sabato 24 ottobre 2009

Biblioteca di Faleria 2. Lettera aperta al sindaco.

In alto: Immagine tratta dal blog http://mammastanca.splinder.com/


Il guaio dei nostri tempi è che il futuro non è più quello di una volta.
Paul Valéry.


Quando agli inizi di ottobre abbiamo incontrato il sindaco di Faleria per chiedere la riapertura della biblioteca pubblica la risposta è stata: Non ci sono fondi disponibili e inoltre è previsto il trasloco di alcuni uffici del comune proprio nell'edificio che ospita la biblioteca, pertanto la riapertura è rimandata a data da destinarsi; Noi comunque non ci siamo persi d'animo, da quel giorno abbiamo incontrato diversi abitanti della cittadina chiedendo se fossero a conoscenza di edifici pubblici che potessero ospitare da subito i libri che sarebbero stati sfrattati dagli impiegati comunali, ci è stato indicato un locale completamente vuoto chiamato l'Ospedaletto di San Giuliano un edificio che viene dato in affitto in alcuni giorni per manifestazioni politiche o culturali, e viene tenuto completamente inutilizzato per gran parte dell'anno, confortati dal consenso e in alcuni casi dall'entusiasta approvazione da parte dei cittadini scriviamo due righe al nostro caro primo cittadino, una lettera che verrà pubblicata sui seguenti blog collegati con noi: Odettetoulemonde, che ha partecipato alla stesura della missiva, SuzieQ, Stratosfera, Colpametafisica, BlueberyPie ... e verrà distribuita presso gli esercizi commerciali di Faleria e di Civitacastellana affinchè venga letta e valutata questa proposta di buonsenso dagli indubbi vantaggi per tutti i cittadini di Faleria e dei comuni limitrofi:

Biblioteca di Faleria 2. Lettera aperta al sindaco di Faleria.
sindaco@comunedifaleria.it

ep.c:
assessorecultura@comunedifaleria.it
assessorellpp@comunedifaleria.it

Caro sindaco,
abbiamo appreso dalle tue parole che la biblioteca pubblica non potrà essere riaperta fino a data da destinarsi poichè in quei locali è previsto il trasferimento di alcuni uffici comunali.
Pertanto abbiamo deciso con questa lettera di ribadire il concetto, senza polemica alcuna, che le strutture pubbliche sono a disposizione della comunità e dovrebbero essere i cittadini a decidere il loro uso. Dal momento che abbiamo scoperto che esiste un’altra struttura disponibile, l'Ospedaletto di San Giuliano, ti proponiamo di mettere questo edificio a impiego della nostra comunità così da poterlo adibire a luogo d'incontro permanente, tutti i giorni dalle otto di mattina fino a notte inoltrata. Ci piacerebbe che diventasse un Centro Socio-culturale sul modello del caffè letterario di Roma e del Centro Atrion di Carugate.
Vorremmo che il nostro fosse uno spazio di aggregazione e di proposta di attività culturali e politiche gestito in maniera comunitaria e collettiva. Offrirà a chi partecipa alle iniziative di esserne al tempo stesso promotore e organizzatore un ventaglio di servizi gratuiti o a prezzi politici, in modo da promuovere lo sport, la musica, la lettura di libri e quotidiani, l'uso di attrezzature informatiche e la connessione a Internet, ecc...

Vorremmo sottolineare che desideriamo che lo spazio sociale fosse completamente auto-gestito dagli abitanti di Faleria. Autofinanziato dalle molteplici attività che saranno intraprese: Biblioteca comunale, servizio di ristoro, corsi di informatica, e corsi di formazione alle nuove tecnologie riguardanti la biodilizia, le fonti rinnovabili, la Permacoltura etc.

Quanto sopra esposto è solo una bozza delle iniziative che si potranno realizzare per rendere questo luogo fruibile da tutti e per dare la possibilità ai cittadini di informarsi, leggere e acquisire conoscenze per intraprendere attività lavorative nuove e stimolanti.

