mercoledì 20 giugno 2012

PROGETTO ESPOSIZIONE ARREDI E COMPLEMENTI A ROMA PROPOSTA DI CO HOUSING VEGAN NELLA CAPITALE

In alto: Immagine tratta dal blog http://tamango.iobloggo.com/


Quel ballerino aveva una calzamaglia così stretta che non solo si distingueva il sesso, ma anche la religione.



PROGETTO ESPOSIZIONE ARREDI E COMPLEMENTI A ROMA PROPOSTA DI CO HOUSING VEGAN NELLA CAPITALE

Nel prossimo futuro il Comune di Roma ha già un progetto in fase di realizzazione del prolungamento della metro linea A da Anagnina a Torre Angela, i dettagli si possono trovare su: Prolungamento della linea A oltre Anagnina possiamo ipotizzare di creare un forum permanente al Castello Design per discutere del progetto in Rete nei prossimi mesi (Il Comune nel suo sito invita tutti i cittadini a partecipare attivamente alla realizzazione del progetto...), riteniamo che ormai con l'avvento e lo sviluppo della Rete i progetti che interessano la collettività debbano essere discussi e sviluppati con l'apporto determinante dei cittadini, inviteremo all'evento tutti gli architetti che vorranno partecipare e successivamente organizzeremo una serie di eventi presso il Castello Design, l'opera di prolungamento della linea metropolitana è fondamentale per l'intera città di Roma ma anche per il paese. Lo spirito del forum può essere riassunto in due parole; trasparenza e partecipazione, entrambi possibili grazie alla diffusione di Internet.

Fra gli obiettivi del centro espositivo di arredi e complementi a Roma descritto nel post precedente vi è anche la realizzazione di un co-housing vegan nel quartiere, l'immobile si trova dirimpetto al centro espositivo di arredi e complementi, alcune amiche vegan sono già interessate, vorrei coinvolgerne anche delle altre, per capire al meglio queste iniziative mi preme precisare quanto segue:
In questi ultimi mesi ho girato l'Italia alla ricerca di aziende agricole e agriturismi nell'ottica di creare una rete di ecovillaggi vegan operanti nell'agricoltura sinergica nella bioedilizia e Permacultura, con al centro la filosofia del vivere vegan e l'alimentazione naturale, un primo gruppo è stato formato e sta proseguendo il proprio cammino a Chivasso, è stato creato anche un gruppo su Facebook: "Gruppo co-housing a Chivasso" chiunque può informarsi e se lo desidera può partecipare, adesso è possibile organizzare nella capitale un piccolo centro permanente che promuova queste e altre tematiche compatibili con la salvaguardia dell'ambiente, il centro sarà un cohousing vegan e la sede di laboratori di artigianato e di distribuzione di prodotti biologici, particolare interessante da questo immobile ci si potrà spostare in bicicletta, sono già disponibili tre bici e contiamo di acquisirne delle altre, tale accorgimento ci permetterà di muoverci in maniera integrata con la metropolitana ed i mezzi pubblici senza provocare ulteriore inquinamento;
L'immobile si trova in una zona strategica di Roma, La Romanina, un quartiere in forte espansione urbanistica , con l'università di Tor Vergata come punto di riferimento e le tante attività commerciali e di servizi di cui è circondata.
Il progetto per la realizzazione di questo Co-housing prevede:

Una scuola di cucina di alimentazione naturale; 
Due unità abitative in cohousing;
Laboratori per lavori di artigianato;
Orti sinergici dimostrativi e  la diffusione della Permacultura;
Sono presenti anche alcuni alberi, kiwi, albicocco, vite, fico e melograno;


