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17/06/2013 - Il 12 giugno scorso nel Campus Vitra di Weil am Rhein è stata costruita Diogene, una unità abitativa minima. Sulla collina tra la VitraHaus e la cupola geodetica, l'architetto italiano Renzo Piano ha sviluppato con il Renzo Piano Building Workshop (RPBW) il più piccolo edificio del Campus, che è nel contempo il più grande prodotto Vitra.
L'idea della dimora minima, spiega Renzo Piano in un’intervista, lo
aveva incuriosito sin dagli anni dell’università, era per così dire
un'ossessione, una “buona” ossessione. Uno spazio abitativo di due metri
per due metri per due, lo spazio sufficiente per un letto, una sedia e
un tavolino, era il tipico sogno di uno studente di architettura.
A quel tempo non poteva realizzare quest'idea, ma verso la fine degli
anni Sessanta, quando Piano insegnava all’Architectural Association di
Londra, costruì con i suoi studenti case in miniatura sulla Bedford
Square. Nel corso della sua carriera l'architetto ha progettato inoltre
barche, auto, e qualche anno fa le celle per il convento delle Clarisse di Ronchamp.
Anche in quel caso si trattava di minimizzare l'ambiente abitativo, non
per motivi di efficienza economica, bensì di rinuncia, di consapevole
privazione.
La casa minima è un'idea che continua ad affascinare Piano,
soprattutto in un momento in cui il suo ufficio si occupa di progetti di
grandi dimensioni, come quello che, al momento del suo completamento
nel 2012, era il grattacielo più alto d'Europa, lo Shard di Londra.
Circa dieci anni fa, Renzo Piano cominciò di propria iniziativa e senza
committenti a sviluppare una piccola casa di questo tipo. A Genova
vennero costruiti vari prototipi: in compensato, in cemento e, infine,
in legno. L'ultima variante del progetto intitolato “Diogene”
fu pubblicata nell'autunno del 2009 nell’edizione monografica “Being
Renzo Piano” della rivista italiana “Abitare”: una casa in legno con
tetto a due falde di 2,4 x 2,4 metri di superficie, una linea di colmo
di 3,2 metri di altezza e del peso di 1,2 tonnellate. Tramite l’articolo
di giornale, Piano presentò al pubblico la sua visione, osservando,
tuttavia, in un commento, che occorreva un committente per proseguire
con la realizzazione del progetto “Diogene”. Infine trovò il partner
ideale in Rolf Fehlbaum, il Chairman di Vitra con cui a fine giugno 2010
decisero di promuovere il progetto. Dopo tre anni di progettazione e
sviluppo, in occasione dell'Art Basel 2013, è stato presentato un nuovo
prototipo di “Diogene” nel Vitra Campus, e, precisamente, nell'area
verde antistante la VitraHaus.
“Diogene” non è un riparo di emergenza, ma un rifugio scelto
volontariamente. Funziona in diverse condizioni climatiche e
indipendentemente dalle infrastrutture esistenti, come sistema autonomo.
L'acqua necessaria viene raccolta dalla casa stessa e pulita dopo
l'uso, la corrente viene generata autonomamente e l'ingombro è ridotto
al minimo.
“Diogene” prende il nome dall'antico filosofo Diogene, che viveva in una
botte perché riteneva superfluo il lusso mondano, ed è una soluzione
abitativa ridotta all’essenziale, che funziona in totale autonomia come
sistema a circolo chiuso ed è pertanto indipendente dal suo ambiente.
Con una superficie di 2,40 x 2,96 metri, può essere caricata su un
camion già completamente assemblata e arredata e trasportata in
qualsiasi luogo.
Nonostante “Diogene” corrisponda esternamente all'idea di una casa
semplice, è in realtà un’opera ingegneristica altamente complessa,
dotata di vari impianti e sistemi tecnici che garantiscono
l'autosufficienza e l'indipendenza dalle infrastrutture locali: celle
fotovoltaiche e pannelli solari, serbatoio di acqua piovana, toilette
biologica, ventilazione naturale, finestre con doppia vetrocamera. Per
ottimizzare il consumo energetico, Renzo Piano collabora con Matthias
Schuler della nota società Transsolar, per la statica con Maurizio Milan
(Favero & Milan).
“Diogene” è dotata di tutto il necessario per vivere. La parte frontale è
utilizzata come spazio abitativo: da un lato vi è un divano letto,
dall'altro un tavolo pieghevole sotto la finestra. Dietro un divisorio
vi sono doccia e toilette, nonché una piccola cucina ridotta anch’essa
all'essenziale. Casa e dotazioni formano un'unità. La struttura è di
legno e il suo carattere caldo e comodo si irradia anche all'interno.
Per proteggerla dalle intemperie, l’esterno è provvisto di un
rivestimento in alluminio. Con il suo tetto a doppio spiovente, la forma
della casa richiama l’archetipo dell’abitazione umana, tuttavia, con i
suoi angoli arrotondati e il rivestimento integrale della facciata,
“Diogene” si presenta al tempo stesso quale prodotto contemporaneo. Non
è una banale capanna, ma un rifugio tecnicamente perfetto ed
esteticamente attraente. La grande sfida era progettare un prodotto
complesso che fosse adatto alla produzione industriale in serie.
“Questa casetta è il risultato di un lungo viaggio, determinato in
parte da desideri e sogni, ma in parte anche dalla tecnologia e un
approccio scientifico”, spiega Renzo Piano.
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