mercoledì 10 settembre 2008

Isotta vacca italiana. Di Stefano Benni.

Nella foto: Nella vita serve l'inclinazione, e bisogna avere delle credenze, in mancanza di queste ultime, ... anche i comodini vanno bene. Da http://internapoli-city-2.blogspot.com/


Non voglio parlare dell'Alitalia che fra licenziamenti e riduzioni di servizi è completamente allo sbando, se ci pensate sono oltre quindici anni che viviamo con questa agonia, e sono quindici anni che si è lavorato alle costole della compagnia di bandiera per fiaccarla e ridurla ai minimi termini per poterla poi svendere, ecco un esempio calzante di come ci hanno turlupinato: Immaginate di trovarvi nel vostro salotto di casa, seduti su una comoda poltrona a leggere un buon libro, improvvisamente sentite alle vostre spalle un gran botto ed i vetri della finestra che cadono in frantumi, vi girate e notate sul pavimento in mezzo alle schegge un mattone avvolto in un foglio tenuto da un elastico;
Vi chinate, raccogliete il corpo del reato, mettete via l'elastico, sul foglio c'è la seguente frase: "Qualcuno ti ha rotto il vetro! Rivolgiti alla nostra azienda entro ventiquattr'ore te lo ripariamo. Prezzi modici".
Parlando invece della vicenda Parmalat, nessuno lo ricorda più, ma ha segnato la vita di migliaia di risparmiatori, che si sono ritrovati senza più un centesimo da un giorno all'altro;
A proposito di Parmalat è ovvio che si parli di mucche, ecco di seguito un racconto di Stefano Benni che parla proprio di loro:

Isotta , vacca italiana. Di Stefano Benni.

Mi chiamo isotta e modestamente sono una Vip, Vacca Italiana Pezzata. Vivo in un allevamento modello, con filodiffusione, mungitrice automatica "California Legend" e spazzabuazza a vapore. Nel mio box siamo in sette, molto amiche come usa tra noi mucche, e insieme parliamo dei nostri sogni e del nostro futuro, perchè se gli umani ci hanno messo in un posto cosi' bello, è certo per prepararci a qualcosa di grande e piacevole.
Vi presento le mie colleghe. C'è Genziana, che non è nata qui, è una vacca di alpeggio, ci racconta con nostalgia della sua stalla senza riscaldamento a Gressoney, e di quando la mamma la portava a veder passare il treno, e quanto è buona la macedonia di margherite condita col piscione caldo. Questo scandalizza un pò Samantha, che è una mucca assai snob di razza butirrifera Jersey, si crede irresistibile e racconta che una sua bisnonna fece la modella al pittore Segantini, anche se i maligni dicono che invece posò per Guernica di Picasso. Ha delle tette colossali siliconate, tanto che col suo latte, invece delle mozzarelle, ci fanno le palle da tennis. Quando viene il veterinario a toccarla, fa delle roteate di coda e degli sbattimenti di ciglia che ti ammali dallo spiffero.
Secondo Teresa è un pò vacca. Ma Teresa è una bovina molto puritana e mistica, ascolta solo musica sacra e il suo sogno è di lavorare in un presepe. Quando il veterinario le controlla le mammelle, diventa rossa e ripete "non lo fo per piacer mio ma per far piacere a Dio". Vicino a Teresa c'è Umbertina, vacca padana assai fiera delle sue origini. Suo padre si chiamava Eridano e sua madre Luganica, ha un marchio verde sul cosciotto e tiene nel box il poster di Borghezio.
Poi c'è Cordelia, poetessa e intellettuale, ascolta solo muuuusica classica e il suo idolo è Riccardo Muuuuuti, una volta per scherzare le abbiamo fatto sentire all'altoparlante Laura Pausini e per lo choc ha fatto settanta chili di ricotta acida. Infine c'è Palmira, giovane e progressista, invece della radio ha voluto la televisione e guarda solo Mtv e le sfilate di moda, che poi è la stessa cosa, sta inchiodata allo schermo ruminando palinsesti ventiquattro ore al giorno perchè dice che è moderno capire quello che non ti piace, anche se alla fine non capisci più quello che ti piace. Ha tatuato sul filetto la scritta No Future e fuma erba medica di nascosto.
La vita nell'allevamento scorre alquanto monotona: pasto, mungitura, altro pasto, rimungitura non spengono mai le luci cosi' dormiamo di meno e produciamo più latte. gli unici nostri divertimenti sono i pettegolezzi e le gare di buazze. Cioè ci sfidiamo a chi fa la buazza più grossa e rotonda: io modestamente faccio delle robe che mi chiamano Giotto, ma la più brava è Genziana, una volta ne ha fatta una che sembrava un personaggio di Guerre stellari, ogni notte nel silenzio si sente plof, ploffete, poi si misura, e chi ha fatto la merda più grossa vince. Questo gioco, su indicazione di Palmira, lo abbiamo chiamato "Auditel".
Fine prima parte.

Pillola del giorno: ho fatto un terribile scherzo alle Ferrovie. Ho acquistato un biglietto andata e ritorno Roma-Firenze e poi non sono tornato.
Ettore Petrolini.

Nessun commento: