domenica 9 luglio 2017

"Ma perchè non fate tipo fattoria didattica???"

AGGIORNAMENTO!!
Grazie a tutte e tutti voi, siamo riusciti a saldare i primi 10.000 euro di debito!
Così abbiamo altro tempo!
Forza ora! Dobbiamo riuscire a dare anche il resto dell'affitto!
E pagare il fieno, pagare i materiali per la recinzione e i lavori di restauro delle case!
Non lasciateci soli proprio ora!
Questo posto è anche vostro!!
Grazie infinite!!
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Fra qualche giorno pubblicheremo l'evento che si terrà a Roma presso un ristorante vegan il giorno 27 luglio, a conclusione della campagna donazioni a sostegno di Agripunk rifugio per animali liberi, dopodichè nei giorni successivi 28, 29 e 30 luglio siete tutti invitati al rifugio, in questi tre giorni ci piacerebbe impostare le modalità per arricchire e rendere ancora più bello il rifugio per un maggiore benessere per umani e non umani che lo frequentano, vorremmo parlare anche di come poter piantare la canapa ed utilizzarla, ci piacerebbe rinverdire i favolosi anni settanta in chiave antispecista, realizzare una comunità allegra e fantasiosa all'interno di questa terra benedetta, e, per continuare a conoscerci vi invitiamo a leggere questo post:




Quante volte abbiamo sentito questa domanda... tante e tante e ancora tante, soprattutto da parte di coloro che non hanno un'idea ben chiara di cosa sia precisamente un "rifugio per animali di ogni specie".
E' una domanda, se volete, anche lecita perchè l'attività di fattoria didattica spesso è legata alla presenza di animali, quindi la presenza di animali in un rifugio ad una persona non abituata a questo tipo di realtà, può far tornare alla mente questo tipo di attività.
Però nel caso di un rifugio antispecista ci si trova al cospetto di animali liberati e quindi usciti dal circuito dello sfruttamento... in una fattoria invece gli stessi animali sono ancora considerati animali "da reddito" che stanno appunto in questa fattoria per essere ancora e purtroppo usati da quello stesso sistema dal quale qualcuno riesce ad uscire.
Vi spiegheremo perchè è fondamentalmente impossibile fare di un rifugio antispecista una fattoria didattica.
Partiamo dal principio.


Una fattoria è un'azienda agricola con una produzione di ortaggi, olio, vino, frutta ma spesso anche di carne, latte, formaggi, uova e miele.
Le aperture al pubblico con scopo dimostrativo, divulgativo, degustativo e ludico sono chiamate appunto "fattoria didattica".
In queste giornate le attività della fattoria vengono illustrate e decantate tramite piccoli laboratori, visite guidate agli ambienti lavorativi, visite agli animali e di solito si concludono con un pranzo, merenda o buffet composto dalla produzione della fattoria.
Tutto bellissimo tranne per quel che riguarda la solita "questione animale" che qui invece chiameremo "questione animali" ossia, lo scopo di far vedere gli animali della fattoria alle persone paganti o non e di farle interagire con essi è finalizzata alla promozione dei prodotti di origine animale che poi i visitatori troveranno nel buffet e allo spaccio aziendale.
Quindi lo scopo della fattoria didattica in questo caso è quello di far vedere come sono felici gli animali della fattoria, come stanno bene e come, di conseguenza, è buono il prodotto derivante da cotanta cura e dedizione.
Peccato che tutto questo si chiama sfruttamento.
Ovattato, edulcorato, ludico, felice, etico, tradizionale... chiamatelo come volete ma si tratta sempre di un animale al servizio dell'uomo.
In un rifugio invece gli animali ci abitano perchè sono riusciti in un modo o nell'altro a scampare a tutto questo e nel rifugio trovano una casa, un ambiente sicuro che li protegge e li tiene lontani da questo sistema e trovano dei compagni umani che contro questo sistema lottano ogni singolo giorno e che quindi mai si sognerebbero di chiedere loro qualcosa in cambio.
Per questo la definizione di "fattoria didattica" ci fa venire un pò l'orticaria... perchè ci rimanda ad un'idea di sfruttamento e mercificazione che non ci rappresenta affatto!
Inoltre, non siamo un'azienda agricola.


