Un decennio climatico estremo
Il mondo ha vissuto un decennio di impatti climatici estremi senza precedenti tra il 2001 e il 2010. Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale non si era mai visto nulla di simile dal 1850, anno di inizio delle misurazioni moderne.
Il
decennio che si è da poco concluso è stato il più caldo mai registrato
sia nell’emisfero settentrionale che in quello meridionale con una
temperatura media di 14,47°C, circa mezzo grado in più rispetto alla
media avutasi tra il 1961 e il 1990. Questo è solo uno dei dati presenti
nel rapporto “The global climate 2001-2010: a decade of climate extremes” pubblicato dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm).
Il rapporto ha
analizzato anche gli eventi estremi come l’ondata di calore che ha
colpito l’Europa e la Russia, l’uragano Katrina (2005) che ha colpito
gli Stati Uniti o il ciclone tropicale Nargis che si è abbattutto sulla
Birmania nel 2008. E poi la siccità in Amazzonia, Australia o Africa
orientale e le alluvioni in Pakistan.
“Molti di questi
eventi e di queste tendenze possono essere spiegati con la variabilità
naturale del sistema climatico. Ma anche l’aumento delle concentrazioni
atmosferiche di gas ad effetto serra sta avendo ripercussioni” ha
affermato Michel Jarraud, segretario generale dell’Omm.
Per questo il
rapporto dell’Omm ha fatto il punto anche sull’aumento della
concentrazione dei gas serra in atmosfera arrivata a 389 parti per
milione nel 2010, con una crescita del 39 per cento rispetto al 1750 e
all’inizio della rivoluzione industriale. Il livello dei mari si è
innalzato di circa 20 centimetri rispetto al 1880. “Capire i rispettivi ruoli della variabilità del clima ed i cambiamenti climatici indotti dall’uomo è una delle principali sfide che affrontano oggi i ricercatori – ha aggiunto Jarraud – le crescenti concentrazioni di CO2 stanno trasformando il nostro clima”.
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