martedì 5 agosto 2008

Diario delle vacanze parte seconda e ode di Aldo Fabrizi alla pastasciutta.



Nella foto: Vacanze a Niagara Falls.
Di Stefano Benni
Parte seconda.
21 agosto
Il rientro è vicino.Lo capisco da come, nell'albergo, tutti fanno finta di niente per non rivelare l'ora della partenza. I nostri vicini di camera hanno addirittura messo sulla porta una scritta "Vendesi auto come nuova".Invece sappiamo che hanno già caricato le valigie.Papà, per essere pronto, non le ha mai neanche scaricate, ogni notte va di nascosro nel bagagliaio a prenderci le mutande di ricambio. Papà è uno dei più grandi architetti portapacchisti d'Italia. Riesce ad innalzare sul tettuccio dell'auto una costruzione che sta a metà tra una pila per roghi e l'altare di san Gennaro. Per fissarla usa metri di elastici tirati al massimo, ogni tanto qualcuno gli arriva in faccia come una frustata, il vero portapacchista -sostiene lui- è sempre pieno di cicatrici. In cima ai tre metri di bagagli ci mette immancabilmente due damigiane d'olio. Gli ho chiesto perchè, visto che non le usiamo mai. Papà mi ha risposto che è un'antica tradizione. poi mi ha preso sottobraccio e mi ha detto che, riguardo al terrorismo, l'arma migliore è bloccare i conti in banca dei ricchi scheicchi. Ma papà, gli ho chiesto, come facciamo a scoprire i giri finanziari di Bin Laden se non siamo riusciti a capire quelli di Tanzi della Parmalat? Mi sono preso uno schiaffone.22 agostoAlle due di notte papà ha gridato "Sveglia giù dalle brande" e ho capito che il grande giorno era venuto. Dal risuonare di anfibi lungo le scale, abbiamo dedotto che non eravamo soli.Per il viaggio ci siamo sistemati cosi: Papà e mamma davanti, io e il coccodrillo-salvagente di dietro. Lo portiamo a casa gonfio perchè è pieno di salubre aria di mare. Ognuno di noi recava con sè i souvenir della vacanza. La mamma le conchiglie, papà tutti gli asciugamani della pensione, i portacenere ed il tavolo da ping pong. Io i cucchiaini dei gelati. Ho letto che questa estate ogni italiano ha consumato sedici chili di gelato a testa. Bè io li ho mangiati in una sola sera, il gelato si chiamava Supercoppa Grangelo Marmolada Titanic e costava come tre aragoste.Era una coppa cosi grossa che sporgendomi ci sono cascato dentro, ho sentito un gran freddo, un odore dolciastro e la voce di mio padre che diceva "tieni duro ragazzo, adesso ti tiriamo fuori da li". Quando ho ripreso i sensi, c'era Buck che mi leccava la faccia. Buck è un cane da vaniglia, versione marina del cane da valanga, e mi ha salvato la vita. Caro vecchio Buck!
La terza ed ultima parte alla prossima uscita.
Pillola del giorno:La pastasciutta come se fa
Ar tonno, all'Arrabbiata, a la Ciociara,
a la Cinese, a la Festivaliera,
al Latte, ar Gorgonzola, alla Groviera,
ar Pesto, ar Tettattè, a la Carbonara,
ar Funghetto, ar Ragù, a la Marinara,
a la Chitara, a la Contrabbandiera,
a la Ladresca, a la Carabbignera,
ar Pollo, a la Burina, a la Scarpara,
ar Cacio e pepe, a la Trasteverina,
ar Presciutto, a le Vongole, ar Brasato,
ar Pesce, alla Giudia, a la Papalina,
e in antri mille modi e a tutte l'ora...
che puro si stò monno s'è inquinato...
vale la pena de soffricce ancora!
Aldo Fabrizi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

il sonetto recitato rende ancora di più