giovedì 20 novembre 2014

Titanic Italia #fuoridalleuro

Titanic Italia #fuoridalleuro


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A.E.Pritchard sul Telegraph rilancia le parole di Fassina secondo cui il Titanic Europa sta naufragando e bisogna uscire dall’euro se la politica non cambia rotta, e le motiva con forza: l’Italia è sprofondata nella crisi peggiore dall’unità d’Italia, intrappolata in una dinamica maligna del debito senza via d’uscita, le politiche sono sbagliate e gli elettori hanno sopportato stoicamente sinora solo perché contavano su una ripresa che non arriverà. da vocidallestero.it
di Ambrose Evans-Pritchard

Un ex ministro italiano avverte che il “Titanic Europa” sta naufragando, e chiede uno scioglimento “ordinato” dell’euro, a meno di un cambiamento di rotta radicale.
La zona euro ha evitato una tripla recessione, ma rimane bloccata in una profonda crisi strutturale, con troppo poco slancio per creare posti di lavoro o per fermare un aumento inesorabile del rapporto debito/Pil.
Nel terzo trimestre l’area dell’euro ha visto una crescita dello 0,2%, mal’economia in Italia è in contrazione ancora una volta e lo è ormai da più di tre anni.
Stefano Fassina, l’ex viceministro delle finanze italiano, ha dichiarato che senza un cambiamento di rotta radicale il “Titanic Europa” si sta dirigendo verso il naufragio.
Ha avvertito che le politiche di contrazione stanno distruggendo l’economia italiana e ha invitato i leader del Paese a “battere i pugni sul tavolo”. Ha detto che dovrebbero minacciare uno “scioglimento ordinato” dell’euro, a meno di forti cambiamenti nelle politiche economiche. I suoi commenti hanno sollevato molto clamore a Roma, in quanto egli è un personaggio rispettato nel Partito Democratico di Matteo Renzi.
La Francia ha rimbalzato dello 0,3%, ma il balzo è dovuto ad un aumento delle scorte e a un picco dello 0.8pc nella spesa pubblica, soprattutto per l’assistenza sanitaria. Il trimestre precedente era stato rivisto al ribasso, a meno 0,1%.
E’ una falsa promessa” ha detto Marc Ostwald di Monument Securities. “Fondamentalmente la Francia sta malissimo. Come qualcuno possa festeggiare questo rimbalzo come una storia di ripresa va al di là della mia capacità di comprensione.” “Una lettura attenta dei dettagli fa riflettere. Tutti i motori della crescita sono quasi spenti” ha detto Denis Ferrand, direttore dell’istituto di ricerca francese Coe-Rexecode.

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