mercoledì 27 aprile 2016

Lettera aperta al Signor (o Signora) Facebook. Con preghiera di pubblicazione.

Lettera aperta al Signor (o Signora) Facebook. Con preghiera di pubblicazione.



di Sergio Di Cori Modigliani

Alla gentile attenzione del Signor Facebook, o della Signora Facebook, e p.c. a tutti i miei amici virtuali insieme ai quali condivido la generosa ospitalità della vostra invenzione:
Gentilissimi signori, ogni santo giorno, così come tutti quelli che stanno ora leggendo, accendo il computer ed eseguo le normali operazioni di routine, tra cui una subitanea scappata su facebook, ma -da una settimana a questa parte- mi trovo ad affrontare un fastidioso problemino. Consapevole della vostra inappuntabile efficienza, invidiabile efficacia, e imbattibile competenza tecnica, mi rivolgo alla Vostra Illuminata Signoria, consapevole del fatto che non mancherete di provvedere immediatamente a risolvere questo pasticcio, dal sottoscritto considerato fastidioso per la sua incolumità mentale.
Non appena compare il rullo della home, spicca subito il seguente testo:
Diamo nuova vita a Roma! Seguimi, insieme possiamo farlo!
Giorgia Meloni
Politico                                                                                                        
La prima volta che l’ho visto (per l’appunto cinque giorni fa) ho osservato l’immagine e il testo e mi sono chiesto: “Perché appare questo messaggio?”. In alto a destra c’è un pulsante che attiva l’applicazione di rito, quella che risponde all’attuale legislazione in materia di rispetto della privacy e della netiquette, e quindi, consapevole del fatto che avrei potuto risolvere da solo (e subito) il fastidioso problemino per la mia incolumità mentale, ho provveduto a seguire le istruzioni da Voi così amorevolmente offerte a noi poveri consumatori passivi: ho pigiato il tasto digitale relativo alla domanda “questo post vi infastidisce?” e ho risposto: ““. Immediatamente è comparsa una seconda domanda successiva: “Vuoi tu che questo messaggio non compaia mai più sulla tua home?”. Anche in questo caso ho risposto : a questo punto è apparso un annuncio lungo un rigo, scritto dalla Vostra Sapiente redazione, che così recitava: “Non sarai mai più disturbato da questo annuncio”.
Il problema, dunque, era risolto. Così, almeno, sembrava.
Da cui, il motivo di questa missiva: “così sembrava”.
Il giorno successivo è accaduta la stessa cosa. Anche quello dopo e anche quello seguente.
Nonostante, con diligenza, seguendo le Vostre istruzioni, mi attenessi alla procedura standard da Voi consigliata, non è accaduto nulla.
Non solo. Il mio problemino fastidioso è diventato irritante, nonché imbarazzante, in seguito alle comprensibili reazioni di qualche decina di miei amici virtuali -la maggior parte dei quali anche reali- i quali mi hanno contattato chiedendo ragguagli in merito, ponendomi la seguente domanda: “Scusami, ma vorrei capire: adesso sponsorizzi la Meloni?”. Si dà il caso, infatti, che l’immagine che qui vi ho offerto recasse la dicitura “inserzione sponsorizzata”. Digitando su l’apposta applicazione viene fuori che il sottoscritto risulterebbe entusiasta sostenitore della signora candidata, evento, questo, che non trova nessuna corrispondenza nella realtà oggettiva.
Posso comprendere la Vostra posizione, visto che Voi potreste anche dirmi: “Non trova corrispondenza nella realtà perché qui siamo nel virtuale dove i codici sono diversi”. In teoria, questa potrebbe essere una risposta sensata. Il che mi spinge a indirizzarVi l’angosciante quesito che ha trasformato il mio modesto problemino di passivo utente in aperta persecuzione intossicante:
“Visto che la Vostra Signoria non intende provvedere a essere coerente con sé stessa liberandomi immediatamente da questa scocciatura, Vi dispiacerebbe spiegarmi -in parole semplici e per me comprensibili- quali sono i codici da Voi applicati in questo mondo virtuale in modo tale da potermi consentire di operare una libera scelta sulla base del mio gusto?”.
Questa domanda elementare introduce la seconda domanda:
“Visto che Voi non fate ciò che sostenete di voler fare, Vi dispiacerebbe risparmiare la mia persona da questa persecuzione quotidiana?”.
Io seguito a cancellarlo.
Voi seguitate a dirmi che non verrò più disturbato.
Dopo mezz’ora ricompare.
Lo cancello di nuovo.
Voi mi dite che non verrò mai più scocciato.
Dopo mezz’ora ricompare.
E così via dicendo.
Sono sull’orlo di una crisi di nervi causato da frustrazione impotente.
Forse (mi sono detto) non conosco il regolamento.
E quindi, chiudo la lettera, con un’ultima domanda conclusiva:
“Avete per caso stabilito che gli utenti della Vostra geniale invenzione siano costretti, per obbligo costitutivo, a nutrire il proprio immaginario quotidiano con la pubblicità elettorale di quella candidata? E’ una cosa nota che io ignoravo?”.
Basta saperlo.
Nel caso non sia così e si tratti soltanto di una Vostra distrazione negligente, Voi che siete sempre così puntuali, disponibili e attenti, Vi dispiacerebbe accogliere le mie istanze e liberarmi da questo impaccio?
Come potete notare, sono stato costretto a inviare alla Vostra attenzione una lettera aperta, visto che il Vostro dispositivo non funziona.
Vi dispiacerebbe provvedere subito, come Voi sostenete di voler fare?
Consiglio a chiunque stia subendo simile esperienza di comportarsi di conseguenza, passando dalla funzione consumatore passivo a quella di utente attivo, protestando pubblicamente come sto facendo io.
Farà bene alla salute collettiva.
Creda a me Signora (o Signor) Facebook: farà bene soprattutto a Lei.
RingraziandoVi per l’attenzione, porgo i miei più distinti saluti

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