martedì 22 dicembre 2015

Buon natale a chi ?? Ma mi faccia il piacere !



Dopo il decimo contatto che mi augura un felice natale, guarda caso in privato, mi tocca precisare qualora ancora non sia del tutto chiaro, che sono un anarchico, del natale non me ne fotte nulla, oltretutto vivo solo, quindi lo prendo come un insulto. Festeggio con i miei fratelli animali ogni giorno dell'anno, saltando e correndo come scemi, non abbiamo bisogno di una giornata in particolare. Visto che siete in spirito natalizio, tengo a precisare che spesso e volentieri ci dicono che chi non crede non dovrebbe festeggiare il natale, perché è una festa religiosa. Ma chi l’ha detto che gesù è nato il 25 dicembre? In realtà non c’è scritto da nessuna parte, tanto che i primi cristiani festeggiavano la sua nascita in primavera, o a ottobre o anche in gennaio. Nel IV secolo, ovvero più di trecento anni dopo la sua presunta morte, un sinodo di vescovi decise che gesù doveva essere nato il 25 dicembre. Perché scelsero questa data?
Molto semplice perché in questo giorno cadeva una delle più importanti festività del calendario romano, il giorno della festa del sole. Infatti il nome della festa era DIES NATALIS SOLIS INVICTI, che vuol dire “giorno della nascita del sole invitto”, cioè del sole che ritorna vincitore dopo il solstizio d’inverno. Infatti è in questo periodo che si cominciava a notare le giornate allungarsi, dopo il giorno più corto dell’anno.
I romani erano soliti festeggiare dal 25 dicembre al 6 gennaio (vi ricorda qualcosa ?) giorno sacro a Bacco, scambiandosi doni e banchettando, il 7 tornavano ai loro mestieri come si fa ai giorni nostri.
La chiesa decise di impadronirsi di questa festa per convertire i pagani al Cristianesimo (la parola convertire nei secoli ha assunto caratteri da macello, genocidi inenarrabili) così come fece con moltissime altre del calendario.
Una volta papa Leone X (1513-1521) ebbe a dire: “Tutti sappiamo bene quanto la favola di cristo abbia recato profitto a noi…”.
Chi vuol continuare a credere alle favole faccia pure, ma sappia che questa data viene festeggiata da tempo immemorabile e non ha niente a che fare con la nascita del presunto fondatore del cristianesimo.
Per quel che mi riguarda, festeggerò e gozzoviglierò come una giornata qualsiasi al caldo della stufa, in compagnia del vento, delle foglie addormentate e del canto del cervo. Immerso in abeti rossi spogli di addobbi e per questo veri, con radici che sprofondano nel terreno, a casa loro e non sradicati e messi in bella mostra nelle piazze cittadine. Ad aspettare l'aria severa del nord che insegna ai viandanti la loro debolezza, il disincanto di notti nere e di albe gelide. Ad attendere che l'inutilità del rumore faccia spazio all'irresistibile coltre di pace e silenzi. Se proprio volete augurare qualcosa allora che sia un augurio al vecchio abete piegato dalla galaverna, al cucciolo di volpe rimasto solo dopo il massacro, al maestoso cinghiale mai domato, al picchio che possa trovare riparo, alla marmotta che possa trovare l'amore e al gheppio che solchi ancora i crepacci inviolati del tempo...
Olmo

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