domenica 29 aprile 2012

Cipro: i volontari italiani del CABS picchiati dalla Polizia

In alto: Immagine tratta dal blog http://tamango.iobloggo.com/


Non solo Dio non esiste, ma provate a trovare un idraulico la domenica.


Cipro: i volontari italiani del CABS picchiati dalla Polizia

I volontari del CABS hanno organizzato un nuovo campo antibracconaggio a Cipro ed è successo qualcosa di incredibile, sono stati aggrediti dalle forze di polizia locali e malmenati in maniera brutale, da GeaPress il resoconto della vigliacca operazione:

Piero Liberati e Andrea Coen Tanugi ripetutamente colpiti da pugni a bastoni in ferro.

di Giovanni Guadagna | 19 aprile 2012 GEAPRESS – La giornata, ieri mattina, era iniziata bene, anche se i volontari antibracconaggio del CABS avevano faticato non poco per fare intervenire la Polizia. Anzi vi era stato addirittura la sollecitazione dell’Ambasciata tedesca (in Germania vi è la sede centrale del CABS) presso le autorità locali. Infine l’Anti Poaching Squad, la squadra speciale antibracconaggio della Polizia cipriota, era arrivata.
La stessa ambasciata tedesca, già nei giorni scorsi, aveva inoltre dovuto richiedere la presenza di una scorta per i volontari. In quei luoghi, nelle precedenti edizioni del campo antibracconaggio, vi erano state aggressioni e tentativi di sequestro messi in atto dai bracconieri locali.
Ieri mattina, comunque, l’intervento antibracconaggio nei pressi di Sotira, nell’estremità sud orientale di Cipro, era andato in porto. Un bracconiere denunciato, 55 uccelli già morti, due reti per uccellagione, un richiamo elettroacustico e numerosi bastoncini cosparsi di colla per la cattura dell’avifauna. Da notare che il primo poliziotto giunto sul posto, ha fatto attendere oltre un’ora, paventando una mancanza di specifica competenza e richiedendo l’intervento di un’altra pattuglia.
L’AGGRESSIONE DELLA POLIZIA
Nell’estremità sud orientale di Cirpo, ieri mattina operava una squadra antibracconaggio del CABS interamente costituita da nostri connazionali. Si tratta di Andrea Rutigliano, Paolo Baldi, Piero Liberati (nella foto intento a liberare un uccellino sequestrato ai bracconieri) e Sergio Coen Tanugi. Nel pomeriggio Andrea Rutigliano e Paolo Baldi si erano diretti nei pressi di Protaras, lungo la costa orientale. Piero Liberati e Sergio Coen Tanugi sono invece più a sud, nei pressi di Agia Napa. Attendono di essere contattati dagli altri volontari e decidere il nuovo intervento. A Cipro, operano anche volontari del CABS statunitensi, turchi, ciprioti e tedeschi.
I due nostri connazionali sono nei pressi di un parcheggio. Parlano tra loro ed ascoltano un po’ di musica. Poi, improvvisamente, si ritrovano innanzi un energumeno che riconoscono essere un noto bracconiere della zona. L’uomo chiede insistentemente se avevano bisogno di qualcosa. Viene risposto che erano turisti in attesa di amici ed in via precauzionale decidono di allontanarsi. Nel cruscotto, la guida per il riconoscimento degli uccelli ed alcune scatolette di cibo per gatti. Piero Liberati e Sergio Coen Taunigi, si dirigono così verso un supermercato nei pressi Aga Napa. Non ci arriveranno mai dal momento in cui istanti dopo un’automobile li affianca e si mette bruscamente di traverso innanzi a loro. Un tipo fa subito cenno con il pollice verso l’alto. Poi una seconda macchina di lato ed una terza che frena bloccandoli posteriormente.
La zona è la stessa di precedenti percosse ed un tentativo di sequestro avvenuto nelle scorse edizioni del campo.
Nel breve tragitto compiuto erano state notate molte facce che avevano osservato ed indicato l’automobile con Piero Liberati e Andrea Coen Taunigi.
Cinque persone scendono dalle tre macchine e si dirigono verso Piero ed Andrea che tentano un disperata fuga andandosi a schiantare contro la prima vettura che li aveva bloccati. I cinque li strattonano tirandoli fuori dalla macchina. Uno provvede ad impossessarsi delle chiavi. Un’altro toglie il portafoglio a Piero Liberati. Poi pugni nel volto e colpi ai fianchi con un tubo di ferro. I cinque hanno anche grosse torce che vengono subito utilizzate come manganelli. I due volontari chiedono di fermarsi, tengono la mani in alto, ma non c’è niente da fare. Grida, strattonamenti, pugni e manganellate (di ferro).
Nel delirio di follia un’unica coincidenza fortunata. Sergio Coen Taunigi, prima di essere aggredito, era al cellulare con Andrea Rutigliano il quale sente quanto ora sta accadendo. Il cellulare, poi prelevato dagli aggressori, era nel frattempo caduto in terra ma la comunicazione si era mantenuta. Infine le manette.
Abbiamo creduto di morire per mano di bracconieri – dice a GeaPress Piero Liberati – ed invece quei cinque erano poliziotti“.
Sergio riesce a dire in inglese che sono volontari antibracconaggio e che la Polizia di Paralimni li conosce. Tenta di spiegarsi anche Piero il quale, per tutta risposta, riceve un nuovo pungo in faccia. Seguono altre percosse.
Non riuscivamo a fermali – continua nel suo racconto Piero Liberati – eravamo doloranti. Vivevamo un incubo, abbiamo continuato a pensare che poteva veramente succederci di tutto“.
Poi l’arrivo di altre automobili della Polizia, questa volta con lampeggianti e sirene. I poliziotti parlano tra loro. Scappa una battuta decisamente fuoriluogo. La prossima volta, dice uno di loro, scrivete cosa siete nella macchina. Un’altro, andando via, dice però di stare attenti a ricordare quanto accaduto. Un terzo poliziotto, invece, riferisce dell’assicurazione per pagare i danni. Si giustificano dicendo che erano stati chiamati da una persona che aveva visto dei ladri.
Proprio nella stessa zona, in una delle precedenti edizioni del campo del CABS, un poliziotto tolse ai volontari il computer con il quale stavano scrivendo una denuncia. Il poliziotto venne poi rimosso.
Siamo ancora molto scossi ed abbiamo veramente creduto di poter perdere la vita – riferisce Piero Liberati a GeaPress – Li credevamo bracconieri ed invece è andata come decisamente non potevamo aspettarci. Non so cosa dire, se non che – conclude Liberati – in pochi giorni abbiamo rimosso 2000 bastoncini con il vischio, cinque richiami elettromagnetici, quattro reti oltre ad avere liberato tantissimi uccellini. Noi qui continuiamo” conclude Piero Liberati.
... Continua

