giovedì 15 settembre 2011

Prima operazione contro il bracconaggio allo zigolo ortolano


In alto: Immagine tratta dal blog http://orofiorentino.splinder.com/


I politici hanno una loro etica. Tutta loro. Ed è una tacca più sotto di quella di un maniaco sessuale.
Woody Allen.


Operazione antibracconaggio in Francia.

Il bracconaggio è una delle attività più infami che l'uomo persegue da centinaia di anni, ma il bracconaggio delle specie protette di uccelli migratori è ancora più infame, Piero Liberati insieme ad un gruppo di volontari del CABS hanno organizzato in Francia un campo antibracconaggio allo scopo di contrastare questo vile e inutile massacro, ecco il resoconto:

Prima operazione contro il bracconaggio allo zigolo ortolano

Breve report del campo antibracconaggio dell'agosto 2011
con documentazione fotografica

In forte declino: l'ortolano (© kikoarcas)

In forte declino: l'ortolano (© kikoarcas)

Che una specie protetta e in drammatico declino venga appositamente trappolata e per di più con il silenzioso beneplacito delle autorità, può succedere solo in Francia, la nazione dove la spavalderia delle lobby venatorie rasenta la tracotanza. Il piccolo zigolo, un tempo comune fra i campi e gli orti (da cui il nome), oggi presente con solo 500.000-600.000 coppie in tutta Europa, è considerato dai gastronomi francesi una prelibatezza irresistibile per la quale vale la pena spendere anche 150 €. Quelli che non si vendono invece vengono mangiati in famiglia dai circa 1.000-1.500 trappolatori delle Landes in nome della santa e cieca tradizione.

A fine agosto e inizio di settembre le campagne a sud di Mont-de-Marsan si cospargono di piccoli rettangoli di terra arata, dove vengono attratti gli ortolani in migrazione verso l'Africa con l'ausilio di altri uccelli da richiamo. A terra le "matoles" - piccole gabbiette trappola - prendono gli esemplari vivi. Verranno tenuti in vita in box di legno oscurati dove l'uccellino non potrà far altro che mangiare fino a raddoppiare il suo peso. Per dicembre verrà ucciso e servito in tavola come una grassissima prelibatezza.

Nel 2011 il CABS ha deciso di intraprendere delle operazioni per contrastare questa forma di bracconaggio. Un team di volontari italiani dell'associazione si è recato dal 27 agosto al 3 settembre nel Dipartamento delle Landes e ha percorso le campagne nel tentativo di localizzare gli impianti di cattura. In 6 giorni di operazioni sul campo 14 siti di cattura sono stati rinvenuti, 7 dei quali in attività. 23 ortolani da richiamo sono stati liberati, 139 trappole sono state distrutte , mentre tre siti, posti in proprietà private e cintate sono state segnalate alla LPO e alla Gendarmerie locale.

L'attività di antibracconaggio si è dimostrata più difficile del previsto: il fatto che il bracconaggio sia tollerato fa sì che molti impianti siano allestiti spudoratamente nelle immediate vicinanze delle case, delle fattorie e spesso all'interno di recinzioni private. Inoltre i trappolatori non mostrano nessuna percezione del loro essere nell'illegalità, anzi in più occasioni hanno affrontato i volontari con aggressività verbale addirittura minacciando di denunciarli per aver distrutto le trappole. In un caso un trappolatore ha inseguito la vettura del CABS con intenti intimidatori.

Questa serie di immagini mostra la realtà del bracconaggio all'ortolano e l'attività dei volontari:

Un impianto di cattura per ortolani: i richiami e le trappole sono ben visibiliUn impianto di cattura per ortolani: i richiami e le trappole sono ben visibili


La "matole": una semplice trappola fatta di filo di ferro

La "matole": una semplice trappola fatta di filo di ferro


Un triste destino: l'uccello da richiamo passa la vita dietro alle maglie della gabbia per attrarre i suoi conspecifici nella trappole

Un triste destino: l'uccello da richiamo passa la vita dietro alle maglie della gabbia per attrarre i suoi conspecifici nella trappole


