giovedì 13 novembre 2025

LA CARNE FA MALE


Le persone speciali le riconosci subito, sono quelle che hanno la luce dentro, ma non brillano fuori. Non fanno nulla per apparire, perché pensano di non avere nulla da dimostrare agli altri. E non cercano applausi o medaglie da nessuno.
Agostino Degas



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LA CARNE FA MALE

di Franco Libero Manco
Un’infinità di studi dimostrano che a mano a mano che diminuisce il quantitativo di carne e di derivati animali nella dieta delle persone diminuiscono le malattie più diffuse, specialmente quelle cronico degenerative e prova chiaramente che la carne fa male, che è la causa principale delle patologie moderne. Questo è quanto riportato nell’ultimo libro del Prof Franco Berrino “Fermare il tempo”.
Gli studi documentano che la stragrande maggioranza delle malattie è correlata al consumo di prodotti animali, come qualunque beneficio per la salute viene da una dieta a base di prodotti vegetali. Infatti non è stato mai dimostrato in nessuna ricerca scientifica che la carne possa essere benefica per la salute umana, che sia utile a ristabilire il benessere della persona o che nella carne vi siano sostanze non presenti nel mondo vegetale, ad eccezione della vitamina B12 a causa della coltivazione moderna degli alimenti.
Fin dai tempi antichi il popolo è sempre stato “forzatamente” vegetariano; la carne o il pesce erano l’eccezione di ricorrenze festive, e il popolo godeva di una salute migliore della classe abbiente che poteva permettersi pranzi a base di carne, pesce e uccellagione. Il quantitativo minimo di prodotti animali nella dieta del popolo era irrisorio e non poteva incidere sulla salute, anche perché gli animali non erano da allevamenti intensivi.
Per nessuna popolazione della storia la carne è stata indispensabile alla salute, ma solo per necessità di sopravvivenza. Quando c’è la grande fame si mangia di tutto. Nel Medio Evo, durante il periodo di carestia, la gente faceva una specie di pane con corteccia d’albero, gramigna secca, segatura e ghiande, ma non per questo è da considerare alimento adatto a noi umani.
Succede che nelle dissertazioni televisive, in cui si parla di alimentazione, vengono sempre considerati i benefici dei vegetali nel contrastare le malattie, ma mai che si abbia il coraggio di dire che la carne è la principale causa che le determina. L’equazione è logica: se mangio A e B e sto male, poi escludo A e mangio solo B vuol dire che A era responsabile del mio male. Infatti non sono tanto le sostanze protettive dei vegetali a garantire la salute quanto l’assenza di prodotti che la danneggiano: è come mangiare la cicuta e prendere l’antidoto; la salute non viene dall’antidoto ma dall’esclusione della cicuta.
Puntualmente si arriva a suggerire l’adozione della dieta mediterranea che risulta composta da frutta, verdura, cereali integrali, legumi, semi e, saltuariamente, pesce azzurro, consigliato per il suo contenuto di omega 3. Il pesce viene concesso due volte a settimana (il fatto che lo si consigli di consumarlo con moderazione dovrebbe impensierirci) non è affatto sufficiente a coprire i bisogni, e soprattutto occorre considerare che:
– con la cottura il pesce perde l’enzima lipase, indispensabile per la sua digestione-assimilazione e rende inservibili gli omega 3;
– il pesce non è cresciuto allo stato naturale dove si nutre di alghe dalle quali trae questi acidi grassi polinsaturi: il 60% dei pesci viene da allevanti intensivi dove vengono trattati con farmaci;
– i soli pesci che contengono modeste quantità di omega 3 sono: sardine, sgombri, alici e tonni, ovvero il pesce azzurro;
– i vegetali sono ricchi di grassi omega 3.
Se ne deduce che il pesce non è affatto necessario alla nostra alimentazione e quindi se lo si esclude dall’elenco dei componenti della dieta mediterranea resta la nutrizione vegana; ma i nostri dietologi si rifiutano dal dirlo apertamente. Se il pesce fosse necessario alla mia salute sarei un miracolo vivente dal momento che da quasi 50 anni non fa parte della mia dieta, e sto benissimo.
Detto questo, una domanda sorge spontanea: può lo Stato disattendere l’Art. 444 del CP che recita: “Chiunque detiene per il commercio, pone in commercio ovvero distribuisce per il consumo sostanze destinate all’alimentazione, non contraffatte né adulterate, ma pericolose alla salute pubblica, è punito…”. e l’Art. 32 della costituzione che recita “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo…” e consentire non solo l’utilizzo ma la pubblicità di un prodotto nocivo per la salute delle persone?

Se la vita è un percorso, è un percorso che si svolge in salita.
(Susanna Tamaro)

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