erano messi in cerchio intorno alla pianta manifestando i loro propositi bellicosi.
Alcuni avevano il pelo teso, la schiena inarcata e sbuffavano minacciosamente; altri emettevano miagolii acuti, come se volessero lanciare un grido di guerra.
L’uomo cercò di scansare i gatti e di alzare l’accetta, ma dovette darsela a gambe.
E altri due tentativi andarono ancora peggio.
Quando l’uomo desistette dal suo proposito e pensò solo di potare l’albero i gatti scomparvero lasciando campo libero all’iniziativa incruenta dell’uomo.
Ma a causa della richiesta di terreni da adibire a monocolture e a pascoli per animali, e alla richiesta sempre più pressante di legname, oltre all’insana, criminale tendenza degli incendi boschivi, la terra è sempre più spoglia di foreste, boschi e vegetazione, e questo causa devastanti fenomeni come uragani, cicloni, terremoti, smottamenti di terreni, valanghe, inondazioni, siccità, erosione, scomparsa dell’humus ecc.
Una enorme quantità di perturbazioni atmosferiche sono dovute al flagello del disboscamento.
Con le tremende attrezzature moderne a lame rotanti i boscaioli in pochi minuti recidono un gigante secolare della foresta per la cui esistenza si sono associati gli elementi primari dell’universo (terra, acqua, aria e sole) per dar vita a quest’opera d’arte, che l’essere umano non ha ancora imparato ad apprezzare, a rispettare, a guardare con gratitudine.
Verrà il tempo in cui abbattere un albero, senza giustificato motivo, sarà considerato un reato contro la vita.
martedì 23 luglio 2024
L’OBIEZIONE DI COSCIENZA ALLE VACCINAZIONI OBBLIGATORIE
di Franco Libero Manco
Il paradosso è che nessuno vuole la guerra (eccetto i produttori di armi e coloro che la fanno combattere agli altri). Non esiste chi desideri la sofferenza e la morte, eppure la guerra, quest’onta blasfema, quest’immane vergogna accompagna il genere umano fin dai primordi. Da quando l’uomo divenne cacciatore si abituò all’azione violenta, all’uccisione degli animali, alla logica del forte sul debole, alla vista del sangue, all’indifferenza verso la sofferenza e la morte.
Ed io sento lo spasimo di quella madre cui è stato smembrato il figlio da una granata; sento il pianto innocente dei bambini sotto le macerie; sento l’ angoscia di quella ragazza che non rivedrà mai più il suo promesso sposo; sento la disperazione di chi resterà per sempre mutilato, di chi ha perso le gambe, le braccia, gli occhi: sento il dolore di quella madre, di quella della sorella, figlia stuprata e brutalizzata dai soldati; di chi, ancora vivo e ferito, è sotto le macerie senza possibilità di essere aiutato; sento la pena di chi ha perso le cose più care: gli scritti dei letterati, dei poeti, le opere degli artisti, le faticose ricerche scientifiche, tecnologiche, forse perse per sempre.
E come se non bastasse l’orrore degli umani che si distruggono a vicenda, si continua a sterminare milioni di animali nei mattatoi dove ogni istante un numero inimmaginabile di creature non pericolose, non armate, non ostili ma miti, buone, servizievoli, belle, forti, possenti vengono uccise, squartate, smembrate come oggetti senza valore; un luogo dove ogni sentimento di compassione, di giustizia e di amore sono annientati; un luogo dove viene negata la sofferenza delle vittime, il pianto deriso, inascoltato; un luogo dove è disprezzato il valore della vita, l’innocenza calpestata, la bellezza profanata, la mitezza annichilita. Questo luogo infernale dei MATTATOI, è voluto, generato, sostenuto da tutti coloro che usano mangiare creature che più di noi umani meritano di esistere. E poi ci chiediamo il perché della guerra!
giovedì 18 luglio 2024
COSA MANGIA DIO A COLAZIONE?
di Franco Libero Manco
Volendo immaginare che Dio, venuto sulla terra in sembianze umane, abbia necessità di nutrirsi come noi mortali, che cosa sceglierebbe per i suoi pasti? Per rispondere a questa domanda credo sia necessario porre delle premesse, e cioè: se Dio è il creatore degli esseri viventi ai quali ha dato con la vita la possibilità di evolversi attraverso l’esperienza dell’esistenza, li ha dotati di percezione del dolore e paura della morte, sarà difficile immaginare che scelga di nutrirsi con le carni delle sue stesse creature, causando violenza e dolore e stroncando con la loro morte la possibilità di proseguire il loro cammino evolutivo. Sarebbe una contraddizione in termini, sarebbe il “distruttore” della sua stessa opera.