Per avere un'idea su chi veramente controlla tutto il pianeta è illuminante guardare questo video di MagikShot e farlo girare...



Da Luogocomune il collasso economico globale spiegato in video:

Il collasso economico globale, spiegato




 

Questo è il testo dell'animazione:

Sappiamo com'è lo zio Sam. Ha un sacco di debiti a cui far fronte.

Quasi 3.000 miliardi di dollari ogni anno, mentre le entrate sono di 2.200 miliardi l'anno.

Allora fa la cosa che fanno la maggior parte degli Americani: prende in prestito denaro.
Quando lo zio Sam contrae un prestito lo chiama Bond.

I bond possono essere detenuti da banche, investitori e governi esteri.

Lo zio Sam deve promettere di pagare interessi su questi bond, proprio come fate voi quando stipulate un prestito.

Avete mai pensato di pagare il vostro mutuo con la carta di credito?
Anche lo zio Sam fa la stessa cosa. Contrae nuovi prestiti, emette nuovi bond, in modo da pagare quelli vecchi.
Tutti questi prestiti, e tutti questi interessi, si accumulano.
Lo zio Sam, ad ora, è in debito di 14.000 miliardi di dollari;
per avere una prospettiva della cifra, il debito è uguale al PIL nazionale, il valore totale dei beni e servizi prodotti in un inter anno dall'economia Americana.

E' una quantità così grande di denaro, che lo zio Sam sta finendo i soggetti da cui prendere in prestito e si trova nei guai per gli interessi sui suoi prestiti.
La soluzione ovvia sarebbe o tagliare la spesa, oppure aumentare le tasse.
Ma se si taglia la spesa, le persone che ne beneficiano si lamenteranno che non avranno denaro da spendere.
Se si provasse ad aumentare le tasse per compensare questo divario, non solo le persone avrebbero meno denaro da spendere ma darebbero luogo a tumulti e rivolte.

Così lo zio Sam sceglie la via più semplice per ottenere denaro. Crearlo dal nulla.
Chiama in causa la Federal Reserve, che è la nostra banca centrale, e...magia!
I dollari vengono creati e depositati nelle banche di tutta l'America.
Il problema è che se di qualcosa ce n'è di più, varrà di meno.
Stesso discorso per il dollaro Statunitense.
Più dollari ci saranno, meno cose compreranno.
Ecco perché merci come carburante, cibo e oro diventano più costose quando lo zio Sam crea magicamente il denaro.
Non sono le merci che valgono di più, è il denaro che vale di meno.
Questa si chiama inflazione.

Ricordate i governi esteri che hanno prestato denaro allo zio Sam?
Quando hanno prestato denaro allo zio Sam, è successo qualcosa di interessante.
Ha reso gli Americani più ricchi ed i loro paesi più poveri.
Quando un paese appare povero in confronto all'America, un dollaro del nostro denaro compra un sacco del loro denaro.
Così possono pagare i loro lavoratori solo qualche penny al giorno.
Con costi di lavoro così bassi, possono vendere i loro prodotti in America
a prezzi inferiori di qualunque altra industria manifatturiera Americana.
Il modo più facile di competere per le aziende Americane, è spostare le proprie attività oltreoceano e pagare anch'esse i lavoratori qualche penny al giorno.

Ciò contribuisce ad una recessione.
Gli Americani perdono il proprio lavoro, smettono di pagare le tasse ed iniziano a raccogliere i sussidi del governo: come sanità ed il sussidio di disoccupazione.
Questo vuol dire che lo zio Sam avrà ancor meno entrate ed ancor più spese.
Nel frattempo, le persone che hanno ancora un lavoro sono disperate nel mantenerlo, così tendono a lavorare di più ma non a ricevere più denaro.

Quando il dollaro vale meno e non se ne guadagnano di più, siamo in stagflazione.
Ed è per questo che lo zio Sam si trova nel Comma 22:
Non può aumentare le tasse o tagliare la spesa senza far peggiorare la recessione.
E non può far creare più denaro alla Federal Reserve senza far peggiorare l'inflazione.
Per il momento può prendere in prestito, ma dato che non riesce nemmeno a pagare gli interessi sul debito che già ha, ciò renderà la sua inevitabile bancarotta molto peggiore.

... Continua 

La crisi economica si fa sempre più pesante, migliaia di persone sono sull'orlo del suicidio, dal blog di Beppe Grillo la situazione nello stabilimento dell'Alfa Romeo di Arese:

L'Italia è un capannone vuoto

L'ex Alfa Romeo
(7:02)
Grillo_Alfa_Arese.jpg 
Ieri sono stato ad Arese, all'Alfa Romeo, o meglio, a quello che ne resta. Piovigginava. Un freddo autunnale. C'erano impiegati e operai "sgombrati" dall'azienda che mi aspettavano, oggi si dice così per le ex maestranze licenziate: "sgombrati", come se fossero inquilini abusivi o morosi sbattuti fuori di casa. Di fronte ai cancelli, per impedirne il rientro, agenti di polizia armati di tutto punto erano schierati in una linea compatta. Si vedeva dalle loro facce che non ne avevano alcuna voglia. Guardavano le persone che facevano capannello intorno a me e che potevano essere i loro padri e loro madri e abbassavano gli occhi. Vedevano gente veramente disperata, senza stipendio né altro reddito da mesi con una famiglia da mantenere. Mi sono ricordato di una frase celebre di Henry Ford, il più grande costruttore di auto mai esistito: "Quando vedo un'Alfa Romeo mi tolgo il cappello". e ho pensato a Prodi che la regalò nel 1986 ai becchini della Fiat.
Sono entrato in macchina nella gigantesca fabbrica vuota che si estende per due milioni di metri quadri. Ho provato un senso di smarrimento e di angoscia di fronte a questo vuoto immenso.


Mi è stato detto che l'area sarà destinata alla creazione di centri commerciali e alla costruzione di nuove unità immobiliari. Con il camper mi sono diretto poi verso Palazzolo e ho letto delle 146.000 imprese che hanno chiuso nel primo trimestre del 2012. Vuol dire che 600.000 imprese, quasi tutte piccole e medie, chiuderanno nel 2012. Ma esistono 600.000 imprese in tutta Italia? Sono numeri che sorpassano qualunque previsione negativa. E' vero che nel 2012 sono state aperte nuove imprese e che il saldo negativo è di 26.000, ma un'impresa che chiude ha un indotto, dei dipendenti, un fatturato. Un'impresa che apre è una scommessa, un investimento, il cui utile è incerto. Il 50% delle nuove imprese infatti non supera i 5 anni di vita. Le nuove PMI muoiono quasi sempre in culla. Il 58% dei nuovi posti di lavoro è creato dalle piccole imprese con meno di 10 dipendenti.

Ormai è convinzione generale che con l'insediamento  del governo Monti nel nostro paese c'è stato un colpo di stato senza l'utilizzo delle forze armate e dei carri armati, da Libre la denuncia di Barnard ai carabinieri:

Barnard dai carabinieri: ho denunciato Monti e Napolitano

Attentato contro l’integrità e l’indipendenza dello Stato, associazione sovversiva e cospirazione politica. E poi: usurpazione di potere, attentato contro la Costituzione e contro i diritti politici del cittadino. Nomi e cognomi dei denunciati: nientemeno che il premier Mario Monti e il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Oggi, alle ore 18,50 – scrive Paolo Barnard l’8 aprile – presso la caserma dei Carabinieri di via Paolo Poggi 70 a San Lazzaro di Savena, ho denunciato il Golpe Finanziario e i suoi golpisti italiani». Primo ministro e Capo dello Stato, accusati personalmente di infedeltà alle istituzioni: un atto fortemente simbolico, attraverso il quale il giornalista e saggista formalizza la sua denuncia contro il “sequestro” della sovranità nazionale per via monetaria, esplicitato lo scorso febbraio al summit di Rimini insieme ai professori americani della Modern Money Theory.
L’autore del dirompente saggio “Il più grande crimine”, che denuncia il “golpe” finanziario dell’élite mondiale culminato con l’imposizione di una Paolo Barnard “moneta straniera” come l’euro, in un’Europa dominata da istituzioni non-democratiche praticamente all’insaputa dei popoli europei, si rivolge direttamente alla magistratura italiana per tentare di contrastare quello che giudica un “colpo di Stato” ai danni della democrazia italiana, ultimo atto di un processo partito da molto lontano: la vendetta storica delle vecchie élite pre-democratiche, spodestate e private degli antichi privilegi nel dopoguerra, e ora decise – attraverso la potentissima leva della finanza – a sottomettere liberi cittadini al ricatto della nuova povertà, imposta con crisi artificiali create a tavolino, come quelle dei debiti sovrani. «Da oltre dieci anni – scrive Barnard – io denuncio il Vero Potere e i suoi crimini. Da due anni scrivo e dimostro che siamo ora vittime di un vero Golpe Finanziario criminale e che alcuni politici italiani ne sono corresponsabili. Partii accusando di golpismo i governi tecnici degli anni ’90, poi Prodi e D’Alema, e infine Napolitano e Monti oggi».
A partire dal Trattato di Maastricht, scrive Barnard nella denuncia consegnata ai carabinieri,  al nostro Paese, inteso come popolo sovrano, è stato imposto di consegnare le sue primarie sovranità nelle mani di organismi esterni alla Repubblica Italiana e non eletti dagli italiani: questo ha comportato danni immensi alla democrazia e ai nostri diritti. Con l’ingresso dell’Italia nell’Eurozona e la perdita della sovranità monetaria, l’inizio della fine: la trappola della Bce che detiene l’euro, il rovinoso Trattato di Lisbona del 2007, il Fiscal Compact del marzo 2012. Il nostro destino non è più nelle nostre mani: decidono per noi la banca centrale di Francoforte, la Commissione Europea, il Fondo Monetario Internazionale, i mercati di capitali privati. «Tali organismi esterni sono di comprovata struttura e composizione prettamente oligarchica e privi di alcun fondamento democratico, sono controllati da speculatori finanziari privati per cui conto agiscono nel senso della spoliazione del bene comune dei popoli europei. Tutto ciò è avvenuto senza che i popoli europei, né quello italiano di cui qui mi occupo, vi abbiano mai manifestato il loro espresso e formale consenso».
In particolare, a partire dagli eventi del 12-16 novembre 2011 con la deposizione del governo Berlusconi, per culminare con la firma del “Patto di Stabilità” del 2 marzo 2012, il presidente della Repubblica, il governo Monti e i membri del Parlamento «hanno permesso ed attuato, allo scopo manifesto di facilitare i programmi oligarchici delle élite finanziarie di cui sopra, un ulteriore chiaro sovvertimento dell’ordine democratico e repubblicano», continua Barnard, che indica la data-chiave del 12 novembre 2011, quella della caduta del «governo legittimamente eletto dagli italiani». Una “destituzione”, che secondo il giornalista – già collaboratore di Santoro e inviato di punta di “Report” – è avvenuta «in modo del tutto anomalo e totalmente al di fuori dai principi e dalle norme previste nel nostro ordinamento, nonché in aperta violazione della Costituzione italiana». Secondo Barnard, il governo Berlusconi è stato Giorgio Napolitano con Mario Draghi«illegittimamente sostituito con un ‘soggetto’ che rappresenta, già solo nella persona del Presidente del Consiglio Mario Monti, una chiara espressione della già citata oligarchia».
