“Che errore è stato allontanarsi dalla natura! Nella sua varietà, nella sua bellezza, nella sua crudeltà, nella sua infinita, ineguagliabile grandezza c’è tutto il senso della vita.”
(Tiziano Terzani)
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di Franco Libero Manco
Un assioma sicuramente condiviso è che se l’uomo fosse sostanzialmente migliore, più giusto e responsabile verso se stesso e verso la collettività, i più gravi problemi umani e sociali si dissolverebbero. E se questo è vero, come credo sia vero, mi chiedo, perché non vengono sostenuti da parte dei letterati, scienziati, politici, programmi di formazione del pensiero e della coscienza al fine di rendere l’essere umano più giusto e responsabile? Perché i vari esperti in fatto di problematiche socio/esistenziali sono concentrati, secondo una mentalità sintomatologica, sugli effetti causati e non sulle cause profonde che generano i problemi e trascurano il fatto che tutti risiedono nella natura egoistica e insensibile dell’uomo?
Se i problemi sono generati dall’uomo è sull’uomo che occorre intervenire cercando di renderlo migliore sul piano etico, civile, mentale, emozionale, spirituale. Allora perché non viene condivisa e sostenuta questa determinate prospettiva che potrebbe risolvere se non tutti gran parte dei problemi che flagellano l’umanità? Perché non si condivide il principio che se l’essere umano fosse migliore nel suo animo e nel suo pensiero, il suo operato, in tutti i campi, compreso quello personale, di coppia e sociale, produrrebbe sicuramente effetti benefici e positivi? L’essere più buoni, giusti e responsabili verso se stessi e verso la comunità non è forse il fulcro del pensiero di tutti i Maestri dello spirito di qualunque paese ed epoca?
Le peculiarità più importanti di un essere umano non sono tanto le sue capacità professionali, la sua conoscenza tecnica, scientifica o economica quanto la possibilità di uniformare armonicamente la sua natura con il tutto. Bontà d’animo, onestà, sensibilità, correttezza nell’agire è ciò che maggiormente qualifica un essere umano al punto da essere indicato come punto di riferimento e guida. Perché queste virtù non vengono valorizzate, esaltate nei programmi televisivi e di educazione scolastica? Se è l’uomo a generare problemi perché ci si concentra su come arginare i danni causati e non sull’uomo che li produce?
Solo da una forte volontà politica a livello globale, intesa a formare i formatori di una nuova compagine di pedagoghi, insegnanti, letterati, scienziati ecc. capaci di promuovere e trasmettere non solo i valori del vivere armonico specialmente alle nuove generazioni ma il pensiero positivo ed una coscienza capace di percepire, le condizioni e le esigenze vitali del prossimo. Diversamente, nelle controversie la soluzione proposta dell’Homo sapiens spiens è quella bilanciare le forze in campo e così arrivare (con la forza e non con la concordia) ad un compromesso, su un ecatombe, o quello di continuare a sterminarsi a vicenda fino all’annientamento della parte “nemica”.
Certamente nel mezzo di una turbolenza la priorità è risolvere le problematiche contingenti e quello di educare l’umanità alla pace è una speranza che ci auguriamo diventi un progetto per un futuro finalmente libero del dramma della guerra che da sempre accompagna il genere umano.
“Quanto più presto ed estesamente noi introdurremo nelle scuole un’educazione più umanitaria e favoriremo lo spirito di giustizia e bontà verso tutte le creature inferiori, tanto più presto ed estesamente raggiungeremo le radici della crudeltà e del crimine”. Miriam Ferguson, governatore del Texas Stati Uniti (1875–1961).
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“L’alimentazione vegetale invece del cibo animale è la chiave della rigenerazione umana”. (Richard Wagner 1813-1883 musicista tedesco)
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“Le querce e i pini, e i loro fratelli della foresta, hanno visto sorgere e tramontare così tanti soli, e visto andare e venire così tante stagioni, e svanire nel silenzio così tante generazioni, che possiamo ben chiederci cosa sarebbe per noi “la storia degli alberi”, se questi avessero la lingua per narrarcela, oppure se le nostre orecchie fossero abbastanza sensibili da comprenderla.”
(Maud Van Buren)
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