venerdì 15 febbraio 2019

LA CARNE E’ NECESSARIA? di Franco Libero Manco


L'immagine può contenere: spazio all'aperto e natura

Il 14 febbraio 2018 scrivevo questo post. 

"Le immagini delle ultime investigazioni rese note sono drammatiche e testimoniano una realtà che in una società "civile" non dovrebbe esistere.

Eppure resta il rammarico di vedere ogni volta la condanna degli "allevamenti intensivi", il pubblico che protesta contro prigioni.

È, però, il concetto di "allevamento" che ha in sé implicito quello di schiavitù, dominio, di proprietà di altrui vite, di abuso dei corpi.

Non dovrebbe colpirci il modo in cui vengono schiavizzati, ma la schiavitù stessa.

Non dovrebbe farci inorridire "come" sono violati questi individui, ma l'atto stesso di non riconoscerli come tali e di considerarli merci, beni di consumo, oggetti di profitto.

Non è la tipologia di allevamento il problema, ma l'allevamento in sé, luogo di detenzione e violazione di corpi, che sia intensivo, estensivo, biologico o regale.

Bisogna prendere posizione contro questo sistema oppressivo, lottando per l'apertura di ogni più piccolo recinto e non per il miglioramento delle condizioni di schiavitù.

Questo individuo è in un allevamento, non intensivo, ed è un individuo prigioniero, destinato ad essere ucciso."

Ad un anno di distanza, ecco l'ennesima investigazione su un allevamento intensivo sui media nazionali.

Ad un anno di distanza continuo a chiedermi, e mi rivolgo agli/lle attivist*, quando inizieremo ad interrogarci davvero sull'efficacia di certi metodi o meglio strategie, rispetto ad altre.

Stiamo, consapevolmente o meno, attenzionando sempre più il welfarismo.

Reticoli, gabbie, recinti, lucchetti, stalle, sbarre, catene..imprigionano individui..e vanno aperti.


LA CARNE E’ NECESSARIA? 
di Franco Libero Manco

Carnivorismo umano: il più perverso, deleterio e distruttivo sistema convenzionale

Quando si parla di carne si sta parlando delle parti anatomiche strappate ad un essere, capace di intelligenza e sentimenti, appositamente ucciso, e che come noi amava la vita e aveva paura di morire. Ma molta gente è convinta che la carne sia necessaria alla nostra salute. Se questo fosse vero sarebbe difficile spiegare l’eccellente salute di coloro che non la mangiano, quella di moltissimi personaggi recenti e della storia passata, oltre delle popolazioni che per tradizione sono vegetariane.

La domanda fondamentale da porsi è se l’alimentazione carnea genera benefici o danni. Quali sono i benefici del consumo di carne nella dieta umana per la nostra salute? Assolutamente nessuno. Non è possibile menzionare in alcun modo un solo beneficio apportato dalla carne, mentre i danni prodotti sono molteplici e dimostrabili da qualunque patologia ad essa correlati: danni alla salute, all’ambiente, all’economia, al Terzo Mondo, alla coscienza umana… non v’è malattia che non sia correlata al consumo di carne, come non v’è rimedio in cui si consigli l’eliminazione della stessa dalla dieta.

Mangi una bistecca ed hai tutti i nutrienti necessari? Nulla di più falso. Se mangiassi solo carne non arriveresti alla fine del mese, mentre se mangiassi solo vegetali otterresti una salute eccellente, questo perché la carne è l’alimento nutazionalmente più scompensato esistente in natura: è privo di carboidrati, amidi, fibra, vitamina A,C ed E.

La carne fa male (come il pesce) non solo perché agli animali d’allevamento vengono somministrati ormoni per accelerarne la crescita, oltre a vari farmaci, come antibiotici per immunizzarli alle malattie cui andrebbero incontro a causa di una vita disumana, ma perché è ricca di colesterolo, grassi saturi; perché acidifica il sangue, sottrae calcio alle ossa, ma soprattutto perché tutti gli organismi in putrefazione sviluppano ptomaine come indoli, fenoli, cadaverina, istamina sostanze altamente dannose, indipendentemente dal fatto che la carne provenga da animali d’allevamento o da animali che vivano allo stato brado.

Per certi nutrizionisti che in televisione ipocritamente giurano che gli animali italiani sono esenti da farmaci, significativa arriva in questi ultimi giorni la dichiarazione della Coop che ufficialmente dichiara“…si vuole impegnare a migliorare le condizioni degli animali d’allevamento per eliminare o ridurre l’uso degli antibiotici in modo da contrastare l’incremento dei batteri resistenti”. Il problema dell’antibiotico resistenza che va sviluppandosi negli ultimi tempi è di gravità enorme. Ma pare che all’essere umano non importa morire: l’importante farlo con la bocca piena.




