venerdì 26 luglio 2024

LA MAGNIFICENZA DELL’ALBERO

 

Io non lo so se c’è ancora posto in questo mondo per le cose belle. Però, sperandolo, ne lascio una qui che un posto lo merita senz’altro. (Silvia Bandini)

I nostri pronipoti troveranno barbara l’usanza di nutrirsi di animali. Nei prossimi anni milioni di persone sceglieranno di mangiare a un gradino più basso della catena alimentare, così da permettere che milioni di altri possano ottenere quanto occorre per sopravvivere.

Se ciò succederà, aumenterà il livello di salute globale – nostra, del Sud del mondo, del pianeta.
(Jeremy Rifkin, autore di Ecocidio”)




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LA MAGNIFICENZA DELL’ALBERO

Abbattere un albero è come frantumare un’antica opera scultorea

di Franco Libero Manco

L’albero più di ogni altra creatura contribuisce al mantenimento della vita sulla terra.

Distrattamente guardiamo un albero e raramente apprezziamo la sua bellezza e la sua immensa importanza biologica.

Bello, maestoso, benefico.

Le sue radici abbracciano la terra in un connubio inseparabile; la sua forza sfida gli uragani; dai suoi rami, come mani protese verso il cielo, sgorgano foglie multiformi che fremono alla carezza del vento e catturano i raggi cosmici e solari; paziente accoglie nidi di uccelli e folle passeggere di volatili.

Lo stormire delle fronde, dalle mille forme e differenti colori, giocano col vento in un delicato concerto sinfonico; all’ombra della sua chioma uomini e animali trovano riparo e sollievo.

Quando a primavera si orna di fiori è come una sposa nel giorno delle nozze e i suoi frutti sono dono sublime per il banchetto degli invitati alla mensa della vita.

L’albero è molto più di un’opera monumentale di pietra, è una vera e propria cattedrale vivente, capace di trasportare a decine di metri di distanza, dalle radici all’ultima foglia, la sua linfa vitale.
Senza l’albero e i suoi fratelli arbusti, indispensabili per il rinnovamento dell’ossigeno della nostra atmosfera, non ci sarebbe vita sul pianeta

Tutto vive solo in virtù delle piante, tutta la vita dipende dell’universo vegetale dal quale si nutrono gli animali erbivori e dei quali, purtroppo, si nutrono gli animali carnivori.

L’albero vive anche senza l’uomo, ma l’uomo senza l’albero non potrebbe vivere.

Il carbonio atmosferico è in gran parte assorbito dalle piante, principalmente dalle loro foglie, e dalle alghe degli oceani.

In cambio sprigionano ossigeno, generosamente gratuitamente, per purificare la nostra atmosfera.

Noi pensiamo, l’albero percepisce; noi abbiamo vista binoculare, l’albero ha visione sferica.

L’albero si nutre, dorme, comunica, addirittura con specie diverse.

Significativo in tal senso fu l’episodio riportato da Renzo Boschera nel suo libro “I poteri esoterici degli animali e delle piante”,Ed. Arcana.

Racconta che sotto un vecchio salice si davano appuntamento tutti i giorni alle ore 15, sia d’inverno che d’estate, una ventina di gatti.

In certi momenti sembrava che tra gli animali e la pianta ci fosse un dialogo, uno scambio di informazioni secondo codici paranormali.

Però il proprietario decise di abbattere la pianta per utilizzare il terreno in modo differente.

Sembra che la pianta, avendo percepito la volontà del contadino, chiese aiuto ai suoi amici gatti che si organizzarono per impedire il fitocidio.

E quando l’uomo munito di accetta arrivò davanti al salice, trovò una scena del tutto inaspettata: i gatti si erano messi in cerchio intorno alla pianta manifestando i loro propositi bellicosi.

Alcuni avevano il pelo teso, la schiena inarcata e sbuffavano minacciosamente; altri emettevano miagolii acuti, come se volessero lanciare un grido di guerra.

L’uomo cercò di scansare i gatti e di alzare l’accetta, ma dovette darsela a gambe.

E altri due tentativi andarono ancora peggio.

Quando l’uomo desistette dal suo proposito e pensò solo di potare l’albero i gatti scomparvero lasciando campo libero all’iniziativa incruenta dell’uomo.

Ma a causa della richiesta di terreni da adibire a monocolture e a pascoli per animali, e alla richiesta sempre più pressante di legname, oltre all’insana, criminale tendenza degli incendi boschivi, la terra è sempre più spoglia di foreste, boschi e vegetazione, e questo causa devastanti fenomeni come uragani, cicloni, terremoti, smottamenti di terreni, valanghe, inondazioni, siccità, erosione, scomparsa dell’humus ecc.

Una enorme quantità di perturbazioni atmosferiche sono dovute al flagello del disboscamento.

Con le tremende attrezzature moderne a lame rotanti i boscaioli in pochi minuti recidono un gigante secolare della foresta per la cui esistenza si sono associati gli elementi primari dell’universo (terra, acqua, aria e sole) per dar vita a quest’opera d’arte, che l’essere umano non ha ancora imparato ad apprezzare, a rispettare, a guardare con gratitudine.

Verrà il tempo in cui abbattere un albero, senza giustificato motivo, sarà considerato un reato contro la vita.

“Non insistere
il fiore non sboccia
prima del giusto tempo.

Neanche se lo implori
neanche se provi ad aprire i suoi petali
neanche se lo inondi di sole.

La tua impazienza
ti spinge a cercare la primavera
quando avresti solo bisogno di
abbracciare il tuo inverno”(Ada Luz Márquez)

martedì 23 luglio 2024

L’OBIEZIONE DI COSCIENZA ALLE VACCINAZIONI OBBLIGATORIE


Occhi bellissimi in cui perdersi ed occhi bellissimi in cui ritrovarsi.
Bellissima foto di @Sue Cross
Myriam Jael Riboldi



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L’OBIEZIONE DI COSCIENZA ALLE VACCINAZIONI OBBLIGATORIE

DOMENICA 28 LUGLIO ALLE ORE 17,00 IN SEDE AVA

VIA DEI ROGAZIONISTI 3 ROMA.

CONFERENZA/DIBATTITO DI “COMILVA” SU

“L’OBIEZIONE DI COSCIENZA

ALLE VACCINAZIONI OBBLIGATORIE”

I RELATORI RISPONDERANNO ALLE DOMANDE DEL PUBBLICO

ORE 20,00 CENA VEGAN (SOLO SU PRENOTAZIONE AL TEL. 3391406256) CON:

INSALATONA MISTA, RIGATONI AL SUGO DI POMODORO E BASILICO,

FAGIOLI DEL SALENTO, DOLCE VEGAN, VINO, PANE, ACQUA. CONTR. 15€.

————————————–
IL PARADOSSO DELLA GUERRA

di Franco Libero Manco

Il paradosso è che nessuno vuole la guerra (eccetto i produttori di armi e coloro che la fanno combattere agli altri). Non esiste chi desideri la sofferenza e la morte, eppure la guerra, quest’onta blasfema, quest’immane vergogna accompagna il genere umano fin dai primordi. Da quando l’uomo divenne cacciatore si abituò all’azione violenta, all’uccisione degli animali, alla logica del forte sul debole, alla vista del sangue, all’indifferenza verso la sofferenza e la morte.

Ed io sento lo spasimo di quella madre cui è stato smembrato il figlio da una granata; sento il pianto innocente dei bambini sotto le macerie; sento l’ angoscia di quella ragazza che non rivedrà mai più il suo promesso sposo; sento la disperazione di chi resterà per sempre mutilato, di chi ha perso le gambe, le braccia, gli occhi: sento il dolore di quella madre, di quella della sorella, figlia stuprata e brutalizzata dai soldati; di chi, ancora vivo e ferito, è sotto le macerie senza possibilità di essere aiutato; sento la pena di chi ha perso le cose più care: gli scritti dei letterati, dei poeti, le opere degli artisti, le faticose ricerche scientifiche, tecnologiche, forse perse per sempre.

