sabato 30 giugno 2012

Aggiornamenti Progetto Espositivo arredi e complementi

In alto: Immagine tratta da Lara Fortuna


Quando fui rapito i miei genitori si diedero subito da fare. Affittarono la mia stanza.



Aggiornamenti Progetto Espositivo arredi e complementi

Per capire bene le finalità e gli obiettivi del progetto espositivo a Roma in corso di realizzazione e le alleanze da costruire con le aziende produttrici, i punti vendita e gli altri operatori del settore è opportuno introdurre alcune premesse;
Tutto ha inizio nel corso dell'anno di grazia 2000, la nostra azienda era una società operante nel settore arredi per ufficio, rappresentanze, ristrutturazioni e impianti;
Nino Malgeri amministratore unico e la socia gestivano la clientela (utenti finali e rivenditori), i lavori e le forniture avvalendosi della collaborazione di quattro impiegate e cinque operai;
Nel corso di questo fatidico anno la società acquisi' un contratto di fornitura di arredi per il Ministero dell'Ambiente pari a circa 800 milioni di lire, contratto firmato agli inizi dell'anno 2001 in concomitanza con l'entrata in vigore dell'euro ( convertito a circa 400 mila euro), premesso inoltre che la società aveva in corso d'opera diversi altri lavori presso la pubblica amministrazione (Ministero Aeronautica, aeroporto militare di Pratica di Mare, Guardia di Finanza, Capitaneria di porto di Terracina, Capitaneria di porto dell'Isola del Giglio, Ristrutturazione primo piano del Ministero delle Infrastrutture,  Università Roma Tre, Ministero della difesa), in aggiunta a lavori vari di ristrutturazioni e forniture di arredi a utenti finali e rivenditori, tutto ciò premesso e nonostante il forte indebitamento con le banche, si era giunti alla conclusione che il locale dove la nostra società operava nel quartiere san Lorenzo a Roma era diventato troppo piccolo rispetto alle esigenze ed al personale che ne faceva parte, e forti del fatto che le aziende produttrici di arredi rappresentate (Abf/Barnabei, Tecnoarredo, Linekit, Officia) si erano verbalmente dette disposte a contribuire alle spese per un locale più grande e più rappresentativo, ci fu il trasferimento presso via degli Apuli, in una intera palazzina con canone d'affitto di 2500 euro mensili;
Ma proprio l'anno 2001 che sembrava iniziasse sotto i migliori auspici, si è rivelato nel corso del tempo l'inizio della più grande crisi economica del paese dal dopoguerra in poi (entrata in vigore dell'euro con il raddoppio dei prezzi e il conseguente micidiale impoverimento di milioni di cittadini europei e del nostro paese, i fatti del G8 a Genova con la brutale repressione delle forze dell'ordine nei confronti di migliaia di giovani oppositori di questo barbaro sistema di devastazione dell'ambiente e dei suoi abitanti, i fatti dell'undici settembre, e le conseguenti guerre per il petrolio, guerre tutt'ora in corso, e si aggiunga che oltre all'Afghanistan e all'Iraq, sono state aggredite militarmente anche l'Egitto, la Tunisia e la Libia), e anno dopo anno gli affari e i clienti iniziavano a ridursi in maniera considerevole, inoltre le aziende rappresentate venivano meno ai loro impegni verbali per le spese da sostenere per la nuova struttura, e ancora, una delle aziende rappresentate la Officia, iniziava a non consegnare le merci ordinate dai clienti arrecando notevoli danni alla nostra società in termini di immagine