McDonald’s rappresenta senza dubbio l’emblema dello sfruttamento globalizzato e dei danni causati dal fenomeno della globalizzazione.
Icona di capitalismo e consumismo, simbolo dell’industria della carne e dei derivati animali, McDonald’s ha da sempre basato il proprio business sullo sfruttamento altrui: dipendenti, popoli oppressi, foreste abbattute per far spazio agli allevamenti e alle monocolture
intensive funzionali all’ingrasso degli schiavi animali.
Dal documentario “Alma”
Crimini ambientali, animali e sociali colpevolmente accettati dalla società, inseriti con indifferenza in una sotto-categoria che normalizza ciò che ormai viene considerato inevitabile, anche quelle azioni che determinano la scomparsa di una foresta, la morte di miliardi di animali, la fame e l’oppressione di quei popoli ai quali vengono negate anche le principali forme di sostentamento.
Ogni giorno milioni di persone in tutto il mondo varcano le porte dei fast food appartenenti a questa multinazionale, spesso ignorando di essere a loro volta schivi e artefici di un processo di sfruttamento che, prima del consumatore, ha condotto alla gogna miliardi di animali giustiziati nel nome del profitto.
Una delle caratteristiche che contraddistinguono multinazionali come McDonald’s, infatti, è quella di non discriminare tra animali e persone quando si tratta di sfruttamento, schiavizzando e uccidendo i primi per poter assoggettare i secondi, garantendosi così guadagni sicuri.
Questo processo di sfruttamento socialmente accettato ha permesso a McDonald’s, nel corso degli anni, di penetrare in ogni ambiente, dando vita ad un fenomeno percepito come naturale dall’opinione pubblica, e che alimenta la dipendenza da questa e molte altre multinazionali.
All’inizio del 2016 ad esempio, come denunciato dal gruppo Antispecisti/e Libertari/e Ferrara tramite l’inchiesta Educazione al consumismo, la multinazionale dalla grande emme gialla è entrata nella scuola media Dante Alighieri di Ferrara attraverso l’iniziativa
McDonald’s Premia la Scuola, una gara a raccolta punti basata sul consumo dei suoi prodotti: un punto per ogni euro speso.
Non è un mistero che i primi clienti a cui McDonald’s si rivolge, tramite la sua famosa mascotte, sono proprio i bambini, consumatori del presente, ma sopratutto del futuro, che questa multinazionale vuole “allevare” sin dalla tenera età allo scopo di garantirsi introiti
anche negli anni che verranno.
Una filiera dello sfruttamento animale e umano che, ovviamente, non poteva risparmiare chi lavora per la multinazionale statunitense, all’interno dei fast food e negli stabilimenti presenti sopratutto nei paesi asiatici, dove bambini di tutte le età vengono impiegati
nell’assemblaggio dei pupazzetti da inserire negli Happy Meal.
Come accade per gli animali e per i consumatori, ora McDonald’s punta ad “allevare” direttamente anche i lavoratori del futuro, promuovendo un progetto di alternanza scuola-lavoro appoggiato e approvato dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca,
tanto sottolineare ancora una volta quanto le istituzioni vadano a braccetto con le multinazionali, che prevede l’impiego all’interno dei fast food di 10.000 studenti ogni annoI nostri ristoranti, già luogo conosciuto e frequentato dai ragazzi durante il loro tempo libero, diventeranno grazie al progetto di “Benvenuti Studenti”, anche un luogo dove sviluppare un’esperienza utile per il loro futuro, qualunque sia il loro indirizzo di studi.
Questo è quanto si può leggere sul sito di McDonald’s, quasi a voler sottolineare che il percorso di studi che intraprenderanno i/le ragazzi/e non farà alcune differenza, prima o dopo tutti/e saranno costretti/e a lavorare per questa multinazionale.
Che si tratti di McDonald’s o di una qualsiasi azienda X più o meno famosa, quello che deve destare preoccupazione è il processo di alienazione in atto, un percorso che punta alla rassegnazione volto a giustificare l’operato delle multinazionali che, sfruttando l’ormai
costante periodo di crisi, mascherano i crimini da loro commessi dietro la promessa di nuovi posti di lavoro e cibo a basso costo.
Un processo di alienazione che vede i suoi frutti, considerando che sono gli stessi clienti di McDonald’s a schierarsi a difesa della povera multinazionale contestata da quei ragazzi consci di ciò che sta accadendo e che, come accaduto sabato 5 novembre a Milano, stanno iniziando a presidiare i fast food, non per lavorarci, ma per protestare contro questa azienda.
Ma McDonald’s è solo un simbolo di quel sistema che ci vuole tutti/e schiavi/e, dipendenti da quell’illusione della scelta dispensata dal mercato per tenere buone le masse, senza comprendere che siamo tutti/e pedine dello stesso schema di sfruttamento e che basterebbe una semplice presa di coscienza e di posizione per arrestare questo meccanismo.
Perché nessuno/a è veramente libero/a se non siamo liberi/e tutti/e, perché non esiste liberazione umana senza quella animale e della Terra, perché siamo tutti/e terrestri.