E come se non bastasse l’orrore degli umani che si distruggono a vicenda, si continua a sterminare milioni di animali nei mattatoi dove ogni istante un numero inimmaginabile di creature non pericolose, non armate, non ostili ma miti, buone, servizievoli, belle, forti, possenti vengono uccise, squartate, smembrate come oggetti senza valore; un luogo dove ogni sentimento di compassione, di giustizia e di amore sono annientati; un luogo dove viene negata la sofferenza delle vittime, il pianto deriso, inascoltato; un luogo dove è disprezzato il valore della vita, l’innocenza calpestata, la bellezza profanata, la mitezza annichilita. Questo luogo infernale dei MATTATOI, è voluto, generato, sostenuto da tutti coloro che usano mangiare creature che più di noi umani meritano di esistere. E poi ci chiediamo il perché della guerra!

——————————-

RICORDO AGLI AMICI DI WHATSAPP CHE CHI VOLESSE COMUNICARE CON FRANCO LIBERO MANCO PUO’ FARLO VIA MAIL: AVAPRESIDENZA@GMAIL.COM


Il fotografo Vadim Trunov ha avuto incontri ravvicinati con gli animali nella sua carriera, ma queste foto di scoiattoli che si scattano foto l’uno dell’altro e a degli uccelli sono probabilmente le più coinvolgenti che ha scattato …

giovedì 18 luglio 2024

COSA MANGIA DIO A COLAZIONE?



FORSE, NON TUTTI SANNO CHE…

Milioni di alberi nel #mondo sono piantati accidentalmente dagli scoiattoli! Loro seppelliscono le nocciole e poi si dimenticano dove le hanno nascoste, così danno origine a nuove vite maestose!



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COSA MANGIA DIO A COLAZIONE?

di Franco Libero Manco

Volendo immaginare che Dio, venuto sulla terra in sembianze umane, abbia necessità di nutrirsi come noi mortali, che cosa sceglierebbe per i suoi pasti? Per rispondere a questa domanda credo sia necessario porre delle premesse, e cioè: se Dio è il creatore degli esseri viventi ai quali ha dato con la vita la possibilità di evolversi attraverso l’esperienza dell’esistenza, li ha dotati di percezione del dolore e paura della morte, sarà difficile immaginare che scelga di nutrirsi con le carni delle sue stesse creature, causando violenza e dolore e stroncando con la loro morte la possibilità di proseguire il loro cammino evolutivo. Sarebbe una contraddizione in termini, sarebbe il “distruttore” della sua stessa opera.

Se Dio è buono, giusto e compassionevole non potrebbe giustificare l’uccisione di un essere senziente per puro piacere gastronomico, dal momento che molte sono gli alimenti che potrebbe mangiare senza causare dolore ingiustificato.

Tralasciando di parlare della crudele legge naturale in grado di mettere in discussione la bontà stessa di Dio ed in crisi la fede di qualunque animalista; credo che Dio non imponga l’esistenza (che giustizia sarebbe?) e che sono le stesse creature, esistenti da sempre in forma energetica, abbiano necessità di manifestarsi in un corpo fisico per proseguire il loro cammino evolutivo; credo che ogni forma fisica sia la concretizzazione materiale del suo stesso contenuto energetico che si esprime a seconda della sua evoluzione integrale; credo che non sia Dio la causa della Legge per mezzo della quale gli animali si sbranino tra loro: se Dio non fosse effettivamente buono e giusto non avrebbe dato alle cose la possibilità di esistere e di evolvere dal momento che la creazione non aggiunge nulla a Dio. Ma questa è solo una mia interpretazione delle cose.

Se Dio si incarnasse in un leone (perché no?) sarebbe certamente carnivoro; se scegliesse di incarnarsi in un cavallo si nutrirebbe di vegetali, ma se si incarnasse in un primate fruttariano non potrebbe che nutrirsi degli alimenti per cui è strutturato il suo organismo.

Dunque, a meno che Dio non voglia il male e la rovina della sua stessa creazione (a che scopo l’avrebbe creata?) se dovesse nutrirsi come un essere umano sicuramente sceglierebbe la frutta, maturata alla luce del sole sotto i raggi cosmici e magnetici (non certo sotto la pelle dolorante di un animale allevato in una stalla mortifera e puzzolente); sceglierebbe di mangiare la cosa più nobile, pura, benefica, innocente, bella ed evoluta della creazione: il solo alimento che non richiede spargimento di sangue, l’uccisione e la sofferenza di alcuna creatura.

Altrimenti la scelta di Dio sarebbe in contraddizione non solo con ciò che hanno affermato i grandi mistici (si presume ispirati da Dio stesso) di ogni tempo e religione i quali avvisano che non vi può essere elevazione spirituale se non si esclude la carne dalla propria alimentazione, ma sarebbe anche causa della dannosità dei prodotti carnei sull’organismo umano portatori delle peggiori patologie; inoltre Dio sarebbe responsabile non solo dell’inquinamento del pianeta ma della fame nel mondo e della distruzione delle foreste, abbattute per reperire pascoli per gli animali d’allevamento.

La scelta alimentare cruenta di Dio sarebbe un appello ad emulare le sue scelte e questo giustificherebbe l’esistenza dei mattatoi dove gli animali agonizzano sotto i coltelli e le seghe dei macellai; sarebbe un invito a non dare valore, importanza alla sofferenza delle sue creature e questo indurrebbe gli umani a reprimere il sentimento di compassione che nutrono nei confronti degli animali e che inevitabilmente si estenderebbe anche nei confronti degli esseri umani. E dal momento che la pietà e la compassione sono i pilastri su cui si fonda la Dottrina Spirituale, sarebbe in palese contraddizione con i dettami dello Spirito e quindi dell’evoluzione umana e della realizzazione di un mondo di pace fondato sulla misericordia e sull’amore.

Coloro che si arroccano sulla presunzione antropocentrica dicono che il Tutto esiste per i benefici dell’uomo. Ed è questo è il punto: i benefici per l’uomo. Mangiare carne è ciò che maggiormente danneggia l’individuo non solo sotto l’aspetto salutistico, ma morale, etico, spirituale, economico e induce all’insensibilità e all’indifferenza verso il dolore dei più deboli: in antitesi con la volontà del Creatore.

La storia di Arianna è simile a quella di tanti agnelli che ogni anno in Sardegna nascono al pascolo e ancora piccoli cercano di seguire il gregge finendo per restare indietro perdendosi. Arianna ha avuto la fortuna di essere stata notata da una ragazza, sul ciglio di una strada, ed è stata portata da noi quasi in ipotermia dopo diverse ore di digiuno, infatti avendo pochi giorni di vita il suo destino era segnato.
Fortunatamente siamo riusciti a salvarla e da poco abbiamo festeggiato il suo primo compleanno al Santuario dove vive libera insieme al resto del gregge ma soprattutto con il suo migliore amico George.

domenica 14 luglio 2024

I LIMITI DELLA MORALE CRISTIANA



Non è segno di salute mentale essere ben adattati ad una società profondamente malata.

Krishnamurti

Foto by Maria Ratti


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I LIMITI DELLA MORALE CRISTIANA

di Franco Libero Manco

Accanto alla morale cristiana (che limita la sua sfera d’azione alla sola specie umana) va affermandosi l’etica del movimento vegano e animalista che estende i principi di amore, di rispetto e di giustizia dall’uomo ad ogni essere senziente: una rivoluzione sociale pari solo al superamento della cultura schiavista.

A questa stupenda realtà che emerge dalle nuove generazioni (che fa onore alla coscienza umana, alla civiltà, al progresso civile e spirituale) che si apre anche alle necessità vitali di ogni essere senziente, come risponde la Chiesa cattolica?

Né il pensiero di alcuni grandi Santi, né la voce di alcune coraggiose quanto inascoltate frange dello stesso cattolicesimo viene accolta e valorizzata nella dottrina della chiesa, anzi spesso vi è un palese rigetto, una totale chiusura e spesso un’esplicita accusa di sperperare energie che dovrebbero essere impiegate esclusivamente a beneficio della specie umana: come se l’umana gente non potesse interessarsi dell’una e dell’altra realtà. Mai che un prete (eccetto rari casi) avesse detto ”Ricordatevi che Dio ama tutte le sue creature”. Nonostante gli animalisti in Europa siano ormai decine di milioni che denunciano le atrocità perpetrate sistematicamente sugli animali, per la Chiesa è un problema inesistente.

