sabato 16 maggio 2015

Racconti di pedagogia libertaria- il gioco è un valore.

Racconti di pedagogia libertaria- il gioco è un valore.

Non mi piace la matematica.
Mi piace raccogliere vermiciattoli dalle buche scavate da Frida,la mia cagna, in giardino. Sogno molto. Sono la regina dei pupazzi, e con loro combatto i mostri.
I mostri sono trasparenti ma con la luce del sole si possono vedere macchie colorate. Ecco,quelle macchie sono mostri. Mio padre mi ha detto che io ho la forza-zero,una specie di barriera che si attiva; così posso dormire tranquilla insieme a tutti i miei pupazzi che hanno molta paura.
Non ho senso dell’orientamento. C’è chi non ha il senso del nascondino io invece su quello, sono fortissima.
Uno dei primi giorni di scuola delle elementari dovevo andare in bagno. Me la sono tenutaparecchio.Non ho chiesto di potermi assentare ; non per timidezza ma per paura di prendere parole. Verso l’ultima ora di scuola ho preso coraggio ed ho chiesto di andare in bagno ma io non sapevo dove era il bagno. La scuola era enorme,tutta uguale. Allora sono rientrata senza dire nulla e non ho fatto pipi’. 
Non ce l’ho fatta proprio a tenermela. L’ho fatta li ,sulla sedia prima che suonasse la campanella. Se la maestra non fosse stata seduta dall’altra parte della cattedra come a creare una barricata,forse le avrei chiesto dove era il bagno. Tutti hanno pensato che avessi chi sa quale disagio interiore. Ma il disagio ce l’ha chi si è posto verso di me con autorità. Dal momento in cui ci si siede dall’altra parte della cattedra,della barricata per difendersi dai bambini,dalle loro parole,dai loro bisogni.
Per casa fate un disegno delle vostre vacanze.
Come spiegare alla maestra che non ho fatto il disegno perchè dentro all’astuccio ho trovato una matita piccola,piccola. Come me. Ed era tutta sola; così le ho cercato una famiglia. Però dovevo capire bene di che tipo di famiglia avesse bisogno e che cosa desiderasse fare con i suoi nuovi genitori. Le ho dato una voce. Ed anche le altre matite parlavano. Se avessi potuto per lo meno spiegare quanto per me era importante non lasciare sola quella matita sarebbe stato tutto risolto. Invece avevo i quaderni impiastricciati di penna rossa e commenti delusi. 
puoi fare di meglio!
10320422_649304161803414_6347495630956615932_n
Maestra, io ho fatto tutto quello che il mio animo mi diceva fosse meglio. Tutte le volte che non ho fatto i compiti,che non la ascoltavo in classe,che venivo assonnata a scuola, è perchè mi sono occupata di cose importantissime.
ho salvato gatti randagi, animali feriti,ho parlato ai fiori,ho fatto il funerale ad una libellula e le ho dato riposo vicino al ciliegio,ho cercato una famiglia per la matita più piccola del mio astuccio, ho raccontato una favola alla mia bis nonna per farla addormentare. Ho scoperto nuovi luoghi inesplorati con la mia bicicletta. 
E negli anni ho letto libri che non mi era stato detto di leggere e non ho letto o ho letto in altre occasioni quelli che mi si voleva obbligare a leggere. 
Mi dispiace di non aver compiaciuto lei, i miei famigliari e tante persone che di fronte al funerale di una libellula o alla meticolosa raccolta di vermi d’ogni colore non ne capiscono l’importanza e la serietà. Perché giocare è una cosa seria. E’ un valore fondamentale.
13798_431984130202086_1994171859_n
p.s: ogni riferimento a cose,fatti e persone è puramente casuale. 

Nessun commento: