giovedì 1 agosto 2013

Noi, oppressi dal debito: gli schiavi di Roma stavano meglio


Noi, oppressi dal debito: gli schiavi di Roma stavano meglio

Punto di partenza, proprio la decadenza di Roma, che era «una specie di Unione Europea dell’epoca»: mentre «trasformava i suoi sudditi in schiavi catenesmidollati», la società iniziava a disintegrarsi, a causa «della classe dirigente più spietata e parassitaria che il mondo avesse conosciuto fino ad allora». Addio alle virtù che avevano fatto la grandezza di Roma: abilità personale, coraggio, amore per la libertà e istinto democratico del popolo, «che considerava tutti gli affari di Stato come propri». Al loro posto c’era «un parassitismo senza precedenti», mentre la folla «riusciva a sopravvivere grazie a opere di carità nel mezzo di guerre civili tra le fazioni dei governanti». Non era la frusta che soggiogava gli schiavi, i plebei e la miriade dei proletari, non era il carnefice che li costringeva a vivere una vita servile sotto i piedi dei signori. «Dove non c’è coraggio e amore per la libertà i tiranni non hanno bisogno della frusta, né del carnefice: il posto della frusta lo presero le insopportabili tasse e il debito usurario», scrive Kazakis in un intervento ripreso da “Come Don Chisciotte”.
«Per sfuggire al peso insopportabile delle tasse, molti piccoli agricoltori preferivano vendersi come schiavi, in quanto questi ultimi non pagavano tasse e la libertà dall’esattore era più dolce come motivazione rispetto a quella della libertà personale», spiega Kazakis, che in Grecia è oggi segretario politico dell’Epam, il “Fronte Popolare Unitario”. Nel primo periodo della Repubblica Romana, continua l’economista, la servitù per debiti (“nexum”) era accettata: il mutuatario poneva se stesso o un membro della sua famiglia come garanzia nel caso in cui non potesse pagare il debito. Ma l’usura era inaccettabile, così come il maltrattamento dei debitori insolventi: fu addirittura abrogato per legge nel 326 avanti Cristo, come ricorda Tito Livio. «Tuttavia, man mano che l’usura si trasformò in una delle attività d’arricchimento preferite dei governanti dell’antica Roma, i tribunali Dimitris Kazakisemettevano delle sentenze che trasformavano i debitori che non potevano pagare i loro debiti in schiavi del creditore».
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