L'immobile denominato "La Villa Bianca" è stato edificato da più di trent'anni con tecniche innovative e d'avanguardia per l'epoca, al momento è in fase di ristrutturazione e le persone interessate alla realizzazione del centro potranno partecipare attivamente al completamento dell'opera, se si pensa che il cohousing si sta affermando come strategia di sostenibilità: se da un lato, infatti, la progettazione partecipata e la condivisione di spazi, attrezzature e risorse agevola la socializzazione e la mutualità tra gli individui, dall'altro questa pratica, unitamente ad altri "approcci" quali ad esempio la costituzione di gruppi d'acquisto solidale, il car-sharing o la localizzazione di diversi servizi, favoriscono il risparmio energetico e diminuiscono l'impatto ambientale della comunità. Gli spazi saranno dati in locazione, i diversi tagli saranno definiti in base alle necessità degli aderenti all'iniziativa, e bisogna inoltre precisare che i soldi degli affitti percepiti dalla proprietà verranno utilizzati per uno scopo altamente simbolico, poichè è prevista la dotazione presso l'immobile di impianti a fonte rinnovabile quali impianto fotovoltaico, impianto microeolico ad asse verticale per la produzione di energia elettrica, impianto geotermico per raffreddamento/riscaldamento, per non essere più schiavi delle bollette, un immobile autonomo a livello energetico, di seguito la descrizione di Villa Bianca:

Villa Bianca

CONTESTO URBANISTICO
L'immobile è situato nella fascia suburbana del comune di Roma, microzona catastale n. 163 -
zona OMI n. E144 “Torrenova C ”.

Come tutte le borgate romane anche la Romanina è stata oggetto di interventi Comunali di riqualificazione urbana quali l'integrazione dell'assetto viario, la sistemazione delle sedi stradali e la realizzazione di aree verdi attrezzate.
La migliore fruibilità del quartiere ha contribuito a sviluppare ulteriormente una richiesta di mercato già consistente per i fattori peculiari che la contraddistinguono:
· massiccia presenza di strutture istituzionali e commerciali;
· vicinanza alle grandi arterie di scorrimento quali: il G.R.A., la diramazione sud A1, le Vie Tuscolana e Anagnina;
· presenza di linee di trasporto pubblico, vicinanza al Terminal Anagnina (metro A e COTRAL
Roma Est) e all'aeroporto di Ciampino;
· presenza di servizi pubblici e esercizi di vicinato;
· ampia disponibilità di parcheggi e aree verdi private.
Inoltre, il Nuovo P.R.G. includendo quest'area nel contesto dei “Tessuti prevalentemente
residenziali” della “Città da ristrutturare” ha dato spazio a numerose iniziative di edilizia privata di buona
qualità architettonica e con ragguardevole riscontro di mercato.
Via Luigi Zuppetta con i suoi edifici a tipologia mista, retaggio del vecchio PRG, costituisce un
caso atipico di Via privata con discreta presenza di attività ad interesse “urbano”. La peculiarità di questa Via unita alla consistenza immobiliare disponibile ci ha spinto a formulare un'offerta locativa direzionata verso realtà imprenditoriali e professionali.

CONSISTENZA IMMOBILIARE
L'edificio di tipo bifamiliare a destinazione d'uso promiscuo insiste su un lotto, superficie 724
mq., distinto al catasto terreni al foglio 997 particella 164 ed è composto da un piano seminterrato e
due piani fuori terra suddivisi in diverse unità immobiliari, inserite nel Catasto Fabbricati del Comune di Roma, come schematicamente indicato:
Dati tratti dai certificati catastali del Catasto Fabbricati del Comune di Roma
Sono inoltre disponibili:
· un'area per parcheggio all'aperto di pertinenza esclusiva degli appartamenti e dell'ufficio (c.ca 200 mq),
· giardino comune di c.ca 250 mq,
· rampa d'accesso carrabile al piano seminterrato.
Il manufatto, di buona fattura e con impianto architettonico originale dotato di ampi spazi con ottime caratteristiche igienico-sanitarie, è sprovvisto delle finiture delle parti comuni (vano scala, rampa e aree carrabili, giardino, locale tecnico, ecc.) e necessita di interventi di restauro conservativo (cornicioni, pensiline, infissi esterni, ecc.).
Nel contesto delle opere manutentive sono incluse opere di ottimizzazione degli spazi interni che, per quanto possibile, potranno essere stabilite in accordo con i locatari.

