nino malgeri
Informazioni sulle realtà antispeciste, anarchiche, vegan, canapa e liberazione animale umana e della terra. Sempre più persone si accostano consapevolmente alla dieta vegana per una scelta etica, per ragioni legate all’ecologismo o per un intento salutistico legato all’abbandono del modello ‘cibo industriale’. Una cucina ricca di tonalità e gusto che spazia dai cereali ai legumi, dalla verdura alla frutta, dai semi alle erbe aromatiche, dalle spezie alle alghe.
venerdì 11 luglio 2025
NOSTALGIA DELL’UOMO
lunedì 7 luglio 2025
LA FARSA DELLA LEGGE A PROTEZIONE DEGLI ANIMALI
Proteggere è la più bella voce del verbo amare..
B. Ferrero
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LA FARSA DELLA LEGGE A PROTEZIONE DEGLI ANIMALI
di Franco Libero Manco
Con la legge Brambilla a tutela degli animali d’affezione è stato fatto un passo avanti verso la civiltà umana mediante il riconoscimento di quei diritti inalienabili che ogni essere vivente ha per legge naturale. Peccato che all’appello mancano “soltanto” le milioni di altre specie, miliardi di individui nei confronti dei quali l’uomo è autorizzato a farne quello che vuole. Se gli animali potessero esprimere il loro pensiero in merito direbbero che è “una presa per i fondelli”. E in effetti è una penosa elemosina di giustizia elargita soltanto a quelle creature che hanno la (s)fortuna di convivere con gli umani che è come tutelare solo gli schiavi che vivono con i loro padroni, con la presunzione di tutelare tutti gli umani.
Nella sua pratica attuazione succede che se una persona dà un calcio ad un cane è condannato penalmente, ma lo sperimentatore che sta torturando un animale simile, per i suoi disumani interessi, non solo non è imputabile ma autorizzato dalla stessa legge: è come permettere di prendere a colpi di machete il condannato a morte ma proibire di offenderlo con parolacce. Allo stesso modo, se si lascia il gatto in macchina sotto il sole arrivano i vigili e sanzionano il responsabile, mentre il turpe cacciatore è autorizzato dalla legge e farne strage di ogni sorta di volatili, e non solo.
Le più crudeli violenze agli animali non si commettono per strada ma nell’inferno degli allevamenti intensivi, nel trasporto degli animali verso il luogo del patibolo, nei lugubri scannatoi legalizzati, voluti da quanti mangiano la carne e benedetti dalla stessa Chiesa cattolica; negli allevamenti dei cosiddetti animali da pelliccia dove gli animali impazziscono nei loro serragli prima di essere soppressi col gas; nei boschi e nelle campagne con quello sport disumano che i nostalgici della guerra chiamano caccia; nei circhi equestri dove gli animali selvatici vengono costretti ad eseguire innaturali esercizi pena la frusta, le scariche elettriche, il bastone o la fame; nelle arene dove i tori dopo essere stati torturati e fiaccati a forza di bastonate sono condannati a non uscire vivi dall’arena; nella pesca dove le vittime vengono considerate a peso; negli stabulari dove i vivisettori non risparmiano neppure i primati.
E il nobile cavallo? L’infaticabile mulo? Il paziente asino? Ci puoi fare benissimo delle bistecche o del macinato dopo avergli perforato il cranio con un proiettile captivo e aperto l’addome con asce e seghe micidiali: è come sfruttare fino all’ultima stilla di energia il proprio schiavo per poi farlo a pezzettini e darlo in pasto agli sciacalli quando non è più in grado di lavorare. E il mite vitello? Adatto a farci fettine o polpette. E il tenero coniglio? Va bene al forno con le patate. E i tacchini, le galline, i polli, le anatre? Ottimi fatti allo spiedo. E l’intelligente e sensibile suino? Ma vuoi che abbia diritti?! Ottimo fatto a braciole o a fettine di prosciutto. E la volpe, il visone, il cincillà…? Stanno benissimo addosso alle signore. E l’elegante capriolo? Liberissimi di farlo salmì. E le rane, i criceti, le cavie, i roditori…? Ma che c’entra, queste servono alla scienza: puoi inchiodarli su un tavolaccio e aprirli come scatole di sardine…(meno male che ci sono gli sperimentatori che scavano tra le viscere doloranti degli animali per dare a noi umani felicità e salute); e i pesci, i crostacei, i molluschi? Figuriamoci! Una bella frittura in olio o acqua bollente (preferibilmente da vivi), sono una leccornia. Ma nel paese degli ipocriti si dice che è meglio poco che niente. E ora, per fortuna, c’è la legge a tutela degli animali.

martedì 1 luglio 2025
PERCHE’ LA CARNE FA MALE
di Franco Libero Manco
La carne degli animali terricoli come quelli acquatici, non fa male solo perché lo dimostrano gli effetti dannosi che causa alla salute umana; non solo perché lo dicono gli istituti di ricerca in fatto nutrizionale più accreditati del mondo e gli scienziati indipendenti; non solo perché i mangimi degli animali sono contaminati; non perché nelle carni degli animali si trovano residui di farmaci e malattie degli animali; non solo perché la carne è ricca di colesterolo, di grassi saturi e proteine degenerate: la carne fa male soprattutto per le ptomaine che si sviluppano da ogni organismo animale in via di putrefazione, cioè putrescina, cadaverina, indolo, fenoli, ammoniaca ecc. tutte sostanze altamente tossiche che avvelenano il sangue di chi se ne nutre. Inoltre, le proteine animali sono molto più ricche di zolfo delle proteine vegetali e nella putrefazione intestinale generano idrogeno solforato, un gas molto tossico per la mucosa intestinale. Ma la carne fa soprattutto male agli animali, alla nostra coscienza, alla nostra capacità di condividere le sofferenza dei più deboli; fa male perché ci abitua alla logica del forte sul debole, all’indifferenza verso la sofferenza in senso lato; fa male all’ambiente, all’economia, alle popolazioni del terzo mondo costrette a coltivare monocolture, cioè mangimi per ingrassare gli animali d’allevamento dei paesi abbienti.
domenica 15 giugno 2025
LA GRANDE STORIA DELL’ANIMALISMO
Nessuna filosofia annovera più illustri rappresentanti.
di Franco libero Manco
Il pensiero animalista, come espressione di alta sensibilità dell’animo umano, i cui codici del diritto al rispetto, alla libertà e alla vita vengono estesi dall’uomo agli animali, nasce nel seno dell’antica cultura vedica in cui si narra di Re santi che si preoccupavano della protezione dei bovini al fine di assicurare alla popolazione ogni benedizione dalle forze della Natura. In questo contesto proverbiale era l’amore di Krisna per le mucche il quale affermava: “La carne degli animali è come la carne dei nostri figli”. Sempre in India più tardi furono costruiti dai buddisti, intorno al 250 a.C. i primi ospedali destinati agli animali ammalati o feriti. Mentre Zoroastro, fin dal 500 a.C. circa sosteneva: “La migliore delle opere buone è, nei confronti del Cielo, adorare il Signore e, nei confronti della Terra, non maltrattare gli animali…Chi rinuncia a cibarsi delle carni martoriate avrà lo spirito santo e la verità”. Il rispetto dovuto agli animali è evidente anche nella dottrina taoista e specialmente nello Jainismo, originato da Mahavira nel 600 a.C. circa, dove accanto ai templi jainisti si trovano spesso rifugi per animali anziani o feriti e non di rado i jaina acquistano animali dal macello per dare loro salvezza e ricovero. L’amore e il rispetto dovuto agli animali è visto come precetto nell’Orfismo, nella dottrina di Ermete Trismegisto, nella cultura degli Oracoli Caldei, in quella dei Misteri Eleusini, in quella degli antichi egizi, nelle leggi di Manou, il codice legislativo antico, più evoluto, vigente dal IX al V sec. a.C. in cui si prescriveva: “Chi consente l’uccisione di un essere vivente, chi colpisce, chi ammazza, chi compra e chi vende, chi cucina e chi serve, chi mangia, sono tutti uccisori”.
