martedì 14 ottobre 2008

Anna un'amica speciale.

Nella foto: L'albero Antonio da http://idealialsole.splinder.com/

A proposito dell'amicizia, Francis Quarles poeta inglese(1592-1644) diceva: "L'amicizia è come la musica: due corde parimenti intonate vibreranno insieme anche se ne toccate una sola." In rete ho incontrato una donna incantevole, si chiama Anna e da quando ci frequentiamo abbiamo scoperto di avere diversi interessi in comune, nel suo blog Ideali al sole ho trovato bellissime poesie, racconti e scritti che suscitano emozioni intense, avrei piacere che chi frequenta questo blog lo vada a visitare e leggere cosa scrive non se ne pentirà.

Propongo un suo breve racconto che parla dell'albero Antonio:

C’era una volta un albero che si chiamava antonio.
Era un albero semplice, come semplice era in suo nome. Era cresciuto in fretta tra l’erba dell’aiuola di un asilo nido e l’asfalto asfittico più in là, lungo la statale.
Troppo in fretta quel susseguirsi di stagioni aveva bistrattato la sua infanzia, la sua voglia di giocare, impedendogli di piangere perché era già grande, parchè doveva badare a se stesso e ai suoi fratelli.
Era nato per essere forte, per proteggere coi suoi rami coloro che doveva custodire. Aveva così imparato la coerenza e l’onestà ed ora era lì… in quella aiuola.
Era magnifico albero antonio, sapeva difendersi dalla calura estiva con l’ombra dei suoi rami, sapeva tacere l’inverno nel nudo degli stessi rami scheletriti, sopportando le bizzarrie del vento, il freddo della neve, il martellare della pioggia scrosciante.
Era quasi primavera quando lo vidi per la prima volta da dietro i vetri della mia stanza. Lo guardavo, gli sorridevo ogni giorno, quando vedevo nascere e crescere una foglia nuova che infoltiva i suoi rami a riposo per l’inverno. Mi regalò sorrisi e speranze per l’arrivo della primavera, tenerezza dal bianco dei mille fiorellini promettenti di frutti, vigore da quel tronco solido e sicuro. Ci divertimmo a giocare insieme … Era lì, vestito di bianco, come una sposa. Dirompente mi inondava con le promesse di una nuova stagione. Immaginava i gridolini dei bimbi del’asilo, che avrebbe riparato dalla calura estiva. Mi raccontava dei giochi che avrebbe inventato per loro…
Poi quella mattina, repentina e subdola come le stramberie del tempo d’aprile, volle confondere il bianco dei suoi fiori con quello della neve di tarda stagione, intrisa d’acqua e gelida, a riempire quei rami fino a confonderli tra il sogno e la realtà…
E lo spezzò…
A terra metà dei suoi rami, un cumulo di legna senza vita. Vidi avvizzire fiori e foglie. Vidi albero antonio attonito, col suo corpo monco, a contemplare quello scempio... E non rideva più.
Passarono giorni, settimane, mesi, con quel mucchio di rami in rovina che piangevano ai suoi piedi.
Arrivò l’estate, un grande lavorio di braccia e seghe elettriche mise fine allo scompiglio: cancellarono ogni traccia di quei rami privi di vita, tagliati, impilati e trasportati via.
Albero antonio risorse imponente e fiero, arrivarono i bimbi a giocare ai suoi piedi, li accolse nell’ombra dei suoi rami.
Nessuno si accorse di ciò che mancava, nessuno sa di quella ferita, segnata da un cerchio piatto alle pendici dei suoi rami.
Tornerà l’inverno e giungerà un’altra primavera: albero antonio si vestirà di nuovo a festa come una sposa, offrirà lo spettacolo di quei fiori bianchi anche senza quei rami:
quelli protesi verso la mia finestra….

Pillola del giorno: Era cosi' basso che i suoi capelli non cadevano, si arrampicavano.
Furio Ombri.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ok, grazie ma..non perdiamoci di vista.
a presto AAA

Rue ha detto...

E' una storia molto dolce, in oltre amo molto gli alberi!
un bacio
Rue