e di calo di fatturato, la Officia nel 2003 dopo varie vicissitudini dichiarava fallimento non riconoscendo alla società una buonuscita pari a circa 20mila euro, le fatture addebitate ai vari enti per i lavori e le forniture venivano saldate con forte ritardo, costringendoci  per far fronte ai pagamenti degli stipendi, degli affitti e delle spese di gestione ad indebitarsi sempre più con le banche, le quali a loro volta applicavano interessi da usura, commissioni di massimo scoperto e anatocismo (il comportamento delle banche è stigmatizzato dal fatto che è ancora in corso un contenzioso con una banca, alla quale la società sta minacciando di adire a vie legali, se non si troverà una transazione extra giudiziale), ad aggravare ulteriormente la gravosa situazione finanziaria della società ha contribuito anche il ritardo nei pagamenti delle fatture del Ministero dell'Ambiente, ritardi che si sono prolungati per oltre due anni e mezzo, a tutto ciò si aggiunga che l'amministratore Nino Malgeri nell'anno 2004/2005 veniva ricoverato d'urgenza per essere operato di ulcera perforata, una delle conseguenze dello stress a cui era sottoposto da anni e anni di rapporti tesi e conflittuali con banche e fornitori, negli anni 2007/2008 si decideva di licenziare i dipendenti e di lasciare la palazzina in locazione di via degli Apuli, cominciava ad avanzare anche una lenta e progressiva riduzione della clientela a causa della crisi economica che si faceva ogni anno più pesante, arriviamo cosi' agli ultimi anni dal 2008 al 2011 in questo periodo il Malgeri si sottraeva alle sue responsabilità aziendali poiché non riusciva più a comprendere come avrebbe potuto far fronte a tutte le incombenze economico finanziarie che si erano accumulate nel corso degli anni, iniziava cosi' un periodo burrascoso e alquanto tragico, le aziende rappresentate a mano a mano si defilavano e scioglievano i contratti di rappresentanza, ultima in ordine di tempo la Abf/Barnabei,  Nino Malgeri cercava di ovviare a questi tracolli creando un blog cercando di dimostrare che lavorando con il supporto di internet e indirizzando le proprie energie sulle tematiche ambientali e lo sfruttamento di nuove risorse naturali sarebbe stato possibile lavorare in maniera più moderna e consapevole nella gestione della clientela rimasta, ma purtroppo la crisi economica diventava ancora più pesante e le aziende non riuscivano più a gestire le loro strutture, la cronaca ci racconta di imprenditori suicidi, di fallimenti di aziende piccole e medie, la progressiva e inesorabile chiusura di migliaia di operatori di qualsiasi settore merceologico e l'impoverimento massiccio di milioni di persone, ben conscio che questa crisi è strutturale e che nei prossimi anni sarà ancora più devastante, il Malgeri decideva con molta fatica di iniziare un percorso di alleanze fra operatori del settore e di creare una esposizione permanente di arredi, fonti rinnovabili, e quant'altro descritto nella bozza di progetto presentata domenica scorsa al castello design...
Naturalmente la scelta di alimentarsi in maniera naturale, senza cibarsi di carne né di pesce e neanche di latte, uova, formaggi è stata decisiva per la crescita morale ed intellettuale della mia persona, e di questo devo ringraziare Andrea Malgeri e i tanti amici e amiche vegan che hanno contribuito a fortificare  questa scelta etica e ambientale.
… Segue