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La rivoluzione dei pastori

Ieri mi hanno chiesto cosa ne penso delle manifestazioni dei pastori sardi. E subito mi e' tornato alla mente le manifestazioni di 25 anni fa in brianza per lo stesso argomento: le quote latte. All'epoca la lega nord (cosi si chiamava) riusci a sospendere la diatriba. Il prezzo del latte agli allevatori lombardi aumento' sensibilmente e tutto si fermo'. La "rivolta" fini'. La brianza non e' la sardegna (anche se bisogna ammettere che in brianza fanno gli allevatori da 300 anni, non proprio da ieri). Votarono in massa la lega che si rinforzo' a tal punto da diventare, poco dopo, partito nazionale. La chiamarono "partito del popolo", "partito dei contadini". E Bossi il nuovo "Cristo". Sono passati tanti anni eppure la lega e' la piu' vicina ai pastori, da sempre. Questo e' un fatto. Questa diatriba (le quote latte in sardegna) e' stata paragonata alle lotte del pane della fine dell'800. Ma esiste una sostanziale differenza (oltre che periodo storico e "democratica" politica), quando Giolitti decise di abbassare il prezzo del pane per fermare la rivolta (questa si senza virgolette) I miserabili continuarono a mettere a ferro e fuoco mezza italia per mesi. Perché? Perché l'abbassamento del prezzo del pane non li avrebbe tolti dalla miseria ma solo stretti al loro status di oppressi. Oggi e' diverso. Non si possono paragonare. A breve lo Stato aumenterà le quote latte agli allevatori (qualche centesimo, forse 20 centesimi). E la "rivolta" si fermerà, come negli anni 90 in lombardia. La lega prenderà un fracco di voti e il sistema si autoalimenterà'. Come sempre. In sardegna senza la pastorizia non c'e' piu' niente, anche questo e' un fatto. E' una regione povera, come il molise, l'abruzzo, la calabria. Quindi mi hanno chiesto: ma tu appoggi I pastori sardi?. Io ho risposto che appoggio tutte le rivolte nel mondo, da nord a sud, da est a ovest. Per il pane, l'acqua, il grano, la terra. Le appoggio tutte. Ma questa non e' una rivolta, e' una diatriba istituzionale. Feroce quanto si vuole, ma diatriba rimane. Come e' diatriba il movimento dei gilet gialli in francia. Ora amici a doppio fiocco coi 5 stelle italiani e I movimenti nazionalisti europei (lo avevo scritto due giorni dopo gli scontri in francia, mesi fa, che c'era sto pericolo, e mi ero pure preso gli insulti dai "rivoluzionari" di internet). Le rivolte sono altro. E' rivolta quella della patagonia dei mapuche, quella del delta del Niger. In Sardegna e' diatriba sui prezzi del latte. Come anarchico sono per la rivolta, lo scardinamento del sistema non per il mantenimento dello status. E questo discorso e' di politica spiccia, libertaria, non antispecista. Apposta non parlo di antispecismo se no ci metterei un secondo a spiegare perche' gli allevatori utilizzano una lotta "sbagliata" e controproducente, e non solo per le pecore (le eterne referenti assenti) ma anche per loro. Bisogna mettersi d'accordo: Siamo anarchici? Anarchiche? Bene allora cominciamo a distinguere I termini. Rivolta e diatriba sono agli antipodi. La prima e' contro il sistema e non ha compromessi, la seconda e' parallela al sistema e utilizza il compromesso come cardine fondante per risolversi. Io non odio gli allevatori sardi intendiamoci, come non odiavo gli allevatori lombardi, semplicemente non e' la mia lotta. Non sono un democratico sono un anarchico. Il giorno che decideranno di rivoltarsi (e non accadrà) ci penserò. Ora mi prendero' gli insulti come e' successo con I gilet gialli, mi daranno dell'animalaro (senza pero' degnarsi di studiare le rivolte nella storia ovviamente) e, come e' successo con la francia, I rivoluzionari di internet scompariranno appena aumenteranno le quote latte e la "rivolta" sparira' come neve al sole. E lo Stato brindera' come sempre. Si rafforzera' e avra' nuovi alleati. Alla fine dell'800 I contadini e I cittadini di Milano non buttarono via il pane per obbligare lo Stato ad abbassare I prezzi, lo nascosero, lo donarono, lo regalarono. Altri tempi, altre lotte. Quelle erano rivolte. Da bambino mio padre mi ha insegnato che buttare via il cibo e' un delitto. Discorsi da anarchici...



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