lunedì 4 gennaio 2016

Natalino Balasso: discorso di capodanno 2016



Ecco il discorso di capodanno. Come potete notare, da un po' di tempo i miei video su youtube sono sotto licenza "creative commons", ciò significa che potete prenderli e farne ciò che volete, spezzarli per creare dei vostri video, proiettarli senza chiedermi niente, eccetera. Dovreste essere obbligati a citare il mio canale e il fatto che li faccio io, ma sapete che vi dico? Non me ne frega niente.

Titolo: NON SONO UN COMICO CENSURATO
Sto ragionando sul fatto che del mio discorso di capodanno, la cosa che ha colpito di più i giornalisti sia questa storia della, diciamo, censura di Rai 5 sulla mia commedia La Cativìssima. In realtà Rai 5 ha detto che, così com'è scritta, La Cativìssima non può andare in onda (nemmeno in tarda serata) per non urtare la suscettibilità del pubblico, e ha anche suggerito cambiamenti al copione in caso di prima serata; perciò, se vogliamo, è un atto sociale ben più grave di una censura. Ma quella frase ha più senso nel contesto del video e significa: non vi crediate che io scelga di apparire o non apparire, che scelga io in quali teatri andare, non sono così potente, se non posso apparire alle mie condizioni, l'unico gesto libero che mi rimane è la rinuncia. Intendiamoci, non sono nemmeno sicuro che abbia un senso mettere in onda il teatro in tv, di solito lo trovo noioso e non sempre per colpa dei contenuti. Ma che delle cose che dico nel discorso di capodanno sia quello il tema che incuriosisce la stampa, lo trovo bizzarro. Devo dire che sono un po' stupito. Perché basta guardare qualsiasi reality, che dovrebbe essere fatto di riprese di vita reale, per capire che di molti argomenti è impossibile parlare liberamente in tv. Non è questione di Rai o Mediaset o Sky, Rai5 non fa altro che applicare (un po' grottescamente a dire il vero) regolamenti dettati dalle leggi su ciò che può urtare la sensibilità o infastidire il pensiero comune. Non dimentichiamo che in questo paese un signore è stato cacciato dalla tv di stato per aver detto che aveva un tempo mangiato un gatto; non dimentichiamo che Franco Battiato è stato allontanato dal suo seggio pubblico per aver detto che in parlamento ci sono delle troie e la cosa grottesca è il motivo totalmente fuori target delle motivazioni: dichiarazione offensiva nei confronti delle donne... Roba da analfabetismo funzionale. E risultato della deriva superstiziosa della così detta sinistra. Il fatto per contro, che il signor Tavecchio, che ha fatto discorsi ben più offensivi nei confronti delle donne, e lui parlava proprio delle femmine umane, sia ancora al suo posto di dirigente sportivo, illumina chiaramente la scena sull'ipocrisia di questa nazione.
Davvero ci stupiamo che i diffusori di spettacolo si preoccupino per i propri abbonati? Quello che ci dovremmo chiedere è: che razza di alieni sono questi abbonati? E non lo siamo un po' tutti "abbonati"? Che razza di pensiero abbiamo? Io lo vedo negli scandalizzati che vengono a vedere la mia Cativìssima, che si lamentano del linguaggio, dei riferimenti al sesso e mai nessuno che si lamenti che in questa commedia muore troppa gente sparata. Perché agli omicidi rappresentati artisticamente abbiamo fatto il callo, nessuno trova immorale che in un film una persona uccida un'altra persona, diciamo "succede nella vita". Eppure è la cosa più scabrosa che io riesca a immaginare nei rapporti umani! Ma un pompino o una parolaccia urta la nostra sensibilità, come se la vita ne fosse scevra; e di fronte a una commedia che rappresenta l'oscenità della nostra civiltà, invece di scandalizzarci dell'oscenità che noi stessi viviamo tutti i giorni, ci scandalizziamo che qualcuno la rappresenti.