Come è possibile che siano i laici (che magari non fanno riferimento alla Patristica, alla Scolastica, né ai Testi Sacri ma semplicemente alla loro coscienza) a chiedere amore e rispetto per le creature più deboli e indifese, vittime del nostro egoismo e della nostra ingordigia? Non dovrebbe forse essere il clero, che per definizione dovrebbe incarnare i principi di non violenza e di amore, sostenere questa nuova ed edificante apertura morale? La Chiesa cattolica non dovrebbe apprezzare ed agevolare ogni espressione umana che rende migliore l’animo umano, tutto ciò che lo rende più sensibile e giusto? Non è nei principi cristiani interessarsi di animali? Ma il problema è che l’indifferenza verso lo sfruttamento e l’uccisione di esseri innocenti incide negativamente sulla coscienza e sulla spiritualità dell’individuo e della società e quindi è un problema che riguarda tutti, cristiani compresi.

Come può il clero lasciarsi superare in compassione, in sensibilità ed in senso di giustizia da un laico che non ha per istituzione questa missione? L’indifferenza verso la sofferenza altrui non è il cancro della coscienza che i preti sono chiamati a curare? Il disprezzo della vita non si oppone al piano del Creatore? Non è forse la misericordia il vero valore del cristiano? E può la misericordia essere data all’uomo e negata all’animale?

Quale amore è quello limitato ad un solo membro della famiglia mentre si è crudeli con gli altri componenti? Come possono negare l’evidenza che la nostra visione del mondo e della vita sia più vicina alla dimensione paradisiaca e quindi al progetto stesso di Dio? Perché la vita e la sofferenza dell’uomo hanno valore proprio mentre la vita e la sofferenza dell’animale non hanno alcun valore?

Che differenza c’è tra l’angoscia di un animale braccato e quella di un uomo in preda allo stesso terrore? Che differenza c’è tra il pianto di una mucca a cui è stato strappato il vitello per essere fatto a pezzi e mangiato e quello di una madre a cui un criminale ha sottratto un bambino? La Chiesa cattolica risponderà mai alle nostre domande o continuerà ad ignorare le nostre istanze chiudendosi, come è sempre successo in passato, di fronte alle nuove esigenze dell’animo umano? Quanto sangue dovrà essere ancora versato prima che la Chiesa e gli educatori cattolici si accorgano di essere rimasti indietro coi tempi, refrattari alle nuove esigenze dello spirito?

C’è stato un tempo delle alte montagne, del respiro del vento, del muschio sotto le cascate, del barbagianni dispettoso. Era il tempo dell’isolamento, degli inverni di 8 mesi, delle stufe a legna accese anche in estate. Un tempo che pare assai lontano, in realtà è ancora sulla pelle, come un tatuaggio colorato perenne. In quel tempo vigeva l’amicizia tra corpi diversi, legati da altri linguaggi. Linguaggi incomprensibili ai molti ma così perfetti da donare intere giornate agli sguardi. Ero solo un umano tra moltitudini di animali altri. C’era l’aquila che sorvolava il tetto di quella casa nel cuore della foresta, la poiana che veniva a trovarmi in ogni tramonto e la volpe, che in quel tramonto cantava. C’era il lupo a tenermi sveglio nelle notti gelide, dove il ghiaccio piegava i rami delle piante fin quasi a toccare il terreno. E c’erano il tasso, l’istrice, il picchio verde, la faina, la donnola a dialogare ogni giorno con la mia infinita inadeguatezza. E poi il cervo che non voleva mai andare via, tra dune di neve alte metri e rosa canina dolce per i cuccioli. Era il tempo senza computer, senza connessione, senza luce, senza social, senza supermercati. Era il tempo della natura selvaggia.
Oggi posso dire, senza dubbio alcuno, che sono stato fortunato. Anche dovessi morire domani, ho vissuto intensamente, per tanti anni, una vita libera. Ho conosciuto e imparato il significato del silenzio. E questo non ha prezzo.
Olmo Losca

giovedì 11 luglio 2024

LA RELIGIONE CATTOLICA GENETICAMENTE ALLERGICA AGLI ANIMALI



Il mio cane mi ama alla follia, ho tentato più volte di baciarlo per poterlo trasformare in un principe… ma tutto sommato lo preferisco così!
– Anna De Santis –


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LA RELIGIONE CATTOLICA GENETICAMENTE ALLERGICA AGLI ANIMALI

di Franco Libero Manco

In duemila anni di storia la cultura cattolica non ha prodotto un solo pensiero in difesa degli animali, non una sola parola è rintracciabile in uno dei circa 270 papi che si sono succeduti, anzi si può dire sia successo il contrario. L’animale è stato sempre considerato simbolo di male per antonomasia, la parte più turpe e bruta della creazione al punto che il modo migliore per dimostrare il proprio disprezzo per la materia era quella di torturare e uccidere animali: rospi, civette, capre ecc.: barili di gatti vivi venivano bruciati nel giorno di S. Giovanni.

Non c’è giornale, rivista, radio, televisione, di qualunque estrazione culturale e politica che giornalmente non parlino di diritti animali e auspichino maggior rispetto e leggi più efficaci a loro tutela. Ebbene, in questa universale ed unanime richiesta di protezione e tutela, in questo progressivo crescere della sensibilità umana verso la condizione degli animali, manca solo la voce del Vaticano: mai una sola parola, un solo commento, un solo invito al rispetto e alla compassione verso questi sventurati nostri fratelli, come fosse un giuramento da strappare sotto tortura: “Passerete sul nostro cadavere prima che la Chiesa cattolica rinneghi l’antropocentrismo”. E così 170 miliardi di animali ogni anno vengono massacrati nel mondo con la benedizione di santa romana chiesa.

Ed in futuro, come reagirà la Chiesa cattolica al diffondersi inarrestabile della nuova coscienza umana protesa verso l’etica universale? Continuerà a negare l’evoluzione dello spirito umano restando la sola istituzione a difendere il diritto di sfruttare, uccidere e mangiare la carne degli animali, oppure adotterà l’ennesimo e sconfortante “ci siamo sbagliati”?

Ditelo a tutti che la Chiesa cattolica negando la fratellanza biologica universale nega l’Amore stesso e tradisce la sua missione.


Si dice che i gatti dormono appositamente sui cosiddetti nodi di Hartmann – punti di energia dove si accumula e scorre la negatività. I gatti infatti sono unici animali che sopportano questi punti e nelle case dormono su quei punto per neutralizzarli, per proteggere la casa dalla loro influenza.
☆~la mente è meravigliosa ~☆

domenica 7 luglio 2024

IL FASCINO DELLE TRANSMUTAZIONI BIOLOGICHE



Sembrano distanze impercorribili i diversi modi di esprimersi, di comunicare. I corpi dissimili. L’assenza di parole. Eppure, muti, se vogliamo, occhi negli occhi o in un abbraccio, ci parliamo.

Silvia Bandini


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IL FASCINO DELLE TRANSMUTAZIONI BIOLOGICHE

di Franco Libero Manco

Il francese Louis Kervren nel suo libro sulle “Transmutazioni Biologiche” dice che non è necessario mangiare prodotti azotati per dare al nostro organismo le proteine di cui ha bisogno; mangiare grassi per avere i grassi, zuccheri per gli zuccheri, ferro per il ferro, calcio per il calcio. Nulla di più sbagliato. Il nostro organismo è in grado di fabbricare tutti i componenti nutrizionali di cui ha bisogno partendo dagli alimenti base previsti, per ogni singola specie, da madre natura.

Non è necessario assumere una molecola di calcio per costruire una molecola di osso: gli organismi viventi hanno il potere di cambiare un elemento in un altro, come il cambiare il magnesio in calcio o il manganese in ferro o il silicio in calcio: la lattuga, ricca di silicio, consente di costruire buone ossa. Le galline covano uova il cui guscio è ricco di calcio senza assumerne; il latte della mucca è molto più ricco di calcio dell’erba che consuma e produce burro senza consumare corpi grassi; la flora batterica intestinale fabbrica la vitamina B12 anche se la dieta non ne contiene; anche gli aminoacidi vengono elaborati anche se il regime non ne contiene; la forza erculea del gorilla gli viene dal sedano selvatico, foglie e frutti di cui è fatta la sua dieta non dai prodotti azotati che non ne consuma: in proporzione a noi umani il gorilla è 3 volte più forte dell’uomo più forte.

