giovedì 30 maggio 2013

Franca Rame, la bellissima moribonda e il baciamano di Calderoli


Franca Rame, la bellissima moribonda e il baciamano di Calderoli
Da quando l’ho conosciuta io, cioè da almeno quindici anni, è sempre stata moribonda. Bella – perché era tanto bella, la più bella – e moribonda.
“Maaarco, sto maaalissiiiiimo…”, ogni sua telefonata si apriva così. Poi partiva uno sfavillìo di battute, idee, progetti, commenti sull’ultimo articolo o l’ultima puntata di Servizio Pubblico, suggerimenti da farci un giornale intero. “Francuccia, non mi pare che tu stia poi così male”. “Ma va là, tu non puoi capire, sto sempre a letto. O muoio da me o trovo qualcuno che mi ammazzi. A proposito, tu che sei il diavolo conosci mica un killer?”. Una volta era la pressione (sempre bassa, bassissima), una volta la depressione, una volta l’ischemia, una volta l’aritmia, una volta la respirazione, una volta la vertebra schiacciata, una volta il prurito, insomma non ho mai conosciuto una moribonda più in salute di lei.
La prima volta fu a Palermo, a un dibattito su mafia e giustizia. Non ci eravamo mai visti prima. Lei insultò Leonardo Marino, il pentito del delitto Calabresi, io intervenni a difenderlo. Lei non replicò. Alle due di notte rientravo in albergo, e mi sentii toccare una spalla: “Lei, signorino, è quello che oggi mi ha contraddetta su Marino?”. “Sì e se vuole le spiego perché”. Tre ore di accanito dibattito sul divanetto della reception, Dario intanto era passato e salito, augurandoci la buona notte. Non la convinsi io, non mi convinse lei. Però alla fine, barcollando verso la camera, esalò: “Vabbè, per me Sofri è innocente perché lo dico io. Ma, siccome scrive sul Foglio, forse un po’ di galera se l’è meritata. E adesso vado a letto perché sono le cinque e io sto malissimo”.
Nel marzo 2001 vado a presentare L’odore dei soldi su Rai 2, al Satyricon di Daniele Luttazzi. Succede il finimondo. L’indomani mattina il primo squillo sul telefonino è di Franca. “Maaarco, erano anni che non avevo un orgaaasmo!”.
... Continua

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