lunedì 1 settembre 2008

Stefano Benni e Bar Sport Duemila.

Nella foto: Mare di Stintino località della Sardegna da http://www.fotografieitalia.it/

Dello scrittore Stefano Benni esistono tanti siti web che parlano di lui, ne allego qualcuno:
Wikipedia , http://www.stefanobenni.it/ , Giangiacomo Feltrinelli Editore , Bennilogia , Benniologia è un'enciclopedia interamente dedicata al mondo di Stefano Benni e liberamente costruita dai suoi lettori. È un libero esercizio della fantasia, un modo di giocare insieme, per condividere sensazioni, emozioni, rabbie.

Da Bar Sport Duemila: Il neotecnico da bar. Di Stefano Benni.

Forse nulla testimonia la velocità di trasformazione del nostro secolo, quanto l'evoluzione del tecnico da bar.
Col termine "tecnico da bar" indichiamo un intenditore sportivo (o presunto tale) , capace nella conversazione di godere del prestigio e della fiducia di tutti.
Per godere della qualifica di tecnico da bar prima dell'avvento della televisione era sufficiente frequentare lo stadio, parlare un italiano medio e leggere almeno un quotidiano sportivo. Esempio di discorso paleotecnico pretelevisivo:
"A mio parere Meazza è in grado di fornire un concreto apporto alla nostra nazionale, in quanto contro l'Inghilterra saprà evitare con i suoi dribbling i maschi contrasti degli avversari, tra cui, pur non avendolo mai visto, mi dicono sia da temere un certo Hunt, o Hunter".
Con l'arrivo della televisione il tecnico fu costretto ad allargare l'area geografica di competenza, nonchè la precisione delle informazioni e la conoscenza di altre lingue, specialmente l'inglese.
Esempio di discorso della prima era televisiva, o Catodico Primario:
"Secondo me Rivera merita più di Mazzola il posto in squadra, in quanto sa crossare meglio e la Germania ha una difesa, con Hotgges e Sieloff, che ho visto in difficoltà sui palloni alti. Per cui non sono d'accordo nè con la recente intervista dell'allenatore Fabbri, nè col direttore della ^Gazzetta^, mazzoliano di antica memoria, come il mio archivio testimonia".
Negli anni ottanta la proliferazione dell'informazione calcistica aveva già portato il linguaggio del tecnico a questi livelli:
"Non capisco come faccia Bearzot a far giocare Gentile che nelle ultime dieci partite, secondo le pagelle dei quattro quotidiani sportivi, ha una media di voto di 5,85, inoltre è in difficoltà contro gli avversari veloci e il danese Simonsen è capace di correre i cento metri sotto gli undici secondi. Oltretutto la Danimarca non gioca più un rigido quattro-tre-tre, ma un quattro-quattro-due elastico per cui non sono per niente d'accordo nè con Stadio nè con France Equipe".
Il tecnico moderno computerizzato e satellitare si esprime cosi':
"Se Sacchi mette Di Matteo su Gascoigne, Maldini slitterà al centro e allora il nostro possesso di palla calerà dal 54% al 48% in quanto Gascoigne porterà Di Matteo fuori zona e nel corridoio si infilerà Mac Manaman che alla televisione inglese ho sempre visto segnare partendo da destra, ed è cosi' che i turchi del Besiktas han fregato la Fiorentina in coppa, oltretutto Maldini ha un tallone infiammato, ho visto la lastra su Internet, e ho letto su ^Vip^ che ha problemi sentimentali".
Ma il momento in cui maggiormente si nota la differenza tra il paleotecnico e il neotecnico, è il momento del calciomercato, quando si acquistano i nuovi giocatori.
Negli anni cinquanta, quando cominciarono ad arrivare i primi campioni dall'estero, la parola "oriundo" suonava all'incirca come "azteco" o "alieno". Ricordo un signore che guardando il titolo del giornale Arrivano gli oriundi commentava scuotendo la testa "E avevamo appena finito con i tedeschi!". Ma quando arrivarono i primi oriundi, Maschio, Vinicio e Angelillo, il tecnico da bar era già pronto ad esprimere il suo parere:
"Angelillo è forte di testa e di piede, di carattere bizzarro, e giocava nel Boca Juniors".
Con questa frase il tecnico esprimeva una meravigliosa competenza calcistica e umana, e suggeriva lontananze esotiche e scenari con palmizi.
Fine della prima parte.

Pillola del giorno: Aveva cosi' poche idee , che non le diceva a nessuno per paura di rimanere senza.
Renzo Butazzi.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Il mio contributo lo trovi qua: http://saamaya.blogspot.com/2008/09/non-disprezzare.html