lunedì 19 ottobre 2015

NON BIOMASSACRIAMO L'ARIA


Parlamentati Cinquestelle che avete firmato la mozione vigilate e controllate non fatevi fregare da questi signori!
A proposito degli ignobili impianti a biomasse dei quali la Marcegaglia è una delle più accanite sostenitrici, il giorno 13 giugno 2013 veniva presentata alla Camera dei Deputati una mozione (https://m.facebook.com/notes/m5s-commissione-ambiente-territorio-e-lavori-pubblici/mozione-sul-controllo-delle-centrali-a-biogasbiomassa/683282241689294/) a firma dei parlamentari: Zolezzi, Terzoni, Busto, De Rosa, Daga, Mannino, Segoni, Tofalo, Vignaroli, Zaccagnini, Alberti, Agostinelli, Turco che impegnava il governo al controllo e all'ispezione delle centrali a biomasse esistenti e a disincentivare la costruzione di nuove centrali poichè dannose e pericolose, la mozione diceva testualmente:
Si impegna il governo
ad adottare iniziative volte a verificare, anche attraverso ispezioni, nei limiti delle proprie competenze, gli impianti a biomassa già operanti sul territorio nazionale affinché essi non producano inquinamento dell'aria, dei suoli (chimico e biologico), acustico, odorigeno e dell'acqua di falda con particolare riferimento alle zona abitate ricomprese nel raggio di 3 chilometri da ciascun impianto, alla movimentazione dei materiali in entrata e in uscita dagli impianti e con particolare riferimento alle fonti di finanziamento delle società di gestione degli impianti;
ad esercitare l'attività di monitoraggio sulla corretta applicazione delle «Linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili» di cui al decreto ministeriale Sviluppo economico del 10 settembre 2010, con specifico riferimento all'individuazione di aree non idonee alla realizzazione di impianti a biomasse affinché le autorizzazioni all'esercizio degli impianti a biomassa rilasciate dalla regione o dalla provincia delegata siano state assunte nel rispetto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, della valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, della tutela della biodiversità e del patrimonio culturale e del paesaggio rurale;
a verificare, sui medesimi presupposti normativi sopra richiamati che le regioni e le province autonome abbiano proceduto prioritariamente all'individuazione delle aree non idonee alla installazione di specifiche tipologie di impianti sulla base dei criteri tecnici oggettivi legati alla tutela dell'ambiente, del paesaggio e del patrimonio artistico-culturale;
ad intervenire con le opportune iniziative normative ed amministrative affinché, quale espressione di principi fondamentali dello Stato, siano emanate nuove «Linee guida per lo svolgimento del procedimento di autorizzazione per i nuovi impianti alimentati da fonti rinnovabili», e sia disposta la parziale o totale modifica del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n.387, di attuazione della direttiva 2001/77/Ce relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili, con l'obiettivo di prevedere che non vengano realizzati impianti a biogas o biomasse di qualsiasi potenza nei comuni dove già ne sussistano, che gli impianti autorizzati abbiano una potenza massima 0.1 mega watt, che siano utilizzati reflui per oltre il 90 per cento, che sia garantito il monitoraggio precedente e successivo alla realizzazione degli impianti sia della qualità dell'aria nel raggio di 3 chilometri (a varie distanze) dall'impianto, sia della qualità dei suoli alla luce della potenziale presenza di contaminanti chimici e biologici), sia della qualità dell'acqua di falda attraverso il rispetto della distanza minima di 2.5 chilometri dai centri abitati e che siano autorizzati impianti solo in aree dove un ipotetico piano energetico locale individui necessità energetiche locali non soddisfatte da altre fonti rinnovabili meno impattanti.
Fra i firmatari c'era anche l'onorevole Zaccagnini, il quale non si accorgeva o faceva finta di non accorgersi che ben due proposte di legge, sono state presentate alla Regione Lazio e alla Camera, per disinquinare con la canapa i terreni pesantemente contaminati e poi utilizzare quella biomassa come combustibile in impianti per la produzione di energia elettrica.
Noi amiamo la canapa, ma l’aria la respirano tutti gli esseri viventi e non vorremmo vedere trasformata in strumento di distruzione proprio quella pianta che, grazie alle sue innumerevoli e meravigliose proprietà, potrebbe contribuire a un altro modello di sviluppo eco-compatibile.
Biocannabis ( https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=739148056231793&id=699087596904506&substory_index=0 ) ha evidenziato con diversi articoli la pericolosità di tali leggi costringendo l'onorevole in questione a una poco onorevole ritirata, Pertanto, non ci resta ora che tirare un sospiro di sollievo, potendoci certamente rallegrare del fatto che tutto è bene quel che finisce bene, rallegrandoci che sono stati bloccati i mali peggiori di questa Pl e conseguentemente della sua omologa in Regione Lazio, simile per la parte della combustione di biomassa inquinata.
Riservandoci di tornare sull’argomento per una analisi più approfondita, sintetizziamo molto brevemente alcune osservazioni su come è cambiata la PL nella sua ultima versione del’8 ottobre: La combustione della biomassa di canapa per la produzione di energia elettrica è rimasta, evidentemente non si può far dispiacere il governo Renzi che con il suo decreto “Sblocca Italia” di agosto, ha previsto la costruzione di 12 nuovi inceneritori che bisognerà pure in qualche modo alimentare, ma almeno non è più presente e menomale, la combustione di biomassa di canapa inquinata, prima usata per bonificare terreni molto contaminati e che sarebbe poi stata utilizzata, nel progetto iniziale, per la produzione di energia elettrica.

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