Ben nascosti: il gruppo del CABS raggiunge il sito di trappoggio occultandosi nel mais per evitare incontri/scontri con i trappolatori

Ben nascosti: il gruppo del CABS raggiunge il sito di trappoggio occultandosi nel mais per evitare incontri/scontri con i trappolatori


Distruzione delle trappole

Distruzione delle trappole


Fino a 5 richiami sono presenti in ogni impianto. Per i bracconieri questi uccelli sono di estremo valore. Senza di essi attrarre i loro conspecifici in migrazione sarebbe estremamente difficile

Fino a 5 richiami sono presenti in ogni impianto. Per i bracconieri questi uccelli sono di estremo valore. Senza di essi attrarre i loro conspecifici in migrazione sarebbe estremamente difficile


Un buon successo: 4 ortolani salvati nel corso di un'operazione notturna

Un buon successo: 4 ortolani salvati nel corso di un'operazione notturna


Cinque uccelli da richiamo sottratti alla prigionia: possono venire liberati in natura

Cinque uccelli da richiamo sottratti alla prigionia: possono venire liberati in natura


Salvi! 23 ortolani - specie minacciata di estinzione - tornano liberi in natura

Salvi! 23 ortolani - specie minacciata di estinzione - tornano liberi in natura


Un altro sito di trappolaggio. Bisogna fare in fretta: la casa del trappolatore è visibile poco dietro sullo sfondo

Un altro sito di trappolaggio. Bisogna fare in fretta: la casa del trappolatore è visibile poco dietro sullo sfondo


Con una tenaglia si distruggono le trappole sequestrate al bracconiere

Con una tenaglia si distruggono le trappole sequestrate al bracconiere

... Visita il sito del Cabs per altre informazioni...


L'organizzazione animalista OCSA partecipa con il suo banchetto informativo al festival Ladyfest 2011, ecco la locandina e tutte le informazioni dell'evento:


PRESENTI AL FESTIVAL LADYFEST 2011

Da venerdì 16 settembre fino a domenica 18 settembre saremo presenti al Ladyfest 2011, un festival D.I.Y. queer femminista autoprodotto aperto a chiunque.

Il festival si terrà al C.S.A. La Torre (Via Bertero 13, Roma), con un fitto e interessante programma che partirà per ognuno dei tre gioni dalla tarda mattinata fino a notte inoltrata. Noi probabilmente saremo presenti con il nostro stand informativo, materiale, dolci vegan benefit ed altro dal pomeriggio fino alla sera, quindi se ci cercate in altri momenti della giornata e non ci trovate è perchè garantiamo di esserci dal pomeriggio. A prescindere da questo vi invitiamo a vivere questo evento il più possibile per entrare in condivisione con diverse esperienze e workshops che sono di grande interesse.


Per info più particolari sulla 'storia' e sul perchè del festival LADYFEST :
ladyfest-roma.noblogs.org

Articolo stampa interessante sull'evento disponibile QUI

Perchè essere presenti al Ladyfest?
Perchè sebbene non ci sia una stretta connessione tra il contenuto dell'evento e quello che facciamo noi, in realtà non è proprio così. Partendo dal presupposto che il nostro gruppo è attivo in un ambito 'specifico' della lotta allo sfruttamento e alla mercificazione, pensiamo che discriminazione e segregazione siano cose che legano indiscutibilmente insieme animali umani e non. Per questo motivo pensiamo che un banchetto informativo con un contributo del nostro materiale e qualcosa 'ad hoc' strettamente legato alle tematiche del fest, sia per noi qualcosa di importante. La discriminazione sessuale e di genere ha una sua stretta connessione con lo sfruttamento dei corpi degli animali non umani, almeno per noi; per questo pensiamo che un nostro banchetto possa essere importante così come avere la possibilità di essere presenti ad un evento del genere, sia come individui che come organizzazione.

Chiunque sia in contatto con noi, ci ha sempre supportato / aiutato e pensa di essere utile con una presenza al banchetto o quant'altro, è il benvenut*, in caso scriveteci o telefonateci.