Zona Cens. Superficie
Catastale
PIANO TERRA ABITAZIONE int.1 h=2,90
PIANO TERRA UFFICIO h=2,90
PIANO PRIMO ABITAZIONE int. 2 h= mt 3,00
PIANO S1 CANTINE h=3,30
PIANO S1 LABORATORIO h=3,30
Sono in offerta locativa:
n. 1 appartamento di medio taglio, al piano rialzato, dotato di cantina e posto macchina all'aperto;
n.1 ufficio, al piano rialzato, corredato di: sala reception, 2 stanze, sala riunioni/open space,
doppi servizi e doppi ingressi autonomi. In alternativa alla locazione dell'intera unità sarà
possibile la locazione di due sub-unità, ognuna provvista di servizio e ingresso autonomo;
n.1 zona produttiva, al piano seminterrato, dotata di:
· 2 depositi (uso magazzino)
· 1 laboratorio con garage e rampa d'accesso.
I lavori di ristrutturazione daranno la disponibilità di locazione separata di ogni deposito e del laboratorio, il locale laboratorio adiacente la rampa sarà disponibile per il parcheggio degli automezzi dei conduttori della zona produttiva. L'assetto finale della rampa potrà essere deciso in accordo con i conduttori.

Villa Bianca

Le piante e i prospetti del progetto saranno illustrati sono a disposizione di tutte le persone interessate.
Qui di seguito l'appello per Ippoasi da sottoscrivere e inviare al comune di Pisa, fatelo girare presso i vostri amici, è presente anche su facebook! Sarà possibile inoltre raccogliere altre firme il 24 giugno prossimo durante l'evento che si sta realizzando presso il Castello Design a Roma, ulteriori dettagli dell'evento saranno presenti su questo blog e su facebook.

Ippoasi è un rifugio per animali salvati dal macello, ospita cavalli, mucche, maiali, capre, galline, cani, si trova sotto sfratto ed entro il trenta giugno sarà costretto a sloggiare, il buffet vegan che sarà organizzato a Roma presso Il Castello è finalizzato a raccogliere fondi per sostenere il rifugio, inviamo una mail al comune di Pisa!
Appello per raccolta firme al comune di Pisa per Ippoasi sottoscrivete e diffondete:

[SOSTEGNO] Scriviamo al Comune di Pisa per Ippoasi
27 maggio 2012

Segnalazione del rifugio Ippoasi - info@ippoasi.org

In coordinazione con la trasmissione BauBoys, che nei giorni scorsi ha
mandato in onda due servizi sul rifugio, Ippoasi chiede di dare una mano
per un ulteriore sollecito alle istituzioni locali, questa volta nella
persona del Sindaco di Pisa, affinché possa essere trovata una soluzione
al problema dell'imminente sfratto del rifugio.

I rappresentanti del Comune di Pisa avevano fatto delle interviste che
dovevano andare in onda nel servizio della trasmissione BauBoys, ma alla
fine il Comune non ha firmato la liberatoria per la messa in onda delle
immagini girate.

L'atteggiamento del comune si dimostra quindi per nulla collaborativo.
Per questo è importante scrivere in tanti.

Scriviamo al sindaco di Pisa alla mail:
m.filippeschi@comune.pisa.it

Messaggio-tipo da inviare (copiate solo la parte compresa tra le due
linee tratteggiate e mettete in fondo il vostro nome e cognome):

-----------------
Alla Cortese Attenzione del Signor Sindaco Marco Filippeschi

Gentile Sindaco,

mi unisco alla richiesta di un Suo Gentile interessamento per la
questione Ippoasi, affinché si trovi una risoluzione concreta e veloce.

Sarebbe un motivo di orgoglio anche per voi poter far vedere che un
Comune prestigioso come quello di Pisa ha a cuore l'attività di un
gruppo di persone che porta avanti, tra mille difficoltà, un progetto
lodevole di educazione ambientale e di rispetto del territorio e degli
animali presenti.

