lunedì 7 marzo 2016

ABOLIAMO LA SVEGLIA !

Aboliamo la sveglia !

La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. 
Leggerli in ordine è vivere, 
sfogliarli a caso è sognare.
Arthur Schopenauer

Di Daniele Reale

Trovo giusto dedicare un capitolo di questo libro a uno dei nostri più acerrimi nemici, la sveglia.
La sveglia è la nostra odiata compagna di vita che ci tormenta sin da piccoli, è lei, infatti, che ci strappa senza tanti complimenti dalle braccia dei nostri sogni, per consegnarci come prigionieri alla realtà dei doveri.





Il suo odioso tintinnio rompe ogni mattina il dolce silenzio della notte, facendoci allungare il braccio fuori dalle coperte alla disperata ricerca del bottone magico che ponga fine a tanto chiasso. Quanti di noi in quel momento muoiono dalla voglia di avere un martello tra le mani e spaccarla in mille pezzi?




Ma nel mondo del dovere, purtroppo, la sveglia è anche nostra alleata, senza di lei incorreremmo in rimproveri frequenti e alla lunga in bocciature negli studenti e in licenziamenti negli adulti.
La sveglia è l’inizio del nostro calvario quotidiano, è il primo oggetto con cui entriamo a contatto il mattino e l’ultimo oggetto che vediamo davanti ai nostri occhi prima di addormentarci.
La sveglia che ogni mattina ci risveglia bruscamente dal sonno, è lì per ricordarci
la nostra condizione di schiavitù.



Alzarsi di malavoglia è contro natura, mentre alzarsi spontaneamente come quando da piccoli attendevamo un evento importante, ci fa comprendere come la nostra sveglia naturale sia già presente in noi.

Quante volte da piccoli vi è capitato di alzarvi prima del suono della sveglia? O di non riuscire a dormire per nulla durante la notte, per via della tempesta emozionale provata nell’attesa di un evento per voi importante?
Io credo che la nostra vita dovrebbe essere sempre così, una continua attesa alla gioia.





La società schiavista del ventunesimo secolo, che si crede evoluta e civilizzata, mentre affonda le sue radici ancora nel Medioevo, dividendo ancora la società in padroni, servi e schiavi, vuole farci credere che il sonno è nostro nemico, perché ci rende pigri e non brave macchine produttive come la società consumista vuole che siamo.

Starsene a letto è improduttivo per la società dei consumi, che non manca mai di elogiare il vecchio proverbio: “Chi dorme non piglia pesci”.




Io credo che concedersi qualche ora di sonno in più gioverebbe non solo alla nostra salute, ma contribuirebbe anche a renderci persone migliori, più calme e più pacifiche, più disponibili e meno frustate. Il sonno fuori della nostra non-cultura moderna è sempre stato apprezzato da tutte le civiltà antiche.
Sognare in tutte le civiltà antiche
era considerata una vera e propria arte,
un ponte che conduce ad altri mondi
e ad altre realtà, tutte da esplorare.






L’idea di base comune in molte culture antiche, ma anche in tutte le tribù primitive, è quella che il mondo onirico apre porte normalmente non accessibili durante lo stato di veglia.
Gli aborigeni australiani per esempio consideravano il mondo dei sogni come la vera realtà, quella della dimensione interiore, dello spirito e dell’anima.





Loro credevano che prima della creazione del mondo materiale e fisico, contenente l’uomo, gli animali, i minerali e i vegetali, esistesse il “Mondo del sogno”, il luogo in cui gli spiriti ancestrali hanno dato il via alla creazione di questa realtà fisica.
I sogni dunque sono il filo conduttore che ci tiene legati alla matrice divina del creato, dove non esistono regole ne leggi scientifiche e tutto è possibile.

In Occidente con il passare dei secoli e con l’avvento del rozzo materialismo, la cultura dei sogni è stata via via trascurata e infine quasi completamente dimenticata, fino a ridurre il fantastico mondo onirico a una banale pausa tra un giorno e l’altro.


Noi però siamo nati per sognare, abbiamo bisogno di sognare, perlomeno per ricordare a noi stessi di possedere un’anima che trascende lo spazio e il tempo, infondo cos’è un uomo senza sogni?
Una nullità.
Sapersi meravigliare dei propri sogni, proprio come quando si è bambini, è un modo per conservare intatta la propria freschezza interiore, sognare permettere di utilizzare la mente a 360° gradi, senza cadere nella trappola dei limiti. Smettiamola di dar retta alle soluzione banali che ci offre la scienza e la logica moderna, le emozioni che proviamo non si misurano né si osservano, si può solo viverle personalmente.
Voi uomini bianchi pretendete che noi ariamo la terra,
che tagliamo l'erba, che da questa otteniamo del fieno
e lo vendiamo, affinché diventiamo ricchi.
Voi uomini bianchi conoscete solo il lavoro.
Io non voglio che i miei giovani uomini diventino uguali a voi. Gli uomini che lavorano sempre non hanno tempo per sognare,
e solo chi ha tempo per sognare trova la saggezza.
Indiano Smohalla

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