OCSA - attivismo abolizionista per la liberazione animale

La discarica di Malagrotta di Roma è ormai giunta alla saturazione, la giunta della regione Lazio paventa l'apertura di una nuova discarica, contro questo folle progetto il comitato Rifiutizero di Fiumicino ha organizzato due giornate di protesta, partecipate!


Ora
Domani alle 18.30 - domenica alle 1.00

Luogo
Palidoro, Fiumicino, Roma, Lazio, Pianeta Terra!
Via aurelia km 28,00 (circa), bivio per Passoscuro.

Creato da

Maggiori informazioni
Un mare di "monnezza" si appresta a sommergere Roma molto presto!!!

L'aria della Capitale verrà contaminata (ulteriormente!) da esalazioni fetide e nefaste per la salute di ogni essere vivente!

Il latte nel quale inzuppi il cornetto ogni mattina sarà salubre quanto il percolato delle fogne di Calcutta!!!
...
Aaaaarghhhh....MORIREMO TUTTI! O_o

A meno che... ;-)

La società civile, i cittadini e le cittadine, ancora una volta, come già contro il nucleare e la privatizzazione dell'acqua, non si mobilitino in massa (critica!) contro il progetto di realizzazione di una nuova, enorme, gigantesca, mega...

-->> discarica/inceneritore messa in cantiere dalla premiata ditta Polverini&Co.

Per farti un'idea di cosa si tratta, dai un'occhiata alla balle che raccontano:

http://www.rifiutizerofiumicino.it/Ecoballe.html

E questa è l'area che più da vicino sarà coinvolta nel disastro ecologico che stanno progettando per i cittadini della Capitale:

http://www.rifiutizerofiumicino.it/aree-impatto.html

Vuoi reclamare il tuo diritto alla salute?!

Vuoi imporre alla Regione Lazio un'alternativa sostenibile per lo smaltimento dei rifiuti?!

Un'alternativa esiste, e come!

Eccola in breve -->> http://www.noinceneritorealbano.it/index.php?option=com_content&view=article&id=60&Itemid=77

Ed eccola in esteso -->> http://www.nonbruciamociilfuturo.org/i-nostri-documenti.html

Se vuoi informarti meglio e contribuire a questa nuova importante battaglia per la sopravvivenza, allora non puoi perderti questo evento-->>

VEN 16 e SAB 17 SETT ------->>> RIFIUTI ZeRocK FESTIVAL <<<-------

Il Comitato Rifiuti Zero Fiumicino, in collaborazione con Adrian Good Promotion e Reggae Circus Entertainment, vi invita a una clamorosa due giorni di informazione, comunicazione e spettacolo, contro la "monnezza"! :)

Ecco il programma delle serate:

--------------------------------------> VEN 16 SETT 2011:

20:00 Introduzione a cura del Comitato organizzatore

20.30 Band del territorio, a km 0

22:00 TELANERA (http://www.myspace.com/telanera)

23:00 PERCEZIONESESTOSENSO (http://www.myspace.com/percezionesestosenso)

24:00 RED STRIPES (http://www.redstripes.it/)

--------------------------------------> SAB 17 SETT 2011:

20:00 Introduzione a cura del Comitato organizzatore

20:30 Esibizione a tema di Ulderico Pesce (http://www.uldericopesce.it/)

21:30 TETES DE BOIS (www.tetesdebois.it/)

22:00 HONEYBIRD and The Birdies http://www.honeybird.net/

22:30 ADRIANO BONO & TORPEDO SOUND MACHINE (http://www.adrianobono.it/)

+ VERY SPECIAL GUEST -->>

GINKO (http://www.myspace.com/ginkovap)

SAVINO & KONTRAMINA outta WOGIAGIA CREW (http://www.wogiagia.net/)

MANLIO (http://www.myspace.com/manlio1987)

ATTA outta DAP Sound (http://it-it.facebook.com/.../DAP-SOUND/137918666240936)

E con la partecipazione straordinaria di:

--------->>> DANIELE SILVESTRI <<<--------
http://www.facebook.com/danielesilvestriufficiale?ref=mf

Siamo tanti, perchè ci teniamo al nostro futuro e a quello dei nostri figli!

