domenica 1 aprile 2012

Natale con i tuoi... Pasqua con Veganriot e IlCambiamento

In alto: Immagine tratta dal blog http://favoleerealta.iobloggo.com/


Gli uomini sono delle creature con due gambe e otto mani.
Jayne Mansfield.




Natale con i tuoi... Pasqua con Veganriot e IlCambiamento

Se gli umani smettessero di mangiare carne, pesce e derivati degli animali, vivrebbero molto meglio, risparierebbero tanto denaro e sarebbero meno aggressivi, una buona occasione per capire che ci si può alimentare in maniera naturale ed intelligente è partecipare all'evento organizzato da Il Cambiamento e VeganRioT:


Da sabato 7 a lunedì 9 aprile, sul Lago Trasimeno, Veganriot Italy e Il Cambiamento organizzano la Pasqua 2012

Da sabato 7 a lunedì 9 aprile, Veganriot Italy e Il Cambiamento organizzano la Pasqua 2012. Vieni a trovarci in Umbria, sul lago Trasimeno, nel centro di educazione ambientale Panta Rei. Tre giorni insieme in mezzo alla natura per imparare a cucinare vegan e pensare sostenibile. Un'occasione per condividere idee e parole in un posto lontano dalla città all'interno di un centro a basso impatto ambientale.

Quale periodo migliore, se non quello pasquale, per trascorre qualche giorno lontano da casa e:
- passare tre giorni a Panta Rei in mezzo alla natura, con vista splendida sul lago Trasimeno
- assaporare e condividere cibo vegan & biologico
- frequentare un corso di cucina vegan e partecipare ad un incontro sulle tematiche della sostenibilità con uno dei pionieri italiani del vivere ecologico ed etico
- fare una visita guidata alle strutture di uno dei più importanti centri per l’educazione ambientale: Panta Rei.

Noi ci mettiamo questo, voi portate la simpatia, il parente scettico e la voglia di stare insieme.

Guarda il servizio del Tg1 su Veganriot



PROGRAMMA
Sabato 7 aprile 2012

15.00 Arrivo e sistemazione
15.30 Dolci vegan di benvenuto
16.00 Visita guidata del Centro Panta Rei - case in autocostruzioni, bioarchitettura e uso della terra cruda a cura del Centro Panta Rei
20.30 Cena

Domenica 8 aprile 2012
08.30 Colazione
09.00 Corso di cucina vegan 1 gruppo* - a cura di Vegan Riot
Energia, ambiente e alimentazione 2 gruppo - P. Ermani
13.00 Pranzo
15.00 Corso di cucina vegan 2 gruppo* - a cura di Vegan Riot
Energia, ambiente e alimentazione 1 gruppo - P. Ermani
20.00 Cena

Lunedì 9 aprile 2012
08.30 Colazione
09.00 Passeggiata di pasquetta al lago Trasimeno o nelle colline umbre a scelta dei partecipanti
13.00 Pranzo
15.00 Partenza

* per rendere più agevole la partecipazione al corso di cucina i partecipanti verranno divisi in due gruppi

COSTO
Il contributo per la partecipazione al corso è di 190€ e comprende: organizzazione, visita guidata, corso di cucina, lezioni, vitto e alloggio. La cucina è vegan e biologica.
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Sempre da Il Cambiamento il reportage sui centri sociali vegan in Inghilterra:

Uk, centri sociali anarchico-vegani. Karola Formella ci racconta il Cowley Club

Negli ultimi anni in Inghilterra si è assistito alla nascita e alla diffusione di centri sociali e culturali fondati sul rispetto per ogni forma di vita e promotori di un regime alimentare vegano. Per saperne di più sull'organizzazione e la filosofia di queste realtà abbiamo intervistato Karola Formella, attivista del Cowley Club, uno dei primi centri sociali anarchico-vegani del Regno Unito, con sede a Brighton.

di Andrea Romeo - 27 Marzo 2012

cowley club
Il Cowley club è uno dei primi centri sociali anarchico-vegani del Regno Unito con sede a Brighton

L'Inghilterra è tra i primi paesi in Europa ad aver attuato riforme importanti riguardo alla 'questione animale' negli ultimi anni.

A partire dalle politiche di informazione ai cittadini attraverso i simboli 'cruelty free' e 'vegan friendly' nelle etichette dei prodotti di largo consumo (persino nelle bottiglie d'acqua si trova il simbolo che indica che il prodotto è 'vegan'), fino alla diffusione di sempre più prodotti 'alternativi' alla carne e derivati ormai onnipresenti nei supermercati piccoli e grandi, il Regno Unito mostra di essere un paese civile in grado di effettuare grandi cambiamenti in tempi relativamente ristretti. Complice anche una certa apertura mentale da parte dei cittadini, forse grazie alla loro recente storia che li vede protagonisti nelle grandi questioni che riguardano il pianeta e quindi aperti anche al nuovo e al diverso, reattivi.

Attraverso le numerose campagne portate avanti dai gruppi animalisti che vantano una certa tradizione, si assiste in Inghilterra alla nascita e alla diffusione di centri sociali e culturali che propongono il veganismo e quindi il rispetto per ogni forma di vita. A tal proposito ho incontrato Karola Formella, attivista del Cowley Club, uno dei primi centri sociali anarchico-vegani dell'Inghilterra con sede a Brighton, che mi ha raccontato cose interessanti sull'organizzazione e la filosofia di queste realtà.