Non è un caso, aggiunge il giornalista, che dall’entrata nell’Eurozona l’Italia sia stata privata della propria sovranità in materia di politica monetaria, fiscale e sociale: «Si ricorda, fra i tanti esempi, che il governatore attuale della Bce, Mario Draghi, è espressione di un inammissibile conflitto d’interessi essendo contemporaneamente membro del “Group of 30”, espressione delle oligarchie bancarie speculative internazionali che proprio la Bce dovrebbe controllare e regolamentare». L’intera struttura monetaria dell’Eurozona, creata dalle oligarchie speculative europee lungo un periodo di almeno 75 anni, secondo Barnard «ha consegnato l’Italia nelle mani del ricatto devastante dei Mercati dei Capitali finanziari, che oggi sono l’unica fonte di approvvigionamento di moneta (Euro) per lo Stato italiano al posto della sua legittima sovranità di emettere moneta (Lira)».
La “trappola” dall’Eurozona «comporta la totale resa dello Stato ai voleri di codesti Mercati, che possono ricattare lo Stato con la privazione arbitraria dei finanziamenti essenziali alla Funzione Pubblica italiana attraverso l’arma dell’innalzamento oltre ogni sostenibilità dei tassi d’interesse sui Titoli emessi dal nostro Tesoro, e con l’innalzamento oltre ogni sostenibilità dello Spread». Tutte azioni, aggiunge Barnard, che hanno il potere di sospingere l’Italia a un “default disordinato” dalle catastrofiche conseguenze sociali ed economiche. «Risulta evidente come questo rappresenti in sé un’arma di minaccia e di controllo nelle mani dei Mercati dei Capitali finanziari non eletti dagli italiani impossibile da contrastare, quindi in grado di paralizzare ogni esercizio della sovranità parlamentare e governativa italiana, per cui ne deriva il totale azzeramento delle sovrane facoltà di Governo e di libero esercizio della funzione legislativa del Parlamento italiano».
Per Barnard, si delinea quindi un autentico golpe finanziario ai danni dell’Italia, «scientemente appoggiato da un’intera classe politica italiana, fra cui Mario Monti in primis». Se le vittime sono i paesi dell’Unione Europea e in particolare dell’Eurozona, sono numerosi gli «esecutori del piano anti democratico di spoliazione delle sovranità monetarie e costituzionali», e fra questi Monti e Draghi: entrambi – segnala Barnard nella sua denuncia ai carabinieri – «sono o sono stati membri di gruppi di potere oligarchico di comprovata tendenza anti democratica Neoliberista, Neoclassica e Neomercantile come la Trilateral Commission, il gruppo Bilderberg, l’Aspen Institute, il “Group of 30”». Il “golpe finanziario”, inoltre, procede «con prepotente e sfacciata violazione della Carta Costituzionale» grazie al pieno appoggio di potentissime lobby come “Business Europe”, la “European Il Capo dello Stato col premier Mario MontiRoundtable of Industrialists”, il “Liberalization of Trade in Services” e il “Transatlantic Business Dialogue”. Tutte sigle che la maggior parte degli italiani non ha mai sentito neppure nominare.
Paolo Barnard punta il dito contro il Quirinale: Napolitano «ha di fatto acconsentito che per mezzo del sopraccitato e criminoso ricatto monetario» un governo legittimamente eletto dagli italiani fosse deposto, e che «il Parlamento italiano fosse messo nelle condizioni di abdicare in toto alla propria sovranità e di acconsentire sotto minaccia da parte dei Mercati dei Capitali all’insediamento a Palazzo Chigi di un Presidente del Consiglio illegittimo ed espressione del volere oligarchico dei Mercati, portatore quindi in Italia di politiche economiche distruttive e criminose». Così facendo, secondo la denuncia, il presidente della Repubblica «abdicava totalmente alle sue funzioni di estremo difensore dell’ordine costituzionale e democratico italiano», configurando in tal modo le gravissime ipotesi di reato che Barnard ora segnala.
«Il costrutto criminoso di cui si parla – aggiunge il giornalista, a titolo di aggravante – è interamente volto al profitto di oligarchie private, il cui preciso interesse è di distruggere le conquiste democratiche, nel senso dei poteri sovrani di popoli e Stati, scaturite da oltre due secoli di progresso umanistico e sociale in Europa». Oligarchie ben identificabili nei poteri “neomercantili” industriali in particolare di Francia e Germania, così come nell’industria della speculazione finanziaria degli “hedge funds” e dei “vulture funds” europei e statunitensi. Complici, naturalmente, le maggiori banche d’investimento internazionali, le agenzie di rating, le multinazionali dei servizi europee e statunitensi, nonché i cosiddetti “investitori”, che poi sono i nuovi “rentiers” che, manovrando denaro virtuale, speculano sulla privatizzazione dei servizi essenziali per i cittadini. Se siamo nei guai, loro ridono e incassano: anche grazie a chi ha spianato loro la strada delle istituzioni, privando lo Stato delle sue capacità di difesa.
... Continua