Cordiali saluti,
... nome cognome ...

A proposito di mobilità la rivoluzione si chiama Eolo, una autovettura che si muove ad aria compressa, un miracolo tutto italiano, da Libre:

Miracolo, auto ad aria per tutti: il futuro comincia nel 2013

Umanesimo, ingegno al servizio dell’uomo: senza scomodare l’Italia del ‘400 e l’età aurea di Lorenzo il Magnifico, o magari personaggi come Galileo e Einstein, il dottor Fleming e Johannes Gutenberg, il più modesto ingegnere francese Cyril Guy Nègre presentò il suo gioiello, denominato “Eolo”, al Motorshow di Bologna. Era solo il 2001: l’anno dell’infame G8 di Genova, seguito a ruota dall’orrore dell’11 Settembre, il super-pretesto della grande predazione energetica mondiale, armi in pugno, cominciata in Kuwait per estendersi all’Iraq e a tutto il Medio Oriente, fino all’Iran, passando per la Libia. Parola d’ordine: petrolio. Che vuol dire, a catena: crisi, guerre, finanza “impazzita”, inquinamento, catastrofe climatica, futuro in bilico. Ha impiegato undici anni, l’ingegner Nègre – uno specialista, reduce dai box della Williams in Formula Uno – per realizzare la versione finale del gioiello: oggi si chiama “AirPod” e sarà la prima vettura ad aria compressa della storia del mondo. Costa appena un euro per cento chilometri. Emissioni: zero.
Tutto nasce molti anni fa da un’idea semplice: i motori ad aria compressa dei vetusti trenini per le miniere. Perché furono soppiantati? Accadde con Auto ad aria compressal’invenzione del motore a scoppio, opera dell’italiano Nicolò Barsanti, detto Eugenio: a metà dell’800, Barsanti riuscì a far muovere un pistone con una miscela esplosiva fatta di idrogeno, e poi a depositare il brevetto all’Accademia dei Georgofili, sempre nella città di Lorenzo, di Dante e di Leonardo. Prima ancora che Henry Ford desse il via all’era moderna dell’automobile, il mondo cominciò a muoversi in massa: l’inglese Richard Trevithick varò la prima locomotiva a vapore, il tedesco Ferdinand von Zeppelin sollevò in cielo l’aerostato e l’italiano Corradino D’Ascanio fece volare il primo vero elicottero, nel 1930, tre decenni dopo l’invenzione motoristica di un altro tedesco, Rudolf Diesel, che brevettò l’omonimo propulsore, allora alimentato con olio di arachidi. L’invenzione di Guy Nègre ricorda da vicino le imprese dei fratelli Wright, pionieri del volo, o il telefono di Giuseppe Meucci, la pila di Alessandro Volta e il “telefono senza fili” di Guglielmo Marconi, il padre della radiotelevisione. Una vettura ad aria: altra invenzione nata per cambiare la storia del pianeta.
Non è un annuncio a sensazione: il prodotto è stato già ingegnerizzato e testato, e sarà sul mercato nel 2013 grazie agli indiani della Tata. Tutto è pronto, conferma Vincenzo Borgomeo su “Repubblica”: entro la metà del 2013 sarà in vendita l’attesissima auto ad aria, una macchina che nel serbatoio ha solo aria compressa: il sogno di tutti, in un periodo di caro-carburante su cui infierisce, oltre alla crisi planetaria, anche la severa politica di deflazione e super-tassazione indiscriminata promossa dal governo Monti. La Motor Development International, con sede in Lussemburgo, è ormai a un passo dal lancio commerciale: la prima citycar ad aria compressa, una sorta di “Smart” a tre posti, costerà appena 7000 euro. A seguire, l’intera gamma: autobus per il trasporto pubblico, veicoli commerciali, un’auto “compatta” da sei posti in grado di filare a 130 chilometri orari e persino una “Mehari” ad aria, sbarazzina e decappottabile, un’utilitaria la cui versione base – come illustra il sito aziendale della Mdi Guy Negre, l'inventoresarà lanciata all’incredibile prezzo di 3.500 euro. Non manca nulla: in attesa che nasca una rete di distribuzione dell’aria compressa, per fare il pieno in soli due minuti, è possibile acquistare un semplice “ricaricatore” domestico.
