venerdì 30 settembre 2022

L’ERRATA CONVINZIONE DI CONSIDERARSI ONNIVORI



Sguardi così e mi areno. Incastri come questo e mi incaglio.
E niente, da qui non ne esco.



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L’ERRATA CONVINZIONE DI CONSIDERARSI ONNIVORI

di Franco Libero Manco

Tra le convinzioni più radicate di chi usa mangiare la carne, quella che l’essere umano sia un animale onnivoro, bisognoso di mangiare di tutto, è la più diffusa. In realtà in natura esiste la categoria dei carnivori, degli erbivori e dei frugivori ma non esiste la categoria degli onnivori, anche se tutti gli animali esistenti possono essere considerati onnivori dal momento che qualunque specie ha la possibilità di superare periodi di carenze nutrizionali adattandosi temporaneamente a consumare cibi più o meno compatibili con la sua natura. Ma se tale periodo diventa consuetudine l’organismo interessato non può che subire gli effetti di un’errata alimentazione e la cosiddetta mucca pazza ne è l’esempio più lampante.

Come afferma il Dr Sylvester Graham (1794-1851) “Esiste un rapporto preciso tra la costituzione fisica di un animale e il suo alimento naturale”. Ed in effetti ogni specie animale è strutturata a nutrirsi con un particolare tipo di alimento: sbagliare alimento è come mettere del gasolio nel serbatoio di un’automobile progettata per funzionare a benzina: a mano a mano che il quantitativo di gasolio aumenta quell’automobile funzionerà sempre peggio fino a fermarsi. Se una mucca, oltre all’erba compatibile con la sua natura per necessità di sopravvivenza brucasse anche erba dannosa per la sua salute, succederebbe ciò che è successo al genere umano: incomincerebbero a svilupparsi le malattie con conseguente accorciamento della lunghezza della vita.

Se l’essere umano fosse stato progettato per nutrirsi di carne avrebbe i denti secodonti (che non ha) a dilaniare le carni crude e durissime degli animali, avrebbe la lingua a raspa (che non ha) come i carnivori per lambire il sangue, avrebbe urina e saliva acida invece che alcalina, avrebbe succhi gastrici adeguati (che non ha) per metabolizzare anche le ossa, avrebbe gli enzimi necessari come uricasi (che non ha) che serve a disgregare il temibile acido urico delle carni, dei pesci, delle uova, dei formaggi, avrebbe l’intestino breve (che non ha) come gli animali carnivori: per espellere i residui della carne senza gli effetti della sua putrefazione.

Su quali basi si afferma che l’uomo è un animale onnivoro? Il fatto che il nostro organismo tolleri un’alimentazione onnivora non dimostra che questo sia un fatto naturale né vantaggioso. E’ la realtà dei fatti a confermare la dannosità di una dieta onnivora: se questo tipo di alimentazione fosse adeguata alla nostra specie gli onnivori dovrebbero godere di una salute migliore rispetto ai vegani, mentre succede il contrario dal momento che i vegani godono notoriamente di una salute migliore e vivono più a lungo, come conferma l’elenco dei grandi personaggi vegani della storia.

Non solo, se l’alimentazione onnivora fosse adatta alla nostra specie questa non risulterebbe essere la più malaticcia, inferma e dolorante e non vive 7 volte il suo periodo di sviluppo come tutti i mammiferi alla quale classe appartiene, cioè 130-140 anni, mentre riesce appena a vivere 4 volte il suo periodo di sviluppo.

Non è necessario scomodare l’anatomia comparata, basta la logica, il buon senso per convincersi che l’essere umano sbaglia clamorosamente a considerarsi animale onnivoro. La prova convincente è quella dell’osservazione degli istinti. Se si mette un animale carnivoro, un erbivoro e un frugivoro di fronte ad un pezzo di carne, un ciuffo d’erba e una frutta, immancabilmente il primo sarà attratto dalla carne, il secondo dall’erba e il terzo dalla frutta. Anche un bambino, dal gusto non ancora compromesso dagli adulti, di fronte ad una tavola imbandita non appetirà mai a della carne o a del pesce. Questi alimenti al loro stato naturale non susciterebbero mai il desiderio degli umani, sono gli intingoli, le spezie, la cottura ciò che li rende appetibili non il prodotto che il se stesso risulterebbe stomachevole.


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La forza bella e immediata delle sensazioni che suscitano creature così, riconoscibile perché certe emozioni ci appartengono e non hanno niente a che vedere con quel ridicolo concetto in cui le costringono coloro che ci reputano estremisti. L’empatia dovrebbe essere un sentimento naturalmente universale, non attribuibile, insieme all’intransigenza, (solo) ai vegani.

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