Dunque si può dire che il sentimento di rispetto per gli animali nasce in India 5000 anni fa quando il divino Govinda esclude le offerte di animali le cose a lui gradite. Sempre in India nel 322 a.C. viene pubblicato il primo libro di scienze politiche ed economiche in cui sono riportate le leggi che tutelano gli animali prevedendo severe punizioni per le crudeltà commesse nei loro riguardi. Più tardi in Occidente la filosofia animalista inizia con Prisco di Tesefro, che seguì l’esempio del grande Pitagora: “Mai sacrificare animali agli Dei o ferire animali ma promuovere in tutti i livelli una cultura di rispetto e protezione nei loro riguardi”. Teofrasto chiedeva l’estensione dei diritti anche agli animali e diceva: “I sacrifici cruenti basati sull’uccisione degli animali sono buoni per i cattivi demoni non per gli dei che aborriscono il sangue”, come Porfirio e il grande Plutarco: “Ciò che si fa agli animali presto lo si fa anche agli uomini”, il quale influenzò il pensiero del poeta Shelley dando vita al vegetarismo e alla protezione animali nell’800 in Inghilterra. Senocrate affermava che l’ingiustizia è uguale su qualunque essere vivente viene perpetrata: “Il comando “non uccidere” deve essere esteso dall’uomo ad ogni essere vivente”. Empedocle: “E’ una grande vergogna spargere il sangue e divorare le belle membra di animali ai quali è stata violentemente tolta la vita”. Seneca: “C’è un profondo legame tra uccidere animali e massacrare uomini in guerra”. Porfirio:. “Nel periodo in cui nacque l’ingiustizia verso gli animali furono introdotte la guerra e la bramosia del potere”.
Nei testi biblici importante è il pensiero di Ezechiele: “In quanto a voi, animali della terra, che avete sofferto a causa dell’uomo, verrà il giorno in cui preparerò una grande festa, un grande banchetto in cielo e voi gioirete alla presenza di Dio”.
Nota è la compassione di Maometto verso gli animali. In una tradizione Sufi Allah disse a Maometto: “Se proprio dovete uccidere, al posto di 40 polli uccidete una capra, al posto di 40 capre uccidete 10 mucche, al posto di 40 mucche uccidete 10 cammelli. Una buona azione fatta a un animale è tanto meritoria quanto una buona azione fatta ad un essere umano, mentre un atto di crudeltà a un animale è tanto cattivo quanto un atto di crudeltà su un essere umano”.
La relazione tra violenza animali e violenza umana venne più tardi evidenziata da Leonardo da Vinci il quale asseriva “Verrà il tempo in cui l’uccisione degli animali sarà considerata alla stessa stregua dell’uccisione di un uomo”; da Edgard Kuper, da Bober Witz, e in tempi più recenti da Gandhi, Capitini, Margherite Yourcenar, il cui pensiero dominante era: “Gli uomini saranno torturati e uccisi fino a quando gli animali saranno torturati e uccisi”. Andrew Linzey principale teologo al mondo dei diritti animali, combatte contro l’antropocentrismo giudaico, cristiano e greco: “Tutta la creazione esiste per il suo Creatore”. Si può dire che oggi il maggiore studioso al mondo di diritti animali sia Richard Ryder. Tolstoj: “Fino a quando ci saranno i macelli ci saranno anche i campi di battaglia”. Gandhi: “La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali”. Albert Shweitzer: “La vita di ogni creatura ha la sua sacralità. Tutto ciò che è presente negli uomini lo si trova anche negli animali”. Immanuel Kant: “Chi è crudele verso gli animali è altrettanto insensibile verso gli uomini”. Arthur Schopenhauer: “Chi è crudele nei confronti degli animali come può essere una buona persona”? Max de Saxe: “Finché gli uomini continueranno ad uccidere gli animali essi non cesseranno nemmeno di uccidersi tra di loro: il mondo animale si vendica dell’umanità forzandola nelle guerre a divenire carnefice di se stessa”. Albert Einstein: “Nulla gioverà alla salute e alla sopravvivenza della vita sulla terra come l’adozione di una dieta vegetariana”. Giuseppe Garibaldi: “Proteggere gli animali contro la crudeltà degli uomini, dar loro da mangiare se hanno fame, da bere se hanno sete, correre in loro aiuto se estenuati dalle fatiche, questa è la più bella virtù del forte verso il debole”. Jeremy Bentham,: “Possa venire il tempo in cui agli animali saranno restituiti quei diritti che non avrebbero potuto essere strappati loro se non dai tiranni”. Emile Zola: “Il compito più alto di un uomo è sottrarre gli animali alla crudeltà”. Pio XII: “Ogni impulso di uccidere gli animali senza giustificazione, ogni maltrattamento e ogni crudeltà verso di loro, vanno senz’altro condannati. Tale comportamento esercita una nefasta influenza sull’animo dell’uomo e tende a renderlo abietto”.
