sabato 19 maggio 2018

Testa o croce di Olmo Vallisnera

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Radice d'altura

Ti ho incontrato, ma non ricordo, 
forse sul sentiero delle foglie
guardandomi
come si guarda un bambino
hai lanciato canti 
voltandomi le spalle e ridendo di me
a bocca aperta io
ho sorriso senza parlare

Ho aspettato cento anni 
e mille note crudeli
prima di rivederti 
in una sera limpida di attese
sapessi quanto ho sperato 
in un tuo ritorno
anche la luna, pensa, 
si era stancata, i crateri nascosti

Che stupore nel vederti 
ridere come un tempo
incosciente 
squarciavi l'ipocrisia 
senza mai cambiarmi
davanti a stormi di gabbiani 
che portavano il sale
le tue mani lontane 
come le valanghe in estate

Ho provato a parlarti 
di silenzi muti 
dal sapore di vino amaro
ma volavi via su tappeti colorati
ascoltando solo la musica 
di un organo smarrito

Vorrei farti comprendere 
quante leghe di montagna
ho attraversato
per un semplice bacio
milioni di miglia 
per una luce su un viso smarrito
in gennai infiniti 
a raccogliere rami

Amore non sai cosa significa 
un sospiro mai dato
come le ghiandaie seguono 
una schiena curva
anche tu seguivi distratta 
un bimbo mai cresciuto
che saltava su nuvole astratte
per dormire e poi ripartire

Dite pure che si possono 
rubare le ghiande
dite pure che si possono 
lanciare i sogni
dite pure che si può correre 
senza il sole
ma mai vi sentirò dire: come stai?

Tu, piccola radice d'altura
me lo chiedevi sempre...



Testa o croce di Olmo Vallisnera

Il sistema in cui viviamo si presenta sempre con due volti. Identici nell'annientamento della prospettiva e costruzione di una liberazione a cui tutt# aspiriamo, ma completamente diversi nell'approccio. Da un lato: il volto violento, severo, intransigente che terrorizza; Esso si fa varco utilizzando tutti i mezzi di cui dispone per frenare la crescita di ognun": tribunali, carcere, cliniche, lavori umilianti, metodi burocratici che nascondono il filo di arianna, creazione di edifici alti e lussuosi per imprimere invidia in coloro che hanno aspirazioni mediatiche. Dall'altro lato: il volto sornione, amichevole, umano, di colui che comprende. Appagante, altruista, benevolo, generoso, valoroso. Ecco quindi che l'incanto si fa breccia: ipermercati aperti di notte e la domenica per i lavoratori da 80 ore settimanali, isole ecologiche per la barzelletta della differenziata (ottimo colpo di teatro, quasi riuscito, a parte qualche piccola scaramuccia nei paesi discarica lontani, al di là dell'Oceano), carta quotidiana esibita come filigrana d'oro per i credenti dell'informazione, serate di gala per raccogliere fondi e farci sentire utili e presenti, fondazioni per l'infanzia erette da moloch sanguinari, energia alternativa per le tasche già gonfie di chi ha già rubato (ecco l'alternativa, cambiare la tasca, la prima è sazia), automobili che camminano da sole alimentate dai fiori verdi, artefici devastatori dell'abbassamento del piombo (menzogne dal sapore salmastro, quanti fiori avete sradicato e bruciato in paesi dimenticati per l'infinita voracità?). E poi ancora: autostrade lunghe per raggiungere un attimo di respiro, corsie preferenziali per chi ha la carta oro, quartieri illuminati per la sicurezza e il disprezzo di coloro che sopravvivono al buio, crociere per assomigliare a idoli di cartapesta, televisori grandi quanto le piccole stanze di una vita senza finestre. Ogni tanto mi chiedo: Perchè frignate quando guardate un film sociale? quando poi, dopo un minuto, elargite solo odio? Perchè urlate compassione verso alcun" ma pensate disprezzo verso tutti gli altri? Perché sghignazzate spiritosi e coraggiosi alle battute offensive verso i politici che avete aiutato, in tutti modi, a salire sui troni? Vi fa sentire liber#? Perché insultate il fratello e la sorella che chiedono aiuto? Perché aizzate la vostra frustrazione nei confronti del bisognoso?
Non servono risposte.
La conferma del successo totale dell'apparato repressivo. Così come gli eserciti non miglioreranno le nostre condizioni di vita e non porteranno pace nelle case, così i supermercati della disperazione non guariranno le nostre ferite. Il potere non aiuta a salire i gradini dello status sociale (tanto amato), fa lo sgambetto, spinge a precipitare sempre più a fondo. Quando? Quando sarà chiara questa ovvia realtà? Quando? Dobbiamo morire per svegliarci? Le lacrime non servono a niente, non aiutano colui o colei che soffrono per i sogni artificiali democratici, non aiutano. Cerchiamo di crepare con dignità.
Non lecchiamo anche la bara che ci costruiscono...

Olmo

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