Icona di capitalismo e consumismo, simbolo dell’industria della carne e dei derivati animali, McDonald’s ha da sempre basato il proprio business sullo sfruttamento altrui: dipendenti, popoli oppressi, foreste abbattute per far spazio agli allevamenti e alle monocolture
intensive funzionali all’ingrasso degli schiavi animali.
Dal documentario “Alma”
Crimini ambientali, animali e sociali colpevolmente accettati dalla società, inseriti con indifferenza in una sotto-categoria che normalizza ciò che ormai viene considerato inevitabile, anche quelle azioni che determinano la scomparsa di una foresta, la morte di miliardi di animali, la fame e l’oppressione di quei popoli ai quali vengono negate anche le principali forme di sostentamento.
Ogni giorno milioni di persone in tutto il mondo varcano le porte dei fast food appartenenti a questa multinazionale, spesso ignorando di essere a loro volta schivi e artefici di un processo di sfruttamento che, prima del consumatore, ha condotto alla gogna miliardi di animali giustiziati nel nome del profitto.
Una delle caratteristiche che contraddistinguono multinazionali come McDonald’s, infatti, è quella di non discriminare tra animali e persone quando si tratta di sfruttamento, schiavizzando e uccidendo i primi per poter assoggettare i secondi, garantendosi così guadagni sicuri.
Questo processo di sfruttamento socialmente accettato ha permesso a McDonald’s, nel corso degli anni, di penetrare in ogni ambiente, dando vita ad un fenomeno percepito come naturale dall’opinione pubblica, e che alimenta la dipendenza da questa e molte altre multinazionali.
All’inizio del 2016 ad esempio, come denunciato dal gruppo Antispecisti/e Libertari/e Ferrara tramite l’inchiesta Educazione al consumismo, la multinazionale dalla grande emme gialla è entrata nella scuola media Dante Alighieri di Ferrara attraverso l’iniziativa
McDonald’s Premia la Scuola, una gara a raccolta punti basata sul consumo dei suoi prodotti: un punto per ogni euro speso.
Non è un mistero che i primi clienti a cui McDonald’s si rivolge, tramite la sua famosa mascotte, sono proprio i bambini, consumatori del presente, ma sopratutto del futuro, che questa multinazionale vuole “allevare” sin dalla tenera età allo scopo di garantirsi introiti
anche negli anni che verranno.
Una filiera dello sfruttamento animale e umano che, ovviamente, non poteva risparmiare chi lavora per la multinazionale statunitense, all’interno dei fast food e negli stabilimenti presenti sopratutto nei paesi asiatici, dove bambini di tutte le età vengono impiegati
nell’assemblaggio dei pupazzetti da inserire negli Happy Meal.
Come accade per gli animali e per i consumatori, ora McDonald’s punta ad “allevare” direttamente anche i lavoratori del futuro, promuovendo un progetto di alternanza scuola-lavoro appoggiato e approvato dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca,
tanto sottolineare ancora una volta quanto le istituzioni vadano a braccetto con le multinazionali, che prevede l’impiego all’interno dei fast food di 10.000 studenti ogni annoI nostri ristoranti, già luogo conosciuto e frequentato dai ragazzi durante il loro tempo libero, diventeranno grazie al progetto di “Benvenuti Studenti”, anche un luogo dove sviluppare un’esperienza utile per il loro futuro, qualunque sia il loro indirizzo di studi.
Questo è quanto si può leggere sul sito di McDonald’s, quasi a voler sottolineare che il percorso di studi che intraprenderanno i/le ragazzi/e non farà alcune differenza, prima o dopo tutti/e saranno costretti/e a lavorare per questa multinazionale.
Che si tratti di McDonald’s o di una qualsiasi azienda X più o meno famosa, quello che deve destare preoccupazione è il processo di alienazione in atto, un percorso che punta alla rassegnazione volto a giustificare l’operato delle multinazionali che, sfruttando l’ormai
costante periodo di crisi, mascherano i crimini da loro commessi dietro la promessa di nuovi posti di lavoro e cibo a basso costo.
Un processo di alienazione che vede i suoi frutti, considerando che sono gli stessi clienti di McDonald’s a schierarsi a difesa della povera multinazionale contestata da quei ragazzi consci di ciò che sta accadendo e che, come accaduto sabato 5 novembre a Milano, stanno iniziando a presidiare i fast food, non per lavorarci, ma per protestare contro questa azienda.
Ma McDonald’s è solo un simbolo di quel sistema che ci vuole tutti/e schiavi/e, dipendenti da quell’illusione della scelta dispensata dal mercato per tenere buone le masse, senza comprendere che siamo tutti/e pedine dello stesso schema di sfruttamento e che basterebbe una semplice presa di coscienza e di posizione per arrestare questo meccanismo.
Perché nessuno/a è veramente libero/a se non siamo liberi/e tutti/e, perché non esiste liberazione umana senza quella animale e della Terra, perché siamo tutti/e terrestri.
Fonte: Earth Riot
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