Nessuno dei grandi animalisti considera il problema fine a se stesso ma come parte di un problema più vasto che implica e mette sotto accusa la giustizia, la coscienza e la società umana.
Nei tempi recenti troviamo che nel 1824 in Inghilterra viene istituita la Royal Society For the Prevention of Cruelty to Animals e nel 1847, la prima nel mondo, la Società Vegetariana. In Francia nel 1845 nasce la Società Protezione Animali e nel 1857 la Società Vegetariana, nello stesso paese nel 1986 la Fondazione Brigitte Bardot. In Italia nel 1952 Aldo Capitini fonda la Società Vegetariana. Il primo a parlare di fruttarismo fu Arnold Ehret verso il 1890 mentre nel 1944 Donald Whatson crea la Vegan Society. L’associazione più antica in Italia ha le sue origini per opera di Garibaldi che nel 1971, su pressione della contessa inglese Anna Winter, fonda l’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali). Nel 1965 nasce la LIPU (Lega per la Protezione degli Uccelli) e nel 1977 la LAV, (Lega Antivivisezione), mentre l’OIPa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) nasce nel 1981. Nel 2000 all’interno del Movimento Universalista nasce a Roma l’AVA (Associazione Vegan Animalista) che, attraverso conferenze settimanali, si prefigge lo scopo di formare il pensiero e la coscienza vegan/animalista/ambientalista/pacifista. Oggi sono moltissime le associazioni impegnate in difesa degli animali mentre crescono le associazioni vegetariane e vegane.
A mio avviso l’animalismo avrà la forza del vero rinnovamento culturale e sociale nel momento in cui uscirà dal suo ambito ideologico e si proporrà come movimento morale, civile e spirituale capace di superare arcani schematismi mentali e morali limitati alla sola specie umana. Finché l’animalismo sarà un movimento fine a se steso non avrà la forza propulsiva necessaria al rinnovamento della coscienza umana. La sua forza sta nella sua etica che si estrinseca in modo sferico su tutta la famiglia dei viventi, per questo richiede, al soggetto animalista e vegano, la consapevolezza della sua missione innovatrice e quindi un bagaglio di saggezza e di responsabilità più ampi e profondi della visione esistenziale tradizionale circoscritta al solo essere umano.
Diversamente l’animalismo potrà imporsi come forza sociale e culturale solo quando la coscienza e la sensibilità della gente (attraverso il naturale processo evolutivo) avrà raggiunto quel senso di giustizia e di civiltà che la porterà a inserire nei suoi codici civili e morali gli stessi diritti degli uomini per dimostrare che difendere gli animali torna a beneficio dell’intera umanità: sfruttare e trucidare animali impedisce al genere umano di evolversi moralmente e realizzare una società migliore dell’attuale.
martedì 10 giugno 2025
DISTURBI ALIMENTARI, MALATTIA DEL CORPO E DELL’ANIMA
“Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei” (Antelme Brillatt-Svarin)
di Franco Libero Manco
Molti possono essere i disturbi alimentari che generano malattie di vario genere legati al cattivo stile di vita e alla poca importanza che l’individuo dà ad una giusta e corretta alimentazione. La gente raramente si interessa dei componenti nutrizionali degli alimenti che usa consumare. Saziarsi non equivale a nutrirsi e se gli alimenti sono poveri di alcuni nutrienti le nostre cellule restano affamate e il nostro organismo privo dei nutrienti necessari. Le cause vanno ricercate nella poca informazione, nella carenza di senso critico, alla tendenza a delegare ad altri il bene della propria salute, e questo non può che generare pesanti conseguenze sul piano fisico, oltre che mentale, morale e spirituale.