Ed ecco alcuni articoli che stigmatizzano se mai ce ne fosse bisogno la tragica realtà economico finanziaria di questo disastrato paese, da Libre:

Massacro sociale: ci siamo, l’Italia precipita verso la Grecia

Meno lavoro, meno diritti, meno futuro. Il bilancio per l’Italia del Rapporto sui diritti globali 2012, pubblicato oggi dall’Associazione Società Informazione e promosso da Arci, Cgil e un gruppo di associazioni, è pessimo. «La prima guerra mondiale della finanza ha provocato l’11 Settembre dello Stato sociale e dei diritti», si legge nel Rapporto. La conferma è nei numeri, che raccontano un Paese in cui povertà e disuguaglianze sono in aumento, mentre le voci principali di spesa sociale, tra il 2008 e il 2011, hanno subito tagli complessivi dell’80%. Una tendenza che si aggraverà nel 2013, spiega il Rapporto, che quest’anno si intitola “La Grecia è vicina”. Al centro delle 1300 pagine di questa decima edizione, non poteva che esserci la crisi. Ma se gli Usa hanno provato a dare qualche impulso alla crescita, l’Europa, denuncia il Rapporto, sarebbe tutta concentrata sullo smantellamento dello Stato sociale e dei diritti acquisiti da lavoratori e pensionati.
Un giudizio che si traduce nella sostanziale bocciatura delle scelte di Mario Monti. «Un governo in linea con quello di Berlusconi», critica il segretario Alberto Sordidella Cgil Susanna Camusso, che nella prefazione al Rapporto non usa mezzi termini: «I salari sono fermi, i redditi calano, la disoccupazione aumenta, la recessione si acuisce, la disperazione delle persone senza futuro si diffonde». Parole dure che trovano conferma nei numeri. L’arretramento dello Stato sociale è tutto nei dati sulla spesa per il welfare. L’Italia è infatti passata dai due miliardi e mezzo di euro del 2008 a soli 538 milioni per il 2011. Mentre per il 2013 il Rapporto annuncia un ulteriore dimezzamento, per una spesa sociale che non supererà i 270 milioni. Ma non basta. Il Fondo nazionale per le politiche sociali (Fnps), la principale linea di finanziamento statale per la realizzazione di interventi e servizi sul territorio, è passato dai 518 milioni di euro stanziati nel 2009, ai 44 milioni del 2012.
Ad aggravare il quadro è la condizione delle famiglie italiane, che diventano sempre più povere. A fornire i numeri è l’indagine “Reddito e condizioni di vita” presentata lo scorso dicembre dall’Istat. Già nel 2010 il 18,2% dei residenti in Italia risultava esposto al rischio di povertà. Un dato che preoccupa soprattutto per la percentuale in crescita di coloro che vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro, dove le persone tra i 18 e i 59 anni lavorano meno di un quinto del tempo. Tra 2009 e 2010 si è passati esodatidall’8,8% al 10,2%. Inoltre, stando a una misurazione effettuata a livello comunitario, il 24,5% degli italiani è a rischio povertà, in un Paese dove i redditi dei più ricchi crescono percentualmente con un rapporto di 10 a 1 rispetto a quelli dei meno abbienti.
A fare da spartiacque tra le conseguenze della crisi economica è il lavoro. Le famiglie che hanno come entrata principale un reddito da lavoro autonomo mostrano minori difficoltà, mentre si registra «un serio problema di penalizzazione del lavoro dipendente». Tra il 2000 e il 2010 le retribuzioni reali dei nuclei con capofamiglia dipendente sono scese del 3,2%, mentre quelle con capofamiglia lavoratore autonomo sono aumentate del 15,7%. Dati in continua evoluzione, soprattutto alla luce di quelli che riguardano la disoccupazione. In appena tre mesi, il tasso di disoccupazione in Italia è salito di mezzo punto percentuale: dall’8,9% dello scorso dicembre siamo passati al 9,3% di febbraio. Una media che rimane al di sotto di quella dell’Eurozona (10,6%), ma che in Italia fa i conti con un tasso di attività effettiva decisamente preoccupante.
Nel 2010, infatti, il tasso di attività di chi ha tra i 15 e i 64 anni è del 62,2%, rispetto a una media dell’Unione Europea a 27 Paesi del 71%. Un divario destinato a crescere e che vede dietro a noi soltanto Malta, con il 60,3%. Svezia e Danimarca, con il 79,5%, appaiono lontanissime. A essere colpiti sono in particolare i giovani. Tra questi, il 36% è disoccupato, i precari superano quota 3 milioni e i cosiddetti Neet, che né studiano, né lavorano, sono ormai 2 milioni. E altrettanti hanno già lasciato l’Italia per cercare una vita migliore all’estero. «Le cifre negative vengono lette non già come indizio dell’errore, come evidente tossicità del farmaco somministrato, Susanna Camusso e Sergio Segiobensì come suo insufficiente dosaggio», si leggeva nella prima edizione del Rapporto sui diritti globali, pubblicata dall’Associazione Società Informazione nel 2003.
... Continua

E ancora da  Megachip:

Monti svende l’Italia per tutelare gli interessi delle banche d’affari e delle multinazionali

monti-ocrosdi Massimo Ragnedda - notizie.tiscali.it.
L’avevamo detto sin da subito: Monti tutelerà gli interessi di chi l’ha voluto al governo di uno stato, ovvero le banche d’affari e le multinazionali. È un dato di fatto ed è inutile prenderci in giro o far finta di non vedere. Monti è l’uomo delle banche, membro della Trilaterale, del gruppo Bildeberg, proviene dalla Goldman Sachs, presidente di Università privata che sforna manager per multinazionali, il figlio lavora alla Morgan & Stanley con la quale lo stato italiano lo scorso 3 Gennaio ha negoziato la chiusura di un contratto di strumenti finanziari derivati pari a 2.567 milioni di euro, più o meno i soldi risparmiati, per il 2012 dalla riforma delle pensioni.
Questo punto merita di essere spiegato meglio: la riforma delle pensioni, ovvero obbligare le persone a lavorare 5 anni in più, ha fruttato all’erario, nel 2012, circa 3 miliardi di euro, più o meno la somma data ad una banca d’affari dove lavora il figlio del primo ministro. Certo quei soldi erano dovuti, ma si potevano rateizzare e soprattutto si poteva dare la precedenza a tutte le piccole e medieimprese italiane che vantano crediti con l’erario. Invece al primo posto ci sono le banche, così giusto per ricordare con chi abbiamo a che fare. Insomma cose dette e ridette. Io, ed altri commentatori molto più autorevoli di me, scrivevamo già a Novembre: il compito di Monti sarà quello di tartassare i cittadini e poi privatizzare i gioielli di famiglia.
Lo dico in maniera brutale: il compito di Monti era ed è quello di svendere i beni immobiliari, di privatizzare i servizi sociali, aumentare l’età pensionabile, ridurre i diritti dei lavoratori, privatizzare le aziende di stato e sostituire il pubblico con il privato facendo arricchire i pochi ed impoverendo i più. Insomma, per essere ancora più espliciti: Monti è stato nominato con un golpe finanziario per svendere l’Italia e saccheggiare le sue ricchezze. E ci sta riuscendo. Così in questi giorni, da Berlino dove ha ricevuto il premio “Responsible Leadership Award”, ha annunciato: “Stiamo preparando la cessione di una quota dell’attivo del settore pubblico, sia immobiliare che mobiliare, anche del settore locale”. È il vecchio gioco del debito e della privatizzazione, dello strozzino che costringe l’indebitato e svendere tutto. Già nel XVIII secolo John Adams (1735-1826) sosteneva: “ci sono due modi per conquistare e schiavizzare una nazione. Una è con la spada, l’altra è con i debiti”.
Monti è stato nominato dagli strozzini dello stato italiano, le banche d’affari, per (s)vendere il patrimonio immobiliare, privatizzare i servizi e (s)vendere le aziende attive. E ci sta riuscendo con la complicità della sua eterogenea maggioranza e dei principali media italiani, in particolare RCS (in passato è stato nel consiglio di amministrazione della Rizzoli), De Benedetti (è stato nel CdA della Aedes controllata ora da De Benedetti) e il gruppo Telecom-La 7 (Bernabè, Amministratore delegato di Telecom ha partecipato sia nel 2012 e sia nel 2011 assieme a Mario Monti alla riunione del gruppo Bildeberg, gruppo del quale fa parte anche la Bonino e da qui l’appoggio di La 7 e di Lilli Gruber in particolare, anche lei presente nel 2012, alla candidatura della Bonino come presidente della Repubblica nel 2013).
Venderà dunque: ma a chi? Chi potrà permettersi di acquistare i beni? Elementare Watson: chi, se non chi ha i soldi o vanta crediti nei confronti dell’erario, ovvero le banche? Il gioco è molto semplice: si fa indebitare lo stato, concedendo prestiti che si sa non può permettersi di onorare, dopodiché si chiede ai cittadini di pagare con l’introduzione di nuove tasse (vedi IMU) o aumentando l’età pensionabile (vedi riforma Fornero); poi quando il paese è alla disperazione ed altre tasse sono impensabili si svende il patrimonio immobiliare e poi, alla fine, si svendono le aziende di stato (quelle produttive, si intende, in particolare ENI e ENEL e non è un caso che entrambi gli amministratori delegati abbiano partecipato al meeting del gruppo Bildeberg). Monti fa il loro gioco: svende. D’altronde è stato nominato per questo. Non deve rispondere agli elettori che mai si sono pronunciati, ma alle banche. Comunque svendere non basterà. Si parla già, tra le altre cose, di introdurre il ticket sui ricoveri: da 10 a 100 euro. Il primo passo verso la privatizzazione della sanità. E sarà un crescendo: meno diritti, meno servizi sociali, più povertà e disuguaglianza sociale.
E se non ce la dovesse fare neanche così? Beh allora l’Italia chiederà prestiti al fondo "salva stati". Come ha fatto la Spagna in questi giorni, dove le banche, dopo aver eseguito azioni di recupero su 320.000 famiglie togliendo loro, senza tanta eleganza, la casa e lasciandoli in strada, hanno ottenuto un prestito. 100 miliardi di euro (una cifra mostruosa) dati alle banche senza che le banche restituiscano le case agli spagnoli. Cittadini scippati due volte. Ma da dove arrivano questi soldi e come li ripagheranno? I soldi arrivano dal fondo salva stati dove sinora l’Italia ha messo 48,2 miliardi di euro (provenienti dalle nostre tasche) e dovrà versare altre tre rate entro la metà del 2014. In altri termini noi ci indebitiamo per aiutare gli altri, ma così facendo, come in un grande gioco perverso, anche noi avremo bisogno di aiuti e questo esporrà gli altri stati e così via. Parliamo di numeri: secondo i dati forniti lo scorso 31 maggio dalla Banca d’Italia, nel 2011 sono stati erogati prestiti per 110 miliardi di cui 74,9 da parte di Paesi (compresa l’Italia) e istituzioni finanziarie europee e 35,1 da parte del Fondo Monetario Internazionale: per la precisione 41,5 a favore della Grecia, 34,5 a all’Irlanda e 34 al Portogallo. Nel 2012 il prestito sarà ancora maggiore, visti i 100 miliardi dati alle banche spagnole.
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 Per fare cassa svendiamo a prezzi straxxiati i gioielli di famiglia... da Luogocomune:

politica italiana : Svenditalia

di Marco Cedolin

Il "grande usuraio", parafrasando Stefano Benni un poco più sboccato nei suoi Celestini, sembra ormai essere in procinto di pensare alle cose serie. Dopo la valanga di nuove tasse (che con l'acuirsi della recessione non renderanno granché), dopo l'eliminazione delle pensioni per le generazioni future, che comunque saranno costrette a pagare sempre più Inps, dopo avere posto le basi per un mercato del lavoro dove esisterà solo più la parola "uscita", inizia il periodo delle grandi svendite. Saldi fuori stagione che costituivano il motivo primo dell'insediamento a Palazzo Chigi di un banchiere di Goldman Sachs che nessuno aveva votato, ma Napolitano si era premurato di nominare senatore a vita, per una serie di meriti che si perdono nell'imponderabile.

Ma quali saranno i beni pubblici oggetto della "svendita per cessazione di attività" che presto andranno sul mercato, per la felicità di banchieri e faccendieri senza scrupoli? Sostanzialmente, stando alle parole di Mario Monti, tutti i beni pubblici in attivo (gli unici appetibili), mentre le passività continueranno a rimanere appannaggio della contabilità dello stato, per contribuire all'incremento del debito pubblico, con lo spauracchio del quale da tempo immemorabile si menano per il naso i cittadini.

Nei vetrine dei saldi andranno perciò le ultime grandi imprese statali, ...

... come ENI e Finmeccanica, ma anche le multiutility e le municipalizzate che gestiscono i servizi al cittadino, come Hera, Acea, A2A, partendo dai colossi, fino ad arrivare agli enti più piccoli che operano a livello comunale.

Uno schiaffo in faccia di violenza inusitata a tutti coloro che in varia misura auspicano ad un qualche recupero della sovranità nazionale, ma pure ai milioni di cittadini che si recarono a votare il referendum sull'acqua pubblica, invitati a farlo anche da quegli stessi partiti che oggi sostengono Monti e il suo programma svenditalia.