Se Dio è buono, giusto e compassionevole non potrebbe giustificare l’uccisione di un essere senziente per puro piacere gastronomico, dal momento che molte sono gli alimenti che potrebbe mangiare senza causare dolore ingiustificato.
Tralasciando di parlare della crudele legge naturale in grado di mettere in discussione la bontà stessa di Dio ed in crisi la fede di qualunque animalista; credo che Dio non imponga l’esistenza (che giustizia sarebbe?) e che sono le stesse creature, esistenti da sempre in forma energetica, abbiano necessità di manifestarsi in un corpo fisico per proseguire il loro cammino evolutivo; credo che ogni forma fisica sia la concretizzazione materiale del suo stesso contenuto energetico che si esprime a seconda della sua evoluzione integrale; credo che non sia Dio la causa della Legge per mezzo della quale gli animali si sbranino tra loro: se Dio non fosse effettivamente buono e giusto non avrebbe dato alle cose la possibilità di esistere e di evolvere dal momento che la creazione non aggiunge nulla a Dio. Ma questa è solo una mia interpretazione delle cose.
Se Dio si incarnasse in un leone (perché no?) sarebbe certamente carnivoro; se scegliesse di incarnarsi in un cavallo si nutrirebbe di vegetali, ma se si incarnasse in un primate fruttariano non potrebbe che nutrirsi degli alimenti per cui è strutturato il suo organismo.
Dunque, a meno che Dio non voglia il male e la rovina della sua stessa creazione (a che scopo l’avrebbe creata?) se dovesse nutrirsi come un essere umano sicuramente sceglierebbe la frutta, maturata alla luce del sole sotto i raggi cosmici e magnetici (non certo sotto la pelle dolorante di un animale allevato in una stalla mortifera e puzzolente); sceglierebbe di mangiare la cosa più nobile, pura, benefica, innocente, bella ed evoluta della creazione: il solo alimento che non richiede spargimento di sangue, l’uccisione e la sofferenza di alcuna creatura.
Altrimenti la scelta di Dio sarebbe in contraddizione non solo con ciò che hanno affermato i grandi mistici (si presume ispirati da Dio stesso) di ogni tempo e religione i quali avvisano che non vi può essere elevazione spirituale se non si esclude la carne dalla propria alimentazione, ma sarebbe anche causa della dannosità dei prodotti carnei sull’organismo umano portatori delle peggiori patologie; inoltre Dio sarebbe responsabile non solo dell’inquinamento del pianeta ma della fame nel mondo e della distruzione delle foreste, abbattute per reperire pascoli per gli animali d’allevamento.
La scelta alimentare cruenta di Dio sarebbe un appello ad emulare le sue scelte e questo giustificherebbe l’esistenza dei mattatoi dove gli animali agonizzano sotto i coltelli e le seghe dei macellai; sarebbe un invito a non dare valore, importanza alla sofferenza delle sue creature e questo indurrebbe gli umani a reprimere il sentimento di compassione che nutrono nei confronti degli animali e che inevitabilmente si estenderebbe anche nei confronti degli esseri umani. E dal momento che la pietà e la compassione sono i pilastri su cui si fonda la Dottrina Spirituale, sarebbe in palese contraddizione con i dettami dello Spirito e quindi dell’evoluzione umana e della realizzazione di un mondo di pace fondato sulla misericordia e sull’amore.
Coloro che si arroccano sulla presunzione antropocentrica dicono che il Tutto esiste per i benefici dell’uomo. Ed è questo è il punto: i benefici per l’uomo. Mangiare carne è ciò che maggiormente danneggia l’individuo non solo sotto l’aspetto salutistico, ma morale, etico, spirituale, economico e induce all’insensibilità e all’indifferenza verso il dolore dei più deboli: in antitesi con la volontà del Creatore.
domenica 14 luglio 2024
I LIMITI DELLA MORALE CRISTIANA
di Franco Libero Manco
Accanto alla morale cristiana (che limita la sua sfera d’azione alla sola specie umana) va affermandosi l’etica del movimento vegano e animalista che estende i principi di amore, di rispetto e di giustizia dall’uomo ad ogni essere senziente: una rivoluzione sociale pari solo al superamento della cultura schiavista.
A questa stupenda realtà che emerge dalle nuove generazioni (che fa onore alla coscienza umana, alla civiltà, al progresso civile e spirituale) che si apre anche alle necessità vitali di ogni essere senziente, come risponde la Chiesa cattolica?
Né il pensiero di alcuni grandi Santi, né la voce di alcune coraggiose quanto inascoltate frange dello stesso cattolicesimo viene accolta e valorizzata nella dottrina della chiesa, anzi spesso vi è un palese rigetto, una totale chiusura e spesso un’esplicita accusa di sperperare energie che dovrebbero essere impiegate esclusivamente a beneficio della specie umana: come se l’umana gente non potesse interessarsi dell’una e dell’altra realtà. Mai che un prete (eccetto rari casi) avesse detto ”Ricordatevi che Dio ama tutte le sue creature”. Nonostante gli animalisti in Europa siano ormai decine di milioni che denunciano le atrocità perpetrate sistematicamente sugli animali, per la Chiesa è un problema inesistente.