Io non sono né allontanato né censurato da Rai5, la quale ha accolto a braccia aperte altri miei spettacoli non privi di parolacce o riferimenti pesanti (anche per via degli ascolti non comuni che faccio...), ma si è pensato che qui fosse troppo, che forse non valeva la pena affrontare tutte le lettere di protesta di associazioni, comitati, gruppi, preoccupati del fatto che l'arte dovrebbe insegnare qualcosa (e questo non mi vede d'accordo) ma qualcosa che sta entro certe linee di pensiero. Devo prendermela con Rai5 o piuttosto con chi inevitabilmente manderebbe lettere scandalizzate minacciando azioni di rottura di coglioni, sentendosi defraudato della propria bovina tranquillità narrativa? Alcuni sindaci del nostro paese, entrando nel merito dell'insegnamento scolastico, cosa che a loro non compete, sono tornati alle mode dei secoli bui in cui si mettevano i libri all'indice e non ho visto i giovani scendere in piazza e divellere i semafori come hanno fatto in occasione di... Già, di cosa si trattava? Nessuno ne parla più? Quanto sono state efficaci quelle proteste! Nelle opere di Shakespeare ci sono parolacce e bestemmie, ma noi siamo protetti dall'autocensura dei traduttori e degli editori e quindi pensiamo che Shakespeare mettesse in bocca a una puttana un linguaggio aulico e poetico, ve lo immaginate un assassino di strada, in una nostra metropoli, dopo avere accoltellato un tizio, dire: "Un fato avverso ha sospinto la mia schiatta nella mota della disperazione, ivi nacqui io e maledico diuturnamente la mia cupa stella"? 
Non vi consiglio di perder tempo a cercare questa frase di Shakespeare perché non l'ha scritta Shakespeare, ma io in questo momento.
Questo paese è una vecchia rugosa che adorna le sue orecchie inutilizzate con bigotteria di bassa lega e ciò è visibile nella diretta dell'ultimo dell'anno in tv: credo che quando l'Osservatore Romano scrive che la Rai è fuori controllo, intenda dire fuori del controllo del Vaticano. La vera bestemmia, nella Rai generalista, è l'approccio analfabeta dei giochini scemi, che sottintende un pubblico scemo, l'insulto dell'icona della valletta idiota, la menzogna giornaliera dei giornalisti con gualdrappa, il chiacchiericcio da vecchiminchia, le nomine politiche. Un sacranòn sfuggito all'attenzione di un poveretto che verrà pure licenziato non mi sembra così eclatante, meglio sarebbe stato non farci caso, e aver dato tutta questa attenzione alla cosa è tipico della pruderie di un paese bigotto.
In ogni caso, l'ultima cosa che vorrei, se fosse possibile, è passare per quello che si lamenta della censura in tv, la tv è autocensurante e deve consolare, fa il suo mestiere, quelli che stanno in tv (realtà che conosco da vicino e dalla quale sono fuggito) devono scegliere: stare dentro un recinto di pensiero o sparire, se fossi al loro posto farei uguale, ma al loro posto non ci so stare.
In quanto al discorso di capodanno, voglio aggiungere due note sul quadro dello sfondo, siccome probabilmente molti pensano che quello che dico non sia "simbolico" ma descrittivo (io non descrivo MAI la realtà, la mia è SIMULAZIONE, mai IMITAZIONE) è anche facile che molti pensino che io aggiunga sfondi così, "perché ci stanno bene". Dunque, tanto per cominciare lo sfondo è un dipinto "di maniera", perché succede che dopo l'affermarsi dei giganti, arrivano i manieristi, coloro che dipingono "alla maniera di". Ed è così che io vedo il panorama in cui mi muovo, oggi non riusciamo a inventare e siamo un po' tutti (me compreso ovviamente) manieristi. Questo non è un dramma, ci permette di giocare con realtà preesistenti e creare le premesse per nuove invenzioni. Non ho preso quindi, come ho fatto talvolta, un dipinto di Hyeronimus Bosch, di cui vorrei rintracciare le droghe, ma quello di sconosciuti che a lui si sono ispirati. Il dipinto rappresenta la discesa di Cristo all'inferno, un classico delle leggende di devozione che è molto piaciuto nel '500-'600, ed è molto rappresentato. Anche per questo non si può leggere il mio discorso in chiave pessimistica, io non conosco il pessimismo perché non amo assumere lo stupefacente dell'ottimismo, ogni discesa, anche se non ardita, è l'occasione per una risalita, ogni morte è l'occasione per una rinascita, ça va sans dire, non serve che io lo aggiunga: dopo un natale al gelo e una morte in croce, c'è sempre una pasqua, ma perché ciò avvenga bisogna smetterla di mantenere in vita gli zombie. Infine vorrei tranquillizzare chi si preoccupa per le mie coronarie, di solito lo fa chi non conosce l'arte dell'attore o pensa che io nelle rappresentazioni che faccio sia me stesso; la potenza è nulla senza il controllo e questo monologo è un'ottima prova di potenza controllata, lo dico perché non ho mai peccato di superbia e tantomeno di falsa modestia, quando una cosa mi riesce mi riesce e se non me ne accorgessi sarei un fesso, se morirò recitando non sarà che l'esaudimento di un mio desiderio.

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