mercoledì 11 gennaio 2017

Quando i giocattoli insegnano a sfruttare gli animali


Spesso, dietro al giocattolo, il messaggio è che l’animale debba essere allevato, macellato, cacciato

Vale sempre il detto secondo cui l’Epifania tutte le feste porta via. Finite le festività natalizie, arriva un gran sospiro di sollievo per coloro che le vedono come un peso. Non è così per milioni di bambini che vivono questo periodo con grande gioia per l’arrivo di regali, ovviamente quasi tutti giocattoli, che occupano un posto significativo nel business festaiolo appena concluso. Il giocattolo come noi lo conosciamo nella sua fisionomia di “prodotto industriale” è un fenomeno recente. Ovviamente i bambini hanno sempre giocato, per quanto fosse nelle loro possibilità, con giocattoli costruiti artigianalmente che negli ultimi decenni sono diventati prodotti seriali e hanno avuto una progressiva diffusione nella quotidianità della vita infantile.

Il ruolo del giocattolo nella vita dei bambini sfugge a ogni definizione in quanto oggetto complesso per i molteplici punti di vista da cui può essere osservato. Quelli che noi chiamiamo, in generale, giocattoli, nella realtà sono un insieme di oggetti variegati nelle modalità d’uso e nelle relazioni che il bambino vi instaura poiché è lui a deciderne la rilevanza nel contesto delle sue esperienze di gioco. Il giocattolo non si configura semplicemente come accessorio ludico ma svolge un’importante funzione nello sviluppo della personalità, attivando complesse dinamiche di tipo affettivo, meccanismi d’identificazione e di proiezione; ha un notevole potere educativo nel porre le basi per certi valori ed è per questo che la sua scelta deve essere fatta con grande responsabilità.

I giocattoli sono anche una sorta di mass media per i bambini che da essi apprendono buona parte della conoscenza perché rivelano loro una realtà in miniatura; hanno un peso nell’introiezione di modelli sociali, di ruolo e di comportamento consentendo di rappresentare su scala ridotta aspetti del mondo reale. Sempre più genitori ne sono consapevoli e si comportano di conseguenza nell’acquisto. Il fatto che un giocattolo sia definito “educativo” assume un connotato positivo e rassicurante; al tempo stesso però deve esserci la consapevolezza dell’importanza della scelta del bambino dunque l’acquisto del giocattolo ha senso se poi viene apprezzato da chi lo riceve. Bisognerebbe sempre mediare tra la qualità educativa riconosciuta dall’adulto e la gratificazione ottenuta dal bambino.

Quello dei giocattoli è un mondo dal fascino irresistibile, anche per le persone adulte, ma dietro la sua magia nasconde un lato oscuro che non è solo quello dello sfruttamento del lavoro minorile per fabbricarli, dramma che merita un discorso a parte. Il mondo dell’infanzia è un bersaglio prezioso sul mercato e proprio quel mondo che dovrebbe essere tutelato più di ogni altro, è ricettacolo di ogni sorta di nefandezza: dal cibo, al vestiario, alla pubblicità, ai giocattoli… il corpo e la mente dei bambini sono oggetto di un sottile (ma neanche poi tanto) sfruttamento di cui neppure gli stessi genitori si accorgono. Si sfruttano i bambini per arrivare ai bambini che sono quindi nell’insieme un fine e un mezzo. Nel caso dei giocattoli, mostrare un bambino che gioca divertito è un astuto consiglio per gli acquisti. Osservando la merce esposta nei negozi di giocattoli, si trovano riproduzioni di attività umane finalizzate allo sfruttamento e alla morte degli animali: zoo, circo, acquario, maneggio, pesca, caccia, allevamento, addestramento sono alcuni dei modelli offerti all’infanzia in maniera così edulcorata da sembrare il paese delle meraviglie.

Fonte: L'Indro
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