Dire sempre ciò che si pensa è un dono,
ma saper tacere è una virtù eccezionale.
Leggi condividi e diffondi: PROGETTO PACE NEL MONDO – EDUCARE L’UMANITA’ ALLA PACE di Franco Libero Manco
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PESCA, LA GRANDE INFAMIA
Ogni pesca è un massacro di anime
Il dissennato prelievo, l’inquinamento e la distruzione dei fondali sta decretando la morte degli oceani
di Franco Libero Manco
L’universo marino appartiene alla creature del mare; ai volatili appartiene il mondo dell’aria, come la terra appartiene alle creature terricole. La millenaria, consolidata abitudine di invadere gli altri mondi naturali appartiene solo alla specie umana. E anche se alcuni uccelli predano pesci e vivono sulla terra ferma contribuiscono, a differenza dell’uomo, all’ordine naturale delle cose. Ma i pesci non invadono la terra, mentre il mondo marino subisce la sistematica quanto criminale predazione da parte dell’uomo per l’ingiustificabile egoistico piacere o per l’infondata convinzione che quel povero corpo martoriato sia necessario alla salute umana.
E avremmo da che recriminare se extraterrestri invadessero lo spazio vitale delle nostre case e portassero via i nostri familiari per divorarli dopo averli straziati mortalmente.
Non solo versiamo i nostri escrementi e gli scarti della nostra civiltà distruttrice nella casa degli abitanti del mare, ma ciò che è inaccettabile è il millenario, consolidato falso diritto di fare ciò che ci aggrada della casa altrui, impadronirsi metodicamente, con insaziabile colpevole avidità e furore, e asportare senza tregua, senza limiti, senza remore, gli abitanti del mare. L’uomo entra come un carro armato in una sala di cristalli e con inammissibile, imperdonabile noncuranza devasta e preleva ciò che ritiene utile ai suoi scopi; come se i pesci fosse cose, non esseri senzienti come noi, con l’identico disperato bisogno di vivere.
Rudi pescatori issano reti gonfie di anime spasimanti in un tremendo contorcersi alla ricerca del loro elemento vitale, e non è raro vedere rudi pescatori, mentre pervasi da una gioia maligna, aprire il corpo ancora palpitane dei tonni dall’argentea livrea, o sbattere sull’immondo selciato i sinuosi e intelligenti polpi, staccare le chele dei stupendi crostacei dai colori vermigli, frangere le vongole chiuse nel loro sacro involucro perlaceo.
E mentre in una inimmaginabile agonia, nel vano tentativo di sottrarsi alla morte, ansimano, si contorcono, ed esalano inascoltati verso l’universo, l’ultimo anelito di vita, nel loro incomprensibile e ingiustificabile supplizio.
Incapace di percepire la strabiliante bellezza della diversità nel flusso incessante della vita, in un mondo che non gli appartiene, l’uomo perpetua inesausto il suo macabro carnaio e penetra minaccioso con devastanti navigli che fendono l’ansimante respiro delle onde che proiettano ombre funeste suo fondali già martirizzati, lasciando raccapriccianti distese di sangue e di dolore.
E così lo splendido universo marino, il mistico silenzio degli oceani, la bellezza multiforme delle creature mariane, il canto struggente delle balene, l’elegante galoppo dei delfini, le sfavillanti cattedrali di corallo addormentate sui fondali del mare, i policromi delle foreste inabissate, sta per diventare una immensa pozzanghera inanimata. E di questo la vita esigerà inesorabilmente la sua tremenda nemesi carmica.
Per quale assurdo motivo gran parte delle associazioni animaliste trascurano o ignorano del tutto l’inferno subito dagli animali con la pesca mentre magari si angustiano per un gattino in difficoltà su un albero (anche se è giusto e doveroso interessarsi anche di questo)? Il valore di ogni essere vivente non è dato dal suo manto, alla sua forma fisica, dalla specie, dalla bellezza, intelligenza o dimensione corporea, ma dal suo essere portatore di una vita: per questo chi uccide un pesce, un crostaceo o un mollusco è come chi uccide una mucca, un cavallo, un agnello.

Ogni pesca è un massacro di anime
Il dissennato prelievo, l’inquinamento e la distruzione dei fondali sta decretando la morte degli oceani
di Franco Libero Manco
L’universo marino appartiene alla creature del mare; ai volatili appartiene il mondo dell’aria, come la terra appartiene alle creature terricole. La millenaria, consolidata abitudine di invadere gli altri mondi naturali appartiene solo alla specie umana. E anche se alcuni uccelli predano pesci e vivono sulla terra ferma contribuiscono, a differenza dell’uomo, all’ordine naturale delle cose. Ma i pesci non invadono la terra, mentre il mondo marino subisce la sistematica quanto criminale predazione da parte dell’uomo per l’ingiustificabile egoistico piacere o per l’infondata convinzione che quel povero corpo martoriato sia necessario alla salute umana.
