La vita è una grande avventura verso la luce.
(Paul Claudel)
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di Franco Libero Manco
Dopo secoli di disinteresse la Chiesa cattolica finalmente si accorge che “L’uomo e il suo ambiente sono inseparabili”. Ma ancora non si accorge dell’universo animale orribilmente sfruttato dall’uomo, e non solo a scopi alimentari; non si pronuncia su questa grande ingiustizia che fa vergognare molti di appartenere alla specie umana. Parla di natura, mai di animali, anche se non è affatto necessario che l’animale abbia il concetto della trascendenza o creda nell’esistenza di un Dio creatore per essere considerato degno di attenzione, come non è necessario essere cristiani per avere comportamenti consoni alla dottrina evangelica.
Nel corso dei secoli la Chiesa non si è adeguata, per libera scelta, alle nuove esigenze dello spirito umano, ma perché costretta delle contingenze storico/sociali. Oggi proclama ciò che in passato era considerato eresia punibile con la morte. Intere biblioteche riportano gli errori passati della Chiesa; si è opposta al libero pensiero, all’obiezione di coscienza, all’abolizione della schiavitù, alla pena di morte. Ma al riconoscimento del valore degli animali e il superamento del carnivorismo pretesco è un punto al quale pare non intende rinunciare. Il popolaccio, spesso con il cervello nello stomaco e la coscienza nel colon, trova nella religione la sua giustificazione carnivora. Ma nella convinzione che gli animali sono fatti per l’uomo sta il germe della supremazia del forte sul debole e quindi della guerra.
Anche senza la violenza umana la terra paga il suo tributo di sangue e di dolore. Ma questo universo esuberante di potenza, che produce continuamente nuove galassie a misura che altre si spengono, non poteva fare in modo che un uccello canti senza la paura di essere inghiottito da un serpente? Esiste una predisposizione della materia a diventare vivente: contiene la vita in potenza e questo supera la distinzione tra animato e inanimato. La vita è uno stadio dell’evoluzione dell’universo come il frutto lo è nella gemma.
La storia dei viventi è la storia di un bagno di sangue: inizia prima dell’umanità; la sua gestazione è durata miliardi di anni. Gli umani hanno antichi antenati comuni, che non sono uomini: sono stati ameba, celenterato, cordato, pesce, anfibio, mammifero. Il sale nel nostro sangue è un retaggio delle nostre origini marine. Gli animali aderiscono a forze che li trascendono, ma per il cristiano gli animali sono una questione che non merita considerazione. La creazione ha tanti centri quanti sono le sue creature. La mano che accarezza il bambino è fatta come la zampa anteriore del cane .Non ci sono due gradi di sofferenza e la differenza non implica necessariamente la superiorità.
La chiesa deve porsi queste domande, deve interessarsi di tutto ciò che vive, non solo dell’uomo: Sant’Isacco Siriano pregava anche per i rettili; san Macario guarì dalla cecità un cucciolo di iena; san Martino da Porres resuscitò un cane… Ma la parte più profonda dei grandi Santi non ha trovato posto nella dottrina cattolica. E’ tempo che la chiesa si interroghi, che si accorga che la natura è fatta di esseri senzienti e che gridano inascoltati a causa della malvagità umana, e forse capirà che “fino a quando esisteranno i mattatoi esisterà la guerra”. Non serve a nulla invocare la pace tra i popoli se non si rende l’individuo capace di amare attraverso la volontà delle nazioni di educare le masse alla concordia. Non serve a nulla intervenire sugli effetti prodotti dalla cattiveria umana se non si eliminano le cause dell’insensibilità verso chi soffre e verso il valore della Vita. Un’umanità che genera e convive con indifferenza il genocidio permanente di miliardi di animali innocenti non ha la possibilità di realizzare un mondo migliore dell’attuale.
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Mio padre era un uomo estremamente distratto, quando un giorno gli dissi: “Papà sono incinta”.
Mi chiese: “Sei sicura che sia tuo?”.
(Dorothy Parker)
Foto: Draghetto e mamma drago
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