Pertanto, caro Sindaco, ci aspettiamo che da subito codesta amministrazione si attivi affinché si proceda alla realizzazione del Centro Socio Culturale. Ribadiamo inoltre che detto Centro dovrà essere dotato di impianti a fonte rinnovabile, pannelli fotovoltaici, energia eolica e geotermica al fine di rendere il manufatto completamente autonomo a livello energetico. Tutte queste tecnologie saranno finanziate, come ben sai, dalla legge "Conto energia". Non chiediamo grandi investimenti di denaro e, soprattutto, pensiamo che questo centro porterà molti benefici a tutta la comunità di Faleria e delle cittadine adiacenti quali Calcata, Rignano Flaminio e Civita Castellana.

Ti proporremo un incontro nei prossimi giorni per illustrare i dettagli di questa iniziativa.

Cordiali saluti

I cittadini di Faleria



Alleghiamo La psicopatologia del lettore quotidiano, le tipologie del lettore medio illustrate da Stefano Benni:

PSICOPATOLOGIA DEL LETTORE QUOTIDIANO
[COME RICONOSCERLO IN LIBRERIA, COME AIUTARLO, COME LIBERARLO DAL SUO VIZIO]
tratto da Effe dell'inverno 1995 (N. 1)


1 LETTORE DEL TIPO "SPERDUTO" (LEGENS FORTUITUS)

Questo tipo di lettore non ha alcuna familiarità con le librerie. Vi entra solo una o due volte all'anno, a volte una o due volte nella vita. Si riconosce dall'aria spaurita e impacciata, da alunno che teme di essere interrogato da un momento all'altro. Cammina tra le pile di libri come tra mucchi di filo spinato, o cespugli di rovi. Ogni tanto lo potete sorprendere mentre legge il titolo di un volume con la stessa espressione preoccupata con cui guarderebbe la sua radiografia del rachide. Sorride solo quando vede apparire, su una copertina, il volto di un personaggio televisivo.
Allora chiama il compare (questi lettori viaggiano sempre in coppia per sostenersi a vicenda nell'impresa) e con grandi cenni di giubilo, gli indica che c'è qualcosa di umano in quel pianeta alieno. A questo punto prende coraggio, avanza e fa subito cadere una pila di pocket, ripiombando nel terrore. Riprende fiato nel settore mappe geografiche, dove lo si vede fingere interesse per la periferia di Hong Kong, mentre sta solo cercando un commesso a cui rivolgersi. Individuatolo, si accosta, ma quasi sempre chiede l'informazione:
a] a un cliente
b] alla cassiera sommersa dagli scontrini
c] alla sagoma in cartone di Umberto Eco.
Se a questo punto un vero commesso impietosito si avvicina, con aria abbastanza rassicurante da non metterlo in fuga, il lettore sperduto gli rivolgerà una delle seguenti richieste:
a] mi dà quel libro di cui parlava un prete con la barba al Maurizio Costanzo Show? (alla richiesta del commesso di fornire dati ulteriori, risponde: era seduto vicino a Heather Parisi)
b] mi dà un libro con la copertina dove c'è una donna e nel titolo c'è la parola "amore"? (alla richiesta del commesso di fornire dati ulteriori risponde: lo ha scritto uno che in televisione è tifoso dell'Inter)
c] mi dà il libro scritto in questo biglietto?
d] mi dà sei libri larghi complessivamente 42 centimetri che devo riempire un buco nella libreria?
e] mi dà un libro per uno che non legge? (domanda a cui più di un commesso reagisce con crisi epilettiche)
f] mi dà un romanzo da regalare a mia figlia per Natale dove la protagonista fa motocross e lui è uno dei Take That? No, non lo so se l'han scritto davvero, chiedevo a lei...
g] mi dà il libro che ha in mano quella della pubblicità dello sciroppo per la tosse?
h] mi dà un libro che si chiama "il processo di Kafka" però non so dirle l'autore?
i] mi dà il libro che è primo in classifica? Come sarebbe a dire, ci sono parecchie classifiche? Oddio, adesso come facciamo?
l] mi dà due Campielli uno Strega e due Viareggi ma mi raccomando, che non abbiano la fascetta rovinata
m] mi dà tredici libri da spendere in tutto duecentomila lire per tredici regali di Natale, ma faccia in fretta che non ho tempo da perdere.
Completiamo la descrizione del lettore sperduto segnalandovi una sua misteriosa particolarità. Il lettore sperduto è magnetizzato. Qualunque sia il libro che ha acquistato, con grande stress e tensione, quando uscirà dalla forca caudina del rilevatore di furti, l'allarme suonerà. Decine di commessi tenteranno di smagnetizzarlo ma sarà tutto vano e il lettore sperduto si troverà a lungo esposto al generale ludibrio. La sua già scarsa propensione a entrare in libreria uscirà massacrata da questa orribile esperienza. Il fatto è che è lui, il lettore, a far scattare l'allarme, e non il libro!
Il caso del lettore magnetizzato è da tempo allo studio di medici, editori e fisici. Per alcuni si tratterebbe di un'allergia all'ambiente, per altri di una vendetta del troll dei libri: ma nessuno è ancora riuscito a sciogliere il mistero.
Nei prossimi numeri parleremo del lettore professionista, del monolettore, del lettore povero e del lettore consigliatore.
Buona lettura.