 Gli squali della finanza non vogliono perdere i loro profitti, e spostano il peso principale del debito sui pensionati e sui poveri, da Disinformazione:

Dieci miti sul capitalismo

Il capitalismo nella sua versione neoliberale ha sfiancato se stesso. Gli squali della finanza non vogliono perdere i loro profitti, e spostano il peso principale del debito sui pensionati e sui poveri. Un fantasma della “Primavera Europea” sta tormentando il Vecchio Mondo e gli oppositori del capitalismo spiegano alla gente come le loro vite siano state distrutte. Questo è l’argomento dell’articolo di un economista portoghese, Guilherme Alves Coelho.
Esiste una nota espressione, cioè che ogni nazione ha il governo che si merita. Questo non è del tutto vero. Le persone possono essere ingannate da una propaganda aggressiva che influenza attraverso schemi, e sono dunque facilmente manipolate. Menzogne e manipolazioni sono l’arma contemporanea della distruzione di massa e dell’oppressione delle persone. Sono efficaci quanto i tradizionali mezzi di guerra. In molti casi si integrano a vicenda. Entrambi i metodi vengono utilizzati per ottenere la vittoria alle elezioni e distruggere i paesi ribelli.
Ci sono molte modalità per manovrare l’opinione pubblica, nella quale l’ideologia del capitalismo è stata fondata e mitizzata. È una combinazione di false verità che sono state ripetute milioni di volte, nel corso delle generazioni, e quindi diventate indiscutibili per molti. Sono state programmate per rappresentare il capitalismo come credibile e per mobilitare il sostegno e la fiducia delle masse. Questi miti sono distribuiti e promossi mediante strumenti multimediali, istituzioni educative, tradizioni familiari, appartenenze a credi religiosi, ecc. Ecco di seguito i più comuni di questi miti. 
Mito 1. Con il capitalismo, chiunque lavori duramente può diventare ricco
Il sistema capitalistico procura ricchezza in maniera automatica agli individui che lavorano duramente. I lavoratori inconsciamente hanno creato una speranza illusoria, ma se non si realizza, potranno biasimare soltanto loro stessi. Infatti, con il capitalismo, la probabilità di successo, indipendentemente da quanto si può aver lavorato, è la stessa in una lotteria. La ricchezza, con rare eccezioni, non si crea con il duro lavoro, ma è il risultato di frode e mancanza di rimorso per coloro i quali hanno maggior influenza e potere. È un mito che il successo sia il risultato di duro lavoro, e combinato con la fortuna e una buona dose di fiducia, dipenda dalle abilità di impegnarsi in attività imprenditoriali e dal livello di competitività. Questo mito crea i seguaci del sistema che lo supportano. Anche la religione, specialmente quella Protestante, lavora a supporto di questo mito.
Mito 2. Il capitalismo genera ricchezza e prosperità per tutti
La ricchezza, accumulata nella mani di una minoranza, prima o poi sarà redistribuita tra tutti. L’obiettivo è permettere al datore di lavoro di accumulare ricchezza senza fare domande. Allo stesso tempo la speranza è sostenuta dal fatto che prima o poi i lavoratori verranno premiati per il loro lavoro e la loro dedizione. Infatti, anche Marx concluse che lo scopo definitivo del capitalismo non è la redistribuzione della ricchezza ma la sua accumulazione e concentrazione. Il divario crescente tra i ricchi e i poveri nell’ultima decade, specialmente dopo la creazione del sistema del neo-liberalismo, ha provato l’opposto. Il mito è stato uno dei più comuni durante la fase del “social welfare” nel periodo post-bellico, e il suo principale scopo era la distruzione dei paesi socialisti.
Mito 3. Siamo tutti sulla stessa barca
La società capitalista non ha classi, quindi la responsabilità dei fallimenti e delle crisi ricade su tutti e ognuno deve pagare. L’obiettivo è creare un senso di colpa tra i lavoratori, permettendo ai capitalisti di aumentare i ricavi cedendo invece le spese alle persone. Infatti, la responsabilità ricade interamente sulle élite formate da miliardari che supportano il governo e sono a loro volta da esso supportati, e che hanno sempre goduto di grandi privilegi nella tassazione, negli appalti, nelle speculazioni finanziarie, nelle off-shore, nel nepotismo, ecc. Il mito è impiantato dalle élite per eludere la responsabilità per la condizione del popolo, e per obbligare quest’ultimo a pagare gli errori delle élite.
Mito 4. Capitalismo significa libertà
La vera libertà la si può raggiungere soltanto attraverso il capitalismo con l’aiuto del cosiddetto “mercato dell’auto-regolazione”. L’obiettivo è quello di creare qualcosa simile alla religione del capitalismo, dove ogni cosa viene presa com’è, e di negare alla gente il diritto di partecipare nelle decisioni macroeconomiche. Certo, la libertà nel prendere le decisioni è la massima libertà, di cui però gode soltanto una ristretta cerchia di individui potenti, non le persone comuni, e nemmeno le agenzie governative. Nel corso di summit e forum, nei ristretti gruppi, a porte chiuse, i capi di grandi compagnie, banche e corporation multinazionali, prendono le decisioni finanziarie ed economiche più importanti di natura strategica. I mercati, pertanto, non si regolano autonomamente, vengono manipolati. Questo mito è stato utilizzato per giustificare l’interferenza negli affari interni di paesi non-capitalisti, basata sull’assunto che non hanno libertà, ma hanno regole.
Mito 5. Capitalismo significa democrazia
La democrazia può esistere soltanto con il capitalismo. Questo mito, che senza problemi segue il precedente, è stato creato per impedire la discussione su altri modelli di ordine sociale. Si sostiene che siano tutte dittature. Il capitalismo è affiancato da concetti come libertà e democrazia, mentre il loro significato viene distorto. Infatti la società è divisa in classi e i ricchi, che sono l’ultra-minoranza, dominano su tutti gli altri. La “democrazia” capitalista non è nient’altro che una dittatura mascherata, e le “riforme democratiche” sono processi opposti al progresso. Come il mito precedente, anche questo serve come scusa per criticare e attaccare i paesi non-capitalisti.

