lunedì 6 agosto 2018

L'UOMO PREDATORE. di Franco Libero Manco

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Animali

La lotta di liberazione del vivente dalla tenaglia organizzata dello Stato e dei suoi apparati, dall'oppressione e dai vincoli coercitivi di confini e nazioni, è necessaria (e inevitabile) per avviare quell'inclusione, (spinta alla comprensione nelle differenze) che dà l'urto propulsivo nel creare le condizioni a un profondo e radicale smantellamento dei macigni educativi inculcati fin dalla nascita. E' solo lo sguardo in direzione di una sincera eliminazione di ognicompetizione, di ogni assuefazione ai dettami quotidiani imposti e accettati come verità assolute, di ogni secolarizzazione tradizionale, di ogni paura del "diverso", che può far germogliare la libertà. Poichè è proprio la paura del "diverso", convinzione e tattica infame che alberga nelle stanze idiote del potere, che incenerisce ogni attitudine alla condivisione e conoscienza nelle alterità. Il "diverso" siamo noi. Quando crediamo che un anonimo leader del nulla, un mediocre boia cresciuto a oro e violenza possa risolvere la nostra miseria, possa liberare le nostre vite, possa aiutare i nostri fratelli e sorelle, allora è già troppo tardi; schiavi eravamo e schiavi resteremo. L'unica diversità da combattere è l'autorità, in tutte le sue forme. Il girare le spalle a coloro che sono incatenati e regalarle viceversa a coloro che perpetuano la nostra condizione di burattini di pezza, è un invito a vivere un'esistenza di prodotti da consumo. Tanti numerini manovrabili con un semplice clic. E' solo l'autodeterminazione che fa crescere le ali per poter fuggire dalle gabbie che soffocano. Rimanete saldi alle vostre convinzioni di superiorità e avrete solo donato la vostra vita a orchi che vi monteranno con briglie di acciaio. Fino a strapparvi la pelle di dosso. Osservare le movenze genuine rivoltose di coloro che sono accanto, che intraprendono vie diverse ma sempre in direzione della liberazione. E' questo lo slancio che sospira nel cuore di esseri speciali che lottano e resistono. Guardare dritto negli occhi le "verità in tasca patriottiche dell'abbiamo sempre fatto così" che obbligano a chiudere la nostra attitudine all'indipendenza, spingerli al di là del sentiero e lasciarli finalmente al dirupo. Un salto che li abbraccerà per sempre. Decostruire il linguaggio che amplifica gli "inquilini segregati", che alimenta l'oppressione dei viventi, è obbligo morale. Siamo circondati da piccoli soldati vigliacchi divenuti carnefici per sopperire alla loro inutile appartenenza, rincorrendo uno status di avanzi decomposti. Nessun aiuto ci verrà donato dai sicari del potere, nessuno. Artefici della nostra liberazione senza mai prestare il fianco all'oppressore. 
Questa è resistenza animale...


L'UOMO PREDATORE. di Franco Libero Manco

Come è possibile che l'essere umano, anatomicamente privo di qualsiasi arma naturale (artigli, zanne, zoccoli, corna, veleno, aculei), pur essendo strutturato come la creatura più inerme e meno programmata ad esercitare violenza e uccidere, come è possibile che sia diventato il più crudele e spietato predatore anche nei confronti dei componenti della sua stessa specie? Che cosa lo ha inclinato alla violenza, al crimine, alla guerra, fino a portare all'estinzione intere etnie e intere specie di altri viventi? Che cosa ha estirpato dalla sua coscienza la compassione, la sensibilità, quella sola vera ricchezza che lo distingue dagli animali predatori e che lo apre al rispetto dell'altro e al vivere in pace ed in armonia?
A mio avviso due sono state le principali cause che hanno tralignato la sua natura. Una è stata l'abitudine a uccidere gli animali suoi compagni di vita, che lo ha addestrato alla violenza, alla morte, lo ha abituato alla vista del sangue e al deprezzamento della vita sia dell'animale che del suo simile. Uccidendo gli animali l'uomo ha ucciso la sua parte migliore, la compassione che fin dai primordi andava emergendo nella sua natura; ha ucciso il rimorso, la capacità di condividere le necessità vitali dell'altro; si è reso incline alla legge del più forte e a ogni delitto anche nei confronto degli umani.
Il secondo aspetto che ha pervertito la natura umana scaturisce dal tradimento alimentare contro la morfologia del proprio organismo. Ogni specie è strutturata per nutrirsi con alimenti adatti al suo organismo: il carnivoro è strutturato per mangiare la carne di altri animali, l'erbivoro per nutrirsi di erbe e il frugivoro dei frutti delle piante. L'essere umano dovrebbe nutrirsi dei frutti delle piante, unico vero cibo elettivo per l'uomo, e in assenza di frutta al massimo erbe, bacche, radici e semi.
Alimentarsi da cibi diversi da quelli stabiliti dalla natura è come mettere gasolio nel serbatoio di un'automobile progettata per funzionare a benzina, il suo funzionamento resta inevitabilmente compromesso, e nell'uomo gli effetti sono non solo livello fisico ma mentale, emozionale e spirituale.
La carne è un alimento adatto agli animali predatori, serve a dare la carica dell'aggressività necessaria ad uccidere le loro prede. Se i predatori avessero avuto compassione per le loro vittime la loro specie si sarebbe estinta sul nascere. Se il leone mangiasse come gli erbivori o i frugivori (a parte eventuali carenze nutrizionali) probabilmente la sua natura cambierebbe, si trasformerebbe per acquisire col tempo una natura più mite. Per contro se gli erbivori e i frugivori si nutrissero di carne sicuramente la loro indole si sposterebbe verso la natura aggressiva, oppure ne pagherebbero le conseguenze con lo sviluppo di particolari patologie. L'esempio più lampante viene dalla sindrome della mucca pazza che si è ammalata ed è impazzita perchè è stata alimentata con cibi inadatti alla sua natura di essere pacificamente erbivoro.
L'identica situazione si è riscontrata nella specie umana: da quando l'essere umano ha introdotto nella sua alimentazione anche la carne non solo si sono sviluppate tutte le peggiori malattie (la specie umana è la sola flagellata da 20000 sintomi e 4000 diverse patologie) ma ha sviluppato l'indole tipica degli animali predatori.
L'insensibilità verso la condizione degli altri, l'indifferenza verso la sofferenza altrui e la crudeltà umana è aumentata proporzionalmente al consumo di carne. Da quando l'essere umano ha adottato la dieta degli animali predatori la sua indole è diventata sempre più simile a quella degli animali carnivori: non solo sono aumentate esponenzialmente le malattie, ma abbondano i delitti in apparenza ingiustificabili, la diffidenza verso l'altro, l'aggressività per futili motivi.
Ecco perchè il consumo di carne è stato da sempre ed è ancora la causa principale delle maggiori sventure umane.

“Finchè gli uomini si nutriranno come le tigri in essi permarrà la natura delle tigri.” (Anna Kingsford).

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Zzig Comunitade

Pinguino. Una parola magica che evoca ricordi infantili. Il primo visto allo zoo da bambini. Così comico nella sua andatura eretta dondolante. Così patetico con quella sagoma di omino in frac dalla marsina nera e dal panciotto bianco. Forse per questo è sempre stato caro a scrittori e poeti.
E’ l’uccello più originale del mondo che, invece di volare nell’aria, “vola” nell’acqua. Sbatte quei moncherini di ali che si ritrova, come fossero pinne. E via come un razzo a velocità sostenute, fino a trentacinque o quaranta chilometri all’ora.
(Isabella Lattes Coifman)

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