“Sia dannata ogni morale che non vede l’essenziale legame fra tutti gli occhi che vedono il sole”.
(Arthur Schopenhauer)
Foto by Patrizia Fossati
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di Franco Libero Manco
Dolorose mi tornano alla mente le immagini di chi in questo istante, in ogni parte del mondo, è vittima della fame, della miseria, delle malattie, della guerra, della violenza e di tutti gli orrori e gli egoismi causati dall’uomo. Mi tornano alla mente le immagini di chi soffre per mancanza di cibo, di medicine, di una casa, di un lavoro, di coloro che muoiono di indigenza, ma anche di coloro che muoiono per troppo benessere. Ma l’egoismo non miete solo vittime umane. Vi è un numero incalcolabile di esseri indifesi quanto innocenti, gli animali, che in questo istante vengono uccisi anche da parte di coloro che teoricamente si oppongono alle brutture del mondo.
Dolorose mi tornano nella mente le immagini degli animali che in questo istante soffrono a causa dell’uomo. E’ notte, è buio, è freddo ed io vedo con la mente le nobili mucche, i miti vitelli, i possenti cavalli, i teneri agnellini ammassati in angusti e pestilenziali stabulari con gli dolci, senza malizia, che domani saranno macellati, uccisi, fatti a pezzi, arrostiti, confezionati e venduti ai supermercati perché tra pochi giorni è Natale. Ed io non posso fare nulla per impedirlo. Io ho la mia comoda casa, il salotto, la televisione, il telefono, il frigorifero pieno di ogni buona cosa. Posso prendere l’automobile e spostarmi nei luoghi più diversi, incontrare altre persone, posso andare al cinema, a seguire un concerto, o guardare semplicemente le vetrine. E loro sono sempre li, in silenzio, al buio, al freddo tra i loro escrementi e l’aria fetida delle stalle senza che la loro semplicità gli consenta di capire il perché questa loro triste condizione.
Due anni è la vita media di una mucca d’allevamento. Io in due anni quante cose ho vissuto. Ho fatto il bagno nello splendido mare della Puglia, ho visitato molte città importanti, mi sono arrampicato fin su le montagne dello Stelvio. Ho visto i verdi e trasparenti specchi lacustri. E loro sono sempre lì, immobili, con la loro grande e tenera testa pelosa legata alla mangiatoia, muti, doloranti, spaventati. La sola variante della loro misera e brevissima esistenza è che domani saranno caricati sui carri per essere consegnati ai carnefici. E io non posso fare nulla per impedirlo. E me ne vado per le strade ricche di gente, di colori, d’allegria. Tra pochi giorni è Natale, è tempo di regali, è tempo di essere felici eppure qualcosa mi si schianta in petto senza che niente e nessuno possa lenire la mia angoscia, la mia disperazione.
Immagini impietose mi tornano nella mente: volatili che agonizzano nei boschi con le ali spezzate o il ventre squartato da una fucilata e forse quell’uccello aveva dei pulcini che anch’essi moriranno lentamente, molto lentamente perché il crudele cacciatore doveva riempire il suo vuoto esistenziale uccidendo qualcosa, qualcuno. Ed ora l’uccello è li che geme senza speranza, senza perché. Vedo animali agonizzanti sui banchi dei vivisettori, alcuni vivi con il ventre aperto o il cranio trapanato. Ed io sono qui, a cena con gli amici a festeggiare il prossimo Natale e bisogna essere allegri mentre l’animale è sempre lì nella sua schiacciante solitudine, nel suo strazio incomprensibile, senza possibilità di essere aiutato, senza che nulla e nessuno possa lenire la sua agonia.
Rivedo i teneri e morbidi agnellini stipati, ignari come bambini, belanti, impauriti che domani saranno scannati perché qualcuno vorrà mangiare le loro gambe, qualcun altro si delizierà il palato mangiando il loro fegato, qualcun altro mangerà il loro cervello, qualcun altro il loro cuore e le loro ossa saranno gettate in enormi inceneritori e di queste lanuginose e tenere creature non resterà più nulla, nemmeno il ricordo. Appena affacciate alla vita non hanno avuto nemmeno il tempo di accorgersi di esistere.
Vedo i possenti e spavaldi cavalli quando la “bestia” umana gli spara in mezzo alla fronte un proiettile captivo (che come uno scalpello gli pacca la fronte) e il cavallo stramazza, annullato come un cencio, un sacco vuoto.
Ma adesso sono a cena con amici vegani, bisogna festeggiare, essere allegri. Sulla tavola non ci sono animali ammazzati. Prima di iniziare chiedo un minuto di raccoglimento e senza chiedere il motivo gli amici accettano ed in silenzio chiedo perdono agli animali, perdono per la mia impotenza: ma questo non cambia il loro crudele destino. Ed è Natale.
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Il 26 dicembre alle 17.30 in sede AVA, piazza Asti 5/a,
conferenza di Massimo Mele sul tema…
” MEDIOEVO ROMANO:
QUANDO ROMA ERA UNA CAMPAGNA.:
STORIE, DOCUMENTI INEDITI, MONUMENTI E MIRABILIA”.
ALLE ORE 19,30 CENA VEGAN DI SANTO STEFANO CON: INSALATA SFIZIOSA, PENNETTE ALLA VODKA, PISELLI FRESCHI, FUNGHI TRIFOLATI, CAROTE AL VAPORE, DOLCE VEGAN, PANE, VINO, OLIVE, ACQUA. SEGUIRANNO GIOCHI DI SOCIETA’ E VARIE CON MUSICA DI SOTTOFONDO. IL CONTRIBUTO E’ DI 25 EURO. SE SEI INTERESSATO PRENOTATI PRIMA POSSIBILE TRAMITE LUANA AL TEL 3391406256
Se possiamo affermare che l’amicizia non ha confini di specie allo stesso tempo dobbiamo avere l’onestà intellettuale di dire che l’amicizia si fonda sulla libertà dei soggetti coinvolti. L’amicizia è tale se i due individui possono decidere in completa autonomia l’approccio a questo fondamentale stato d’animo.
Nel caso in cui uno dei due soggetti è libero e l’altro è dipendente allora crolla il concetto di amicizia. Diventa cioè completa subordinazione in un rapporto gerarchico, dove il primo soggetto decide e l’altro subisce.
Prima di considerare amico o amica un animale non umano bisogna tenere conto di questo aspetto. Nel momento in cui, ad esempio, un cane è costretto all’uomo non può esserci amicizia ma assoggettamento; anche se delicato.
Così come viene accettata e difesa l’amicizia nei soggetti umani purché liberi di accogliere o meno la condizione così deve essere difesa nel rapporto umano non umano.
A questo punto, e senza fraintendimenti, si può parlare di rispetto tra specie.
Nella foto è palese questa condizione imprescindibile di libertà, i due soggetti infatti decidono liberamente l’avvicinamento e quindi l’amicizia.
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