Come funziona e qual è l'ideologia di un centro culturale anarchico-vegano?

Come si evince dall'epiteto, la filosofia di base del nostro centro culturale è quella anarchica, cioè non vi sono 'capi' ma ci consideriamo tutti uguali, anche se il definirci 'anarchici' è qualcosa che non mi piace: non amo le etichette. Diciamo che siamo persone libere, e tali vogliamo sentirci. Le decisioni generali sulle politiche di gestione del Cowley vengono prese con il consenso di tutti gli appartenenti al gruppo attraverso delle riunioni mensili in una specie di tavola rotonda.

cowley club
Si assiste in Inghilterra alla nascita e diffusione di centri sociali e culturali che propongono il veganismo e quindi il rispetto per ogni forma di vita

Per prendere le decisioni tutti devono essere d'accordo, perché crediamo che ogni membro abbia un importante ruolo nelle politiche da seguire che riguardano il centro culturale: basta il 'no' di uno per rimettere in discussione una decisione su una determinata questione, e a volte ci può voler del tempo prima di mettere in pratica una data idea.

Chiunque può entrare a far parte del Cowley a condizione che rispetti le regole del posto. Abbiamo volontari che vengono ad aiutare al cafe, o che gestiscono la biblioteca, il bar, oppure che aiutano nell'organizzazione degli eventi. Diamo lezioni di inglese gratuite agli stranieri, ai rifugiati e agli esiliati politici. Organizziamo attività di cinema, cabaret, musica dal vivo. Facciamo molti incontri culturali e dibattiti politici. Queste attività sono tutte orientate verso l'aiuto del prossimo in generale, e cerchiamo di cambiare il mondo secondo la nostra visione e punto di vista. Ad esempio, tra i gruppi che frequentano il Cowley, abbiamo gli attivisti per i diritti dei gay, gli animalisti, movimenti per i diritti delle donne, etc. Siamo inoltre contro il capitalismo e la moneta.

Che mi dici riguardo al veganismo? Siete tutti vegani? E qual è la relazione tra veganismo e anarchia?

Il nostro cafe è vegano. Tutti i giorni i volontari vengono qui a cucinare piatti vegan e apriamo il Cowley a coloro che vogliono gustare un pranzo vegano a basso costo. La cucina è inoltre aperta a tutti: se conosci buoni piatti vegani vieni e cucini per gli altri. Offriamo anche da mangiare a chi non ha denaro. Non so se tutti gli attivisti del Cowley sono vegani perché non posso sapere cosa loro facciano fuori da qui. Posso dire con certezza che la maggior parte lo è. A grandi linee noi crediamo nel rispetto reciproco e che questo debba essere applicato anche nei confronti degli esseri più deboli come gli animali: non è giusto imporre loro la nostra superiorità.

cowley club
"La filosofia di base del nostro centro culturale è quella anarchica, cioè non vi sono 'capi' ma ci consideriamo tutti uguali"

Pensiamo ci sia una connessione tra veganismo e anarchia perché la nostra libertà non può essere fine a se stessa, ma essa deve in qualche modo essere utile agli altri, e il veganismo, a nostro vedere, oltre ad essere una forma di rispetto nei confronti degli animali (la nostra libertà finisce là dove comincia quella degli altri) è certamente una pratica che permette la liberazione dal sistema capitalistico.

Nella nostra biblioteca abbiamo molti libri che parlano di liberazione animale come condizione necessaria per la liberazione dell'uomo, oltre che dell'uguaglianza e della dignità di tutti gli esseri viventi, nessuno escluso. Questo non significa che tutti gli anarchici siano anche vegani, e non obblighiamo nessuno a diventarlo. Essere vegani deve essere una evoluzione e non una rivoluzione. Il nostro obiettivo è quello di mostrare alla gente che un altro mondo è possibile, che basta volerlo veramente, ma vogliamo fare ciò in modo del tutto non-violento.

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I banchieri e le multinazionali stanno lentamente ma inesorabilmente distruggendo il pianeta, questo intervento di Vandana Shiva sul blog di Beppe Grillo illustra efficacemente le nefandezze di questi criminali prezzolati:

Passaparola - L'OGM distrugge il Pianeta - Vandana Shiva

L'OGM distrugge il Pianeta
(6:40)
vandana_shiva.jpg

"Cari amici del blog di Beppe Grillo, avete tutta la mia solidarietà, perché i problemi che devono essere affrontati dai giovani e dai meno giovani, dalle donne e dagli uomini in Italia sono forse di diversa entità rispetto a quelli che deve affrontare la mia gente, in India, ma scaturiscono dalle stesse radici: un sistema ingiusto e non sostenibile che dobbiamo cambiare, insieme. Mi unisco a voi, in questo nuovo movimento, per rendere pace alla Terra – e possiamo farlo, perché il potere appartiene alla gente." Vandana Shiva

Il Passaparola di Vandana Shiva, attivista e ambientalista indiana

Saccheggio planetario (espandi | comprimi)
Quelli che stanno saccheggiando le risorse del pianeta sono due corporazioni. Siamo ben oltre lo sfruttamento individuale: siamo di fronte a delle corporazioni che usano qualsiasi mezzo per impossessarsi dei beni della povera gente facendo finta che il mondo giri intorno alla finanza, scommettendo e giocando d’azzardo sullo scenario del commercio internazionale. E intanto sottraggono ai poveri la terra, le sementi e si impadroniscono della loro acqua, e poi vogliono rivenderla dopo aver privatizzato le sementi, e vogliono rivenderla ai coltivatori per prendere i diritti di sfruttamento. Si prendono i nostri fiumi: provano a prendere il fiume Volna. Li privatizzano per poi rivendercene l’acqua. Le risorse minerarie, le foreste...non è rimasto niente che non vorranno vedere privatizzato e mercificato. Infatti come si approssima il summit sulla Terra di Rio, "Rio +20".
Le corporazioni che hanno già danneggiato il pianeta vorrebbero privatizzare quello che rimane. Siamo in presenza di un grande saccheggio planetario. Per tenere in piedi un’economia avida e predatoria vogliono commerciare persino nelle funzioni ecologiche della biosfera, nella capacità riproduttiva della biosfera. Un esempio è il commercio di carbonio: commerciare sulla capacità delle foreste di assorbire anidride carbonica. I negoziati per ridurre le emissioni per evitare la deforestazione, la capacità del suolo di assorbire carbonio. Quindi sono andati oltre la proprietà, il controllo e il saccheggio delle risorse, trasferendo il loro interesse sulle funzioni e i servizi ecologici del pianeta, per privatizzarli. L’esclusione totale di più del 99% delle persone del pianeta e la distruzione assoluta degli ecosistemi del pianeta.
In realtà sono stati proprio gli OGM e la monocultura a creare insicurezza in campo alimentare; hanno portato il declino nella disponilità di cibo e di nutrimento. Gli OGM non hanno aumentato affatto i raccolti. Ci sono rapporti che ci mostrano il fallimento dei raccolti – così come ha mostrato il nostro lavoro a Navania... Che non ci sia stato un aumento nella produzione, esiste un rapporto intitolato “L’imperatore OGM è nudo” che ne fornisce documentazione in modo concreto, paese per paese.

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Le ultime notizie su questa disastrata situazione economico finanziaria che sta mettendo in ginocchio interi paesi, una crisi studiata a tavolino dai grandi gruppi bancari del pianeta, i veri responsabili di questo disastro planetario, da Luogocomune:

Ci stanno suicidando
di Marco Cedolin e Fabio Polese

Ieri un uomo si è dato fuoco nel parcheggio della Commissione tributaria, in via Paolo Nanni Costa, nella periferia ovest di Bologna. Era in debito con il fisco e voleva farla finita. A Giuseppe C., muratore di cinquantotto anni, erano stati contestati tributi non pagati e i suoi ricorsi alla commissione erano stati respinti, l’ultimo proprio di recente. L’uomo ha tentato di uccidersi incendiando la sua auto verso le otto di mattina.

C’è restato finché ha resistito e poi è corso fuori; sembrava una torcia umana. Diversi sono stati i biglietti scritti a mano (trovati dai vigili del fuoco all’interno della sua macchina) per spiegare il suo gesto. “Ho sempre pagato le tasse, poco ma sempre. Quello che ho fatto l’ho fatto in buona fede. Lasciate in pace mia moglie, lei è una brava donna. Vi chiedo perdono anche a voi” ha scritto riferendosi alla Commissione tributaria. A Roma, un altro caso: un uomo di quarantanove anni si è gettato dal balcone della sua abitazione perché disoccupato.

Questi tragici episodi sono in aumento e sono un sintomo evidente di come la crisi economica colpisce pesantemente la maggior parte delle famiglie e soprattutto le classi sociali più povere.

Secondo le stime riportate dal Servizio Prevenzione del Suicidio dell’ospedale romano Sant’Andrea, ...

... il “fattore economico” ha pesato (sugli oltre 4000 suicidi complessivi in un anno) per oltre un terzo. Lo psichiatra Maurizio Pompili, che ha riportato queste stime, ha dichiarato: “Purtroppo questi dati non ci sorprendono, nella storia è un fenomeno già visto. Ci fu un boom di suicidi nel 1870, dopo una grande crisi e l’aumento del prezzo del pane”.

Intanto mentre qui si muore perché si è stremati dai debiti, Mr. Monti riscuote successi all’estero con i media di massa italiani ed internazionali che continuano l’elogio del “quanto è bravo il premier” fino allo sfinimento.

“I giovani devono abituarsi all’idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. E poi, diciamolo, che monotonia. E’ bello cambiare e accettare delle sfide”, queste parole di Mr. Goldman Sachs & co., ancora rimbombano pesantemente sui giovani (e meno giovani) che ogni giorno devono combattere per mantenere un lavoro sempre più incerto e precario.

Viviamo in un Paese sopraffatto dall’incertezza del futuro e chi prova a rialzarsi, viene represso a suon di bastonate democratiche. Proprio come è successo pochi giorni fa agli operai dell’Alcoa, manganellati mentre gridavano una sacrosanta verità: “un operaio, una famiglia”.

Già, una famiglia, quell’angolo di mondo tranquillo (o turbolento) all’interno del quale ciascuno sa di “contare qualcosa” anche quando all’esterno è solamente una risorsa umana da spremere come un limone fintanto che ha qualcosa da dare, per poi diventare una buccia, un peso, un rifiuto organico da “smaltire” e nulla più. Quella “casa” sicura (o meno) dove l’uomo economico, atomizzato nel suo ruolo di competitor solitario, corridore del progresso, condannato ad arrivare “primo” in una corsa truccata dove tutti sono ultimi, può tornare la sera. Accovacciarsi in posizione fetale e tentare di suggere qualche goccia di umanità e carpire uno scampolo di sentimento, di emozione, di vita. I figli, il coniuge, i genitori, quelle poche briciole di mondo che ancora hanno un nome ed un valore che prescinda dalla loro produttività. I “tuoi cari”, la tua isola felice (o infelice) che sta sgretolandosi ogni giorno di più, fagocitata dal progresso che per te ha in serbo altri programmi, volti a renderti assai più efficiente e produttivo.

L’ondata di suicidi del 1870 cui fa riferimento lo psichiatra Pompili, per giustificare il suo mancato stupore nei confronti di quelli di oggi, in realtà fu il risultato di quello stravolgimento economico e sociale meglio conosciuto come rivoluzione industriale e non solamente di un aumento incontrollato del prezzo del pane. La famiglia allargata che viveva in larga parte di autoproduzione e manteneva forti rapporti umani, all’interno di una comunità fortemente coesa, iniziò a morire, ammazzata dal lavoro salariato in fabbrica, dalle città maleodoranti, dall’incapacità dei suoi membri, diventati individui, di sopravvivere economicamente con lo “stipendio”, laddove fino a qualche anno prima vivevano con un certo agio all’interno di un sistema dove la presenza del denaro non era immanente e si rendeva necessaria solo in quegli ambiti dove l’autoproduzione, lo scambio ed il dono (e quanto altro garantito dallo spirito di comunità) non si manifestavano sufficienti. La famiglia, nella sua forma primigenia stava morendo e con lei si suicidarono molti dei suoi membri, riluttanti a diventare criceti, nella gabbia di un mondo che più non gli apparteneva. Come la mancanza di pane non fu l’unico elemento scatenante dell’ondata di suicidi della seconda metà dell’800, così la disoccupazione, l’usura di stato e il cinismo sprezzante di un governo di banchieri subumani non è l’unica causa dell’ondata odierna.

Anche oggi, come allora, quel che resta della famiglia sta morendo, ammazzata dai sacerdoti della crescita e del progresso che vedono in essa un ostacolo all’atomizzazione dell’individuo merce, deputato a sostituire l’essere umano. La mancanza di lavoro, comunque temporaneo e mal retribuito, è il cavallo di Troia attraverso il quale praticare l’eutanasia di qualunque legame famigliare ed amicale possieda l’individuo, fino a renderlo solo, acquiescente, malleabile e funzionale agli interessi della macchina economica. Per inseguire il miraggio di un lavoro che non c’è, i coniugi si adeguano a turni massacranti che pur condividendo la stessa casa li costringono di fatto a non incontrarsi più fra loro e con i figli per intere settimane. Per inseguire la speranza di lavoro, sempre più persone cadono vittima di un pendolarismo massacrante che li rende veri e propri zombie in ambito famigliare. Mentre altri si trasferiscono a centinaia di km di distanza dalla propria famiglia, per mantenere un posto di lavoro che sta sfuggendo e comunque a breve sfuggirà.
E quel che resta delle famiglie, diventa ogni giorno di più un luogo alieno, mero ricettacolo di frustrazioni personali, dove alcuni individui condividono spazi comuni, continuando a vivere la propria individualità, fatta di paura, sensazione di inadeguatezza e mancanza di qualsiasi prospettiva per il futuro.
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Da Megachip:

Cara Signora Ida, Caro Signor Ugo.


Gli inganni del “risanamento” dello Stato e del “pareggio di bilancio” spiegati a due pensionati.

barnard 20120329

di Paolo Barnard - www.paolobarnard.info

Cara Signora Ida, Caro Signor Ugo.

Lo dovete sapere, il governo Monti vi sta ingannando, e con lui i telegiornali e i giornali. Vi abbassano la pensione tassandovi, tutto costerà di più dalla benzina ai servizi, siete già più poveri oggi, e domani sarà peggio, per voi e per tutti. Ecco cosa succede.

Quante volte avete sentito le parole “risanare i conti dello Stato, per tornare a crescere”? Ok, tante volte, ogni giorno in Tv. Bene. Signora Ida e Signor Ugo, in che modo il governo di Monti sta facendo il “risanamento”? Spendendo di meno per noi (i famosi tagli) e tassandoci di più. Ok. Ma cosa accade esattamente?

Accade che ciò che il governo non spende per noi (ad esempio servizi o stipendi e pensioni), saremo noi a doverlo spendere pescando nei nostri risparmi o facendo debiti, oppure facendo rinunce anche serie. Semplice, non si scappa. Ma attenti alla trappola: pescare dai risparmi significa impoverirsi un po’, fare debiti significa impoverirsi molto – fare rinunce significa esattamente la stessa cosa, cioè essere più poveri di prima. Risultato: milioni di cittadini diventano un po’ più poveri o molto più poveri. Ok?