Partendo dalla digestione o dall’assimilazione, il nostro organismo agisce come un laboratorio chimico: ha solo bisogno di alimenti crudi e naturali per produrre autonomamente tutti i nutrienti di cui ha bisogno, cioè componenti che prima non esistevano, comprese le proteine, i grassi e gli zuccheri ricavandoli dalla frutta, dalla verdura, dai semi.


Jerryli Era maggio 2022. Un piccolissimo pulcino dalle zampe palmate veniva trovato nella spazzatura. Si, esattamente! Pensate di uscire una sera pensando di andare a buttare la spazzatura, a aprendo il cassone sentire un pigolio. Cercate fra i sacchi finché finalmente trovate un piccolo esserino giallo che piange disperato. E così chi l’ha trovato l’ha portato a casa, nutrito e cercato luoghi che avrebbero potuto accoglierlo. E così il giorno dopo arrivava in Fattoria. Un piccoletto vispo e chiacchierone. Cresceva a vista d’occhio, cambiava il colore del pelo, crescevano piume bianche, il collo si allungava ed ecco Jerryli, una chiassosissima, simpaticissima oca. Ha fin da piccola stretto amicizia con Renato, arrivato anche lui nello stesso periodo, ora vivono con tutte le altre oche. Lei che va d’accordo con tuttə, ma spesso sta anche per i fatti suoi, è un’oca indipendente con un bel carattere deciso. Un destino cambiato. Una vita di libertà.

venerdì 5 luglio 2024

E IL CALCIO DOVE LO PRENDI?


Amate gli animali.
Amateli tanto.
Amate tutti gli animali.
Non fate differenze.
Tutto hanno un cuore e un’anima.
Immensa.
Ruth Pozzi



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E IL CALCIO DOVE LO PRENDI?

di Franco Libero Manco

“Non esiste un solo studio che abbia documentato che una dieta ricca di latticini in menopausa sia utile ad aumentare la densità ossea e a prevenire le fratture osteoporotiche. La frequenza di fratture in menopausa è tanto maggiore quanto è maggiore il consumo di carne e di latticini” (Prof. Franco Berrino)

Studi condotti da dietologi dell’American Dietetic Association e Medici della Physician Committee for Responsible affermano: “Si ritiene che il latte prevenga l’osteoporosi ma la ricerca medica mostra il contrario. Anzi, un’assunzione maggiore di calcio attraverso prodotti lattiero-caseari è stata associata a rischi maggiori”.

Se fosse vero che per garantirsi il calcio nelle ossa è necessario consumare latte è lecito chiedersi il perché metà degli americani è carente di calcio nonostante ne bevano a fiumi. Perché gli Eschimesi, nonostante consumino giornalmente circa 2500 mg di calcio (ne bastano 800 mg), sono tra le popolazioni maggiormente colpite da osteoporosi? Perché le popolazioni a maggiore introito di calcio di derivazione animale registrano maggiori incidenze di fratture? Lo studio condotto su 78.000 donne ad Harvard e durato 12 anni ha dimostrato che i soggetti che assumevano latte tre volte al giorno avevano un numero di fratture superiore a chi lo assumeva solo raramente.

In realtà latte, latticini, formaggi e proteine animali in genere, sono altamente acidificanti e questo costringe l’organismo a sottrarre calcio buono alle ossa e ai muscoli.

Il latte di mucca è alimento altamente squilibrato sotto l’aspetto nutrizionale perché privo di: fibra, ferro, amido, omega 3, vit. C ed E.

Il latte vaccino può anche essere contaminato da ormoni, antibiotici, pesticidi, pus proveniente dalle mastiti, virus, batteri, prioni; può contenere additivi chimici, pesticidi, fertilizzanti, micotossine, diossine, antibiotici ed altri farmaci.

I ladri di calcio sono: proteine, alcol, caffeina, tannini, teobromina, cereali integrali, sale, zucchero, tabacco, chemioterapia, antibiotici, diuretici, anoressia: questi rubano calcio alle ossa provocandone l’eliminazione con le feci e le urine.

Anche se i prodotti caseari sono ricchi di calcio la capacità di assorbimento è molto inferiore rispetto al calcio dei vegetali, quasi per il doppio. Quindi considerando che i vegani mangiano chili di verdure la riserva di calcio è assolutamente maggiore.

Le migliori fonti alimentari di calcio sono di origine vegetale: legumi e verdure a foglia verde cavoli, bietole da coste…

Ogni latte è perfetto per il cucciolo di quella specie. Il latte di donna è perfetto per il neonato dell’uomo, la cui crescita è molto lenta, mentre il latte di vacca è adatto per far crescere molto velocemente il vitello. Un neonato umano in sei mesi raggiunge il peso di circa 7-8 kg, mentre nello stesso periodo il vitello raggiunge circa 300 kg di peso perché il latte vaccino, a differenza del latte di donna, contiene enormi livelli di ormoni della crescita che nell’uomo possono squilibrare la funzionalità delle ghiandole endocrine (ipofisi, tiroide, seni, ovaie, testicoli, prostata, ecc.).

Quindi, per assicurarsi il calcio di cui ha bisogno il nostro organismo e ridurre l’incidenza di fratture è necessario non consumare carne, pesce latticini, uova, zuccheri semplici, alimenti raffinati; aumentare il consumo di frutta fresca e secca, verdura, legumi; evitare fumo di sigaretta e l’assunzione di bevande alcoliche, ridurre l’assunzione di sodio, fare attività fisica, mantenere un peso corporeo ideale.

Tra il latte umano e quello vaccino vi è la stessa differenza tra una donna ed una mucca. Come il latte di donna serve a formare l’essere umano, così il latte di mucca serve a formare il corpo, l’energia e l’intelligenza del vitello: più si consuma latte e derivati più si assumono le caratteristiche del vitello.

IL CALCIO nei vegetali: (mg/ 100 gr)

Tarassaco: 316

Ruchetta: 309

Soia secca: 257

Fichi secchi: 286

Mandorle: 240

Prezzemolo: 220

Farina di soia: 210

Spinaci: 170


Tutto ciò che la #Natura ha creato è assolutamente perfetto ed in assoluta #sincronia con il tutto.
Forme, colori, comportamenti, cicli vitali e interazioni stanno all’interno di complessi meccanismi che girerebbero perfettamente se non ci fosse l’arrogante #intrusione umana.

Stamattina ho fotografato questa #upupa e pensavo che è perfetta così com’è: niente da modificare.
Vale lo stesso per qualsiasi #animale non umano sulla #Terra.
Potremmo dire la stessa cosa per noi?
Proprio no.

Pertanto, riflettiamo bene quando siamo colti da deliri di #onnipotenza di specie: perché i totalmente imperfetti ( e distruttori) siamo noi.

Ruth Pozzi

lunedì 1 luglio 2024

ALLA RICERCA DELLA CURA MIRACOLOSA


Puoi decidere di alimentare il mondo con la noncuranza, oppure con l’empatia. E siccome la mancanza di compassione è il peggiore dei flagelli, essere empatici è sempre la risposta giusta. Perché la compassione è la soluzione, la cura di ogni male.
Sì, l’empatia dovrebbe avere l’esclusiva.
Silvia Bandini



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ALLA RICERCA DELLA CURA MIRACOLOSA

di Franco Libero Manco

Pochi hanno ben chiaro il vero spirito della scienza alimentare vegan/igienista e a volte sono alla ricerca dello specialista capace di proporre la soluzione di un determinato problema di salute; e spesso guardano con entusiasmo ad un nuovo ritrovato, alla scoperta o all’invenzione di chi pubblicizza il suo ritrovato come cura miracolosa.

Noi sosteniamo che qualunque terapia che non vada alle cause del problema è solo palliativa, fumo negli occhi, o nella migliore delle ipotesi, portatrice di un benessere apparente quanto transitorio. Riteniamo che nessun problema organico è causato da un unico fattore ma di un’insieme di concause che nel tempo generano una patologia; che quando c’è una patologia in atto è l’armonia dell’insieme che è stata interrotta e che occorre ripristinare attraverso un giusto stile di vita intervenendo sulle quattro componenti fondamentali dell’entità umana: il corpo, la mente, la coscienza e lo spirito.