Inutile dire che l'ingresso è categoricamente GRATUITO!

Inoltre, durante tutta la manifestazione -->> raccolta firme, stand informativi, prodotti alimentari BIO e del territorio, artigianato e quant'altro...
... Continua


Parliamo ancora di orti sinergici, con lo slogan"La terra che lavora per te!" una breve spiegazione di che cosa sono gli orti sinergici da Agricoltura Sinergica:

l'agricoltura sinergica - ecco cos'è


Lo studio dell'agricoltura sinergica, come dell'agricoltura naturale, nasce dall'osservazione dei processi naturali, dalla presa di coscienza che è necessario mantenere l'organismo suolo autonomo in grado di rigenerarsi, mettendo tn relazione i diversi elementi in modo che possano essere equilibrati e protetti. É un lavoro che dobbiamo fare tutti, in modo da essere in grado di consigliare altri agricoltori in merito alle tecniche di concimazione verde da adottare , alle sementi, alle strategie di progettazione, ad una produzione vegetale sotenibile perché realmente ecologica, attraverso i processi dell'autofertilità del suolo.

In agricoltura le piante vengono accusate di assorbire elementi fertilizzanti dal suolo, ma com' è possibile che, se in natura le piante creano il suolo, in agricoltura lo distruggono?
L'arte dell'agricoltura si perderà per colpa d'insegnanti ignoranti, ascientifici e miopi che convinceranno gli agricoltori a riporre tutte le loro speranze in rimedi universali, che non esistono in natura. Seguendo i loro consigli, abbagliati da risultati effimeri, gli agricoltori dimenticheranno il suolo e perderanno di vista il suo valore intrinseco e la sua influenza; la causa reale dell'impoverimento del suolo è data dal modo in cui lo manipoliamo per la produzione, pensando alla "forma del frutto" come unico elemento da salvaguardare.

L'agricoltura naturale, usando la legge della sinergia, rifiuta la prima legge in cui crede l'agricoltura convenzionale, che dice: se una data quantità di elementi si trova in una pianta coltivata e raccolta, la stessa quantità di elementi dovrebbe essere re-introdotta nel suolo. Questo principio non tiene conto della capacità delle piante di sintetizzare e convertire elementi ad esse necessari. Gli elementi nutritivi utili alle piante vengono dal sole, dai gas atmosferici e dall'acqua per il 95% del loro volume, ma viene comunque addebitata a loro la perdita di fertilità del suolo che invece si determina a seguito della sua lavorazione. Le piante prendono dal suolo solo azoto, oligoelementi e minerali, e un suolo destrutturato lo impedisce.
Purtroppo l'idea di dover compensare le perdite di fertilità del suolo continua a determinare i calcoli che si fanno per fertilizzare, per integrare la sua materia organica.

Per praticare quest'agricoltura è necessario sentire prima di tutto un'empatia molto forte con l'organismo terra/suolo. Realizzare la complessità straordinaria d'interrelazione microscopica tra le specie presenti su un suolo selvaggio, vuol dire mantenere un equilibrio di salute; in un suolo non lavorato questo benessere si trasmette alle piante che crescono nel suo seno.

