giovedì 9 maggio 2024

LE COLPE DEI GRANDI SISTEMI



Anche se ti sembra impossibile , tu provaci lo stesso perché l’amore se è vero non conosce confini

Aurora Mattia


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LE COLPE DEI GRANDI SISTEMI

di Franco Libero Manco

I sistemi di gestione sociale, le grandi istituzioni come lo Stato, le religioni, i mezzi di informazione pubblica, il settore medico-scientifico, sono ciò che maggiormente influenzano e condizionano il pensiero, la coscienza, la salute e il vivere della popolazione. Questi centri di influenza e di potere dovrebbero avere l’obbligo istituzionale, morale e civile di favorire la vera cultura, la conoscenza oggettiva della realtà storico/sociale, il senso critico costruttivo, la cultura delle cause. Diversamente finiscono col fare gli interessi di se stessi, della propria corporazione, delle lobby, dei potenti spesso a danno della persona e del progresso collettivo.

La colpa dello Stato sta nell’aver disatteso il suo vero compito: quello della formazione della coscienza morale dei suoi cittadini e favorire lo sviluppo dei valori fondamentali della vita (civili, morali e spirituali), essere strumento di vera cultura, infondere il valore delle virtù, del retto vivere, dell’onestà, della fraterna collaborazione, della responsabilità del singolo verso il destino comune, del dialogo come soluzione ad ogni controversia personale e collettiva; ma soprattutto avrebbe il dovere di vigilare sulle qualità morali dei suoi rappresentati e moralizzare l’impatto mediatico sul pensiero e la coscienza del popolo.

La colpa dei mezzi di informazione di massa sta nell’essere al servizio delle multinazionali che condizionano la cultura, la scienza e la politica; sta nel diffondere la cultura dell’apparenza, dell’avere; sta nel dare alla popolazione ciò che ambisce non ciò di cui ha realmente bisogno per progredire sul piano morale, civile e spirituale rendendo indispensabile alla gente ciò che sempre è stato superfluo. Questo genera tensione, paura, incertezza, diffidenza, inquietudine, angoscia, pessimismo e produce, in un meccanismo di difesa, di indifferenza e chiusura in se stessi e insensibilità verso la condizione dell’altro.

La colpa della medicina convenzionale sta nell’impegnare le sue risorse, umane e finanziarie, in un meccanismo fondamentalmente sintomatologico, mentre il suo dovere dovrebbe essere quello di favorire l’indagine sulle cause che generano la malattia; di informare il cittadino e renderlo partecipe del suo stato di salute; la sua colpa sta nel trascurare l’importanza dell’alimentazione e il modo di vivere della gente, mentre questo risulta essere la causa della maggior parte della malattie; sta nel considerare la malattia un evento naturale nella vita dell’uomo e la terapia farmacologica come il principale rimedio possibile. Sta nella sua sudditanza alle grandi industrie chimico-farmaceutiche che finanziano la ricerca e la formazione del personale medico. Sta nell’aver dimenticato l’unità del corpo umano, l’interdipendenza degli organi, degli apparati e di aver suddiviso l’entità umana in settori mediante 1200 diverse branche specialistiche. La sua colpa sta negli effetti iatrogeni dei farmaci che spesso causano più malattie di quante non ne debellino; sta nella sperimentazione animale che oltre a disumanizzare la medicina e sperperare ingenti risorse umane e finanziare ostacola il vero progresso medico-scientifico.

La colpa delle religioni, specialmente quelle fondamentaliste, sta nella loro fossilizzazione a principi dettati da situazioni storicamente lontane e contingenti; sta nella incapacità di adattare gli insegnamenti dottrinali all’evoluzione delle nuove esigenze dello spirito umano: il seme gettato deve diventare albero e dare i suoi frutti. La colpa delle religioni sta nel non aver favorito lo sviluppo del senso critico e del libero pensiero, la sensibilità del cuore verso la compassione universale. Sta nel negare la legge di causa-effetto. Sta nella visione antropocentrica che autorizza l’essere umano a disporre della natura e della vita degli altri esseri: questo inclina a convivere con la logica in cui il più dotato ha più diritto di esistere a scapito del più debole. Sta nel proclamare la somiglianza dell’uomo a Dio e favorire l’alimentazione carnea tipica degli animali predatori.

Gli animali sono esseri speciali e chi ha avuto il privilegio di vivere una connessione con loro lo sa bene.
La nobiltà degli animali è un vero insegnamento. Grazie a loro siamo persone più umili, empatiche, affettuose.
Ci donano il loro amore incondizionatamente, senza chiedere nulla in cambio.
☆~KEANU REEVERS~☆

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