Ogni azione è figlia di un pensiero che a sua volta è frutto della coscienza e della sensibilità del cuore di un individuo, che riflette il livello del proprio stato evolutivo. I disturbi alimentari sono la conseguenza diretta del modo di essere e di vivere della persona immatura, impreparata, superficiale, irresponsabile.
Per capire quale sia l’alimento adatto a noi occorre far riferimento alla struttura del nostro organismo che risulta incontrovertibilmente strutturato a nutrirsi come gli animali frugivori e cioè di frutta, verdura, germogli, semi, bacche, radici, cereali integrali, legumi, possibilmente biologici. Occorre considerare che qualunque alimento privo o scarso di uno o più componenti nutrizionali costringe il nostro organismo ad attingere alle sue riserve generando nel tempo carenze nutrizionali. Allo stesso modo quando facciamo uso di sostanze incompatibili con la nostra natura, come il fumo di sigaretta, caffè, cibi e zuccheri industriali, alcol ecc. vengono impegnate le nostre risorse immunitarie per cercare di neutralizzare gli effetti nocivi prodotti.
Se il corpo si ammala è la mente e la coscienza che sono annebbiati. Nell’uccidere gli animati e mangiare i loro cadaveri, l’uomo spegne in se stesso il pensiero positivo e mette a tacere la propria coscienza; questo non può che indebolirlo fisicamente e moralmente e renderlo insensibile verso la sofferenza in senso lato.
Una persona insensibile alla sofferenza causata dalle sue scelte alimentari non baderà se nel suo piatto vi è una creatura che voleva vivere e non essere uccisa, quindi mangerà quello che gli piace piuttosto quello che è giusto e di conseguenza mangerà cose incompatibili con la sua stessa natura e ne pagherà le conseguenze con la malattia, (non tutte le cose che piacciono al nostro palato sono adatte a nutrirci). Mentre una persona buona, sensibile, giusta rifiuterà pasti cruenti e di conseguenza si nutrirà secondo la natura umana di esseri miti, pacifici e vegani, e di questo ne beneficerà la sua salute fisica, la sua mente, la sua coscienza e la sua anima.
Il vero stadio evolutivo di un individuo si determina dal benessere armonico delle sue componenti fondamentali: la salute del corpo, l’equilibrio mentale, la sensibilità del suo cuore e la ricchezza della sua dimensione spirituale.
venerdì 6 giugno 2025
PESCA, LA GRANDE INFAMIA
Ogni pesca è un massacro di anime
Il dissennato prelievo, l’inquinamento e la distruzione dei fondali sta decretando la morte degli oceani
di Franco Libero Manco
L’universo marino appartiene alla creature del mare; ai volatili appartiene il mondo dell’aria, come la terra appartiene alle creature terricole. La millenaria, consolidata abitudine di invadere gli altri mondi naturali appartiene solo alla specie umana. E anche se alcuni uccelli predano pesci e vivono sulla terra ferma contribuiscono, a differenza dell’uomo, all’ordine naturale delle cose. Ma i pesci non invadono la terra, mentre il mondo marino subisce la sistematica quanto criminale predazione da parte dell’uomo per l’ingiustificabile egoistico piacere o per l’infondata convinzione che quel povero corpo martoriato sia necessario alla salute umana.
E avremmo da che recriminare se extraterrestri invadessero lo spazio vitale delle nostre case e portassero via i nostri familiari per divorarli dopo averli straziati mortalmente.
Non solo versiamo i nostri escrementi e gli scarti della nostra civiltà distruttrice nella casa degli abitanti del mare, ma ciò che è inaccettabile è il millenario, consolidato falso diritto di fare ciò che ci aggrada della casa altrui, impadronirsi metodicamente, con insaziabile colpevole avidità e furore, e asportare senza tregua, senza limiti, senza remore, gli abitanti del mare. L’uomo entra come un carro armato in una sala di cristalli e con inammissibile, imperdonabile noncuranza devasta e preleva ciò che ritiene utile ai suoi scopi; come se i pesci fosse cose, non esseri senzienti come noi, con l’identico disperato bisogno di vivere.