Ma il governo che ci “risana” ha deciso che oltre a spendere di meno, ci tassa di più. Noi, che già siamo diventati tutti un po’ più poveri come detto sopra, dovremo anche sborsare altri soldi in tasse, sempre dai risparmi o soldi che non abbiamo. Cioè, sempre meno risparmi, e per molti ancor più debiti. Logicamente, sempre più poveri. Non si scappa.

Ma che fa la gente in massa se gli calano i risparmi o addirittura va a debito? Smette di spendere in tutto quello che non è proprio essenziale. Va meno al cinema, compra meno scarpe, non cambia l’auto, compra meno case, meno cosmetici, meno vestiti, rinuncia alla piscina dei figli, non compra più la carne come prima, beve meno vino, disdice l’abbonamento alle riviste, non ristruttura più la casa, va meno a mangiar fuori ecc. Voi direte: una vita più come ai vecchi tempi. Forse, ma state attenti che per ciascuna di quelle rinunce significa che altrettanti negozi e aziende vendono molto di meno o lavorano molto di meno, finiscono a fallire, tantissimi oggi. E cosa significa? Che tagliano gli stipendi, o licenziano, creano disoccupati, e magari non assumono vostra nipote, che si è laureata e non ha lavoro. Questo è come un effetto domino, cioè cade una pedina e iniziano a cadere tutte le altre, in tutt’Italia, e quindi sempre più impoverimento, che crea incertezza, che crea sempre meno lavoro, che crea sempre più impoverimento.

Badate bene. Eravamo partiti dallo Stato che fa il “risanamento”, PER IL NOSTRO BENE. Dove siamo arrivati? Ecco dove:

Masse di impoveriti in generale che spendono di meno, questo mette in crisi i negozi e le aziende, questo cala gli stipendi e crea più disoccupati, tutti costoro di nuovo spendono molto di meno, e la ruota ricomincia da capo, meno denaro che gira, meno stipendi, licenziamenti… Ma non dovevamo essere “risanati”?

Ah!, ma alla televisione hanno detto che questi sono i “sacrifici” necessari perché poi DOPO tutti torneremo a star meglio, ci sarà la “crescita”! No, dico, Signora Ida e Signor Ugo, vi pigliano per scemi? Come faremo a iniziare a star meglio stando peggio? Cos’è, un trucco del mago Merlino? I soldi sbucheranno dall’orto, misteriosamente… ? Non c’è altra possibilità. Forse Monti è un mago.

Eh sì, perché guardate bene le cose: Monti ha anche deciso che lo Stato smetterà per sempre di darci più soldi di quello che ci tassa, e questo si chiama il “pareggio di bilancio. Significa: lo Stato, da qui in eterno, ci darà ogni anno 100 soldi e ci tasserà per 100 soldi. A noi rimane ZERO. Addirittura Monti metterà questa regola nella Costituzione fra pochi giorni! Quindi ZERO soldi dallo Stato, e allora da dove verranno i soldi per la magica “crescita”? Da noi cittadini e dalle aziende? Ma come? Ci hanno impoveriti tutti per anni per fare il gran “risanamento”, come diavolo facciamo a inventarci i soldi che non abbiamo più?

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E ancora da Megachip:

Col potere ai professori venne l’inverno della nostra civiltà

sapelli-risaiaUn saggio in sette capitoli con uno sguardo spietato e lucido sul vero significato dell'operazione Monti, e sul futuro dell'Italia e dell'Europa.

di Giulio Sapelli - www.linkiesta.it

I nostri tempi sono i tempi della verità: la crescita economica mondiale è terminata. Inizia una crisi senza precedenti, sia finanziaria sia industriale. L’epicentro di questa crisi risiede negli intermediari finanziari, e quindi nelle banche. La periferia di questa crisi è in realtà centro per la vita quotidiana di milioni di persone: sono le piccole medie imprese e tutta una foresta di classi medie. Gli operai, che oggi non possono più dirsi classe a sé, sono il punto più fragile della costruzione di cristallo che sta andando definitivamente in frantumi nell’indifferenza di tecnici e professori che, in Italia come in Europa, concepiscono gli umani come cavie e non come persone.

I. Italia e Germania: le unificazioni nazionali tardive

itadeuIl governo Monti rimarrà a lungo nella memoria degli storici e dei sociologi futuri. Anche gli economisti dovranno sottoporsi alla prova dei fatti per le conseguenze che ne deriveranno sul piano della crescita e delle sue diverse, confliggenti, teorie. È un passaggio decisivo della storia italiana, di grande importanza e non ci deve far velo la mediocrità dei personaggi che lo interpretano. Lo spirito assoluto si serve spesso dei frammenti del finito per realizzare il Suo cammino. I nostri tempi ne sono la prova. Per comprendere il passaggio in corso occorre ricordare che la storia d’Italia è sempre stata, più di quella di altre nazioni, sempre un intreccio di storia nazionale e storia internazionale. Come tutti gli stati a recente unificazione, del resto. Fuori d’Europa e in Europa.

Pensiamo, per esempio, alla differenza di percorso nella storia mondiale del retaggio in America del Sud dell’impero spagnolo, da un lato, e di quello dell’impero portoghese, dall’altro. L’implosione del primo ha condotto alla formazione di stati deboli e frammentati anche al loro interno tra centro e periferia e che sono sempre stati soggetti alle decisioni economico-diplomatiche delle potenze europee prima e nord americane poi. Il Regno Unito ha “creato” il Cile: i conflitti tra di esso e il Perù e la Bolivia sono sempre stati, nell’Ottocento e nel primo Novecento, in larga misura determinati dalle logiche di controllo dei mercati e dei giacimenti di materie prime che interessavano le grandi multinazionali inglesi. Poi sarebbe venuta la volta degli Usa; ma è storia sin troppo nota e che s’inserirà rapidamente nei gironi infernali della guerra fredda e del conflitto con l’Urss nel secondo dopoguerra del Novecento.

L’impero portoghese, invece, non solo non crollò frantumandosi, ma si rigenerò nel Brasile rimasto nuova corolla dell’impero e poi del regno lusitano in Sud America senza mai perdere l’unità che ne caratterizza, in definitiva, la forza sub specie stato federale, sino ai giorni nostri. Giungendo, così, a differenza degli altri stati, ad assumere un ruolo di protagonista internazionale, tenendo insieme e non dividendo nelle sue storie e nella sua storia, questione nazionale da questione internazionale.

I BRIC, in effetti, sono tutti stati non a tardiva unificazione, ma a lunghissimo passato imperiale, scalfito dalle onde del tremendo e lunghissimo secolo delle guerre civili europee. Scalfito, ma non distrutto, che possono quindi ben tenere unito il nesso nazionale con quello internazionale.

L’Italia, invece, non è la Spagna e non è la Francia: cioè stati a lunghissima storia nazionale. Una storia che si perde nella notte dei tempi. In nessuno dei due paesi si celebrano anniversari di fondazione della nazione… L’Italia non è neppure il Brasile. Come la Germania, l’Italia, invece, sorge da un intreccio fittissimo di relazioni e di battaglie diplomatiche internazionali che ne decidono il “destino unificatorio” in un brevissimo lasso di tempo, in meno di un secolo, in pochi decenni, dopo il Congresso di Vienna e le rivoluzioni del 1848.

La Germania, come ben aveva visto il grande Federico Engels in Po und Rhein, sorge dalla spada d’acciaio degli Junker prussiani che sono gli eredi delle tribù germaniche descritte da Tacito («adorano gli alberi, spezzano il pane con i denti…») che fermarono Roma al vallo di Adriano e cambiarono così la storia d’Europa e del mondo, ponendo di fatto le basi storico- concrete per l’avvento del nazismo secoli e secoli dopo.

La Germania sorse da una guerra vittoriosa contro la Francia e da una unificazione che è un modello di creazione della politica di potenza nel cuore dell’Europa. L’Italia, invece, sorse dalla «spadoletta di latta» – diceva appunto Engels – dei Savoia e per un gioco, magistralmente descritto da Rosario Romeo e da Denis Mack Smith, tra Inghilterra e Francia per il dominio del Mediterraneo, con lo sfondo del palcoscenico disegnato dai rapporti tra la cattolicissima Austria e il turrito dominio pontificio di Roma.

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Per concludere l'argomento, un intervento del regista e scrittore Silvano Agosti su come si potrebbe vivere meglio, dal blog di Beppe Grillo:

Passaparola - Vivere non significa solo esistere - Silvano Agosti

Vivere non significa solo esistere
(14:00)
silvanoagosti.jpg

Al mattino, quando apri gli occhi, il treno riparte con i suoi rumori. Metti i piedi giù dal letto, ti stropicci gli occhi, bevi un sorso d’acqua. Ecco, sei tornato in te dopo un viaggio nei sogni, un viaggio la cui consistenza si perde in un istante.
Meccanicamente fai ciò che hai fatto ieri e che farai domani. Non ti poni più domande sul perché lo fai. Lo fai e basta. Un altro giorno fluisce nella clessidra della tua vita, inconsapevolmente. Beppe Grillo


