lunedì 13 aprile 2015

La mia visione dell’agricoltura sinergica e della terra / di Maurizio Fadda

La mia visione dell’agricoltura sinergica e della terra / di Maurizio Fadda
La mia visione dell’agricoltura sinergica e della terra
di Maurizio Fadda (*)
Oggi, in un giorno in cui sono chiuso in ufficio da ore, mi decido a dire con tormento cosa è l’Agricoltura Sinergica (**) per me, dopo diversi anni che la studio ed osservo, non solo sui terreni e nel sapore delle piante che ci crescono ma anche negli occhi e nelle parole delle persone che la praticano o che la ascoltano per le prime volte dalle mie frasi.
Per me è un modo molto profondo di amare la terra, è la scusa migliore per andare spesso e contenti nell’orto, anche solo a sedersi a guardarlo; è la natura nella sua massima espressione che ti fa vedere come, se la rispetti con umiltà, lei sia prodiga di ortaggi, diversità e disordine della vita e bellezza del caos. E’ un fiore di iperico o un geranio selvatico che è cresciuto dove non doveva e ci sta benissimo; è il giallo consumato della paglia che contrasta una fragola rossa, è la mano di un uomo rude che si avvicina con tenerezza e devozione alla terra; è la terra che si avvicina alla donna e le dice della vita e ti pieghi di meno.  Mi piace perché stravolge tutto quello che la gente sa normalmente sugli orti e mi piace lo sguardo perso di chi per decenni ha fatto l’orto convenzionale…..mi incanta perché l’orto sinergico ha un nome, l’energia di chi lo cura ed è bello!! tutto questo e altro ancora è il Sinergico.
Questa introduzione un po’ poetica un po’ filosofica forse riesce vagamente a dire quello che ho sentito in tutti gli orti che ho fatto nascere, come un “ostetrico della Terra”, che sento come miei figli o di cui mi sento padrino. Perché la cosa importante in un orto sinergico è anche far nascere o crescere nelle persone che lo dovranno curare un amore viscerale e profondo per la Terra, la comprensione acuminata che il viaggio lo devono fare dentro loro stessi. Devono ricostruire quell’ancestrale rapporto con la terra che avevano e hanno tuttora le culture native (o cosiddette  primitive) come i Nuragici ormai scomparsi o gli indiani d’America o popoli Africani e Sudamericani ancora esistenti, che con la terra hanno ancora quel rapporto vero e diretto che noi abbiamo ormai distrutto fra progresso tecnologico-industriale, consumismo e cosiddetta “civiltà”. Ma è vera civiltà quella che da poca importanza alla salute della Terra, alla provenienza del proprio cibo e ancor meno ai contadini che lo producono ?
E’ molto difficile dire tutto quello che sento sull’Agricoltura Sinergica, ecco perché spesso leggo solo la poesia che scrissi nel mio primo corso sinergico come discente, perché il Sinergico è la poesia dell’agricoltura, bisogna lasciarsi andare alla Natura e alle piante, non umanizzarle ma vegetalizzarsi  e farsi guidare dall’istinto, dalla sensibilità e dall’osservazione della Natura. E’ ovvio che leggere, studiare, sperimentare coltivazione sinergica e vedere molti orti sinergici sono cose molto importanti per diventare bravi agricoltori Sinergici, ma se c’è la giusta impostazione mentale la strada è più facile e io dico che se anche non si diventa molto bravi ma si ama la Terra con questa intensità, la Terra e l’umanità ci guadagnano lo stesso moltissimo.

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