lunedì 3 luglio 2017

La grande aridità



Manca l’acqua. Forse molti Umani occidentali della generazione nata dal dopoguerra in poi non han mai provato questa esperienza: rimanere all’asciutto, non potersi fare una doccia, dover percorrere chilometri per rifornirsi di un liquido di gran lunga più prezioso del petrolio, un elemento che davvero non ha (e non dovrebbe avere) prezzo. Al di là di ogni retorica l’acqua è un bene di tutti (non solamente degli Umani) e non esiste agricoltura nel deserto.
Chi è attento ai fenomeni naturali avrà notato di sicuro un inverno e una primavera asciutti più del solito in Italia. C’è chi se ne sarà insensatamente rallegrato e chi se l’aspettava: “Manca l’acqua, stato di emergenza a Parma e Piacenza. A Roma si limita utilizzo per giardini, piscine, lavaggi auto”, batte l’Ansa alle 15.27 del 23 giugno 2017. L’articolo non nega l’allarme siccità su tutta la Penisola, ma è pronto a plasmare abilmente la notizia secondo uno schema prevedibile. Leggiamo: “La siccità ha colpito la food valley italiana. Tra la provincia di Parma e quella di Piacenza – precisa Coldiretti – si coltiva 1/4 del pomodoro da conserva Made in Italy. Ma a soffrire è l’intero bacino idrografico del Po, da cui dipende il 35% della produzione agricola nazionale. Sotto assedio sono province dove l’acqua è indispensabile per coltivare granturco e foraggio per nutrire oltre 650 mila bovini, che producono latte per i principali formaggi Dop italiani, come il Parmigiano Reggiano, e 1,5 milioni di maiali, che forniscono le cosce per prosciutti Dop di Parma e di Modena e carne per salumi Dop come il Culatello di Zibello.”
Ma gli stabilimenti di macellazione e trasformazione? Che fine hanno fatto nell’immaginario collettivo? Perché i mattatoi no?
Lasciamo in sospeso la domanda e notiamo solo come abilmente in prima fila si mettono i pomodori. Indubbiamente la pianta di pomodoro ha un elevato fabbisogno idrico (che comunque dipende sempre dall’umidità dell’aria e dalla composizione del terreno grazie alle quali alle volte l’acqua può risultare anche eccessiva e quindi dannosa) ma una volta cresciuto e colto è facilmente fruibile e lavorabile sia per uso industriale sia domestico senza gran dispendio d’acqua.
Si parla poi dei nobili Dop. Formaggi e salumi che fanno grande il made in Italy, nel solco della nota retorica che si focalizza solo su quello che fa comodo sapere, e cela la realtà scomoda di una produzione d’origine animale convulsa, destinata a un altrettanto forsennato consumo (troppo spesso non si mangia, non si beve: si consuma).

Dall’aridità dei numeri
Eppure l’allevamento da “carne”, tutta la “carne”, non è un fenomeno facile da nascondere.
“Ogni anno in Italia vengono allevati oltre 10 milioni di suini. Secondo i dati forniti recentemente da ministro della Salute Beatrice Lorenzin, nel nostro Paese sono stati censiti 137.851 allevamenti di maiali, di cui 100.000 di carattere familiare, 24.000 industriali e 13.200 allevamenti industriali «da ingrasso». Oltre l’80% sono concentrati tra Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto.” (fonte Corriere.it 2015)
Se poi si vuol conoscere il numero dei mattatoi in Italia, ci si può immergere in una macabra lettura seguendo questo link. E’ l’elenco degli stabilimenti (stabilimenti: così chiamano questi luoghi di puro orrore). Per capire un po’ meglio di che cosa si tratta, basta scorrere il gelido elenco fino alla legenda delle abbreviazioni, dove si può spaziare dalle “cosce di rana”, al “laboratorio di sezionamento”, ai “prodotti a base di sangue”, agli “stomaci, vesciche e intestini trattati”, al “macello” vero e proprio.
Nessuno si chiede quanta acqua serve a tutto questo. Acqua fredda…. e bollente.

All’aridità del cuore
Torniamo alla domanda: l’uccisione e la lavorazione dei corpi vivi degli Animali non impiega acqua? Nessuno se lo chiede? Si può rispondere che, al solito, non viene percepita l’ingiustizia. La specie umana considera tutto in funzione di un utile e riesce a vedere solo se stessa. Se stessa in termini preferibilmente occidentali, ma questo è un altro, lungo discorso.
Dietro il velo scuro dei mattatoi c’è però di più.
Un sottile, carsico senso di vergogna porta a occultare accuratamente la violenza e il sangue che scorre e che oceani d’acqua cercano di lavare. Ossequiosi al potere autoattribuito sugli altri Animali, gli Umani a mantengono saldi i propri privilegi, coprendo meschinamente la verità. Basta non guardarla. Basta far finta che non esista l’oscenità sporca della morte.
Manca l’acqua, il sangue però non è mai stato così abbondante.
Fonte: Veganzetta

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