Siamo un'associazione che ha come scopo primario ridare a questo posto, l'ex allevamento, e agli animali che possono venire ad abitarlo il giusto rispetto ed una dimensione naturale, ripulita da quelle oppressioni, schiavitù e uccisioni che invece guidano il sistema che si basa sull'uso subordinato e sulla detenzione di altri individui.
Le nostre attività sono tutte finalizzate, oltre a raccogliere fondi per realizzare tutto questo, a veicolare messaggi che vanno dall'antispecismo all'autoproduzione, che parlano di come liberarsi e ribellarsi a questo stesso sistema sul quale si basano posti come allevamenti, pelliccerie e pelletterie, mattatoi, stabulari, zoo e circhi con animali, carceri, istituti psichiatrici, cie... e anche fattorie, qualora il loro scopo sia quello di perpetrare comunque questo stesso sistema che rinchiude, opprime e sopprime.


Quindi preferiamo non usare e rifiutare la definizione "fattoria didattica" perchè non c'è nulla di didattico e formativo nell'imparare come si fa il formaggio e perchè questo tipo di attività qui mai e poi mai si faranno.
La cosa che ci rende tristi è il pensare come molte persone pensino che gli animali in fattoria siano davvero felici di dare il proprio latte, le proprie uova e spesso, il proprio stesso corpo e di come queste stesse persone accettino di vedere l'animale vivo, interagire con lui, passarci del tempo insieme scambiando pure un contatto e poi accettare di mangiare una fetta di salame, una bistecca, un pezzo di pecorino o un bicchiere di latte rubati a quegli stessi animali con i quali la settimana prima qualcun altro ha interagito e ha passato del tempo insieme.
Follia? Cattiveria? Dissociazione?


Assolutamente nulla di tutto questo.
Semplicemente un diverso tipo di consapevolezza legato al mangiar sano e al concetto di ruralità, una consapevolezza di superiorità costruita e consolidata dalla società nella quale viviamo, che porta a considerare l'altro (in questo caso l'animale non umano) come qualcuno che deve vivere al servizio di qualcun altro, che deve produrre per forza qualcosa e che deve ricambiare in qualche modo il cibo, l'acqua e le cure che gli vengono date.


Tutto questo in un rifugio non esiste, si è tutti sullo stesso livello perchè esiste un altro tipo di consapevolezza ossia quella che ogni animale, umano e non umano, ha lo stesso solito insindacabile diritto ad essere libero, ad autodeterminarsi, a vivere senza temere di essere privato dei propri figli, uova, latte o della propria stessa vita.
Per tutti questi motivi, non possiamo essere una "fattoria didattica" come è comunemente e generalmente concepita.


Possiamo essere però quello che siamo.
Un luogo dove discutere di uguaglianza, di libertà e di liberazione.
Un luogo dove conoscere coloro che sono riusciti a liberarsi e dove instaurare con loro un nuovo rapporto, ascoltando quello che questi individui hanno da dirci.
Un luogo dove imparare a far germogliare un seme, che sia il seme di una pianta buona per noi, di un fiore buono per l'ape o di un frutto buono per altri animali.
Oppure un seme di nuova consapevolezza che possa germogliare nelle menti e nei cuori di chi ci viene a trovare.
Quindi possiamo rispondere alla domanda iniziale, "ma perchè non fate la fattoria didattica?" con l'unica risposta possibile:
perchè non siamo una fattoria ma siamo un rifugio antispecista per animali di ogni specie.
OGNI SPECIE.


Ecco, immaginate se a tutto quello che avete letto ci aggiungeste anche la possibilità di poter venire a viverci in questo luogo incantevole per qualche giorno, per qualche settimana o anche per periodi più lunghi, pensate a come si viveva fra gli Hippie negli anni settanta e come si potrebbe vivere in questo luogo in compagnia di tanti animali di specie diversa, potremmo pensare anche che si potrebbe iniziare a comunicare con loro tramite la telepatia, per avere una seppur pallida idea di come si potrebbe vivere vi rimando a questo articolo scritto da Daniele Reale:

I Figli dei Fiori andavano fermati



I Figli dei Fiori andavano fermati:
Dagli anni 60 ad oggi cosa è cambiato?

Premetto che anche io, diversi anni fa, da buon ignorante che ero (simpatizzante leghista e di destra) per non so qual motivo, odiavo istintivamente gli Hippie,descritti nei film come i derelitti imperfetti di una società composta e regolare, che disturbavano l'ordine pubblico con i loro colori sgargianti e i loro festival improvvisati sulle rive di qualche fiume senza autorizzazione.

Mi ci sono voluti più di dieci anni per capire che in realtà gli Hippie sono stati gli ultimi europei liberi...

Dunque gli apparati di dis-informazione conosciuti come Tv e Giornali, ancora oggi non mancano di descriverci la generazione Hippie come una massa di giovani sbandati che non si lavavano e che rifiutavano di seguire le regole civili del buon vivere, che non avevano voglia di lavorare e pensavano solo ad organizzare feste in cui ci si drogava e si finivano per fare le orgie.

Ma per fortuna, ci raccontano, in quegli anni gli apparati di potere sono intervenuti per porre fine a tutto quel "disordine sociale", ristabilendo l'equilibrio oppressivo-sfruttativo-schiavista...

I Figli dei Fiori andavano fermati:

Si, perché loro erano contro le guerre...

Ora pensate a tutte quelle bombe che rischiavano di rimanere inesplose e abbandonate a se stessi nei magazzini militari.

E che dire dei numerosi posti di lavoro di medici e infermieri che sarebbero andati perduti se migliaia di persone non si fossero sparate a vicenda nelle guerre di dominio alla ricerca di petrolio?

Pensate al lavoro di tutte quelle imprese impegnate poi nel ricostruire le città rase al suolo dalle bombe, che altrimenti sarebbero rimaste disoccupate...



Pensate anche a quanti nuovi mutui sono serviti per pagare tutto questo, le guerre sono state una fortuna, senza di esse i nostri nonni avrebbero rischiato di morire di noia senza un lavoro snervante di 12 ore al giorno in miniera, in fabbrica o in Svizzera, per accumulare soldi per costruire nuove case e mantenere la famiglia.

I Figli dei Fiori andavano fermati
perché si sentivano cittadini del Mondo:

Ora pensate a tutti quei discorsi strappalacrime sul patriottismo, su: "il mio Paese è il migliore", sul "io sono del nord e tu del sud", sul "io sono bianco e tu negro", sul "io sono ricco e tu povero di merda".

Ecco, se gli Hippie avessero portato avanti le loro idee, ora ti ritroveresti in un mondo nuovo, dove tutti si rispettano a vicenda, dove ognuno si sposta da un lato all'altro del mondo senza esibire documenti e passaporti, senza rendere conto a nessuno e senza dover giustificare ogni volta ad estranei in uniforme i tuoi movimenti.
Terribile vero?

Pensate che negli anni 60 i figli dei fiori viaggiavano in pulman e in treno fino in India, passando per l'Afganistan, il Pakistan, l'Iran e altri paesi potenzialmente "terroristi".

E chiacchieravano pure con quei terroristi, fumavano nei narghilè assieme a loro e venivano ospitati la notte nelle loro case, ma loro non sapevano che erano terroristi...perciò ci andavano d'amore e d'accordo, nonostante le loro culture fossero diverse.

Ma riuscite ad immaginare
in quali terribili condizioni
sarebbe il Mondo oggi se i Figli dei Fiori
avrebbero prevalso con le loro idee?

Dove sarebbero ora tutte quelle fabbriche inquinanti che ci sequestrano 8 ore ogni giorno in cambio di quel prezioso salario da spendere in nuovi mutui e nuove rate?


Che fine avrebbero fatto tutti i cancelli, i recinti, le telecamere, con cui oggi isoliamo le nostre case per tener lontani i propri simili?

E che fine avrebbero fatto tutti quei maledetti barboni che rovinano il "decoro" delle nostre città?

L'amore per il prossimo ci avrebbe fatto sentire in dovere di sfamarli, amarli e rispettarli, ma per fortuna la ragione ha prevalso sui nostri innocenti sentimenti...

Avete idea poi di tutte quelle feste improvvisate lungo le rive dei fiumi, in montagna e al mare, che sarebbero sorte improvvise e che sarebbero probabilmente durate giorni, se non addirittura settimane?
E tutto questo senza far pagare nessun biglietto d'ingresso!