La scoperta del dottor Alan Smith del dipartimento agricolo del New South Wales - Australia (uno specialista della materia), è uno schema complesso di relazioni tra le piante, i microrganismi del suolo e gli elementi nutritivi. Nei suoli naturali (imperturbati), questi processi funzionano in maniera sana e controllano efficacemente l'attività microbica, ivi compresa quella delle popolazioni d'organismi patogeni. Rendono inoltre assimilabili gli elementi nutritivi presenti nel suolo. Nei suoli perturbati da arature, lavori colturali e fertilizzanti con nitrati, questi processi non hanno e non possono avere luogo.
Sebbene le piante abbiano questa capacità unica di trasformare l'energia solare in energia chimica che utilizzano per crescere, metabolizzare e riprodursi, esse hanno anche bisogno d'altri elementi che sono incapaci di produrre direttamente. Per esempio hanno bisogno d'azoto, di fosforo di zolfo di calcio di magnesio, di potassio e di oligo-elementi. Il suolo costituisce una riserva di questi elementi, ma per un approvvigionamento adeguato, le piante devono mobilitare questi elementi alterando il suolo attorno alle loro radici. Un modo per far ciò è stimolare l'attività dei microrganismi che allora accrescono la mobilitazione degli elementi nutritivi.
Gli studi di Alan Smith dimostrano perché sistemi come la coltura senza aratura ottengano un tale successo.
Masanobu Fukuoka, un microbiologo ed agricoltore giapponese, cominciò negli anni '30 a sperimentare un nuovo metodo di produzione vegetale. La sua sperimentazione ha un significato rivoluzionario perché ha eliminato l'aratro e copre il suolo con una "pacciamatura vivente" permanente durante la crescita delle colture.
Fukuoka ha dimostrato che l'agricoltura, la programmazione delle colture, può essere praticata rispettando la dinamica degli organismi viventi che si trovano naturalmente nel suolo.
Le piante sulla terra e nell'acqua formano la base della piramide energetica e sostengono quasi tutte le altre forme di vita; quindi sono certamente in grado di sviluppare e mantenere la materia organica e le comunità di vita del suolo.
Il lavoro di Emilia consiste principalmente nell'adattamento ai nostri climi ed alla nostra cultura, dei principi che Fukuoka individua per l'agricoltura naturale:

1. Fertilizzazione continua del suolo tramite una copertura organica permanente.
2. Coltivazione di specie annuali in associazione a colture complementari, con l'integrazione d'alberi azoto-fissatori.
3. Assenza d'aratura o di qualsiasi altro tipo di disturbo del suolo: il suolo si lavora da solo.
4. Il suolo sì area da solo se noi evitiamo di provocarne il compattamento.

Capiamo ora, in sintesi, come questi principi possano essere applicati alla realizzazione di un orto di sussistenza; ulteriori approfondimenti si possono trovare nei documenti di archivio.

PREPARAZIONE DEL SUOLO
Il primo passo per l'agricoltura sinergica è la preparazione del suolo.

Quando instauriamo un sistema di coltivazione che succede ad un sistema presente in un area agricola, sia esso di piante spontanee o coltivate, dobbiamo destrutturare il primo per far sviluppare il secondo.
In suoli destrutturati e impoveriti da colture precedenti o da processi di laterizzazione è necessario, oltre che ripulire il suolo dalle radici di vegetazione spontanea che lo occupa, riattivare un sistema evolutivo con tecniche adeguate.
Un modo per fare questo è la coltura della patata sotto una copertura di cartoni e paglia. Questo sistema integrato di coltivazione e pacciamatura aiuta a mantenere l'umidità del suolo ed attrae i lombrichi, rivitalizzando il suolo e preparandolo al processo di riequilibrio dell'auto-fertilità.

FORMAZIONE DI BANCALI
Dopo la pulizia del suolo comincia la preparazione dell'orto che avviene scavando e formando le aiuole ed i passaggi. E' l'ultima volta che il terreno verrà rimosso; è quindi necessario definire con chiarezza quali saranno i luoghi per il passaggio e quelli dove il terreno verrà coltivato: i bancali.
In grande scala questi bancali possono essere fatti con gli aratri, ma la lavorazione a mano è quella più appropriata.
I bancali possono essere realizzati in forme e dimensioni diverse; l'importante è poter arrivare al centro senza rischiare di calpestare l'aiuola. Se si ritiene necessario si può aggiungere materiale organico al momento della realizzazione per compensare al danno fatto con l'aratura. Anche se il "nutrimento forzato" del suolo è normalmente da evitare, quando le circostanze lo richiedono, è consigliabile aggiungere concime ben stagionato, compost, o altro materiale organico.

