venerdì 1 aprile 2022

LA NOTTE DELLA FOLLIA



Emozioni di scorta. In caso di emergenza guardare questo musino.



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LA NOTTE DELLA FOLLIA

Non è remoto il tempo degli olocausti

quando in ogni egoismo

dorme una nuova Mauthausen.

Mi sono madri, sorelle e figli

quelli che piangono senza colpa

tra le bombe irlandesi o tra le Tundre,

tra le favelas del Brasile o in Palestina.

Assisto impotente ed attonito

all’oltraggio perpetrato

ogni giorno contro la vita

ed un brivido agghiacciante mi pervade.

Ce cos’è questa lunga notte

che ci ottunde?

che plana funesta e minacciosa

in attesa dell’esito finale?

Più di ogni cosa sogno la sua distanza,

creare tra noi baratri abissali.

Contro le ombre accenderò mille lanterne

e scaglierò il mio stormo di meteore.

L’atroce sorriso di antichi fantasmi

apre ferite nella carne

profonde come crepe telluriche

e ciò che era informe, sopito,

ora riaffiora

in vorticosa agonia.

Sospiri, imprecazioni o gemiti

salgono dagli orogenetici Balcani?

E la battaglia più dura

è sempre quella ancora da combattere.

Per anni ho vagato senza sosta

cercando l’antidoto alla follia umana.

Ho sentito il lezzo ed il fragore

di ogni inferno delirante del potere.

Ho dormito tra il muschio ed i cartoni

dei clandestini venuti d’oltremare.

Ho navigato tra le dune,

tra i ruderi sommersi e i telescopi

e ho visto mari senza sponde

ho conosciuto terre senza cieli.

Ho visto turbini di fuoco furibondo

e tempeste siderali piegare come canne

le superbe vette del Tibet.

Ho visto campi sterminati di membra informi

al tuono crepitante dei vulcani nucleari.

Ho sentito l’esile pianto delle vergini

sacrificate all’alba della vita al dio straniero.

Ho conosciuto i fiori ad uno ad uno

ed ho atteso il sole

nel petto delle scolopendre rupestri.

Ho visto le foreste arse, spettrali

dove bruciano coi nidi dei fringuelli

i canti mai vissuti dei pulcini

ed i voli ancora da spiccare.

Ho visto morire l’altezzosa giraffa,

l’agile mangusta, la granitica conchiglia

e infrangersi, madidi di sangue,

gli ampi drappeggi dei falchi dell’Antartide.

Lo spavaldo galoppo dei puledri e delle zebre

si è infranto come cristallo

colpito da una fionda

e i possenti giganti degli oceani ridotti

a minuscole efflorescenze puntiformi.

Ma ho anche visto,

nel vuoto incontenibile dell’anima,

spiragli di più nuovi universi palpitati.

Ho visto l’alba stemperarsi

a passi lenti

come cerbiatta sfiancata da una corsa

davanti al predatore

e l’impeto vendicativo della natura vilipesa

placarsi esausto in un lieve silenzio

avvolto d’autunno.

Ed ora, nel dubbio fluttuante

della sua anima assopita,

dorme indifferente e crudele

il mondo sul mio cuore.


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Dolce Guendalina chissa’ quante ne hai passate prima di arrivare qui….
Era magrissima e il suo corpo, le sue zampe assomigliavano a quelle di un cane, una cosa impressionante….solo dal muso si capiva che era una maialina. La sua fame era incontenibile e nel giro di pochi giorni ha cominciato a prendere peso e si vedeva ad occhio che ingrassava.
Ha subito manifestato il suo carattere socievole e la sua voglia di comunicare infatti ” parlava” in continuazione,
forse voleva dire che finalmente era felice perche’ aveva una casa, tanta pappa e si sentiva amata.
Ha fatto amicizia con tutti i rifugiati in particolare con Ginger e Ronny, due maialotti con i quali ha da subito condiviso il box.
Che bello vederli passeggiare insieme nel bosco, divertirsi facendo le buche in cerca di radici, per poi addormentarsi vicini al sole !
Ora e’ una bella maialotta grassottella ed e’ rimasta una chiacchierona, molto curiosa e di compagnia che ogni giorno quando mi vede si mette con la pancia all’aria per farsela accarezzare mentre fa tanti piccoli grugniti di gioia.
I maiali sono intelligenti e molto sensibili e puliti a differenza di quello che ancora tante, troppe persone pensano di loro definendoli stupidi e sporchi e vedendoli solo come cibo. Sono come i cani eppure
non godono dello stesso rispetto e amore da parte delle persone forse perche’ la gente non li conosce ed e’ abituata a vederli stipati in capannoni dove purtroppo ognuno di loro non ha modo di esprimersi e di farsi conoscere come individuo senziente perche’ alienato dalla non vita che e’ costretto a sopportare.
Nei Santuari ritrovano la loro identita, la gioia di vivere
all’aperto, di correre, di annusare l’aria, di giocare tra loro, di scavare e di sentirsi amati.
Nella foto Guendalina che sonnecchia al sole. A lei piace molto trascorrere la notte sotto le stelle e a volte prima di dormire si siede e si guarda attorno quasi incredula di essere finalmente libera ……. e fa un’infinita tenerezza

Santuario Be Happy
Grosseto

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