Altre tipologie di lettore:
Il Lettore Superiore
Il Lettore Entusiasta
Il Lettore Fissato
Il Lettore Indeciso


Stefano Benni


E sempre a proposito di libri, la Libreria delle Donne di Milano tramite il sito Il Corpo delle Donne, ha preparato un interessante documento su donne e lavoro che è stato presentato in 25 città, un documento di straordinaria importanza:

Immagina

Immagina che questa politica morta, che vedi intorno a te, venga infine sepolta e faccia spazio a qualcosa di nuovo che si alimenta della vita narrata da ogni persona.”

A capo

E speriamo che il nuovo che arriva si alimenti anche e molto della vita narrata dalle donne.

Sabato 24 ottobre viene presentato in 25 città italiane il MANIFESTO DEL LAVORO DELLE DONNE E DEGLI UOMINI, scritto da 8 donne del Gruppo Lavoro della Libreria delle Donne di Milano con l’obbiettivo di proporre a tutti, donne e uomini quindi, un modo nuovo di concepire il Lavoro. Ci siamo prese la libertà di guardare oltre, credendo fortemente che forzare i confini di un modo di intendere il lavoro ormai obsoleto, possa recare vantaggi e far crescere la libertà di tutti.

Per un anno noi autrici del Manifesto ci siamo incontrate per confrontarci sul tema “Donne e Lavoro”: partivamo da un sapere ricco e variegato risultato di una lunga ricerca i cui risultati sono condensati in un prezioso volume: Il doppio Si, cioè il sì che le donne di oggi dicono sia al lavoro che alla vita privata, con tutti i problemi che ne derivano.

Il Manifesto è rivoluzionario: come definire altrimenti un documento che parla di lavoro partendo dall’esperienza e dai desideri delle donne?

Fino a ieri sarebbe parso inconcepibile; oggi esiste. D’ora in poi ci sarà uno scritto su cui discutere e riflettere che afferma che sì, possiamo iniziare a progettare modi e tempi del lavoro che tengano fortemente conto di quanto noi donne abbiamo appreso sul campo negli ultimi anni e ancor più, dei nostri desideri finora inespressi e che da oggi possono coraggiosamente plasmare un nuovo modo di concepire il lavoro.