Rudi pescatori issano reti gonfie di anime spasimanti in un tremendo contorcersi alla ricerca del loro elemento vitale, e non è raro vedere rudi pescatori, mentre pervasi da una gioia maligna, aprire il corpo ancora palpitane dei tonni dall’argentea livrea, o sbattere sull’immondo selciato i sinuosi e intelligenti polpi, staccare le chele dei stupendi crostacei dai colori vermigli, frangere le vongole chiuse nel loro sacro involucro perlaceo.
E mentre in una inimmaginabile agonia, nel vano tentativo di sottrarsi alla morte, ansimano, si contorcono, ed esalano inascoltati verso l’universo, l’ultimo anelito di vita, nel loro incomprensibile e ingiustificabile supplizio.
Incapace di percepire la strabiliante bellezza della diversità nel flusso incessante della vita, in un mondo che non gli appartiene, l’uomo perpetua inesausto il suo macabro carnaio e penetra minaccioso con devastanti navigli che fendono l’ansimante respiro delle onde che proiettano ombre funeste suo fondali già martirizzati, lasciando raccapriccianti distese di sangue e di dolore.
E così lo splendido universo marino, il mistico silenzio degli oceani, la bellezza multiforme delle creature mariane, il canto struggente delle balene, l’elegante galoppo dei delfini, le sfavillanti cattedrali di corallo addormentate sui fondali del mare, i policromi delle foreste inabissate, sta per diventare una immensa pozzanghera inanimata. E di questo la vita esigerà inesorabilmente la sua tremenda nemesi carmica.
Per quale assurdo motivo gran parte delle associazioni animaliste trascurano o ignorano del tutto l’inferno subito dagli animali con la pesca mentre magari si angustiano per un gattino in difficoltà su un albero (anche se è giusto e doveroso interessarsi anche di questo)? Il valore di ogni essere vivente non è dato dal suo manto, alla sua forma fisica, dalla specie, dalla bellezza, intelligenza o dimensione corporea, ma dal suo essere portatore di una vita: per questo chi uccide un pesce, un crostaceo o un mollusco è come chi uccide una mucca, un cavallo, un agnello.
martedì 3 giugno 2025
IL POTERE TERAPEUTICO DEGLI ALIMENTI CRUDI
giovedì 29 maggio 2025
DAI MACROBIOTICI AI RESPIRIANI
di Franco Libero Manco
La lunga lista di salutisti trova al primo gradino la macrobiotica per passare ai vegetariani, da questi ai vegani, poi ai crudisti, ai fruttariani, ai melariani per arrivare ai respiriani. E speriamo che non si aggiungano alla lista anche coloro che rifiutano di respirare per non sentirsi in colpa di inquinare l’aria del pianeta. Insomma un arcipelago di persone che insegnano cosa mangiare per nutrirsi correttamente a seconda delle proprie convinzioni dietologiche.
La filosofia vegan ha come obiettivo la crescita integrale della persona e fonda le sue radici sul pensiero, la spiritualità e la scienza dei grandi illuminati il cui principio base è l’amore ed il rispetto per la vita in tutte le sue manifestazioni: non solo fa riferimento alle leggi naturali, le quali prevedono che l’alimentazione per gli umani sia quella per cui sono stati anatomicamente ed emotivamente progettati, ma ritiene che si debba considerare l’evoluzione cui sono soggette tutte le cose. Questo processo evolutivo del pensiero e della coscienza umana, pur facendo riferimento alle suddette leggi naturali, necessita che gli umani arrivino per sensibilità e compassione, all’alimentazione etica, a non sacrificare non solo gli animali ma nemmeno le piante, anch’esse sensibili e portatrici di vita.
Se dunque la motivazione dei crudisti, fruttariani, melariani, respiriani ecc. rientrano in quest’ottica sono senz’altro componenti del Movimento Universalista/Vegan, diversamente se lo scopo dominante è il benessere fisico, mentale, emozionale o spirituale fine a se stesso, per un “egoistico”, anche se transitorio benefico interesse personale, non rientrano nei principi che caratterizzano il Movimento i cui benefici sono conseguenti ad una scelta altruistica, non lo scopo.