«Evidentemente – scrive “Repubblica” – l’accordo stretto con la Tata nel gennaio del 2007 ha dato i suoi frutti: soprattutto, la spinta giusta per passare dalla teoria alla pratica». La prima auto ad aria su strada sarà l’ultra-piccola “AirPod”, omologata come quadriciclo leggero “grande”, alla portata dei sedicenni. Poi verranno tutte le altre vetture della gamma più leggera, più economica e più pulita della Terra, annuncia Cyril Nègre, figlio ed erede dell’inventore dell’auto a impatto zero. Una rivoluzione di portata incalcolabile, non solo sul piano tecnologico ma anche industriale, commerciale ed economico: niente fabbriche colossali, con annessi problemi di logistica e trasporti, ma una rete di piccole officine, per cominciare 25 in Francia e 20 in Italia. «Produciamo là dove vendiamo», spiega Nègre, «con vantaggi infiniti, economici e sociali». Un qualsiasi produttore di auto, ad esempio, deve farsi carico della distribuzione mondiale. «Noi no, perché da noi chi produce vende: non paghiamo commissione al concessionario perché è la stessa fabbrica che vende la Cyril Nègremacchina». Trasporto zero: niente Tir, navi, treni. «E questo abbassa enormemente i costi».
Economia diffusa, a vantaggio dei territori: è la filosofia della “green economy” quella che nel campo dell’energia trasforma i consumatori in micro-produttori. Immaginate di assemblare un certo numero di auto in una sola officina oppure in 50 fabbriche sparse per tutta Europa, dice Cyril Nègre: «Nel secondo caso facciamo del bene, perché serve il 30% di forza lavoro in più». Occupazione, tecnici e operai: «E’ un grande vantaggio, perché si entra nel tessuto sociale delle città, si dà forza alle famiglie». E attenzione all’altra regola d’oro degli inventori dell’auto ad aria: «Per fare ecologia, oggi, non  basta fare macchine pulite, ma è necessario fare macchine che costino poco. E che richiedano poca energia per essere prodotte. Proprio quello che facciamo noi. In più, non trasportiamo macchine finite qua e là per l’Europa. Le produciamo in loco: e questo riduce ulteriormente le emissioni (e i costi) del ciclo produttivo».
Ogni singola officina sarà in grado di sfornare circa 7.000 vetture: solo in Italia, significa 140.000 auto all’anno. «E sono stime prudenti – dice Nègre – perché quando la gente conoscerà il nostro prodotto ci sarà un vero boom della domanda», peraltro anticipata dal gran numero di prenotazioni “al buio”, tanto è l’interesse già suscitato per l’auto più rivoluzionaria della storia. «La macchina costa poco, ma soprattutto costa pochissimo da usare: meno di 1 euro per fare 100 chilometri». Inoltre, il concetto produttivo Mdi-Tata avvicinerà il pubblico al prodotto: «Oggi nessuno si può svegliare e "OneFlowAir", l'ultra-economica "Mehari" ad ariatrasformare in costruttore, l’unica strada è quella di creare tante piccole officine, in grado di assemblare l’80% del prodotto: distribuendo il know how, non macchine fatte, è tutto più facile e veloce».
Capitolo luoghi comuni: l’accusa più diffusa, osserva “Repubblica”, è che per comprimere l’aria serve un sacco di energia, esattamente come per l’auto elettrica. In realtà, spiega Nègre, le vetture ad aria compressa saranno ultra-economiche: una bombola fa 20.000 cicli, pari a 2 milioni di chilometri, «quindi dura più della macchina, e questo è molto importante perché ha un riflesso diretto sui costi». Vero, per comprimere l’aria serve più energia che per caricare una batteria. Ma poi, per funzionare, un’auto ad aria brucia meno energia perché è leggerissima: per cui, alla fine, la tecnologia ad aria è vincente. Per il “pieno”, bastano due minuti con la pistola ad aria, oppure tre ore se si ricarica il compressore ad una normale presa di corrente. A bordo, però, il compressore non c’è: è lo stesso motore-alternatore a funzionare anche da "AirPod", la minuscola "Smart" ad ariacompressore. Volendo, può persino trasformarsi in generatore di corrente per appartamenti, in caso di emergenza.