Il Passaparola di Silvano Agosti, regista e scrittore

Le tre gabbie dell'uomo (espandi | comprimi)
Un saluto speciale agli amici del blog di Beppe Grillo e per così dire anche a tutto il resto dell’umanità, e anche a Beppe Grillo…
L’uomo viene al mondo e la prima cosa che fa l’essere umano venendo al mondo ha uno sguardo stupito su questa realtà e la ama da subito, poi quello che accadrà lo saprà purtroppo fin dall’infanzia,
accadrà che lui verrà negato come questo grande capolavoro della natura, questo imbattibile mistero che è l’essere umano verrà inesorabilmente, ferocemente smantellato e ridotto a un ruolo, diventerà un ragioniere, un alunno, un marito, un impiegato, un Papa, un Presidente etc., nella processione dei ruoli che tengono prigionieri tutti gli esseri umani. Va detto subito che per questo l’essere umano non è ancora riuscito a abitare questo pianeta. E’ fondamentale che tutti sappiano quali sono le gabbie micidiali che ogni forma di potere ha messo in atto per riuscire a demolire questo colosso di mistero che è l’essere umano. La prima gabbia è di allevarlo in un piccolo spazio, in un piccolo carcere che è l’appartamento, la casa. La seconda gabbia è di costringere, pensate quando lui ha solo bisogno di correre, di giocare, di essere sé stesso, di costringerlo a stare seduto per imparare niente meno che a scrivere, perché? Perché uno deve imparare a scrivere a 5/6 anni? Normalmente l’essere umano imparerebbe in modo davvero perfetto a scrivere se lo facesse approdando da solo a queste necessità, con il desiderio verso gli 11/12 anni, ma ciò che conta è di tenerlo bloccato, di non farlo giocare, correre, perché se lui giocasse, corresse fino ai 18 anni, dopo non si fermerebbe più per tutta la vita di giocare, di creare, di dimostrare la propria unicità, perché ogni essere che viene al mondo è unico e irripetibile come si sa, non solo nel Dna, non solo nell’impronta digitale ma in una creatività che se potesse esercitarla darebbe ogni volta una versione nuova, affascinante, immortale della realtà.
La terza gabbia, forse la più micidiale, è il lavoro, già comincia l’ossessione del lavoro verso i 13 anni, quando il ragazzetto dice “Ma a me non piace la scuola, non voglio andare…”, allora cominciano a dire “Guarda che se non prendi il diploma dopo non trovi il lavoro, guarda che se dopo non fai l’università è difficile che trovi il lavoro”, ma cosa significa trovare il lavoro? L’essere umano non ha bisogno di lavorare, ha bisogno di buon cibo, di un luogo asciutto dove dormire. Si potrebbe dare in regalo una casa a 7 miliardi di persone con 1/5 di ciò che si spende ogni anno per gli eserciti, le spese militari, per non parlare delle cose magnifiche che si potrebbero fare con tutti gli investimenti che si fanno nella droga, nelle prostitute, negli ospedali, quelli inutili, nelle carceri. Questa gabbia del lavoro pian piano convince purtroppo tutti che se non lavoreranno 8/9 ore al giorno, non potranno stare su questo pianeta e chi lavora 8/9 ore al giorno si sa benissimo può essere esistere, ma certamente non vivere! La cosa interessante è che gli apparati di potere che costringono gli esseri umani a questa convinzione assolutamente demenziale, che sia inevitabile lavorare 8/9 ore al giorno, persino adesso che le macchine stanno sostituendo dappertutto la fatica e l’essere umano potrebbe esprimersi finalmente nel lavoro, tanto più che da sempre chi lavora 3 ore al giorno e ne ha 21 per vivere, produttivamente è molto, molto più forte di uno che è costretto a lavorare 8/9 ore al giorno tutti i giorni, quindi in 3 ore capita che lui produce in modo fantastico ciò che mi compete.
Diciamo produrrebbe perché attualmente lavorare 3 ore al giorno saremmo forse in 5 o 6 in Europa, ma lavorare volentieri 3 ore al giorno, a scoprire che nelle altre 21 si inventano tante cose che rendono ancora più produttive quelle 3 ore lì e poi finalmente si conoscono i propri figli, poi finalmente non si è collegati con la terza micidiale gabbia che è la 3 bis e cioè la convivenza, il fatto che un essere che incontra una persona che ama, è costretto a convivere nella stessa piccola casa o grande casa è uguale, non avendo mai la possibilità di rasserenarsi, stando un po’ con sé stessa e scoprendo, soprattutto da parte delle donne, che il loro stare con il loro partner non nasce da un bisogno di affettività, ma da un bisogno edilizio, non hanno altro scelta, quindi stanno lì e questo spiega perché forse si dice: il 70% degli omicidi e delle violenze avvengono in questa 3 bis che è la convivenza all’interno della stessa casa.

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Gli ostaggi italiani rapiti in India sono ancora nelle mani dei rapitori, la soluzione suggerita da Lia Celi per liberarli:

Terzi incomodo! La Farnesina: «Ostaggi italiani? Ricompriamoli su eBay»

Il ministro Terzi è pronto davanti al computer: appena sul sito di aste on-line comparirà il nome di Paolo Bosusco, la guida turistica italiana ancora nelle mani dei guerriglieri maoisti dell’Orissa, cliccherà «Compralo subito!». Secondo i servizi segreti è eBay la via più sicura per riprenderci i connazionali sequestrati in zone calde del globo. «Prima venivano messi all’incanto nelle categorie Animali domestici e Oggetti stravaganti, ed erano più venduti del sorbitolo,» si legge in una nota, «ma visto il successo, è stata creata una categoria apposita, Ostaggi italiani». A quanto pare, un prigioniero italiano è un must per ogni gruppo in clandestinità: è di compagnia, meno arrogante di un americano o di un inglese e dà la sicurezza che dal suo Paese nessuno verrà mai a liberarlo con un blitz: se ci tengono, sono i sequestratori a dover fare un blitz per restituirlo all’Italia.
Ma con i viaggi in occasione della Pasqua la lista degli italiani in mano a banditi o terroristi potrebbe allungarsi. L’elenco delle mete sconsigliate dal ministero degli Esteri purtroppo non è attendibile: essendo stato compilato ai tempi di Franco Frattini in base al numero di maggiordomi pro-capite e alla grandezza delle piscine, non mette al riparo i turisti da sequestri, anche se risparmia loro odissee alla ricerca di un Martini decente. E il governo è troppo impegnato a cercare di salvare un Paese ostaggio di speculatori e banchieri per occuparsi anche di una dozzina di poveracci in mano a predoni dilettanti. «Se fossero stati rapiti da Moody’s o dalla Bce,» si è sfogato Monti, «saprei cosa fare: prometterei nuovi tagli, aumenti di tasse, reintroduzione della servitù della gleba. Ma queste bande non capiscono un tubo di economia. In cambio di Rossella Urru ho offerto ai jihadisti del Sahara la liberalizzazione dei podologi, incentivi per aprire fabbriche di babbucce a Macerata e 10mila Btp a cinque anni. Mi hanno mandato a cagare».
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Le ultime amenità sulle miserie del nostro paese da Spinoza:

Miseria e mobilità

Sotto esame la riforma del lavoro. Punta al 18.