Ai privati non andrà insomma solo la gestione dell'acqua, ma anche tutto il resto delle vettovaglie che si trovano sulla tavola. Dall'energia alla gestione dei rifiuti, dalle industrie di armi allo sfruttamento del suolo e del sottosuolo, dalla gestione del territorio a quella dei servizi, passando attraverso qualsiasi attività pubblica che renda quattrini. 

... Continua 

 Agghiaccianta questa notizia, il Pentagono ha odeato un drone con le fattezze di una zanzara! da Voci Dalla Strada:

ZANZARE DRONI: LE NUOVE NANOTECNOLOGIE MILITARI USA!

E' l'ultimo "giocattolino" dell'esercito americano, già in produzione. Un insetto drone, controllabile a grande distanza e dotato di telecamera, microfono e siringa. Secondo le autorità è in grado di prelevare DNA o iniettare dispositivi RFID di localizzazione nella persona - obiettivo, provocando una sensazione di dolore quasi impercettibile, paragonabile a quello provocato dalla puntura di una normalissima zanzara.
Ovviamente gli utilizzi a cui potrebbe essere destinato dai servizi segreti sono molteplici: può essere utilizzato come spia, essendo dotato di telecamera e microfono, ma anche come "silenzioso sicario", iniettando nella vittima prescelta, al posto del chip RFID uno dei potentissimi veleni disponibili nel mercato, in grado di provocare arresti cardiaci, facendo pensare a un decesso naturale. La "zanzara drone" può penetrare in una villa sorvegliatissima, eludendo guardiani e sistemi di allarme, passando a fianco degli addetti alla sorveglianza, penetrando attraverso una finestra o una semplice fessura, per poi magari essere "parcheggiata" sopra un armadio fino a quando la vittima non se ne va a dormire,  pungerla e abbandonare l'ambiente senza lasciare traccia e destare sospetti. Le tecnologie militari sono avanzatissime, ed è obbligatorio considerare che la maggioranza di queste sono mantenute segrete.
Negli ultimi anni hanno "svelato" qualche scoperta, ma sulle tecnologie più importanti è mantenuto lo stretto segreto militare. Sappiamo che è stato persino approntato un "lettore di onde cerebrali" i cui utilizzi potrebbero essere molteplici, armi "psicotroniche" e chissà quali altri marchingegni in grado di uccidere. 


Esiste una stretta correlazione fra sfruttamento degli animali e sfruttamento e sottomissione delle donne, questo articolo è illuminante in tal senso, da Asinus Novus:


Specismo e femminismo

Domanda dal Breviario.
Perché alcuni sostengono che la liberazione animale abbia a che fare con il femminismo?
Ci sono diversi aspetti per cui la violenza materiale e culturale sulle donne si intreccia con lo sfruttamento degli animali non-umani. È noto come tutte le forme di discriminazione tra esseri umani venga preferibilmente formulata in termini di “animalizzazione” dell’altro: cioè, sulla base della distinzione gerarchica tra umano e non-umano, tutti i soggetti che socialmente occupano una posizione inferiore rispetto ai soggetti dominanti, subiscono una degradazione simbolica e vengono considerati quasi-umani, sub-umani o esplicitamente animali.
Ciò è evidente nel caso della xenofobia che, fin dal tempo degli antichi greci, faceva considerare le altre etnie incapaci di parlare in modo proprio (è il significato originario del termine “barbaro”) o di controllarsi in modo razionale (vedi i comportamenti “bestiali” che ancora oggi i media attribuiscono ai migranti). Ma anche nel caso del sessismo e della discriminazione di genere è accaduto qualcosa di simile: sempre i greci consideravano la donna un essere non pienamente razionale (una forma di maschio “mancato”), più legata all’istinto e alla natura animale rispetto al maschio. Anche in questo caso, alcune differenze reali tra i sessi venivano (e vengono) usate per marchiare il corpo della donna con il sigillo della “inferiorità”: così le mestruazioni dovrebbero mostrare questo maggior “legame” della donna alla natura (mentre il maschio si auto-rappresenta come essere “spirituale”, sganciato dalla fisicità); oppure la sensibilità femminile, la capacità empatica, la cura ecc. vengono considerate dei “difetti” invece che delle qualità, un eccesso di emotività che impedisce alla donna di essere pienamente razionale e, dunque, pienamente umana, poiché la tradizione patriarcale identifica l’umano con i tratti caratteristici del maschio (la contrapposizione mente-corpo, la maggiore importanza attribuita ad una razionalità sganciata dall’emotività, l’aggressività competitiva contrapposta alla capacità di ascolto e di immedesimazione con l’altro ecc.). Non è un caso che la prima formulazione dei “diritti animali” fu elaborata in modo sarcastico dal filosofo inglese Thomas Tylor nel 1792 come risposta alla richiesta di diritti per le donne da parte di Mary Wollstonecraft: se concediamo diritti alle donne, sosteneva Tylor, perché non farlo anche con gli animali?
Questo legame simbolico tra sfruttamento animale e discriminazione femminile viene poi evidenziato oggi dal modo in cui il linguaggio patriarcale pensa la donna. La femminista americana Carol J. Adams ha mostrato quanto spesso il linguaggio (non solo pubblicitario) tenda a rappresentare la donna in forma di pezzi di “carne”: la donna è spesso desiderata dal maschio non come una persona ma come un insieme di particolari che possono soddisfarne il piacere. Inversamente, la cultura patriarcale si è spesso accompagnata ad una cultura della carne intesa come trofeo ideale per il maschio dominante: simbolo che ne rinforza il potere. Già nelle società di cacciatori-raccoglitori in cui la divisione tra i generi si è sviluppata più nettamente, questo predominio del maschio si costruisce proprio sulla re-distribuzione della carne che viene fatta dopo la caccia, redistribuzione in cui al maschio spetta ovviamente la parte maggiore della preda.
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Per sorridere un pò, il padreterno di Lia Celi:

Chi si contenta God! Basta con i padreterni, arriva la religione CinqueStelle

ROMA. Il nuovo dio avanza circondato da un gruppetto di credenti. Non ha barba né triangolo in testa, ma baffetti e cappellino a visiera. Da qualcuno accetta un panino, a qualcuno dà una pacca sulle spalle, si lascia perfino affibbiare calci nel sedere da chi lo critica. Si chiama Gustavo Palamita, è un contabile di Imperia ed è il primo dio CinqueStelle, cioè scelto liberamente dalla società civile, contro i monoteismi calati dall’alto di cui, secondo un’inchiesta, si fida solo un terzo degli italiani. Un dio non professionista, completamente volontario, cui i detrattori rimproverano la mancanza di competenze divine specifiche. «E’ vero, non ho mai creato un mondo,» ammette Palamita, ora in tournée nella capitale, «ma credo che sia difficile costruirne uno peggiore di questo: gira come una trottola tutto l’anno, è instabile, in certe zone è senz’acqua, in altre è coperto di ghiaccio. E Quello ci ha messo ben sette giorni per farlo! In spiaggia con secchiello e paletta ne costruisco dieci in un giorno, di mondi così.» La accusano anche di non essere in cielo, in terra e in ogni luogo… «L’onnipresenza? Facile per i Padreterni che possono contare sui voli di Stato pagati dai cittadini! Io grazie alla Rete arrivo dappertutto in tempo reale, senza costi per i miei fedeli e senzafarmi tanto pregare.»