A tal proposito Platone diceva: “Non dovresti curare gli occhi senza curare la testa o la testa senza curare il corpo. Così anche non dovresti curare il corpo senza curare l’anima. Questo è il motivo per cui la cura di molte malattie è sconosciuta ai medici, perché sono ignoranti nei confronti del Tutto che anch’esso dovrebbe essere studiato, dal momento che una parte specifica del corpo non potrà star bene a meno che non stia bene il Tutto”.

Riteniamo che non esistono carenze isolate, come nessuna cura che non prende in esame l’intero organismo può essere mai risolutrice. Illuminante è a tal proposito anche il pensiero di Ippocrate che affermava: “Quando verranno a chiedervi la salute prima chiedetegli se sono disposti a rinunciare alla causa che ha determinato la malattia; solo in questo modo potrete aiutarli”.

La malattia insorge quando le nostre difese immunitarie non sono più in grado di difenderci da una sistema di vita innaturale. Il solo modo per ridare forza vitale al nostro organismo, da renderlo capace di liberarsi dalla malattia, è quello di potenziare le nostre difese immunitarie e liberarsi dalle tossine accumulate: continuare a vivere come sempre, ad alimentarsi allo stesso modo, e sperare poi di recuperare il benessere è mera illusione. Per recuperare la salute è necessario eliminare ciò che ci danneggia, solo in questo modo l’organismo avrà la possibilità di guarire se stesso. Nessuna terapia esterna che consente al soggetto di continuare a condurre la vita di sempre può mai essere utile.

La giusta alimentazione è condizione primaria per recuperare o mantenere una buona salute, ma non è il solo fattore, non è sufficiente essere vegan per essere immuni a tutte le patologie moderne conosciute. A tale alimentazione è necessario abbinare attività fisica, aria buona, contatto con la natura, cibi biologici, acqua pura, serenità d’animo, apertura ai valori dello spirito…

Molte sono le cause dell’insorgere di una malattia perché tutto è inquinato: l’aria, i cibi, l’acqua; poi ci sono i fattori genetici, lo stress della vita moderna ecc. Ma nessuna terapia può ristabilire la salute in un organismo intossicato se non si cambia stile di vita. Nessun integratore, anche se naturale, può ridare all’organismo l’armonia perduta perché qualunque prodotto in natura produce benefici solo in simbiosi armonica con gli altri componenti cui è composto; ma isolato, estratto dal suo conteso naturale, perde la sua potenzialità benefica.

Se il tuo stile di vita induce il tuo organismo a produrre una malattia, sperare di guarire senza mutare il tuo stile di vita è tempo perso. Se un organo non funziona come dovrebbe è l’intero organismo che va curato non il singolo organo. Inutilmente si sostituisce una lampadina danneggiata dalla forte tensione se non si abbassa la tensione del circuito elettrico.

Se si consumano vegetali coltivati su un terreno carente di un certo minerale anche il nostro organismo accuserà la medesima carenza, in tal caso la cosa migliore è fare scorpacciate dei prodotti naturali biologici ricchi di quella sostanza, e, eccezionalmente ricorrere a terapie “esterne” solo nel caso in cui non vi sia la volontà di adottare un rigido sistema alimentare igienistico. In questi casi superato il momento di crisi la cosa più giusta e saggia è quella di uniformarsi ad un’alimentazione vegan tendenzialmente crudista, la sola terapia che ci mette al riparo della gran parte delle malattie conosciute.

RUBRICA CHICURIOSITY
Con l’arrivo questa settimana di Gianni in rifugio, non possiamo che scoprire insieme qualche curiosità sui tacchini
La caratteristica che risalta agli occhi, sono le caruncole, delle escrescenze intorno al becco e sul collo che a seconda di cosa sta provando il tacchino può andare dal rosso scarlatto al blu e al grigio.
Ci tengono al corteggiamento, infatti hanno una serie di mosse da sfoderare sulla pista da ballo per concludere poi con la cosiddetta ‘ruota’, copiata forse dal concorrente pavone
I tacchini adorano razzolare, esplorare anche in altezza volando sugli alberi e glogglottare
Gli piace talmente tanto che non smetterebbero mai, ogni scusa è buona per glogglottare: chiamare altri tacchini, avvertire per qualche semino, per rispondere a qualcunɜ che chiama, per diffondere l’ultimo pettegolezzo
Solo in Italia ogni anno 30milioni di tacchini vivono per soli 6mesi di vita, tempo in cui sono stati fatti ingrassare a forza di cibo proteico per farloro crescere il petto destinato alle fettine confezionate nel reparto macelleria.
A causa degli antibiotici usati negli allevamenti intensivi, le difese immunitarie naturali del tacchino si sono ormai ridotte notevolmente rendendoli fragili ed esposti a virus e batteri.
Riparleremo sicuramente dei tacchini prossimamente, scopriremo insieme a Gianni altre cose sui terrestri come lui

giovedì 27 giugno 2024

LA FALSA NECESSITA’ DEL FERRO EME


Non oso pensare alla tristezza di un paradiso senza animali, fatto solo per gli uomini…Un luogo senza i loro colori, le loro voci. Una natura vuota di vita animale mi sembra una natura inutile., indegna del paradiso
☆~Licia Colo’~☆
Foto: Per Appassionati di Gatti



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LA FALSA NECESSITA’ DEL FERRO EME

di Franco Libero Manco

Da studi scientifici e statistiche ufficiali risulta che:

1°: l’anemia per carenze di ferro è più frequente negli onnivori che tra i vegani; se l’umanità avesse avuto necessità di sangue eme si sarebbe estinta sul nascere;

2°: se la carne fosse indispensabile per assicurare il ferro all’organismo umano tutte le persone e le popolazioni che per vari motivi non consumano carne dovrebbero accusare carenze di questo minerale, invece succede che la carenza di ferro è presente in percentuale maggiore in chi segue una dieta onnivora rispetto a chi adotta un’alimentazione vegetale;

3°: la causa delle deficienze di ferro sta nella disfunzione del metabolismo, nella cattiva digestione, negli alimenti che impediscono l’assimilazione di questo minerale, nella carenza di vit. C, nel poco esercizio fisico: sale, caffè, tè, vino rosso, cioccolato, latticini, cibi raffinati, antiacidi, medicinali, integratori, il troppo calcio dei latticini. Puoi mangiare tonnellate di ferro ma se il tuo organismo non è in grado di assimilarlo è tempo sprecato.

4°: gli animali erbivori, come il cavallo, la mucca, il bisonte traggono il ferro dai vegetali. Perché l’uomo dovrebbe essere il solo animale non carnivoro ad aver bisogno del ferro contenuto nella carne degli erbivori?

5°: i vegetali sono molto più ricchi di ferro: il ferro nella crusca di frumento è tre volte maggiore del ferro contenuto nella carne di cavallo;

6°: la più lenta assimilazione del ferro vegetale non è un difetto ma una caratteristica di eccellenza perché viene assorbito dall’organismo nelle modalità e nei tempi ottimali.

8°: Secondo una nuova meta-analisi il ferro-eme aumenta del 57% il rischio di malattie cardiache e del 27% la possibilità di morte prematura.

9°: Con il ferro eme della carne si assumono anche tutti i veleni della carne;

10°: Per l’assimilazione del ferro serve la vitamina C di cui sono ricchi i vegetali.

Di occhi belli ne è pieno il mondo ma di occhi che ti guardano con sincerità e amore ce ne sono pochi.
(Bob Marley)

domenica 23 giugno 2024

LA BUFALA DEGLI OMEGA 3 DEL PESCE



Solo alcuni tipi di pesce contengono modeste quantità di Omega 3 e solo se i pesci sono selvatici che si nutrono di pesci che a loro volta mangiano alghe da dove traggono gli omega3.