Una grande rivelazione di Lia Celi su Gesù Cristo:

Padre, Fiom e spirito santo: macché risorto, Gesù fu reintegrato

Una storica vittoria del sindacato trasformata in festa religiosa: una sorprendente interpretazione della Pasqua emerge da un papiro del Mar Morto appena  decrittato. Si tratta di un ricorso al giudice del Lavoro di Gerusalemme presentato dalla Cgil locale quasi 2000 anni fa, a nome di «Gesù di Nazaret fu Giuseppe», licenziato in tronco un giovedì e reintegrato la domenica successiva. A quanto pare le vicende della Passione sono la trasfigurazione dei contrasti tra Iddio, anziano costruttore di mondi proprietario di una multinazionale con sede in un Paradiso fiscale, e uno dei suoi agenti di commercio, un 33enne nato a Betlemme. Questo Gesù viaggiava per la Galilea vendendo appartamenti nel «Regno dei Cieli», un lussuoso residence di prossima costruzione; carismatico e persuasivo (pur essendo di umili natali, riusciva a spacciarsi per il figlio del padrone) era un ottimo elemento, senonché, invece di puntare su potenziali clienti facoltosi, proponeva il «Regno dei Cieli» a tipi poco raccomandabili come mendicanti, ladri e prostitute, che non solo erano cattivi pagatori, ma facevano letteralmente fuggire gli acquirenti perbene.
Sulla scrivania del datore di lavoro si accumulavano reclami; si diceva che Gesù ormai passasse tutto il tempo a bighellonare nelle piazze e avesse arruolato una dozzina di pescatori perché sbrigassero il lavoro al posto suo in cambio di qualche soldo. Fu proprio uno di loro, Giuda, stanco di essere pagato poco e per di più in nero, a fornire a Iddio gli elementi per disporre il licenziamento disciplinare del Nazareno: una sera gli rivelò che dopo aver gozzovigliato all’Ultima Cena, notoristorante della movida gerosolimitana, l’agente fannullone se la stava spassando con gli amici nel giardino del Getsemani. Ma dopo la cacciata, Gesù non si perse d’animo e si rivolse immediatamente al giudice denunciando Iddio per comportamento antisindacale. «In realtà l’azienda voleva punire le idee politiche del lavoratore, notoriamente iscritto a un sindacato di sinistra», afferma il papiro, «e diffusore di teorie considerate sovversive: gli ultimi saranno i primi, beati i poveri,  guardate i gigli del campo, non lavorano e non filano eppure sono vestiti meglio dei re». Dopo un rapido ma tormentoso iter giudiziario, che il documento non esita a definire una «via Crucis», il giudice emise un verdetto-lampo a favore di Gesù, reintegrato alla destra di Iddio con tante scuse a sole 72 ore dal licenziamento. Appresa la notizia, la leader della Cgil italiana Susanna Camusso è stata colta da una crisi mistica e ha organizzato un pellegrinaggio-lampo in Terrasanta, dove pregherà per la resurrezione dell’articolo 18.

 Si apre a Rimini come ogni anno da oltre vent'anni il meeting di Comunione e Liberazione, da Alessandro Robecchi un commento:

Si può vivere così?

C’è grande attesa per l’annuale Meeting di Rimini, il festival catholic-chic più grande del mondo. Titolo di quest’anno, come consueto, una frase di don Giussani: “La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito”, preferita a una frase di Roberto Formigoni: “La natura dell’uomo è buttare le ricevute”. Come si sa, si tratta di una settimana di intensi incontri e preziose riflessioni tra lo spirituale (il finanziamento delle scuole cattoliche) e l’umano (la frequentazione di ristoranti a tre stelle). Dense e commoventi come al solito le letture dedicate al fondatore del movimento, Don Luigi Giussani, sempre attualizzate e interpretate alla luce degli avvenimenti del mondo. Illuminanti alcuni titoli. “Si può vivere così?” (Rizzoli, 1994), che tratta della faticosa esistenza condotta dal presidente della Regione Lombardia sullo yacht del faccendiere Piero Daccò. Oppure, altro testo degno di nota “Si può (veramente) vivere così?” (Rizzoli 1996), riflessione pacata e sofferta sulla ricerca del sacro nei più lussuosi resort delle Antille. Al ciellino Daccò, facilitatore di pratiche di aziende sanitarie presso la Regione Lombardia, è dedicata anche l’analisi del volume “Il miracolo dell’ospitalità” (Piemme, 2003), lettura interessante alla luce di certi capodanni caraibici e di certe vacanze di gruppo di cui sono andati smarriti i giustificativi. Interessante il seminario su un altro testo di Don Giussani: “Vivendo nella carne” (Rizzoli, 1998), seguito dal convegno “Però anche l’aragosta non è male”. Grande spazio sarà dedicato ai mass-media, specie a quelli che si ostinano a chiedere chi paga le vacanze del governatore della Lombardia, con festosi roghi e denunce dell’esistenza di un “regime”, come scrive il settimanale Tempi. Il seminario di riflessione “Non mi dimetto” sarà curato da Memores Domini, detti anche Smemores quando non ricordano cos’hanno fatto il capodanno precedente.

