martedì 27 settembre 2011

EARTHLINGS UN VIDEO SULLO SFRUTTAMENTO DEGLI ANIMALI



In alto: Immagine tratta dal blog http://sedutainriva.splinder.com/


Nessuno che una volta abbia riso veramente di cuore può essere irrimediabilmente cattivo.
Thomas Carlyle


EARTHLINGS UN VIDEO SULLO SFRUTTAMENTO DEGLI ANIMALI

Dal sito La Vera Bestia un video sconvolgente sullo sfruttamento degli animali:



"Si dice che gli animali sono fatti per l'uomo..." - Un tempo si credeva che gli schiavi erano fatti per i padroni, i deboli per i forti, i neri per i bianchi le donne per gli uomini. Secondo la cultura cattolica occidentale gli animali sono stati creati da Dio per le necessità dell'uomo. Questa concezione, però, non trova giustificazione né sul piano della logica, né su quella della giustizia divina. L'idea, più o meno diffusa, che gli animali siano "fatti per l'uomo" nasce dai brani biblici Gen. 9,3 in cui il Signore dopo il Diluvio, e dopo 10 generazioni di vegetariani, da Adamo a Noè, consente all'uomo di mangiare anche la carne: "Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo: vi do tutto questo come già vi diedi le verdi erbe. Soltanto non mangerete la carne con la sua vita, cioè il suo sangue". Mangiare la carne significa accettare di vivere la condizione di ribellione al patto con Dio non quella originale prima del Peccato. E ancora in Gen. 2,18 Dio crea gli animali non come schiavi, né tanto meno come oggetti a disposizione dell'uomo, ma come compagni di vita. "Non è bene che l'uomo sia solo, gli voglio fare un aiuto che gli sia SIMILE...". In questo contesto viene usata la parola "BARA'", cioè creazione diretta, sia per la creazione dell'uomo, che per gli animali e la parola "NEFESCH", per indicare l'unico spirito che viene infuso sia negli uomini che negli animali. La licenza a mangiare anche la carne viene data temporaneamente ai sopravvissuti dell'Arca finché la terra restò coperta dalle acque, cioè per 150 giorni. E in effetti sarebbe un controsenso per un Dio buono e giusto legittimare l'uso di alimenti carnei, e quindi l'uccisione di creature innocenti, in un contesto in cui l'uomo può nutrirsi senza spargimento di sangue.

La prossima azione dimostrativa organizzata da OCSA Organizzazione contro lo sfruttamento degli animali:

9 OTTOBRE, IN STRADA CONTRO LO SPECISMO

Riprendiamo le azioni dimostrative tese a proporre un cambiamento culturale tra gli esseri umani e allo stesso tempo concreto per gli animali non umani.

A ridosso della Settimana Veg(etari)ana Mondiale lanciamo la prima di una possibile serie di iniziative mensili, tese alla diffusione di un'azione concreta per gli animali: scegliere uno stile di vita vegan. Da una semplice scelta, come quella di smettere di nutrirci delle carni di altri individui sfruttati, è possibile iniziare un importante percorso che porterebbe ognuno di noi a capire la vera condizione degli schiavi animali. Scegliere il veganismo può inoltre portare ogni individuo ad una concezione radicalmente diversa di questa società specista e a rivalutare tutto ciò che la sostiene e ne garantisce l'esistenza.

Useremo per questa significativa e semplice protesta (risultata molto efficace in ambito internazionale) cartelloni (disponibili sul posto) per esporre in silenzio la concretezza dei fatti, volantini in italiano ed inglese, schermo con proiezioni di immagini ed ovviamente banchetto informativo. Infine vorremmo usare la cosa più importante: la volontà di parlare e rapportarsi semplicemente alla gente mostrando la realtà dello sfruttamento animale.

DOVE
di fronte a McDonalds, Via delle Muratte 31, Roma.
(il luogo potrebbe subìre delle variazioni che in caso comunicheremo a breve)

QUANDO
domenica 9 ottobre, dalle 16:30 alle 18:30.

In caso di pioggia l'azione dimostrativa non avrà luogo.

Lunedì 3 ottobre, dalle 20 fino alle 22:30 circa, durante l'aperitivo vegan che si tiene ogni lunedì al pub Il Serpente (Via dei marsi 21, quartiere San Lorenzo) curato da Scatoletta Di Seitan sarà possibile incontrarci per condividere del tempo insieme, parlare di quest'azione dimostrativa, fornire ulteriori dettagli ed ascoltare qualsiasi possibile domanda/richiesta.