IRRIGAZIONE E PACCIAMATURA
Il modo migliore sperimentato per distribuire l'acqua e non viziare le piante è quello d'installare un impianto d'irrigazione a goccia.
Non è necessario comunque acquistare sistemi costosi, il sistema d'irrigazione più semplice funziona con la gravità: l'acqua arriva ai tubi da una vasca posta ad un livello superiore rispetto all'orto.
Dopo aver seminato e trapiantato il suolo viene coperto con uno strato di pacciamatura, ideale la paglia per i bancali e segatura per i passaggi.

TUTORI
Nella maggior parte dei bancali, si possono installare archi tutori permanenti - usando anche tondini di ferro, tipo quelli usati in edilizia - su cui far arrampicare le piante.
Ogni pianta viene attaccata all'arco o a un ulteriore orditura in filo di ferro, da uno spago teso. I tutori vengono assicurati anche tra loro in modo da formare una rete staticamente resistente.
Questo sistema funziona molto bene per pomodori, cetrioli, piante in seme etc. in quanto lascia passare l'aria tra le foglie, riducendo così i problemi dovuti alle muffe e ai funghi e liberando spazio in basso tenendo i frutti sollevati dal suolo, dove potrebbero essere danneggiati dall'umidità o dagli insetti. Inoltre, i legumi rampicanti e le zucche possono correre sopra i tondini stessi, in modo che possano essere utili come ombreggianti, quando il caldo sole estivo non permetterebbe più di coltivare insalate e piante che soffrono le alte temperature.
Un ulteriore vantaggio di questo sistema è che non c'è pericolo che il vento distrugga il raccolto buttando giù tutto.


... Continua


Reportage dei vegan turisti, da VeganRioT:

Ventotene Vegan


Va bene, fino adesso abbiamo scherzato. Budapest, San Francisco, Stoccolma, NY, Londra e compagnia cantando; tutte mete in cui campare da vegan-turista è semplice più o meno come vincere una partita a basket contro vostro nipote di due anni. Ma quando si è su un’isola di 750 abitanti stanziali, di poco più di due chilometri di lunghezza, i cui ristoranti metterebbero del pesce anche nell’impasto del pane e nella Coca Cola, allora il gioco si fa duro. Stavolta niente socia, lasciata a casetta. Il compare di avventure è un prode amico di lunghissimo corso, onnivoro ma vegetariano rinnegato e per questo costantemente da me vilipeso. Per una volta si va incontro all’ignoto, all’insicurezza gastronomica, al digiuno manifesto. Ma sono pronto. Sono anche dotato di un paio di barrette energetiche portate dietro da Londra, nel caso…

Pizzeria sul porto,nome sconosciuto, poco lontano dal ristorante Benito
Pizzeria semplice con tonde rosse fatte sul momento a 4 euri, contorni di verdure sott’olio e non, pizza a taglio quasi per niente veg*. Sopravvivenza garantita ma qualità dell’impasto non eccezionale, a dirla tutta.

L’aragosta, Via Porto 1
Difficile non imbattersi ne L’aragosta, fronte sbarco traghetti, alla fine, o l’inizio se preferite, del porto. Per giunta scortati da un paio di donzelle simpatiche che il mio compare ha pensato bene di rimorchiare da balcone di stanza a finestra… Questo è l’unico posto in cui ho gettato le carte in tavole dicendo tutto quello che non mangiavo. Il solerte cameriere alla fine ha anche chiesto se la mia fosse una questione etica o cosa, non lasciandosi scappare alcun commento, se non la domanda se mi sentissi debole o meno. In un menù di pesce al 95% ripiegherò su una pasta calamarata al pomodoro, dignitosa ed una buona zuppa di lenticchie. C’è da dire che la pasta è stata fatta appositamente per me, perché qualsiasi piatto a parte la zuppa di lenticchie conteneva qualcosa che aveva in precedenza nuotato. La zuppa era buona comunque…

