Con tutto l’oro del mondo non si può comprare il battito del cuore,
né un lampo di tenerezza.
{Alphonse De Lamartine}
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di Franco Libero Manco
Nei programmi televisivi in cui si parla di alimentazione dei nostri antenati, volutamente, o per ignoranza, viene fatto riferimento all’uomo cacciatore per dimostrare il nostro onnivorismo, tralasciando i milioni di anni in cui la nostra specie è vissuta nella foresta nutrendosi quasi esclusivamente di vegetali e che la caccia appartiene a tempi recenti, cioè da quando ha inventato le armi, circa 250 mila anni fa.
Dopo circa 3-4 milioni di anni di regime fruttariano, i nostri antenati con l’introduzione modesta dell’alimento carneo (circa il 25-30 %) nella dieta, portò ad un calo a picco della lunghezza della vita media e allo sviluppo delle malattie umane. I nostri antichi progenitori si adattarono a mangiare la carne spinti da fame implacabile non per scelta naturale, come nel medioevo quando in periodi di carestia molti mangiarono cortecce di alberi; ma non per questo le cortecce sono cibo per gli umani.
Negli ultimi millenni la carne è stato un alimento accessibile principalmente alle classi abbienti: il regime alimentare del popolo è stato quasi esclusivamente vegetariano o al limite consumava la carne occasionalmente. E comunque una pratica non va adottata solo perché è tradizione; ci sono abitudini dannose che vanno eliminate, come la guerra, lo schiavismo, il patriarcato…
Se la natura avesse previsto che l’uomo si nutrisse anche di carne lo avrebbe dotato degli strumenti anatomici adatti ad uccidere gli animali senza l’utilizzo di armi e a neutralizzare gli effetti nocivi della carne; mentre essendo sprovvisto di artigli, stomaco, succhi gastrici e intestini adatti a smaltire rapidamente la carne (come avviene negli animali carnivori) è segno inequivocabile che la dieta per l’essere umano è solo quella vegetale, come conferma l’anatomia comparata, la fisiologia comparata e lo studio degli istinti.
Prima di mangiare la carne, la specie umana molto probabilmente viveva, come tutti i primati, circa 7 volte il loro periodo di sviluppo: quindi noi umani dovremmo vivere 7 volte 18-20 anni cioè 130-140 anni, se vivessimo allo stato naturale e mangiassimo alimenti compatibili con la nostra natura.
Quindi chi ritiene che l’essere umano sia un animale onnivoro probabilmente non considera la scienza dell’anatomia comparata in cui si dimostra che la specie umana non ha gli attributi anatomici tipici dei degli animali onnivori ma frugivori. Infatti gli onnivori hanno dentatura brachiodonte, i carnivori secodonte, gli erbivori selenodonte, i frugivori, cioè noi, bunodonte. Infatti l’antropologia annovera come animali onnivori il cinghiale, l’orso, lo scoiattolo, la talpa e la volpe.
La domanda è: se l’uomo è onnivoro PUÒ O DEVE MANGIARE LA CARNE? Se la risposta è “può mangiare anche la carne” si dimostra che PUÒ ANCHE NON MANGIARLA e in questo caso vuol dire che la carne non è necessaria alla salute di noi umani; se invece si asserisce che “L’ONNIVORO DEVE MANGIARE LA CARNE” allora si dimostra che la carne è necessaria per la nostra salute e che nella carne vi sono sostanze che i vegetali non hanno, il che è sbagliato, come confermano coloro che hanno escluso dalla loro dieta questo alimento e godono di una salute migliore degli onnivori.
“L’animale si sacrifica per il nostro bene”. Nulla di più ipocrita e blasfemo. Nessun sacrificio è valido senza il consenso della vittima. E, nella fattispecie, bisognerebbe chiedere il parere all’animale sacrificato.
“La domesticazione finalizzata alla macellazione consente agli animali di esistere, affacciarsi alla vita”. Ma quanti di noi preferirebbero il “non esistere” ad una brevissima vita fatta solo di sofferenze e di agonia nell’uccisione? L’abolizione totale della macellazione è l’inevitabile tendenza morale, civile e spirituale del genere umano.
“La dentatura umana dotata di canini conferma la predisposizione naturale dell’uomo al carnivorismo”. I nostri canini sono piatti non appuntiti come quelli dei carnivori o degli onnivori. Ma i lunghissimi canini di molti animali erbivori e frugivori, come l’ippopotamo, le scimmie, i gorilla, i cammelli dimostrano l’infondatezza di tale convinzione. Chi sostiene che la nostra dentatura sia adatta a lacerare la carne di un vitello o di una pecora dovrebbe dimostrarlo strappando con i denti lembi di carne da un animale appena ucciso.
Il grazioso popolo dei boschi
mi riceve cordialmente,
i ruscelli ridono più forte quando arrivo.
(Emily Dickinson)