domenica 5 giugno 2016

Cronaca vegana da Piazza del Popolo.

Video della fantastica performance di Claudio Santamaria ieri in piazza del Popolo, versione riveduta e corretta del capolavoro di Rino Gaetano NUN TE REGGAE PIU'.

Mentre intorno a noi le persone muoiono per malattie cardiache, cancro, ictus cerebrale, eccetera, e gli animali vengono usati in innumerevoli esperimenti ripetitivi e inutili nel tentativo di trovare le cure a questi mali, la risposta è davanti ai nostri nasi, lì nei nostri piatti, ad ogni pasto.
La bontà umana, in tutta la sua purezza e libertà, può venir fuori solo quando è rivolta verso chi non ha nessun potere. La vera prova morale dell’umanità, quella fondamentale, è rappresentata dall’atteggiamento verso chi è sottoposto al suo dominio: gli animali. E sul rispetto nei confronti degli animali, l’umanità ha combinato una catastrofe, un disastro così grave che tutti gli altri ne scaturiscono.
(Milan Kundera, "L’insostenibile leggerezza dell’essere")


Un improvviso acquazzone mattutino si abbatte sulla Capitale in questo venerdì tre giugno giorno di chiusura della campagna elettorale dei Cinquestelle a Roma in Piazza del Popolo, certi goccioloni che non fanno presagire niente di buono per il pomeriggio dedicato al grande evento, ma poi come per incanto ecco il sole affacciarsi, e una giornata che si prospettava grigia e uggiosa si è trasformata in uno splendido pomeriggio assolato  (Dario Fo dirà nel suo intervento sul palco: "Lassù qualcuno ci ama");
Sin dal primo pomeriggio mi aggiro nella piazza dove man mano che passa il tempo si riempie di persone fino all'inverosimile, avvicino i manifestanti offrendo loro cornetti vegani descrivendo la bontà di questi prodotti di pasticceria realizzati senza l'utilizzo di latte burro e uova, le reazioni sono perlopiù positive, mi rendo conto di aver a che fare con persone informate e su questo non avevo alcun dubbio, chi sostiene il Movimento Cinque Stelle ha una visione della società abbastanza avanzata rispetto alla media della popolazione addormentata dalle televisioni e dalla stampa asservita alle lobby delle banche e dei petrolieri, delle multinazionali dell'alimentazione e del farmaco, e comunque mi interessa puntualizzare che io avendo abbracciato la filosofia vegan ormai da un decennio, non mi ammalo più, non ho più avuto nessun tipo di malattia, nemmeno un raffreddore, sono l'esempio vivente della citazione in cima al post di Jean Pink: L'industria alimentare ci avvelena propinandoci quotidianamente esseri viventi uccisi e i loro derivati come formaggi latte e uova, e successivamente l'industria collegata del farmaco ci cura con le sue micidiali medicine, ogni tanto ci bombarda per sfoltire i silos degli armamenti dell'industria delle armi e per non farci mancare niente l'industria petrolifera e quella nucleare ci avvelenano l'ambiente e tutto quello che ci circonda, guarda caso le principali multinazionali con i più alti fatturati a livello globale;
E' una vera soddisfazione constatare che sempre più persone si avvicinano alla filosofia vegan e ci stiamo adoperando per far conoscere ad un pubblico sempre più vasto queste basilari informazioni, in collaborazione con Passione Vegana abbiamo in programma tanti simpatici e interessanti eventi che ci accompagneranno nei prossimi mesi e dei quali vi terremo costantemente informati;
Per chi si fosse perso gli appassionati e appassionanti principali interventi sul palco si possono trovare nelle rispettive pagine di Alessandro Di battista, Luigi Di Maio, Paola Taverna, Virginia Raggi, buona visione.

Non mi stancherò mai di riproporre la visione del documentario Cowspiracy, un filmato di un'ora e mezza divulgato e sponsorizzato da Leonardo Di Caprio e diffuso in ogni parte d'Italia dai nostri parlamentari vegani come il senatore Lello Ciampolillo e i deputati Paolo Bernini e Mirko Busto, dove si racconta la verità sugli allevamenti intensivi e sul loro disastroso effetto che hanno sull'ambiente:


Per finire, sarà come racconta Alceste su questo articolo nel blog ComeDonChisciotte oppure abbiamo ancora qualche speranza?