Mezzatorre, Piazza Castello 5-6
Qualcuno ce lo aveva consigliato ed eccoci qua, in mezzo alla sala, abbandonati al nostro destino, senza menù da un quarto d’ora. Il locale è traboccante di clienti ed i camerieri imbizzarriti, sebbene il menù consti anche qui del 95% di natanti o bivalvi, non sanno che pesci prendere. Faccio notare al mio socio, che è un indomito rompicazzo, che non puoi contare su un mese e mezzo di pienoni per rodare uno staff che durante il resto dell’anno non lavora così. E zuppa di lenticchie sia, stavolta anche meglio della precedente, con pezzi di pane (vecchio e tostato la precedente estate…) per arricchire il piatto. Qua a contorni andiamo discretamente ed aggiungerò anche un piatto di zucchine a scapece (fritte e marinate con aglio ed aceto) ed un’insalata mista che non guasta mai. Il conto ci verrà portato con venti minuti di attesa ed alla terza richiesta poco simpatica del mio socio ho pensato che il cameriere gli avrebbe messo le mani addosso. Notiamo che anche altri clienti sembrano un po’, come dire, annoiati da queste lentezze. Anche oggi si è infilato qualcosa nello stomaco.

Pizzeria a taglio sul porto tra il diving center e noleggiatori di barche
Sul porto vero e proprio ci sono un paio di pizzerie a taglio, questa è quella di destra, la più piccola delle due. Non tanta la pizza papabile presente; rossa con pomodori freschi, rossa con origano e pugliese altissima e soffice, con pomodorini ciliegini. In ogni caso tutte molto buone e discretamente unte. Per i gourmet non veg (alla fine Vegan Riot è aperto a tutti…) segnalerei cocchette fritte varie, comprese quelle di spaghetti, di assai bell’aspetto e partenopea originali. Insulterò non poco il mio compare onnivoro per essersi sottratto a simili (immagino) bontà.

Benito, via Pozzillo
Abbiamo sorvolato sul domandarci l’origine del nome del ristorante, anche se avremmo voluto tentare di sparare in aria un paio di saluti romani per vedere se avevamo ragione o meno. Vista panoramica se siete desti a prenotare, altrimenti potete comodamente trovare posto sottovento rispetto alla griglia del pesce, come nel nostro caso. Stavolta il menù raggiunge ben il 96% di percentuale di fu natanti e bivalvi. L’unica parte di un mammifero quadrupede, la pancetta, è ovviamente presente nella zuppa di lenticchie. Medito il suicidio dalla scogliera, però conto sulla ricettività dei locali nei confronti dei non amanti del pesce e rimedio un piatto di spaghetti al pomodoro,non presenti in menù, che nella sua semplicità si son fatti veramente ben apprezzare. E non lo dico per fame o paura del digiuno; il mio compare sa che sono un ninja e non temo le avversità, tramo nell’ombra, aspetto e non mi lamento. Erano davvero buoni. Coadiuvo gli spaghetti con ennesime zucchine scapece, ennesime ma dignitose. Sulla caponata invece potrei suggerire che prepararla con i peperoni in barattolo sott’aceto non è cosa da farsi e soprattutto priva di melanzane, è veramente poco carino… Specie se i clienti se ne accorgono. Vero mattatore della scena è il signor Benito in carne e soprattutto ossa, ormai piuttosto in alto con l’età, che ancora da una mano alla griglia, tra un bicchiere di vino ed altri due… Il signor Benito una volta seduto inizierà a cantare canzoni di Dean Martin vaneggiando e sedendosi random ai tavoli. Perla della serata, si attaccherà alla canna dell’oliera per verificare se fosse olio e non aceto, dietro richiesta del biondo condimento da parte di un tavolo vicino. Visto che siamo in un posto di radical chic ricchi del cavolo (quindi potenzialmente vegan…) la tavolata si farà delle gran risate a simile grottesca visione, condendosi poi le insalate con l’oliera ciucciata dal signor Benito. Se solo questo fosse successo a Roma la stessa tavolata avrebbe chiamato l’ufficio d’igiene, non pagato il conto, acceso rissa con i camerieri, pagato dei sicari… A dispetto delle recensioni truculente lasciate nella rete, in realtà potrei dire che l’esperienza “Benito” non è stato poi così malvagia. Lo lasceremo al tavolo con tre rampolli dell’alta o perlomeno ricca società a cantare “pasta effasule, dezzammore…”

