venerdì 8 aprile 2016

Danzare senza regole

Danzare senza regole

(“Sonnet: Alive”, di Sahra Vang Nguyen, poeta e scrittrice contemporanea – nell’immagine – trad. Maria G. Di Rienzo.)
sahra
Sonetto: Viva
I nostri corpi sono materia solo per momenti
Esplorano profondità che oltrepassano di gran lunga la metafisica
Cuori e anime gentili sono riempiti di grande potenza
Una vita e una morte oltre la tradizione
Allora, quando moriamo, cessiamo di esistere?
I nostri spiriti si sollevano, dolci ossa sotto l’erba,
la massa si scioglie, ombre inframezzate alla bruma
Smettiamo di parlare a coloro che sono andati?
Se la vita oggi è energia racchiusa
i nostri corpi servono come capsule temporali ticchettanti
Quindi, dobbiamo aspettare sino a che le sagome diventino scarti
prima di scegliere di danzare senza le regole?
Intrappoliamo noi stessi all’interno di queste tenere membra,
ma non c’è bisogno che la morte venga da noi per volare a nostro capriccio
spirit dance
Nel 1980 i genitori di Sahra fuggirono dal Vietnam in una barca. Quando dopo molte vicissitudini furono accettati come migranti negli Stati Uniti, il padre cominciò a lavorare in proprio come posatore di pavimenti e la madre aprì una lavanderia automatica. Da bambina Sahra pensava che le professioni dei suoi genitori non fossero proprio “rispettabili” e si vergognava che sua madre lavasse la biancheria dei suoi compagni di classe. Solo dopo anni capì quale sforzo eccezionale era stato per entrambi improvvisarsi “imprenditori” in un nuovo paese, senza conoscerne la lingua o avere alle spalle un’istruzione adeguata. In questo periodo sta infatti producendo un serie di documentari per NBC News chiamati “Self Starters”, che testimoniano storie simili nella comunità asiatica-americana e mostrano, nelle sue stesse parole “le diversità che riguardano non solo etnia, genere e generazione, ma anche industriosità e talento”. Di recente, Sahra ha aperto con tre amiche a Brooklyn un piccolo ristorante, che si chiama “La cucina vietnamita di Lucy”.
Sahra si arrabbia quando “della gente pensa di essere migliore di me. Perché nessuno è migliore di me e io non sono migliore di nessun altro. Scopi, realizzazioni, desideri sono tutti relativi all’unicità di ogni individuo. La vita non è lineare. Perciò concentriamoci meno su quel che la persona accanto a noi ha o sta facendo e concentriamoci di più sul sentiero che solo noi possiamo prendere e sulle cose che solo noi possiamo offrire al mondo.”
E’ anche un po’ risentita con l’industria dell’abbigliamento femminile, perché non solo gli abiti per donne sono sempre più “ristretti e sottili” ma “ci deprivano di funzionalità come le tasche”. Ha ragione da vendere, è una vita che non avere tasche fa incazzare anche me (ma non riuscirete a farmi comprare le vostre borsette orrende e costose, o cialtronissimi designer. Piuttosto tengo chiavi e borsellino fra i denti.). Maria G. Di Rienzo

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