Il traguardo più faticoso, ammette Nègre, è stato proprio il motore: è la tecnologia il “miracolo” che consente alla citycar “AirPod” di viaggiare a 80 chilometri orari e alla “AirCity” di toccare i 130, massimo limite di velocità sulle autostrade. L’ammiraglia “AirOne”, volendo è ibrida: potenziabile con un mini-motore a scoppio (benzina o diesel) che consente di portare a 350 chilometri l’autonomia del veicolo, spendendolo solo mezzo euro per 100 chilometri e con emissioni comunque irrisorie. Tra un anno, quando le prime vetture ad aria cominceranno a circolare, si porrà immediatamente il problema della rete di distribuzione del “carburante”: bastano 39.000 euro a stazione di servizio, dice Nègre, per dotare i distributori di adeguate pistole ad aria, ad alta pressione. «Ovviamente, se non circolano macchine ad aria non c’è business: è un sistema complesso, Il bus ad aria prodotto da Mdiche va visto nell’insieme. Ed è questo che ha affascinato la Tata: ha una visione globale».
Altissimi i livelli di efficienza per le bombole, invisibili perché collocate sotto il pianale: standard di sicurezza allineati a quelli dei serbatoi Gpl. Le bombole ad aria compressa – 248 bar – sono le stesse di quelle dei veicoli ecologici a metano, indistruttibili e anti-urto, controllate per legge ogni cinque anni. «Voglio essere chiaro: in questa macchina non c’è niente di strano», ribadisce l’ingegner Nègre: «Nel motore ci sono bielle e pistoni, mentre il circuito dell’aria è lo stesso delle auto a Gpl o metano. Per questo nel nostro progetto c’è anche la voglia di rimettere in moto i piccoli garage. Nel sistema vogliamo far tornare in vita le piccole officine che potranno fare la semplicissima manutenzione di cui hanno bisogno queste macchine che non CityFlowAir, la "compatta"inquinano, non sporcano, hanno un olio motore eterno, non hanno circuito dell’acqua, non c’è alta temperatura di funzionamento».
Macchine costituite da pochissimi pezzi: la carrozzeria dell’“AirPod” ne ha solo tre. Per non parlare del motore: la temperatura è al rovescio, caldo fuori e freddo dentro: meno 20 gradi nella camera di propulsione. L’aria di scarico, perfettamente respirabile, viene usata per climatizzare l’abitacolo, al posto del condizionatore. Infine, il rumore: uno sbuffo, simile a quello dei propulsori a due tempi. Nessun pericolo che i pedoni non lo avvertano. Rivoluzione? Pare proprio di sì. Tra un anno, con queste vetture si farà il pieno con soli due euro, nelle stazioni di servizio che avranno adeguato i propri impianti di aria compressa. Quanto alle piccole percorrenze, il futuro autorizza a sognare: chi saprà auto-produrre energia potrebbe anche riuscire ad alimentare da casa, a costo zero, la propria vettura. Grandi problemi, grandi soluzioni: le più vincenti, in genere, sono le più semplici. Provare per credere: per prenotare una citycar della Mdi basta un clic sul sito dell’azienda. Alla faccia della crisi, del petrolio e dei signori della guerra. Milioni di auto ad aria? Operazione nuovo umanesimo: con tanti saluti al global warming, ai serial killer della finanza mondiale e a tutti i Marchionne del pianeta.


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