... Continua

... E parlando di alimentazione Vegan, una gustosa ricetta per palati fini:

autore: Paolo
30 minuti + riposo della pasta
2 persone
  • 110 g di semola rimacinata di grano duro
  • 90 g di farina di grano saraceno
  • 5 peperoni friggitelli
  • 1 cucchiaio colmo di concentrato di pomodoro
  • 2 cucchiai di anacardi al naturale
  • 1 pomodoro secco
  • 1 mazzetto abbondante di basilico greco
  • 1 spicchio d’aglio
  • Olio extravergine di oliva
  • Sale marino

“Pappardelle semisaracene al pomodoro con pesto alternativo e friggitelli” sarebbe stato un titolo di ricetta vagamente “wertmulleriano” e quindi operiamo degli ovvi tagli, perlomeno ai titoli. Diluite energicamente il concentrato di pomodoro in 100 ml di acqua. Mescolate le due farine ed impastate con l’acqua aromatizzata ed un filo d’olio. Lavorate la pasta per bene su un piano in legno, fino ad ottenere la classica consistenza elastica; chiudete in un recipiente, o incellophanate, e lasciate riposare in frigo. Pulite i friggitelli, privandoli dei piccioli, semi e parti interne bianche. Tagliateli quindi in listarelle piuttosto fini. Scaldate in una padella abbondante olio ed unite lo spicchio d’aglio che lascerete andare a fuoco medio finchè biondo. Unite quindi i friggitelli, salate e cuocete girando spesso fino a che non saranno soffici; a termine cottura eliminate l’aglio. Riprendete la pasta e passatela nei rulli dell’apposita macchina, più e più volte. Raggiunto uno spessore medio (3 andrà bene) ritagliate della pappardelle in un formato congeniale che non si spezzerà con la cottura, tipo 1 cm e mezzo per 8 di lunghezza. Questo perché la farina di grano saraceno non consente l’elasticità di una pasta di solo grano; anche per questo i pizzoccheri sono di piccolo formato. Spolverizzate di semola le pappardelle ed avendo tempo lasciatele asciugare all’aria, girandole dopo un po’. Rinvenite il pomodoro in acqua tiepida. Passate al mixer il basilico insieme agli anacardi, il pomodoro, un pizzico di sale ed un filo d’olio. In acqua bollente salata tuffate gentilmente le pappardelle, gentilmente mescolatele durante la cottura ed ancora più gentilmente scolatele. Ripassatele a fuoco medio assieme ai friggitelli per un minuto, quindi unite il pesto ed un paio di cucchiai di acqua di cottura tenuti da parte e mescolate con classico ed atletico salto in padella, fuori dal fuoco.


Le ultime opere di Enteroclisma:

IL GAMBERO

Consapevoli ( anche se non tutti lo ammettono ) che Silvio sia ormai una mummia appartenente al peggiore passato di questo paese, molti dei suoi amichetti gli consigliano con discrezione di farsi da parte.


IL TITANIC ITALICO

... E Silvio vola all'estero, con la scusa di una riunione inesistente.

... E A TE IL TARTARO CHI LO SCROSTA ??

I BUONI CONSIGLI DI SILVIO

Ma insomma, ti pare ? ... in questo paese di merda uno non può rubare o corrompere in pace che subito si trova i giudici alle costole !!!
Si può vivere disonestamente in una nazione simile ??

MEGLIO UNA SUORA OGGI CHE UN'INFERMIERA DOMANI

Silvio ama cambiare ... una volta le fa vestire da infermiere, una volta da suore.
E così il bunga bunga si veste da carnevale di Rio.
Quale sarà il travestimento del prossimo incontro ??

OCCASIONI PERSE PER TACERE

L'inopportunità ed il cattivo gusto sono solo un paio dei tanti marchi d'infamia che questo sciagurato governicchio si porterà nella tomba.
La politica esce allo scoperto e non si cura neanche più di mascherare le sue malefatte con un paravento di buona educazione e dignità.

illola del giorno: Uno spassosissimo Totò in

Totò & Nino Taranto -- La Fontana di Trevi




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