In poche settimane la religione CinqueStelle ha conquistato stuoli di fedeli in tutta Italia: «Non vogliamo più un Dio che si finge onnipotente e poi si fa solo gli affari suoi,» afferma una signora. «Prendiamo il dio cristiano,» rincara un giovanotto, «solo perché stato una volta con questa minorenne di Nazaret e ci ha fatto un figlio, da duemila anni le fa costruire case sontuose in tutto il mondo, altro che Ruby. Per non parlare del suo vicario, che vive da Papa a spese dei fedeli ed è inchiodato alla poltrona finché campa. Gustavo è davvero uno come noi, mica come Gesù, che fa solo finta di essere un uomo normale. E chi di noi normali è mai riuscito a moltiplicare pani e pesci?». Gli scettici fanno notare che Palamita non ha ancora chiarito come risolverà i problemi più urgenti di cui un dio si deve occupare, primo fra tutti quello della morte. «Ci sto studiando,» afferma la divinità civica, «e ho scoperto che altri Paesi sono molto più avanti di noi nel trattamento dei defunti. Qui buttiamo via anche le anime usate pochissimo, come quelle dei bambini o delle soubrettes televisive, in India da millenni fanno la reincarnazione differenziata, capite che risparmio?
E su Internet ho scoperto che in Svezia c’è il life-sharing: si condivide una vita in due o tre persone, a turno, diminuendo l’impatto sull’ambiente».
... Continua 

La ricetta della settimana da VeganRioT:

Tartella di amarene e tofu
autore: Paolo

30 minuti
  • 250 biscotti secchi tipo Digestive
  • 240g di tofu al naturale
  • 120g di amarene
  • 30g di cioccolato fondente
  • 150g di margarina vegetale
  • Olio di girasole
  • 1 arancio biologico
  • Brandy
  • 2 cucchiai di zucchero a velo
Sciogliete la margarina in un pentolino a fuoco basso e nel frattempo schiacciate i biscotti, racchiusi in una busta, con un mattarello. Versate le briciole in un recipiente, quindi unite la margarina sciolta. Mescolate per bene, quindi trasferite il composto in uno stampo per crostata leggermente oliato, o meglio ancora foderato con della carta-forno leggermente inumidita. Distribuite bene il composto nello stampo, pareggiate e premete con il fondo di un bicchiere fino ad avere una superficie omogenea a e compatta. Distribuite me amarene snocciolate ed asciugate sulla tartella. Tagliate in scaglie il cioccolato e disponetelo assieme alle amarene. Pressate il tofu in un canovaccio per eliminare il liquido di governo. Passate il tofu al mixer, unendo un cucchiaino di brandy, la scorza grattugiata di un arancio non trattato, i due cucchiai di zucchero a velo ed un cucchiaio di olio di semi di girasole. Disponete con una spatola il tofu sulla tartella, pareggiando e cercando di coprirne tutta la superficie. Trasferite nel forno già caldo per venti minuti a 180°. Sulla superficie di tofu si formeranno probabilmente dei piccoli spacchi coreografici che metteranno in evidenza il ripieno di amarene. Lasciate raffreddare. Essendo la base della tartella piuttosto friabile, la carta-forno è quindi consigliata per l’estrazione dallo stampo e la movimentazione del dolce.

Con questo dolce si è festeggiato il pranzo per compleanno 2012 della socia Alessandra.


Le miserie della politica italiana raccontate da Enteroclisma:

PACCO E PACCHETTO

Mentre il paese sprofonda nella crisi, 
Mario progetta un bel pacchetto ...


IL MINISTRO DEL NULLA

Il lavoro non è un diritto.
Bella frase per un ministro del lavoro.
Passa la riforma.
Un passo in più verso la schiavitù 
ed uno in meno verso la civiltà.


GLI ITALIANI E LE POSATE

Come manipolare le menti:
fino a due giorni fa tutti credevamo che il cucchiaio fosse una posata occorrente per mangiare.
Ora invece, dopo un pesante ed incessante martellamento da parte di giornalisti che non hanno migliori argomenti da proporre, sappiamo che è un tiro del pallone.
Di questa informazione, francamente, non ne sentivamo la mancanza.

















 
 
Pillola del giorno: Ascanio Celestini, IL METODO MARCHIONNE

1 commento:

giovanotta ha detto...

ciao Nino,
ho visto il tuo avatar sul mio blog, ti ringrazio :)
i tuoi post sono sempre fitti di notizie interessanti, ci vorrà un bel po' per leggere tutto!
spero la tua attività proceda bene
e intanto ti lascio un saluto,
a presto!