Le pagine economiche scrivono da diversi giorni del crollo del valore del rublo prima di risalire grazie agli interventi della Banca Centrale Russa. Cosa è successo in Russia? Nulla. Per paradossale che possa sembrare, non è cambiato nulla. Le sanzioni che Unione Europea e Stati Uniti hanno messo sulla Russia hanno ridotto le esportazioni dei beni diversi da quelli petroliferi, mentre gas e petrolio costano di meno per il crollo dei prezzi avvenuto sui mercati. Il risultato è che il rublo ha perso valore. La Banca Centrale Russa è quindi intervenuta vendendo dollari (più di due miliardi al giorno) per acquistare rubli, in maniera da farne salire il valore. Inoltre è stato aumentato il tasso di sconto del rublo,
dal 10,5% al 17% in una sola volta.
Tale aumento è un segnale di forza e non di debolezza della Banca Centrale Russa, che dimostra così di difendere il rublo. Inoltre si prepara una legge che impedisca alla gente di portare all'estero le banconote in valuta pesante che possono servire al governo per stabilizzare il rublo e frenare l'emorragia.
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