E avremmo da che recriminare se extraterrestri invadessero lo spazio vitale delle nostre case e portassero via i nostri familiari per divorarli dopo averli straziati mortalmente.
Non solo versiamo i nostri escrementi e gli scarti della nostra civiltà distruttrice nella casa degli abitanti del mare, ma ciò che è inaccettabile è il millenario, consolidato falso diritto di fare ciò che ci aggrada della casa altrui, impadronirsi metodicamente, con insaziabile colpevole avidità e furore, e asportare senza tregua, senza limiti, senza remore, gli abitanti del mare. L’uomo entra come un carro armato in una sala di cristalli e con inammissibile, imperdonabile noncuranza devasta e preleva ciò che ritiene utile ai suoi scopi; come se i pesci fosse cose, non esseri senzienti come noi, con l’identico disperato bisogno di vivere.
Rudi pescatori issano reti gonfie di anime spasimanti in un tremendo contorcersi alla ricerca del loro elemento vitale, e non è raro vedere rudi pescatori, mentre pervasi da una gioia maligna, aprire il corpo ancora palpitane dei tonni dall’argentea livrea, o sbattere sull’immondo selciato i sinuosi e intelligenti polpi, staccare le chele dei stupendi crostacei dai colori vermigli, frangere le vongole chiuse nel loro sacro involucro perlaceo.
E mentre in una inimmaginabile agonia, nel vano tentativo di sottrarsi alla morte, ansimano, si contorcono, ed esalano inascoltati verso l’universo, l’ultimo anelito di vita, nel loro incomprensibile e ingiustificabile supplizio.
Incapace di percepire la strabiliante bellezza della diversità nel flusso incessante della vita, in un mondo che non gli appartiene, l’uomo perpetua inesausto il suo macabro carnaio e penetra minaccioso con devastanti navigli che fendono l’ansimante respiro delle onde che proiettano ombre funeste suo fondali già martirizzati, lasciando raccapriccianti distese di sangue e di dolore.
E così lo splendido universo marino, il mistico silenzio degli oceani, la bellezza multiforme delle creature mariane, il canto struggente delle balene, l’elegante galoppo dei delfini, le sfavillanti cattedrali di corallo addormentate sui fondali del mare, i policromi delle foreste inabissate, sta per diventare una immensa pozzanghera inanimata. E di questo la vita esigerà inesorabilmente la sua tremenda nemesi carmica.
Per quale assurdo motivo gran parte delle associazioni animaliste trascurano o ignorano del tutto l’inferno subito dagli animali con la pesca mentre magari si angustiano per un gattino in difficoltà su un albero (anche se è giusto e doveroso interessarsi anche di questo)? Il valore di ogni essere vivente non è dato dal suo manto, alla sua forma fisica, dalla specie, dalla bellezza, intelligenza o dimensione corporea, ma dal suo essere portatore di una vita: per questo chi uccide un pesce, un crostaceo o un mollusco è come chi uccide una mucca, un cavallo, un agnello.
“UNIVERSALISMO VEGAN,
SOLO FUTURO POSSIBILE”
Giovedì 12 giugno ore 18 in sede AVA via dei Rogazionisti 3 Roma,
conferenza del Dr. Franco Libero Manco,
Presidente AVA e Movimento Universalista
Il Relatore risponderà alle domande del pubblico.
Ore 20 cena conviviale vegan con:
insalatona mista, penne al sugo di pomodoro e basilico,
purea di fave del Salento dolce vegan, vino, pane, acqua.
Per la cena è necessaria la prenotazione al tel. 3391406256
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L’EMERGENTE NUOVA CIVILTA’ UMANA PROTESA VERSO L’INTEGRAZIONE ARMONICA DELLE DIVERSITA’ E IL BENE DI TUTTI I VIVENTI
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ALCUNI DEI TEMI TRATTATI NEL TESTO CHE SARA’ PRESENTATO
CULTURA DELLE CAUSE E DEL SENSO CRITICO COSTRUTTIVO
LE ORIGINI DELLA VIOLENZA UMANA
BARRIRE IDEOLOGICHE, GEOGRAFICHE, CULTURALI ECC.
VALORIZZAZIONE DELLE DIFFERENZE FORMALI E SOSTANZIALI
L’ETICA UNIVERSALE DELLA NUOVA COSCIENZA UMANA
MALATTIA DEL CORPO, DELLA MENTE, DELLO SPIRITO
IGNORANZA E MALATTIA COME STRUMENTO DI POTERE
POVERTÀ E COSCIENZA PREDATORIA
I TRE OSTACOLI AL PROGRESSO: ANTROPOCENTRISMO,
MEDIA E MEDICINA CONVENZIONALE.
I 4 MALI FONDAMENTALI DELL’UMANITA’
LA VISIONE SINCRETISTA
LE RELIGIONI ANTROPOCENTRICHE
IL PENSIERO DEI GRANDI E IL VEGANISMO
STATO, FAMIGLIA, INDIVIDUO
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