A capo

Il Manifesto è uno dei tanti frutti della Libreria delle Donne di Milano, libreria di femministe di lunga data, da cui negli anni sono usciti documenti che hanno fatto storia, non solo per le donne. Per me la Libreria è un incontro relativamente recente, e con rispetto ho accettato la proposta di far parte del Gruppo Lavoro. Negli ultimi mesi si è molto parlato del silenzio delle donne e delle sue ragioni. Si è parlato anche di femminismo e di come questa parola piaccia oggi a pochissimi. Vorrei ricordarvi che la Libreria è stata negli anni un luogo importantissimo dove le donne hanno saputo stare in ascolto, capaci quindi di rilevare quanto il silenzio delle donne nella società fosse solo apparente. Bisognava avere orecchie fini e le voci sarebbero divenute udibili.

A capo

A capo

Sabato alle h 16 alla Casa della Cultura di Milano in via Borgogna 3, presenteremo il Manifesto a tutte e a tutti quanti vorranno condividerlo con noi.

A capo

La presentazione del Manifesto verrà fatta in contemporanea in 25 città:

Bari, Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Catanzaro, Chioggia, Foggia,

Genova, Lecce, Milano, Napoli, Palermo, Parma, Pescara, Pesaro, Roma, Siena,

Spinea-Mirano, Squinzano,Verona,Venezia-Mestre, Torino.


Un appello che viene dall'Aquila, denuncia la spaventosa situazione dei cittadini abruzzesi nella morsa del freddo pubblicato da 3e32 rete coordinamento de L'Aquila ripreso anche dal blog di Sabina Guzzanti:

OTTOBRE 2009: ALL’AQUILA E’ EMERGENZA UMANITARIA

english version click here

version française, click ici

Facciamo appello a tutti coloro che in Italia hanno dimostrato sensibilità a quanto qui è successo e continua ad accadere.

A chi ha mantenuto alta l’attenzione sul dramma che ha colpito il nostro territorio e sulla gestione del post sisma.

Oggi, il 18 di ottobre, all’Aquila fa freddo. Siamo nella fase più drammatica, la notte già si sfiorano i -5°C ed andiamo incontro all’inverno, un inverno che sappiamo essere spietato.

Le soluzioni abitative, promesse per l’inizio dell’autunno, non ci sono. Circa 6000 persone sono ancora nelle tende.

Meno di 2000 persone sono finora entrate negli alloggi del piano C.A.S.E o nei M.A.P.

La maggior parte degli aquilani sono sfollati altrove in attesa da mesi di rientrare. Ora, con lo smantellamento delle tendopoli altre migliaia di persone sono state allontanate dalla città e mandate spesso in posti lontani e difficilmente raggiungibili.

Noi, definiti “irriducibili”, siamo in realtà persone che (come tutti gli altri) lavorano in città, i nostri figli frequentano le scuole all’Aquila, molti non sono muniti di un mezzo di trasporto, altri possiedono terreni od animali a cui provvedere. Siamo persone che qui vogliono restare anche per partecipare alla ricostruzione della nostra città.

Da oltre sei mesi viviamo in tenda, sopportando grandi sacrifici, ma con questo freddo rischiamo di non poter più sopravvivere.

Se non accettiamo le destinazioni a cui siamo stati condannati (che sempre più spesso sono lontanissime) minacciano di toglierci acqua, luce, servizi.

Oggi, più di ieri, abbiamo bisogno della vostra solidarietà.

... Continua


In questa nostra società siamo tutti costretti a lavorare per poterci mantenere, dal blog Manisullacittà uno scritto di Silvano Agosti che fa meditare:

Mentre fino ad ieri credevo che mi avessero fatto un piacere a darmi un lavoro, da oggi penso: "Pensa questi ****** che mi stanno rubando l'unica vita che ho, perché non ne avrò un'altra, ho solo questa... e loro mi fanno andare a lavorare 5 volte, 6 giorni alla settimana e mi lasciano un miserabile giorno...per fare cosa? come si fa in un giorno a costruire la vita?!"
Allora, intanto uno non deve mettere i fiorellini alla finestra della cella della quale è prigioniero perché sennò anche se un giorno la porta sarà aperta lui non vorrà uscire...
Deve sempre pensare, con una coscienza perfetta:
"Questi stanno rubandomi la vita, in cambio di 1.500 euro al mese, bene che vada, mentre io sono un capolavoro il cui valore è inenarrabile"
Non capisco perché un quadro di Van Gogh debba valere 77 miliardi e un essere umano 1.500 euro al mese, bene che vada.
Secondo me, poi, siccome c'è un parametro che, con le nuove tecnologie, i profitti sono aumentati almeno 100 volte... e allora il lavoro doveva diminuire almeno 10 volte!
... Continua

Bisogna regolarizzare i rapporti fra Stato e mafia, lo afferma Michele Serra in questo suo autorevole articolo:

Quel pizzino sapeva di pecorino
di Michele Serra
Alla luce delle ultime rivelazioni, emerge l'esigenza di regolamentare i rapporti tra Stato e mafia. Per esempio, gli incontri tra Provenzano e gli emissari dei governi in carica si sono rivelati inutili: questi ultimi non capivano una parola di ciò che diceva il Capo dei Capi

Un fotogramma de "Il Padrino"
Alla luce delle ultime rivelazioni, emerge con chiarezza l'esigenza di regolamentare i rapporti tra Stato e mafia. Troppi equivoci, troppa confusione. Per esempio, secondo le ricostruzioni più attendibili, almeno la metà degli incontri segreti tra Provenzano e gli emissari dei governi in carica si sono rivelati inutili perché questi ultimi non riuscivano a capire una parola del Capo dei Capi. Valga per tutti questo breve stralcio, tratto dal verbale dell'ultimo vertice in uno degli imprevedibili nascondigli segreti del boss, a casa sua. Provenzano - Inquallacchie! È tutto un inquallacchie, voi dovite intrugare lo scocchio! Ministro - Come? Come ha detto? Provenzano - E ci risiamo! A Tipizzi ci dissi dei lupini! Qui non si cava un ramaglio dai porticchi! E i porticchi chi ce li deve mettere, io? Ministro - Eh? Come dice? Eh? Provenzano - Ma tenete li orecchi affitati? Oppuro state voi a fare parizzi tutti i sante? Ministro - Prego?
Eh? Come? La riunione si risolse in un nulla di fatto. Tanto che, per i prossimi incontri, è stato deciso, bilateralmente, di mettere a punto un nuovo protocollo. Questi i punti principali.

Interprete Indispensabile la presenza di un interprete simultaneo, che traduca in italiano le richieste della mafia. La mafia ha accettato purché un altro interprete traduca in italiano le risposte dei politici. Per esempio la frase "vedremo di attuare tutta una serie di misure tese a dare risposta alle esigenze prioritarie dei soggetti interessati a una soluzione rapida e certa delle questioni sul tappeto" verrà tradotta "aboliremo il 41 bis".

Pizzini È sotto accusa lo stato deprecabile della maggior parte dei pizzini. Il forte odore di pecorino ha provocato una protesta formale della polizia scientifica. Il pentito Carmelo Di Snocciolo, killer del rione Santa Intusimata, ha rivelato agli inquirenti di essere stato costretto a uccidere decine di persone perché nel pizzino il nome della vittima non era chiaro. "C'era scritto di uccidere un certo Paolino ma il cognome era coperto da una macchia di sugo. Hai voglia a fare fuori tutti i Paolino, ci ho messo sei mesi, ho lasciato la mafia perché non si può lavorare in questa maniera".
... Continua

Il commento di Vauro sulle primarie del PD ed una carrellata di sue vignette:












Il nostro popolo descritto dalla penna di un fine umorista: Altan



Pillola del giorno: Dario Fo e Enzo Jannacci

1 commento:

keypaxx ha detto...

La biblioteca è un bene indispensabile per la crescita culturale di ogni società. Molto interessante il tuo blog.
Un caro saluto, a rileggerci.
:)