Franco Libero Manco



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LA BUFALA DEGLI OMEGA 3 DEL PESCE

L’ASSUNZIONE DI OMEGA 3 È PIÙ EFFICIENTE SE QUESTI PROVENGONO
DAI VEGETALI: NUOVO STUDIO SCIENTIFICO

DR.SSA LUCIANA BARONI

UNA RECENTE RICERCA MEDICO-SCIENTIFICA CONDOTTA SU OLTRE 19.000 PERSONE, IN GRAN BRETAGNA (2010) E I CUI RISULTATI SONO STATI RESI NOTI IN UN ARTICOLO APPARSO DI RECENTE SULL’AMERICAN JOURNAL OF CLINICAL NUTRITION, RILEVA CHE L’ASSUNZIONE DI OMEGA 3 È PIÙ EFFICIENTE SE QUESTI PROVENGONO DAI VEGETALI. INFATTI VEGETARIANI E VEGANI PROVVEDEREBBERO AUTONOMAMENTE ALLE PROPRIE NECESSITÀ DI ACIDI GRASSI ESSENZIALI OMEGA-3 A LUNGA CATENA (PRESENTI NEL PESCE) RICAVANDOLI DAGLI ACIDI GRASSI OMEGA-3 VEGETALI, QUINDI SENZA DOVER INTRODURRE NELLA PROPRIA DIETA LA CARNE DI PESCE. TALI GRASSI SONO IMPORTANTI PER IL BUON FUNZIONAMENTO DEI MECCANISMI METABOLICI. È GIÀ NOTO DA TEMPO COME GLI OMEGA-3 SI POSSANO RICAVARE MOLTO PIÙ FACILMENTE DA FONTI VEGETALI, COME NOCI, SEMI DI LINO E OLIO DI SEMI DI LINO ECC. PIUTTOSTO CHE DAL PESCE (CHE NE CONTIENE DECISAMENTE MENO DI QUANTO SI CREDE, POICHÉ GLI OMEGA 3 DIMINUISCONO A SECONDA IL TIPO DI COTTURA), MA QUESTO NUOVO STUDIO RENDE ANCORA PIÙ EVIDENTE COME LA FONTE PRIVILEGIATA DI QUESTI ACIDI GRASSI ESSENZIALI SIA PROPRIO QUELLA VEGETALE.

IL DR WELCH E LA SUA EQUIPE HANNO ANALIZZATO DAPPRIMA 14.422 UOMINI E DONNE DAI 39 AI 78 ANNI ALL’INTERNO DELLO STUDIO EPIC (EUROPEAN PROSPECTIVE INVESTIGATION INTO CANCER AND NUTRITION) E SUCCESSIVAMENTE HANNO SELEZIONATO 4.902 SOGGETTI NEI QUALI ERANO STATI MISURATI I LIVELLI PLASMATICI DEI PUFAS (POLYUNSANTURED FATTY ACIDS: ACIDI POLINSATURI, CIOÈ OMEGA-3 E OMEGA-6). L’ACIDO ALFA-LINOLENICO ALA (PRECURSORE DEGLI ACIDI GRASSI OMEGA-3 A LUNGA CATENA UNA VOLTA INTRODOTTO NEL NOSTRO ORGANISMO CON L’ALIMENTAZIONE, VIENE METABOLIZZATO E TRASFORMATO IN EPA E DHA, ENTRAMBI VOTATI A ALLE FONDAMENTALI FUNZIONI ORGANICHE QUALI LA FORMAZIONE DELLE MEMBRANE CELLULARI, LO SVILUPPO E IL FUNZIONAMENTO DEL CERVELLO E DEL SISTEMA NERVOSO PERIFERICO, LA PRODUZIONE DI EICOSANOIDI CHE REGOLANO LA PRESSIONE ARTERIOSA, LA RISPOSTA IMMUNITARIA ED INFIAMMATORIA. LO STUDIO HA MOSTRATO COME, A FRONTE DI UNA MINORE INTRODUZIONE DI OMEGA-3 ATTRAVERSO LA DIETA TIPICA DEI VEGETARIANI/VEGANI, SE PARAGONATA A CHI CONSUMA PESCE IN QUANTITÀ (CON UNA PERCENTUALE CHE VA DAL 57% ALL’80 % DI DIFFERENZA), I LIVELLI DI EPA E DHA SONO RISULTATI ESSERE PRESSOCHÉ UGUALI NEI DUE GRUPPI DI CAMPIONI STUDIATI. CI SAREBBE DUNQUE – SPIEGANO I RICERCATORI – UNA “EFFICIENZA DI CONVERSIONE” IN ACIDI GRASSI OMEGA-3 A LUNGA CATENA SIGNIFICATIVAMENTE MAGGIORE NEI VEGETARIANI/VEGANI RISPETTO A COLORO CHE CONSUMANO PESCE.

——————————-

MIE CONSIDERAZIONI AGGIUNTIVE (Franco Libero Manco)

1: C’è chi è vegan da tutta la vita e non ha mai avuto carenze di Omega3

2: La stragrande maggioranza del genere umano non consuma o non ha mai consumato pesce e gode ottima salute.

3: Il pesce è tra le sostanze più putrescibili esistenti in natura e il valore di un alimento è inversamente proporzionale alla sua velocità di putrefazione.

4: Il fetore serve a tenerci lontani da certi alimenti.

5: Nei pesci spesso si trovano residui di scarichi industriali e fognari, pesticidi, metalli pesanti,

6: La maggior parte dei pesci consumati viene da allevamenti intensivi; nei mangimi vengono aggiunti ormoni ed altri prodotti chimici che servono ad aumentare velocemente il peso dell’animale e a scongiurare epidemie.Il mondo vegetale è molto più ricco di Omega 3: il contenuto nelle noci è 4 volte maggiore di quello contenuto nel pesce più ricco; i semi di lino addirittura 10 volte di più.

8: Solo alcuni tipi di pesce contengono modeste quantità di Omega 3 e solo se i pesci sono selvatici che si nutrono di pesci che a loro volta mangiano alghe da dove traggono gli omega3.

Accendo la tv, ascolto un servizio sugli orsi. Sempre la solita storia: rimozione degli animali problematici… problematici perché, dopo una festa in piazza, quando non c’è più nessuno in giro e con l’imbrunire a favore, si avvicinano al centro abitato per trovare (verbo non scelto a caso o erroneamente) cibo (che di sicuro trovano visto i livelli di rifiuti che riesce a fare l’uomo).
Quindi, se qualcuno (essendo esseri senzienti, anche gli orsi, sono qualcuno) cerca di procacciarsi il cibo per vivere è pro.ble.ma.ti.co.
Dunque, alla luce di questo, saremmo tutti rimovibili.
E invece, purtroppo, solo dagli animali pretendiamo tutto (compreso che se ne stiano fermi e immobili in quel poco spazio che destiniamo loro, che lasciamo loro) e solo a loro non perdoniamo nulla, nemmeno che vogliano (soprav)vivere.

giovedì 20 giugno 2024

LA FARSA DELLE PROTEINE “NOBILI”


Come si può ancora ignorare che ogni vita è il tuo stesso specchio, siamo tutti diversamente uguali , ” SIAMO ” tutti esseri senzienti, SIAMO UN TUTT’UNO…. sono la vita che in ognuno di noi risiede la loro stessa anima ….
…. è troppo per voi ?
Sforzatevi di sentire perché non basta capire ….
Aurora Mattia



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LA FARSA DELLE PROTEINE “NOBILI”

di Franco Libero Manco

Vengono considerate ad alto valore biologico (e prese come riferimento) le proteine che contengono, in modo bilanciato, tutti gli 8 aminoacidi essenziali, cioè quelli che il nostro organismo non può sintetizzare direttamente e deve ricevere mediante l’alimentazione. Ma la distinzione tra essenziale e non essenziale non ha motivo di essere dal momento che tutti gli aminoacidi sono essenziali per la sintesi proteica.

A che mi giova che le proteine della carne siano complete sotto il profilo aminoacidico se la sostanza che le contiene è dannosa per il mio organismo? Gli aminoacidi essenziali non sono affatto una prerogativa del mondo animale. Dice il Dr. H. Shelton: “Tutti gli alimenti, senza alcuna eccezione, contengono tutti gli aminoacidi essenziali”.

E’ da sconsiderati consigliare di mangiare il prodotto A perché contiene il fattore X anche se può favorire ictus, infarto, cancro, ipertensione, diabete ecc. quando posso mangiare due prodotti, B e C, che hanno la medesima peculiarità senza gli effetti negativi di A. Tra l’altro non è necessario abbinare cereali e legumi in uno stesso pasto per ottenere la perfetta miscela di aminoacidi. Chiunque assuma nell’arco della giornata cereali (pane, pasta, riso, etc.) e legumi (come i fagioli, le lenticchie, i ceci, etc.) è in grado di ottenere facilmente tutti gli aminoacidi necessari, senza ricorrere al consumo di prodotti animali, con le inevitabili dannose conseguenze scientificamente riconosciute. Tra l’altro, se un alimento è carente di alcuni aminoacidi è sufficiente mangiarne un quantitativo maggiore, diversamente come farebbe il cavallo, il toro, il bisonte costruire le sue possenti masse muscolari mangiando solo erba?

Chi esalta i prodotti animali per i suoi aminoacidi essenziali, e induce le persone a consumare questi prodotti, non solo avrebbe il dovere di avvisare dei probabili effetti collaterali (è come invitare qualcuno a consumare cicuta perché ricca di potassio), ma soprattutto non parla di assimilabilità dell’alimento, di digeribilità, di compatibilità alimentari, di acidificazione del prodotto, di contenuto vitaminico, di presenza di acido urico, di grassi saturi, di rischio cancerogeno, di ictus, di cardiopatie, di leucocitosi digestiva, di aumento di germi patogeni; non dice che la carne è un alimento biologicamente squilibrato perché scarso se non privo di carboidrati, vitamine, sali minerali, fibra ed oligoelementi; non dice che gli aminoacidi solforati della carne acidificano e sottraggono calcio all’organismo; che il 60% degli aminoacidi possono essere convertiti in zuccheri e grassi di deposito; che l’eccesso di aminoacidi induce torpore intellettuale, con effetti negativi sulla memoria e sulla creatività; che la carne è un alimento iperproteico e che le proteine in eccesso vengono eliminate affaticando fegato e reni e che più di ogni altro fattore intossicano l’organismo; che la cottura uccide i batteri, ma non le loro endotossine. Naturalmente tralascia anche di dire che le proteine di arachidi, semi di soia, di girasole, di sesamo, di quinoa sono complete sotto il profilo aminoacidico.

L’eventuale carenza di proteine nella propria dieta alimentare genera una paura latente e diffusa tra la maggior parte della gente, mentre la stessa paura non si manifesta per l’eventuale carenza di vitamine, sali minerali o oligoelementi anche se, per certi versi, credo che dovrebbe destare altrettanta se non maggiore attenzione.

A parte che le proteine sono presenti in abbondanza in quasi tutti i cibi conosciuti e che le proteine ingerite vengono scisse in aminoacidi con i quali l’organismo costruirà le proteine specifiche al punto che non resta alcuna caratteristica della proteina di provenienza, è interessante scoprire come sia sorta la favola del quantitativo proteico.

Fu il fisiologo tedesco Voit, della scuola di Monaco, che nel 1890, nel tentativo di stabilire il quantitativo necessario al buon rendimento di una persona, stabilì in 118 grammi al giorno tale quantitativo, per chi eseguiva lavori leggeri, e in 145 grammi per chi eseguiva lavori pesanti. Queste cifre erano state dedotte da una statistica fatta su persone ritenute in buona salute e con riferimento a regimi alimentari di un popolo proverbialmente smoderato nel mangiare.

Più tardi l’americano Chittenden, lavorando con metodo scientifico, stabilì il consumo medio di proteine in 55 grammi, cioè un terzo della cifra indicata dal Voit.

Successivamente un altro fisiologo tedesco, Rubner, sperimentando su atleti, facchini e operai ridusse ulteriormente la dose minima giornaliera portandola a soli 37 grammi al giorno.

Nel 1957 un comitato ad alto livello di esperti della Fao e dell’Oms stabilì il necessario quantitativo in un grammo per peso corporeo pro die. Nel 1963 lo stesso comitato concordò di dimezzare la quota precedentemente stabilita e di portare a 35 grammi la percentuale di proteine necessarie al giorno per una persona, cioè 0,5 grammi per peso corporeo. Gli Igienisti ritengono che tale quantitativo sia ancora eccessivo e che sono sufficienti 0,25 grammi.

Furono dette “nobili” quelle proteine della carne perché più simili a quelle del corpo umano: un ottimo motivo per mangiare carne umana. Mentre gli 8 amminoacidi “essenziali” furono chiamati tali da un certo W.C. Rose nel 1949 in seguito ad esperimenti effettuati sui topi bianchi, i quali hanno un fabbisogno proteico 7-8 volte maggiore dell’uomo.

CONSEGUENZA DELL’ECCESSO DI PROTEINE

Le scorie prodotte dal consumo eccessivo di proteine, veri e propri veleni per l’organismo, oltre ad affaticare il fegato ed i reni spesso sono causa di uricemia, obesità, calcolosi, reumatismi, dispepsie, eczemi, arteriosclerosi ecc.

Le proteine eccedenti il fabbisogno non possono essere accumulate dall’organismo sotto forma di grassi come i lipidi ed i glucidi. Al fegato tocca l’onere di trasformarle in urea e ai reni di eliminarle. Ma se i reni non sono pienamente efficienti l’organismo resta intossicato e per liberarsene lega le proteine eccedenti alle pareti dei capillari che diventano più spesse impedendo il transito delle sostanze nutritive. Per compensare questa situazione l’organismo aumenta la pressione arteriosa. Con l’aumento del quantitativo proteico aumenta anche la quantità di calcio espulsa con le urine e che col tempo, questo meccanismo genera arteriosclerosi. Inoltre le proteine animali producono ateromi, placche all’interno della arterie, mentre risultano prive di tale capacità le proteine di origine vegetale.

Quindi bisogna avere paura dell’eccesso di proteine negli alimenti non della loro scarsità dal momento che è difficilissimo si manifesti malattia dovuta a questa carenza, mentre le popolazioni risultano flagellate da moltissime patologie dovute proprio all’eccesso di proteine.


Valentino è un gallo arrivato da Raggio Calabria e come il peperoncino che cresce in quella regione ha un carattere focoso.
Da quando è arrivato ha messo subito in chiaro chi comanda: lui.
Anche noi volontari dobbiamo stare attenti a mostrargli rispetto, ma dopo quasi due anni ha capito che qui nessuno vuol fare del male a lui e alle sue amate galline.

lunedì 17 giugno 2024

IL VERO AMORE DELL’ANIMALISMO



La gioia può essere espressa anche dal silenzio. Chi osserva gli animali impara a riconoscere il linguaggio del corpo di un animale felice. Myriam [Etologia Relazionale© L’amore che dai è l’amore che resta]


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IL VERO AMORE DELL’ANIMALISMO

di Franco Libero Manco

Le manifestazioni d’amore dell’essere umano verso i suoi simili raramente sono totalmente disinteressate, animate da autentico spirito altruistico: spesso nascondono un latente, inconfessato egoismo, una recondita speranza di ricompensa se non materiale spirituale: l’uomo ama perché in fondo spera di essere a sua volta amato e aiutato se dovesse trovarsi nella stessa situazione di necessità. Non è così nel sentimento di amore verso gli animali in genere, verso un animale ferito, bisognoso, affamato.

Chi nutre un sentimento di amore verso gli animali, non pensa ad un vantaggio, né spera in una ricompensa, non lo fa per convenienza economica o interesse di parte, per guadagnarsi il paradiso o per riscattare il proprio karma, ma per autentico spirito altruistico, per il bene e la felicità dell’altro. La nostra ricompensa sta nel sapere che il nostro aiuto è servito a qualcuno. Il vero amore si manifesta solo quando si ama il diverso, il lontano, lo straniero, dal quale non è possibile essere in alcun modo ricambiati, quando si sa a priori che non è possibile avere un vantaggio, una ricompensa,. E quando noi lottiamo contro la vivisezione, la mattazione, la caccia, la pesca per liberare gli animali dalla schiavitù o da qualunque altra violenza o ingiustizia che subiscono da parte degli umani, il sentimento che ci muove è fine a se stesso: la nostra ricompensa è sapere che sono liberi, in salute ed in pace nel loro ambiente naturale.