Se vuoi contribuire ed aiutarci...
scrivici: info@ocsanimal.org
telefona: 370.71.22.316



Da Maria Teresa De Carolis la testimonianza sulle foreste pluviali della Nuova Guinea:

Nuova Guinea, rapporto WWF 2011, nuove specie scoperte


Uno dei luoghi al mondo più ricchi di biodiversità, la Nuova Guinea, descritto nel nuovo rapporto del WWF, L’ultima frontiera: nuove specie scoperte in Nuova Guinea, svela le meraviglie di un magico paese che equivale allo 0,5% di terra emersa sul pianeta, ma che ospita, secondo il WWF l’8% delle specie sulla terra. Sono 1.060 le specie nuove: 218 piante, 43 rettili, 12 mammiferi tra i quali una specie unica di delfino, 580 invertebrati, 134 anfibi 2 specie di uccelli e 71 pesci, tra cui un rarissimo squalo che vive lungo le sponde di fiumi irraggiungibili. La deforestazione è una gravissima minaccia per questa ricchissima biodiversità; nell’anno mondiale delle foreste il WWF lancia l’allarme contro il crimine che si sta commettendo nei confronti di questi paradisi. La Nuova Guinea è dopo il Congo e l’Amazzonia, il paese con la più alta concentrazione di foreste pluviali, un’isola che si trova tra la Papua Nuova Guinea orientale e l’Indonesia occidentale. Il problema della deforestazione non solo minaccia continuamente la biodiversità ma produce ogni anno il 18% delle emissioni di CO2. Questo è l’anno delle foreste è purtroppo oltre alla Nuova Guinea, da un recente rapporto satellitare è emerso che in Amazzonia c’è stato un progressivo aumento della deforestazione, addirittura del 144% rispetto al 2010, 700 chilometri quadrati soltanto a maggio sono scomparsi. Allevamenti, agricoltura, industrie della carta e del legno, fabbriche di olio di palma stanno devastando senza controllo un patrimonio che non potrà mai più essere sostituito, i Governi agevolano questo sistema, ma la voce a questo punto chi la deve alzare? Specie a rischio che vengono scoperte mentre stanno scomparendo, è una illusione il progresso basato su di un sistema distruttivo, l’ossigeno del pianeta non potrà essere sostituito dal cemento del profitto, e la cosa assurda è che si parla dello stesso ossigeno che anche i grandi manipolatori ed industriali respirano, o forse quello che progressivamente si stanno allenando a respirare è il denaro?


Come si prepara un orto sinergico? in questo video un gruppo di amici ha realizzato un bancale completo:

L'orto sinergico




Reportage di VeganRioT sui locali mondani della capitale:

Groupalia Vegan: Sciaccatra'

Se qualcuno avesse pronosticato trenta anni fa l’esplosione di Cinecittà come zona mondana, con vita notturna e locali gettonati, con buona probabilità sarebbe stato guardato con circospezione nella migliore delle ipotesi, se non accusato di satanismo e lapidato in pubblica piazza, anzi di fronte agli studi cinematografici stessi. Invece il quartiere vanta ormai locali famosi e pluripremiati, su cui le guide del settore si sperticano non poco. Nella categoria pizzerie, Sciaccatrà è un nome che parecchi ricordano e difatti mi chiedo il perché un locale conosciuto ricorra ai coupon sconto. Un caldo lunedi di giugno, il locale risulta comunque pieno con gente in mezzo alla sala e decisamente la ragione non è quel paio di centinaia di coupon venduti in un giorno e mezzo di campagna sconto, sebbene le due coppie di vicini fanno parte della nostra stessa categoria di brutti sporchi e cattivi dello sconto. Per un diciotto euri di coupon si ha diritto ad un “cuoppo di zio Urbano” ossia un misto di fritti napoletani, una pizza a testa ed una bottiglia d’acqua. Il tutto proposto in un locale particolarmente carino, un tantino caramelloso, tra il bianco e l’azzurro ed il salotto demodè della casa di campagna della zia ottuagenaria. Il cameriere, mestierante doc, non si sconvolge per la bizzarra dieta mia e della socia. Anzi, eliminati dal cuoppo i fritti non papabili, ne aggiungerà di più tra quelli vegani. Cento punti al cameriere! Finito il cuoppo e quindi ingozzato di pasta fritta e un simil gnocco croccante con sugo di pomodoro, la pizza si dimostra all’altezza della fama del posto, molto buona, crostosa, soffice, in stile napoletano. L’orgia di carboidrato-farinaceo è quindi d’obbligo. Per la cronaca un’ortolana per la socia e rossa con melanzane per il sottoscritto. Pago il mio caffè fuori coupon e lascio un paio d’euri di mancia al tanto valente cameriere. Approvato!
... Continua

E sempre da VeganRioT una gustosa ricetta per un dolce da leccarsi i baffi, Il Cobbler:

Un'ora
6-8 persone

Per il ripieno:

  • 6 pesche
  • 4 cucchiai di zucchero
  • 1 ½ cucchiaio di amido di mais
  • ½ cucchiaio di succo di limone
  • ½ cucchiaino di aroma di mandorla amara


    Per la copertura:

  • 1 ¼ di tazza di farina
  • ½ tazza di zucchero
  • 6 cucchiai di margarina vegetale spalmabile
  • 5-6 cucchiai di latte di soia
  • 1 ½ cucchiaino di lievito per dolci
  • 1 cucchiaio di amido di mais
  • Un pizzico di sale

Il cobbler è un dolce al cucchiaio composto da una base di pesche e da una copertura dolce simile al crumble, ma molto più spessa e lievitata, che viene disposta sul ripieno a cucchiaiate. Da qui il nome che richiama quello delle strade pavimentate a sanpietrini. Il cobbler può essere dolce o salato, ripieno di diversi tipi di verdura e frutta.

Sbucciatele le pesche, tagliatele a spicchi (non devono essere sottili) e mettetele in una pirofila da forno che può anche essere portata in tavola. Aggiungete lo zucchero, il succo di limone, l’amido, l’aroma di mandorla e mescolate bene. Fate cuocere in forno già caldo a 180°C per circa 20 minuti (fate attenzione a non far bruciare le pesche!).

Quando è trascorso circa la metà del tempo di cottura, iniziate a preparare la parte superiore del dolce. Con l’aiuto di un robot da cucina lavorate la farina, lo zucchero, il pizzico di sale, il lievito e la margarina fino ad ottenere un composto “bricioloso”. Incorporate il latte e mescolate, sempre con l’aiuto del robot, fino ad ottenere un impasto morbido, omogeneo ed appiccicoso, del tipo che può essere facilmente preso con un cucchiaio. Se vedete che è troppo asciutto, aggiungete un altro cucchiaio di latte di soia.

Tirate fuori dal forno la pirofila con le pesche e copritela con l’impasto, disponendolo a cucchiaiate. La ricetta originale dice di non livellare la superficie per ottenere l’effetto “sanpietrino”, ma io in parte l’ho fatto e il risultato è stato ugualmente ottimo. Tenete, comunque, conto che, una volta al forno l’impasto tenderà ad allargarsi. Cospargete con un paio di cucchiaiate di zucchero e rimettete in forno a 180°C per circa 15 minuti o fino a quando la copertura non sarà dorata. L’optimum sarebbe servirlo caldo o tiepido accompagnato da gelato, ma anche da freddo non perde nulla della sua bontà.


Per la prima volta nel nostro paese una class action contro una banca, in questo caso si tratta della più importante banca italiana il Gruppo Intesa, dal sito Il Fatto Quotidiano la notizia:

Massimo scoperto, class action contro Intesa
I giudici mandano la banca in tribunale

La class action è stata promossa dagli stessi correntisti degli istituti di credito contro l’applicazione “occulta” delle contestate commissioni di massimo scoperto. La decisione è stata presa dal tribunale di Torino

Adesso è ufficiale. L’associazione di categoria Altroconsumo è formalmente autorizzata a portare in tribunale l’istituto di credito Intesa Sanpaolo nell’ambito di una class action promossa dai suoi stessi correntisti contro l’applicazione “occulta” delle contestate commissioni di massimo scoperto. Lo ha stabilito in via definitiva la Corte d’Appello di Torino respingendo l’istanza della banca che mirava a bloccare sul nascere l’azione collettiva. Nella sua sentenza, precisa una nota diffusa dalla stessa associazione, il tribunale torinese ha infatti ritenuto che Altroconsumo “rappresenti adeguatamente gli interessi dei correntisti”, affermando, di conseguenza, il diritto dell’ente di procedere nelle aule di giustizia.

“E’ un risultato senza precedenti per i correntisti bancari coinvolti e per i consumatori più in generale, in un momento di grave sofferenza finanziaria del Paese e dell’intera area Euro, e di discussione sulla credibilità del settore bancario” ha dichiarato il presidente di Altroconsumo Paolo Martinello. “La trasparenza e il rispetto delle regole – ha aggiunto – sono criteri da applicare irrinunciabilmente alla propria clientela e utenza. In mancanza, i diritti dei correntisti devono poter essere tutelati attraverso il nuovo strumento della class action, che per la prima volta in Italia viene ammesso nei confronti di un importante istituto bancario, per una vicenda che coinvolge migliaia di consumatori”. Per arrivare a una sentenza di primo grado, si stima, dovrebbero trascorrere non meno di due anni.

La vittoria incassata dall’associazione si configura, dunque, come una tappa intermedia di un percorso ancora potenzialmente lunghissimo – il tribunale deve ancora fissare tempi e modi per la raccolta delle adesioni e l’avvio dell’azione legale – ma, al tempo stesso, rappresenta anche un evento di portata notevole. Pesante, infatti, il precedente stabilito dalla Corte che, con la sua decisione, potrebbe ora dare il via a una nuova ondata di cause sul fronte di un tema caldissimo. Insomma, dopo i Tango bond e i derivati degli enti pubblici, i tempi potrebbero essere ora maturi anche per una richiesta di risarcimento su quei costi extra formalmente aboliti da una norma di due anni fa, ma misteriosamente riapparsi nell’inestricabile foresta dei dettagli contrattuali a disciplina della relazione banca/cliente.

Riassumendo: la commissione di massimo scoperto non è altro che la percentuale pagata dal correntista sul deficit del proprio deposito, ovvero, la “multa” imposta sul conto quando quest’ultimo va in rosso. Un balzello, per così dire, che è stato spesso giudicato iniquo anche da voci piuttosto autorevoli del settore finanziario, a cominciare dal futuro presidente Bce Mario Draghi che, nel 2008, parlò apertamente di “istituto poco difendibile”. Talmente poco difendibile, in definitiva, da essere sostanzialmente abolito (con l’eccezione di pochi casi) nel 2009 da un decreto poi convertito in legge. Ma anche talmente conveniente (si parlò nel 2009 di introiti complessivi pari a 10 milioni di euro al mese per il sistema bancario italiano) da essere riproposto dagli istituti di credito con altri nomi e medesimi effetti. A qualche mese di distanza dall’entrata in vigore del decreto, ad esempio, Intesa Sanpaolo aveva sostituito la vecchia imposta con la rinnovata “commissione per scoperto di conto” equivalente a 2 euro per ogni 1000 (o frazione di scoperto) e per ogni giorno di “rosso” contabile fino ad un massimo di 100 euro ogni tre mesi. Un’analisi condotta nel maggio 2009 da Altroconsumo aveva fatto emergere comportamenti del tutto simili (ma a costi ancora più onerosi per il correntista) da parte di Unicredit, Monte dei Paschi, Banca Sella e Bnp.
... Continua


Le miserie di casa nostra raccontate in vignetta da Enteroclisma:


LE MILLE INVENZIONI DI MARIASTELLA

Dopo il tunnel del Gran Sasso, le lavagne multimediali e l'istruzione gratuita, altre fantastiche invenzioni volano nello spazio infinito ...


LE GRANDI OPERE DI MARIASTELLA

Mariastella l'ha sparata grossa.
Un tunnel che collega Ginevra col Gran Sasso
( circa 800 Km )
Bella impresa, per un governo che non è riuscito neanche a costruire un ponte di 3 Km.
Ma intanto la cricca progetta nuove, fantasmagoriche opere pubbliche ...


LA CRISI TRAVOLGE I KILLERS

La ferrea efficienza teutonica è ormai in declino.
Travolta dalla crisi dilagante, anche la vita dell'attentatore diventa un inferno.
Il costo degli esplosivi - ormai alle stelle - costringe all'uso di mezzi più economici ...


IL MIO REGNO PER UN CAMMELLO !!!

Silvio è in difficoltà !!
Manuela vuole vedere cammello, e Silvio si rende conto che da tre mesi sta bombardando il suo fornitore di fiducia !!


SILVIO DEL BUONCONSIGLIO

Silvio bisbiglia al telefono:
"Guarda, è meglio se non torni ..."
A chi lo starà dicendo ??
Sembra stia parlando con qualcuno, invece ...



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