Come è possibile che siano i laici (che magari non fanno riferimento alla Patristica, alla Scolastica, né ai Testi Sacri ma semplicemente alla loro coscienza) a chiedere amore e rispetto per le creature più deboli e indifese, vittime del nostro egoismo e della nostra ingordigia? Non dovrebbe forse essere il clero, che per definizione dovrebbe incarnare i principi di non violenza e di amore, sostenere questa nuova ed edificante apertura morale? La Chiesa cattolica non dovrebbe apprezzare ed agevolare ogni espressione umana che rende migliore l’animo umano, tutto ciò che lo rende più sensibile e giusto? Non è nei principi cristiani interessarsi di animali? Ma il problema è che l’indifferenza verso lo sfruttamento e l’uccisione di esseri innocenti incide negativamente sulla coscienza e sulla spiritualità dell’individuo e della società e quindi è un problema che riguarda tutti, cristiani compresi.
Come può il clero lasciarsi superare in compassione, in sensibilità ed in senso di giustizia da un laico che non ha per istituzione questa missione? L’indifferenza verso la sofferenza altrui non è il cancro della coscienza che i preti sono chiamati a curare? Il disprezzo della vita non si oppone al piano del Creatore? Non è forse la misericordia il vero valore del cristiano? E può la misericordia essere data all’uomo e negata all’animale?
Quale amore è quello limitato ad un solo membro della famiglia mentre si è crudeli con gli altri componenti? Come possono negare l’evidenza che la nostra visione del mondo e della vita sia più vicina alla dimensione paradisiaca e quindi al progetto stesso di Dio? Perché la vita e la sofferenza dell’uomo hanno valore proprio mentre la vita e la sofferenza dell’animale non hanno alcun valore?
Che differenza c’è tra l’angoscia di un animale braccato e quella di un uomo in preda allo stesso terrore? Che differenza c’è tra il pianto di una mucca a cui è stato strappato il vitello per essere fatto a pezzi e mangiato e quello di una madre a cui un criminale ha sottratto un bambino? La Chiesa cattolica risponderà mai alle nostre domande o continuerà ad ignorare le nostre istanze chiudendosi, come è sempre successo in passato, di fronte alle nuove esigenze dell’animo umano? Quanto sangue dovrà essere ancora versato prima che la Chiesa e gli educatori cattolici si accorgano di essere rimasti indietro coi tempi, refrattari alle nuove esigenze dello spirito?
giovedì 11 luglio 2024
LA RELIGIONE CATTOLICA GENETICAMENTE ALLERGICA AGLI ANIMALI
di Franco Libero Manco
In duemila anni di storia la cultura cattolica non ha prodotto un solo pensiero in difesa degli animali, non una sola parola è rintracciabile in uno dei circa 270 papi che si sono succeduti, anzi si può dire sia successo il contrario. L’animale è stato sempre considerato simbolo di male per antonomasia, la parte più turpe e bruta della creazione al punto che il modo migliore per dimostrare il proprio disprezzo per la materia era quella di torturare e uccidere animali: rospi, civette, capre ecc.: barili di gatti vivi venivano bruciati nel giorno di S. Giovanni.
Non c’è giornale, rivista, radio, televisione, di qualunque estrazione culturale e politica che giornalmente non parlino di diritti animali e auspichino maggior rispetto e leggi più efficaci a loro tutela. Ebbene, in questa universale ed unanime richiesta di protezione e tutela, in questo progressivo crescere della sensibilità umana verso la condizione degli animali, manca solo la voce del Vaticano: mai una sola parola, un solo commento, un solo invito al rispetto e alla compassione verso questi sventurati nostri fratelli, come fosse un giuramento da strappare sotto tortura: “Passerete sul nostro cadavere prima che la Chiesa cattolica rinneghi l’antropocentrismo”. E così 170 miliardi di animali ogni anno vengono massacrati nel mondo con la benedizione di santa romana chiesa.
Ed in futuro, come reagirà la Chiesa cattolica al diffondersi inarrestabile della nuova coscienza umana protesa verso l’etica universale? Continuerà a negare l’evoluzione dello spirito umano restando la sola istituzione a difendere il diritto di sfruttare, uccidere e mangiare la carne degli animali, oppure adotterà l’ennesimo e sconfortante “ci siamo sbagliati”?
Ditelo a tutti che la Chiesa cattolica negando la fratellanza biologica universale nega l’Amore stesso e tradisce la sua missione.