Il vento severo da nord mi fa comprendere l’infinito. E lo fa nel modo che lui conosce: urlando.
Scendo dalla cresta e cammino nel bosco; è l’alba. La luce sta chiedendo il permesso da alcuni minuti, ma riesce solo a farsi sentire nei prati, sugli altipiani in quota. Nella foresta invece è ancora buio. I passi sono lenti, solo i ricci delle castagne dell’anno scorso fanno sentire il mio passaggio. Creano un rumore delicato, molto meno forte delle foglie secche dei faggi ma più profondo del muschio.
Comincio a scorgere i primi scoiattoli già intenti a cercare cibo: scendono dagli alberi di corsa. Corrono sempre, un mistero che ancora non ho capito. Subito dopo arrivano le faine, con rapidi movimenti, calando in foresta come gocce di grandine dopo un temporale estivo. La luce tarda a venire e gli ultimi caprioli si rinfrescano al torrente. Devono fare in fretta anche loro, fra poco arrivano i daini; e loro hanno bisogno di spazio; e sono coraggiosi. Scapperanno solo quando arriverà il gigante della foresta: il cervo. Ma lui prima delle dieci del mattino non arriva; è un dormiglione.
Il picchio verde mi avverte che a cento metri c’è una famiglia di cinghiali ancora sveglia, meglio non disturbarla, è già abbastanza perseguitata. Girata la piccola valletta vedo una piuma imponente per terra. Al buio sembra quasi quella di un gufo reale ma i colori da vicino sono inconfondibili: è una piuma di poiana, il rapace diurno dei boschi di faggi. L’avrà persa ieri pomeriggio, è ancora intatta, quasi tiepida.
Mi siedo a riposare alcuni minuti su una piccola roccia davanti a un torrente cristallino e ascolto il poema dell’acqua, poi mi alzo e continuo il cammino; il sole oggi non ha proprio voglia. Decine di nuvole mi avvertono di rientrare, e per farlo tuonano. Come delle cornamuse antiche.
A poche centinaia di metri c’è una casa abbandonata, la mia dimora per stanotte; e forse altre. Ma adesso è presto, è l’inizio del giorno, e ho ancora voglia di giocare con il tasso.

giovedì 13 giugno 2024

ESSERE DI ESEMPIO E’L’AZIONE PIU’ EFFICACE



Compassione. Ossigeno per un mondo che boccheggia.

Silvia Bandini


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ESSERE DI ESEMPIO E’L’AZIONE PIU’ EFFICACE

di Franco Libero Manco

L‘essere coerenti nei propri ideali è prerogativa dei grandi spiriti. Noi universalisti, “fertilizzanti” della nuova terra, portatori di una nuova cultura, di una nuova e più vasta morale, di una compassione più profonda, di una giustizia più estesa che supera non solo le razze ma le specie viventi, non possiamo esimerci dall’essere di esempio, dal sentire la responsabilità del destino collettivo: per primi dobbiamo incarnare e vivere quei valori fondamentali della vita che vorremmo attuati nella società in cui operiamo, uniformando la nostra stessa natura a ciò che è giusto per noi stessi e per tutte le creature con cui interagisce la nostra esistenza. Dobbiamo dare il buon esempio per non essere considerati come coloro che si interessano solo di animali, mentre il nostro impegno si estende a tutta la creazione e va alle radici delle cause di ogni disarmonia e di ogni conflitto personale e sociale.

Essendo portanti di un più vasto sentire, dobbiamo dimostrare di avere qualcosa in più della gente comune che si interessa solo delle problematiche umane: il nostro interesse per il bene, l’armonia, il garbo, la gentilezza, la tolleranza, il dialogo, deve estendersi dall’uomo ad ogni essere della grande famiglia dei viventi. La nostra è una missione di verità, di civiltà, di giustizia, di evoluzione.

Nulla è più incisivo e determinante dell’esempio che può dare ognuno di noi in ogni circostanza della vita. Ma se neanche gli “addetti ai lavori”, coloro che si battono per la nostra giusta causa, se nemmeno coloro che credono in un mondo migliore riescono ad essere coerenti e di esempio, come sperare che gli indecisi aderiscano a ciò che noi stessi non riusciamo a mettere in pratica?

Non solo non dobbiamo scendere a compromessi con i nostri principi e la nostra coscienza in certe circostanze conviviali, anzi sono proprio queste le più propizie occasioni per manifestare la nostra filosofia di vita. Se ci si adegua si vanifica la forza della nostra causa. E non tiriamo fuori la solita patetica scusante di sentirsi in obbligo di dover fare onore alla tavola o di non far torto alla padrona di casa: chiediamoci se è più grave l’uccisione di un animale e lo stupore della signora: è solo il sotterfugio di chi non ha ancora il coraggio di essere forte e coerente. Un pezzetto di pollo, di prosciutto o di formaggio non solo non spegne il desiderio ma lo ravviva.

Mentre essere coerenti in queste circostanze non solo è un appagamento superiore a qualunque piacere gastronomico ma è anche il modo più forte di mostrare a se stessi di essere padroni e non succubi del proprio stomaco. Quando accettiamo di cedere alla “tentazione” di un pezzo di carne o di formaggio siamo anche più deboli di fronte a tentazioni di ogni altro tipo.

Ci sono cose nella vita che non bisognerebbe mai fare o, una volta fatte, bisognerebbe avere la forza e il coraggio di non ripeterle: il mangiare animali è una di queste. Si pensa: “Che vuoi che sia un pezzetto di formaggio o di prosciutto, questo non determina certo il problema”. Ma se coloro che difendono i nostri principi cedessero, anche di tanto in tanto, alla voglia di un pezzetto di carne non vi sarebbero certo i 15.000 mattatoi in Italia ma l’onta della macellazione e dello sfruttamento degli animali resterebbe comunque.

La caratteristica umana che ci distingue è la nostra visione universalista delle cose. Noi parliamo di amore universale, di giustizia universale, di non violenza universale. Non facciamo riferimento ad alcuna dottrina perchè siamo figli dei grandi iniziati, dei grandi filosofi, dei grandi uomini di scienza e cultura morale di ogni tempo e paese: siamo cristiani quanto buddisti, induisti, jainisti, taoisti… Noi guardiamo con occhio amorevole e stupore la bellezza dell’alga e della balena, dell’elefante e del moscerino, dell’orchidea e dell’ortica. Solo ciò che si contrappone alla vita, che volutamente prevarica sull’altro, che genera sofferenza, non trova la nostra approvazione.

A noi sta a cuore tutta la creazione e non crediamo che vi sia qualcosa al servizio o in funzione di un’altra ma che tutte le cose interagiscono per il bene e l’evoluzione integrale di ogni singolo componente la Vita.

E’ l’irresponsabile noncuranza degli effetti prodotti dalle nostre scelte quotidiane che preclude il progresso morale e spirituale. E’ l’indifferenza verso la sofferenza delle nostre vittime ciò che inaridisce il cuore e rende l’uomo capace di qualsiasi delitto. E’ il sacrificio forzato dei deboli a vantaggio dei forti che ha fatto di questo mondo un luogo di dolore.

E noi animalisti della domenica, meteore passeggere, che scendiamo in piazza a chiedere tutela per gli animali, siamo un popolo di tiepidi, senza fervore, senza orgoglio, incapaci di opporci a questa pseudo civiltà che condanna non solo l’umanità ma tutta la creazione in un oceano di dolore: un popolo di arrendesti, lassisti che vorrebbe un mondo migliore ma si rassegna ad dominio dei forti; un popolo che si ribella se gli viene versato in ritardo lo stipendio ma consente l’ecatombe di tutte le creature che, senza tregua, vengono squartate nei mattatoi, tormentare negli istituti di sperimentazione, uccise nei mari, nei boschi, nelle arene ecc. senza la dignità di inorridire, di sprofondare nella vergogna.

Non siamo il centro del mondo, siamo solo dei semplici ospiti che si sono impadroniti del pianeta; devastandolo. La voracità dell’uomo ha tolto tutto lo spazio vitale ai nostri coinquilini. Eppure blateriamo di ambiente e salvaguardia.
I veri ambientalisti sono gli altri animali, in milioni di anni non hanno creato alcun danno. Anche il difensore umano più genuino e sincero è mille volte più impattante di un animale non umano.
Quindi cosa ci resta? Una sola, singola lotta: essere al fianco, essere complici degli altri animali. Senza interferire, lasciandoli stare, smettendo di concepire la vita come un lungo e stretto collare.
Noi siamo la loro voce? Ma neanche per sogno. Non ho mai visto un animale altro gridare odio, sentenziare, giudicare, ergersi a padrone degli alberi, dell’acqua, delle montagne, del mare. Il linguaggio degli altri animali è pura armonia.
Siamo noi che non abbiamo più voce. Siamo noi che abbiamo smarrito l’animale che eravamo. Siamo noi che abbiamo bisogno di un altro linguaggio.