Chi non si nutre della carne di animali e loro derivati lo fa consapevole dei danni che possono portare alla salute, ed è facile supporre che se la carne, il pesce, i formaggi ecc. facessero bene li consumerebbe, e questo è incompatibile che l’etica universale che caratterizza la scelta Vegan.
Non si sceglie di essere vegan per soddisfare le proprie intime esigenze, perché torna a beneficio della nostra salute fisica, mentale o spirituale o per qualunque altro vantaggio che ne deriva, ma perché è giusto e doveroso, perché è un imperativo morale, perché ce lo impone la nostra coscienza, la civiltà, l’evoluzione, la vita.
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A COLORO CHE VOGLIONO CONOSCERE GLI ASPETTI INNOVATIVI E RIVOLUZIONARI DELLA NUOVA VISIONE UNIVERSALISTA
(VEGAN, ANIMALISTA, AMBIENTALISTA, PACIFISTA) CONSIGLIO DEL MIO ULTIMO TESTO “UNIVERSALISMO, SOLO FUTURO POSSIBHILE”
CHE SARA’ PRESENTATO IN SEDE AVA ALLE ORE 18 DI GIOVED’ 12 GIUGNO PROSSIMO.
lunedì 26 maggio 2025
FACCIAMOCI SENTIRE NOI VEGANI
di Franco Libero Manco
I prodotti per noi vegani vengono diffusi e commercializzati a seconda della richiesta, sia che si tratti di prodotti alimentari che di qualsiasi altra natura. Coloro a cui sta a cuore la nostra causa possono dare un fattivo contributo chiedendo sempre agli esercenti se è disponibile ciò che stiamo cercando nella forma vegan, cioè prodotti non animali, né derivati o sperimentati sugli stessi. Per esempio, se entriamo in un negozio di alimentari chiedere se è disponibile del formaggio vegan, del burro vegetale ecc.; se un negozio di calzature domandiamo scarpe, borse o cinte ecc. in ecopelle; se abbiamo il coraggio di entrare in una pellicceria chiediamo prodotti cruenty free ecc. In questo modo faremo capire che i vegani sono un potenziale economico e che a loro conviene promuovere prodotti alternativi alla carne, al pesce, ai formaggi, alle pelli…
Inoltre, sotto l’aspetto salutistico, il nostro intento non deve essere quello di suggerire il modo migliore di curare le malattie ma quello di indicare lo stile di vita che consente di non ammalarsi; non deve essere quello di liberare dalla medicina convenzionale le persone bisognose di salute per vincolarle alla nostra conoscenza ma quello di aiutarle a crescere mentalmente e moralmente al fine di essere medici di se stessi; di spronarle a maturare una nuova coscienza umana, un nuovo modo di pensare, di sentire, di condividere, più responsabile verso se stessi e verso la comunità, certi che la guarigione viene dal di dentro, che quando il corpo si ammala è l’anima che è ferita. Insomma. è necessario che ognuno dia il suo personale contributo per rendere migliore questo mondo.
Il sentimento che ci muove è il bene universale, la libertà e il diritto alla vita di ogni essere, anche del più minuto, che non conosceremo mai: gli storni che passano in volo, i cuccioli di foca che non conosceremo mai, i canguri dell’Australia, gli animali allevati e condotti al macello, la tigre costretta ad esibirsi nei circhi equestri, la cavia negli stabulari, i visoni nelle gabbie, i tori nelle arene… Gli animali sono tutt’altro che ingrati o irriconoscenti: nella loro semplicità, sincerità, lealtà, essi ricambiano sempre, ampiamente il nostro amore per loro, in modo totale, schietto, puro: la loro gratitudine è senza misura, la loro fedeltà è impareggiabile, la loro riconoscenza commovente. La capacità di amare anche gli animali è l’anello mancante per sviluppare in noi stessi quella coscienza universale che ci consentirà di realizzare un mondo più giusto tra gli esseri umani in armonia con tutti i viventi.