...Anche i più poveri avrebbero avuto accesso a musiche e balli e...droga!

Si perché gli Hippie erano drogati, si fumavano le canne e poi se ne stavano per ore a osservare il cielo senza far niente, e già allora questo irritava fortemente tutti gli assuefatti di caffeina e alcool che devono sfogare continuamente tutta la loro energia su qualcosa, o, qualcuno...

Per fortuna arrivò il proibizionismo a fermare quei scansafatiche e spedirli a marcire in galera, arrivarono le fabbriche e gli uffici ad ammassarli al dovere quotidiano e a mangiare anche loro le schifezze surgelate e il non-cibo dei fast food, già perché prima quei selvaggi Hippie pensavano bene di coltivare la terra in piccole comunità, razionando il cibo tra i partecipanti.

Fosse per loro oggi non ci sarebbero neppure quelle sane malattie moderne come il diabete!
La tiroide funzionerebbe ancora bene e non servirebbero trapianti di fegato agli alcolizzati cronici.

Ma per fortuna negli anni abbiamo aggiustato tutto!

Siamo riusciti grazie a rigide regole e disciplina a convertire quegli sbandati in produttori-consumatori che ora inquinano e distruggono da bravi capitalisti, non più figli dei fiori, ma figli dell'era industriale...

Insomma, dagli anni 60 ad oggi,
sono stati compiuti passi da gigante:

Ora abbiamo passaporti per spostarci e documenti per dimostrare agli altri chi siamo, cosa facciamo nella vita, se siamo sposati oppure no e quante volte al giorno caghiamo e pisciamo,abbiamo lavori stabili che annoiano le nostre vite, e non importa se dentro ci sentiamo spesso vuoti, insignificanti e soli, perché fuori abbiamo belle case!


E nel garage abbiamo belle macchine!


Ognuno oggi può riempire il frigorifero e buttare nella spazzatura il cibo che avanza, e quando non sappiamo più dove mettere i rifiuti della nostra civiltà, li seppelliamo sotto terra come regalo per le generazioni future.


Oggi abbiamo un solo giorno la settimana per riposare, e tutto funziona bene, i ricchi sono tornati ricchi e i poveri nel frattempo sono divenuti ancora più poveri, l'uguaglianza è stata finalmente sconfitta!

E non ci servono nemmeno più tutti queiRave Party, dove la musica era gratuita e la notte finiva in orge, perché oggi abbiamo You Porn per ammazzarci di seghe quando non abbiamo dove sfogare le nostre fantasie più perverse.


Ieri ci si vestiva colorati e ci si cuciva i vestiti personalizzati in casa e oggi invece seguiamo le mode ed evitiamo di frequentare gente "mal vestita".

A dire il vero spesso non ci si vestiva proprio, perché la nudità non era considerata volgare, ma naturale, e quindi non serviva uscire il sabato sera con 40cm di tacco, e le minigonne più corte di una mano per attirare l'attenzione.

Forse non ne sentivano nemmeno il bisogno le donne allora di attirare l'attenzione, perché quando sei abituato alla nudità, passa anche la perversione dalla mente, non si vede più la donna come un oggetto da azzannare per sfogare i propri repressi istinti, ma come un essere umano di sessualità opposta alla tua con cui si ha il piacere di fare l'amore.

Quella loro nudità, considerata estremamente volgare dalla società repressa civilmente e mentalmente di allora (ma lo è ancora oggi...) era invece estremamente naturale, al pari di quelle ben più antiche delle tribù selvagge, è noto infatti che esporre il proprio corpo nudo al sole e al vento ne rinforza il sistema immunitario e alleggerisce la mente, rendendola più libera e ricettiva, di conseguenza svaniscono anche le perversioni e i pensieri morbosi, poiché l'occhio abituato alla nudità non penserà più incessantemente ad essa come accade oggi...

Per concludere, dagli anni 60 ad oggi,
cosa è cambiato?
Tante, troppe cose direi, ma la cosa più importante è che dagli anni 60 ad oggi, abbiamo perso l'occasione di diventare persone migliori.

Daniele Reale





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