IL SUPERENALOTTO DEMOCRATICO



DI ALCESTE

pauperclass.myblog.it

Le probabilità di fare 6 al Superenalotto sono di 1 su 622.614.630. E di un 5+1? 1 su 103.769.105. E di un più umile 5? 1 su 1.235.346.

Il banco, insomma, vince sempre. E perché? Perché è il banco a dettare le regole. Credete che i gonzi si scoraggino per questi incontrovertibili dati sulle probabilità? Manco per idea. Gli Italiani sono i più accaniti giocatori europei.

Miliardi di euri, ogni anno, affluiscono nelle casse del banco senza più fare ritorno. Se non in minima parte.
La speranza è una droga potente ed è arduo rinunciarvi a favore di un ragionamento logico.
Anche il conformismo è una droga potente: gli Italiani ci credono nelle regole del banco. Prima o poi toccherà anche a noi di vincere! Ovviamente sragionano.
C’è poca differenza, ormai, fra il Superenalotto e la democrazia.
Il voto democratico, quale speranza di cambiamento, riposa, come nel gioco d’azzardo, su speranza e conformismo. Vale a dire: sul nulla.
Inoltre le regole del voto democratico sono decise dal banco. Inutile sedersi al tavolo democratico con un full: loro già hanno in mano la scala reale. Il banco vince sempre.
Le minime differenze fra azzardo e democrazia sono queste: la democrazia è truccata, il Superenalotto forse no (non perché sia gestito da un’opera pia: è che le leggi statistiche, a lungo termine, regaleranno necessariamente la vincita al banco).
Altra differenza: se io mi gioco la pensione al Superenalotto non mi passerà mai per la capa di incolpare il tabaccaio, che è solo un tizio che lucra vendendo speranze matematizzate da altri. In politica, invece, si dà la colpa al tabaccaio. Se applicano il Jobs act, o tagliano le pensioni la colpa, infatti, non è dei tabaccai Renzi o Monti. O meglio: lo è solo in minima parte. Essi non sono che camerieri del potere; conniventi; venduti; sicari. La mente è altrove.
Quando sento che, forse, “Renzi cadrà” mi viene da ridere. Renzi, Obama, Merkel. Morto un tabaccaio se ne fa un altro. Bisognerebbe chiuderle tutte le rivendite, o, meglio, smettere di giocare. Certo, è dura. Il fatto è che noi continuiamo a giocare con queste regole.
S’intende: con queste regole a volte si può anche vincere, non lo metto in dubbio.
Purtroppo il banco democratico, quando gli presentate il tagliando vincente, ultimamente si rifiuta di pagare.
E comunque il banco (sempre lui) sa con assoluta certezza due cose:
1. Non esiste gioco alternativo.
2. A lungo termine la vittoria sarà sempre sua. Vi ricordate Sordi e la Mangano ne Lo scopone scientifico? Vincevano partita su partita contro i ricconi americani (Bette Davis e Joseph Cotten): sul tavolo avevano accumulato duecento milioni. Però giocavano con le regole dei ricchi: al raddoppio … e alla fine una sola sconfitta gli fu fatale … e tornarono a casa pezzenti come prima … con tanti complimenti. E credete che i due straccioni se la siano presa con i due sadici miliardari? Macché, niente affatto, ancor più pezzenti di prima (si son venduti la baracca) sperano nella prossima partita …
Si gioca al raddoppio: Monti, Letta, Renzi … e poi ancora Monti: i tabaccai non mancano. Speriamo che: Brexit, la Francia in fiamme, il referendum di ottobre … sì, come no, aspetta e spera … l’anno del mai e il mese del poi (in romanesco l’espressione è più cruda).
Si dovrebbe annientare la speranza e rovesciare il tavolo, ma, come ho spiegato varie volte, manca alla maggioranza degli Italiani il fegato e la volontà per rovesciare alcunché.

Alceste



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