La Fornero ai sindacati: “Senza sì, niente paccata di miliardi”. Ci stai troppo dentro, zia.

Riforma dell’articolo 18, la Fornero invoca il modello tedesco. Per ogni assunto verranno licenziati dieci operai.

Susanna Camusso: “Gli unici che subiranno questo provvedimento sono i lavoratori”. Eh, ma non è che si può bloccare tutto per gli interessi di poche persone.

(La Camusso ha a cuore tutti i lavoratori che rischiano il posto. Tranne il suo parrucchiere)

Anche sul lavoro il Pd si divide. Prima o poi scopriremo i deputati primi.

La Cgil: “Un onorevole compromesso”. Penso parlino di Bersani.

“Parlerò stasera dell’accordo, se di accordo si può parlare”, ha dichiarato un segretario di partito, se partito si può dichiarare.

Monti: “Tutte le parti hanno rinunciato a qualcosa”. Per esempio, i lavoratori al lavoro.

Il premier: “Io non cerco consensi”. Sa che alle banche piace così com’è.

“Sento il peso di decisioni difficili ma necessarie”, ha dichiarato Monti alle prese con un menù coreano.

Bersani parla di “irresponsabilità di Monti”. Se ne sta lì in piedi e rovina tutte le foto.

La riforma avvicinerà lavoratori fissi e precari. Ora dite “cheese”.

Con le nuove regole ci saranno più contratti a tempo indeterminato, ma licenziare sarà più facile. Perché non te lo aspetti.

Bersani: “Sul lavoro io sono con gli italiani”. Nel senso che presto perderà il posto.

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Da Happysummer la ricerca dell'uomo ideale:

Alla ricerca dell'uomo ideale


Ormai sono stati fatti tanti studi sociologici,

psicologici, etici e logistici, che non c'entra niente però suona bene, per cercare di capire quel fenomeno indefinibile che è l'amore, un sentimento che sfugge a regole e limitazioni, a spiegazioni e interpretazioni

Però qualcosa almeno è emerso dalle profonde ricerche degli esperti in materia: che nella ricerca del partner ideale, ci sono alcune caratteristiche di cui bisogna tenere conto, perchè sono pressoché costanti.
Per cui, ragazze e donne, leggete i pregi e i difetti insite negli uomini che svolgono alcune professioni e fatene tesoro... o magari solo tesoretto :)

Professione
caratteristica
Nuotatore

Prende sempre il largo
Tassista

Vi vuole sempre guidare
Avvocato

Fa sempre obiezioni

Cacciatore

vi prende sempre di mira
Leghista

E' sempre al verde

Attualmente la professione ideale risulta essere quella del medico perché vi circonda sempre di cure...

La ricetta della settimana da VeganRioT:

Torta tropicale

autore: Alessandra
50 minuti
6-8 persone
  • 2 e ½ tazze di farina
  • 1 e ½ tazze di zucchero di canna
  • 1 tazza di succo d’ananas
  • ½ tazza olio di semi di girasole
  • 5-6 fette di ananas sciroppato
  • 3 cucchiai di amido di mais
  • La buccia grattugiata di 2 arance
  • 1 bustina di lievito

Mescolate l’olio, la scorza delle arance e lo zucchero. Aggiungete poco alla volta il succo d’ananas e la farina mischiata all’amido. Per ultimo incorporate il lievito.
Versate in uno stampo per dolci a cerniera, precedentemente unto ed infarinato, disponete le fette di ananas a fiore sull’impasto e premetele leggermente.
Fate cuocere in forno già caldo a 180°C per circa 35-40 minuti. Se la torta tendesse a prendere troppo colore, copritela con un foglio di alluminio.

La situazione politico economica vista da Enteroclisma:

SCAMPOLI DI MEDIOEVO

In quest'Italia di santi, poeti e navigatori, c'è sempre qualche mente fervida che s'inventa qualcosa.
Come i preti che, in questo periodo di siccità, invitano i fedeli a pregare per la pioggia.
Eppure abbiamo sempre riso a vedere i pellerossa ballare intorno al totem la loro danza della pioggia !!



IL POPOLO DIMENTICATO

Il governo la prende facile.
I problemi si nascondono, si mostrano diversi dalla realtà.
Ti licenziano ? Che problema c'è ?
Domani vai a lavorare da un'altra parte,
magari su Marte o Giove.



SICCITA' GLOBALE

Da mesi non piove più come dovrebbe.
Da quasi un anno le perturbazioni atlantiche non riescono ad entrare nel Mediterraneo e l'Italia rimane a secco di pioggia, neve e riserve idriche, oltre che di soldi ( ma quella è colpa del governo ).
E così nascono nuove specie di frutti ...

E da Vauro:




Pillola del giorno: Gigi Proietti - Grammelot Americonapoletano





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