... Continua

Da Happysummer un simpatico test:

Test

Potrebbe capitare che tu fossi costretto a andare in un'isola deserta, per un esilio o un confino... Lo so, al momento è un'eventualità piuttosto remota, ma meglio essere previdenti e pensarci in tempo...
Dunque, se tu dovessi partire per questa isola e ti fosse consentito di portare con te un animale, quale sceglieresti?
1 -  2 -    3 -          88x74      
4 - 5 -     6 -

Se hai scelto:
1 - Cane
La solitudine per te è il peggiore dei castighi, anche se puoi mordere, essenzialmete hai un temperamento coccoloso e  consideri la compagnia degli altri essenziale per vivere bene .
2 - Gatto
Non ti dispiace la compagnia e sai essere affettuoso, però hai dei periodi un po' così, durante i quali gli altri ti infastidiscono. Sai stare benissimo da solo.
3 - Canarino
Indole solitaria. ti senti un po' imprigionato in questa società da cui a volte senti l'esigenza di volare via. Pensi che in fondo la solitudine sia anche sinonimo di libertà.
4 - Cavallo
Temperamento ribelle, ami i grandi spazi e correre per i tuoi obiettivi. Stai bene da solo, ma preferisci la compagnia.
5 - Pecora
Personalità concreta ed essenziale, badi al solido e al liquido, nelle emergenze sapete come coprirvi le spalle. La compagnia per voi è comunque un elemento imprescindibile della vita.

La consueta ricetta vegan dal sito di VeganRioT

Ravioli ai broccoletti in salsa all aglio

autore: Paolo

40 minuti
2 persone
  • 200 g di semola di grano duro
  • 150 g di broccoletti freschi
  • 50 g di formaggio vegetale
  • Aglio
  • Prezzemolo fresco
  • Peperoncino
  • Pepe nero
  • Latte di riso
  • Farina di riso
  • Pangrattato
  • Margarina vegetale
  • Olio extravergine di oliva
  • Sale marino
Impastate vigorosamente per una decina di minuti la farina con 100 ml di acqua, un pizzico di sale ed un filo d’olio extravergine che lascerete riposare coperto in frigorifero.
Nel frattempo, preparate il ripieno. Pulite i broccoletti e privateli della parte centrale fibrosa. Cuoceteli in poca acqua salata, mescolandoli spesso, fino a quando non saranno teneri. Scolateli e ripassateli in padella, per qualche minuto, con olio extravergine e peperoncino piccante in polvere. Trasferite i broccoletti nel mixer assieme al formaggio vegetale. Si può sopperire alla mancanza di questo ingrediente con uguale quantità di tofu al naturale. Aggiungete un cucchiaio di pangrattato, che servirà ad asciugare in composto, e mescolate fino ad ottenere una farcia omogenea e malleabile. Riprendete la pasta e, con la macchina a rulli, stendetela più e più volte su sé stessa, fino ad avere uno spessore medio, livello 4, grossomodo. Formate i ravioli usando un cucchiaino abbondante di farcia e sigillateli con l’apposito stampo. Se avete tempo a sufficienza, lasciateli seccare leggermente all’aria.
In un piccolo tegame lasciate bollire, per 3-4 minuti, uno spicchio d’aglio vestito in una modesta soluzione di metà acqua e latte di riso. Scolate e ripetete l’operazione per un paio di volte ancora.
Prendete lo spicchio d’aglio scolato, eliminate la pelle e l’anima centrale, quindi frullatelo assieme ad un bicchiere di latte di riso. Mettete il composto così ottenuto in un tegame ed aggiungete un cucchiaino di margarina vegetale e mezza tazza d’acqua. Salate e portate a bollore. Versate a pioggia poca farina di riso per volta, grossomodo un paio di cucchiai. Lasciate cuocere qualche minuto. Spolverizzate con pepe nero ed il prezzemolo fresco tagliato finemente. Cuocete i ravioli in abbondante acqua salata in una pentola capiente. Scaldate dell’olio extravergine in una padella larga. Trasferite i ravioli cotti e scolati nella padella ed unite la crema di riso all’aglio. Ripassate a fuoco medio per qualche minuto, bagnando se serve con un mestolino di acqua di cottura della pasta.

La situazione del nostro paese raccontata da Enteroclisma:

L'ESSERE BIOLOGICO E L'ESSERE PENSANTE

Licenziato l'autista per eccesso di onestà, 
Trota ne assume un altro.


IL SUCCHIATUTTO

Lo sporco gioco del governo - concordato 
con i partiti - va avanti.
Un'ampia parte del paese è ormai alla fame 
... e non siamo che all'inizio.
Una tassa al giorno, senza niente in cambio, se non per i padroni ed i ladri di stato, unici beneficiari dei nostri sacrifici sanguinosi.
E poi nonno Giorgio condanna l'antipolitica ... 
come dire: dovete essere cornuti e contenti


LE GRANDI PROMESSE DA NON MANTENERE

Angiolino annuncia al mondo 
la più grande novità della politica italiana.
A distanza di molto tempo, 
qualcuno ne ha più sentito parlare ?






 

Pillola del giorno: Ascanio Celestini Cazzi vostri

 

Nessun commento: