Di Simona Mazza
L'elezione di Donald Trump a 45° presidente degli Stati Uniti, con il suo carico di populismo rabbioso alimentato in campagna elettorale, ha provocatoonde d'urto in tutto il mondo.
Sopratutto si è registrato un crescente interesse da parte degli americani ad emigrare in Nuova Zelanda.
Il fenomeno potrebbe generare ben presto una nuovo flusso di “migranti elettorali”, persone che mal digeriscono il nuovo Presidente.
L’ipotesi si potrebbe dedurre dall’aumento di 24 volte della ricerca di informazioni sul portale internet dell’immigrazione neozelandese.
Il dato è stato rilanciato dall’autorevolissimo quotidiano britannico “The Guardian” che evidenzia appunto l’anomalo traffico di internauti statunitensi il giorno dopo l’esito del voto per le presidenziali USA.
Qualche dato
Nelle ultime 24 ore gli americani hanno visitato 70 mila e 500 volte il sito “New Zeland Now”, che offre informazioni su come ottenere un visto per la Nuova Zelanda, come si vive, come si lavora, come studiare ed investire nel paese.
Si tratta di un aumento significativo rispetto alla media quotidiana che si attesta mediamente sui 2 mila 300 visitatori.
Più di 7 mila americani (69 mila in più del solito) si sono registrati, dichiarando un proprio interesse a trasferirsi nell’isola nota, tra le altre cose, per i successi sportivi nella vela e per l’allevamento delle pecore.
Lo stesso interesse era stato notato dal sito ufficiale governativo INZ (Immigration New Zeland,) da parte dei cittadini britannici dopo il voto al referendum sulla Brexit.
Per gli inglesi, la Nuova Zelanda rappresenta una nazione di “reinsediamento naturale” per la storia e per la cultura in comune.
A giugno scorso erano 1.288 le nuove residenze approvate per quest’anno per richiedenti dagli USA, 8.876 i visti di lavoro e 2.997 quelli di studio rilasciati a cittadini americani.
La notizia del morboso interesse ha preoccupato i “Kiwi”, nomignolo utilizzato per indicare i neozelandesi, che si sono affrettati a difendere scherzosamente i propri confini su Tweetter.
Canada: il II paese appetibile.
Secondo una ricerca online condotta da Google Trends, un altro paese appetibile per gli statunitensi è il Canada, il cui sito a poche ore dall’elezione di Trump risultava misteriosamente offline.
Il medesimo interesse si mostrò nel 2004, il giorno dopo la vittoria di Bush e nel 2012 con la vittoria di Obama. Nel secondo caso, si sarebbero trasferiti coloro che contrastavano le politiche di Barak Obama, tra cui la legalizzazione del matrimonio omosessuale e l’assistenza sanitaria universale.
Un portavoce per “l'immigrazione, i rifugiati e cittadinanza Canada” ha detto che il sito “è diventato temporaneamente inaccessibile agli utenti a seguito di un aumento significativo del volume di traffico”.
Mercoledì scorso, il fondatore di Maple Match Joe Goldman (imprenditore texano 25enne) ha detto che il traffico verso il sito web è stato fino a 50 volte, mentre il numero di utenti sulla App aveva più che raddoppiato durante la notte.
Maple Match è un servizio di matchmaking che “rende facile per gli americani trovare il partner ideale canadese per salvarli dall'orrore insondabile di una presidenza Trump”.
L’app, che inizialmente si rivolgeva a single in cerca di amore, ha scatenato l’interesse di 100.000 persone e da quando è stato eletto Trump ha ottenuto oltre due milioni di visite.
Ma il creatore del sito Rob Calabrese ha messo in guardia coloro che stanno seriamente contemplando l’idea di spostarsi in direzione nord “Anche se si dispone di un posto di lavoro, anche se ci si sposaad un canadese ... Non è facile”, ha detto la Canadian Broadcasting Corporation mercoledì.
Mentre il Canada si è impegnato ad accettare 300.000 immigrati nel prossimo anno, circa 120.000 punti saranno assegnati per il ricongiungimento familiare e rifugiati. Il resto probabilmente andrà a lavoratori qualificati.
Coloro che vogliono trasferirsi in Canada con il programma di inserimento veloce, (con tempi di lavorazione media di circa sei mesi), saranno in balia di un programma che privilegia quantidetengono un'offerta di lavoro in Canada, che abbiano tra i 20 e i 45 anni ed istruzione superiore.
Insomma immigrare in Canada è un processo complesso, un processo che richiede tempo.
L’idea che qualcuno possa semplicemente trasferirsi in Canada è utopistica.
Piccola precisazione
L’interdipendenza tra il Canada e gli Stati Uniti suggerisce che il Canada potrebbe essere tra i paesi più negativamente colpiti da una presidenza Trump.
Secondo gli analisti, la presidenza Trump potrebbe devastare l'economia del Canada.
Il rapporto commerciale è sostenuto da Nafta, Il North American Free Trade Agreement (Accordo nordamericano per il libero scambio), stipulato tra Stati Uniti, Canada e Messico e modellato sul già esistente accordo di libero commercio tra Canada e Stati Uniti (FTA), a sua volta ispirato al modello dell'Unione europea.
L'Accordo venne firmato dai Capi di Stato dei tre paesi (il Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, il Presidente Messicano Carlos Salinas de Gortari e il Primo ministro del Canada Brian Mulroney) il 17 dicembre 1992 ed entrò in vigore il 1º gennaio 1994. Il giorno stesso della firma, simbolicamente iniziava nello Stato messicano del Chiapas la rivolta zapatista da parte delle popolazioni indigene che vedevano nell'accordo (anche sulla base di precedenti esperienze simili) un ulteriore mezzo volto a trasferire la ricchezza dalle zone povere del Messico verso il Canada e, soprattutto, verso gli Stati Uniti. (fonte wikipedia).
Il trattato è stato descritto da Trump come il peggiore accordo commerciale nella storia.
Trump ha pertanto promesso di rinegoziare i termini e si impegnerebbe a ritirare gli Stati Uniti dall’affare se il Canada e il Messico si rifiutano.
Staremo a vedere cosa succederà nei prossimi mesi…
L'elezione di Donald Trump a 45° presidente degli Stati Uniti, con il suo carico di populismo rabbioso alimentato in campagna elettorale, ha provocatoonde d'urto in tutto il mondo.
Sopratutto si è registrato un crescente interesse da parte degli americani ad emigrare in Nuova Zelanda.
Il fenomeno potrebbe generare ben presto una nuovo flusso di “migranti elettorali”, persone che mal digeriscono il nuovo Presidente.
L’ipotesi si potrebbe dedurre dall’aumento di 24 volte della ricerca di informazioni sul portale internet dell’immigrazione neozelandese.
Il dato è stato rilanciato dall’autorevolissimo quotidiano britannico “The Guardian” che evidenzia appunto l’anomalo traffico di internauti statunitensi il giorno dopo l’esito del voto per le presidenziali USA.
Qualche dato
Nelle ultime 24 ore gli americani hanno visitato 70 mila e 500 volte il sito “New Zeland Now”, che offre informazioni su come ottenere un visto per la Nuova Zelanda, come si vive, come si lavora, come studiare ed investire nel paese.
Si tratta di un aumento significativo rispetto alla media quotidiana che si attesta mediamente sui 2 mila 300 visitatori.
Più di 7 mila americani (69 mila in più del solito) si sono registrati, dichiarando un proprio interesse a trasferirsi nell’isola nota, tra le altre cose, per i successi sportivi nella vela e per l’allevamento delle pecore.
Lo stesso interesse era stato notato dal sito ufficiale governativo INZ (Immigration New Zeland,) da parte dei cittadini britannici dopo il voto al referendum sulla Brexit.
Per gli inglesi, la Nuova Zelanda rappresenta una nazione di “reinsediamento naturale” per la storia e per la cultura in comune.
A giugno scorso erano 1.288 le nuove residenze approvate per quest’anno per richiedenti dagli USA, 8.876 i visti di lavoro e 2.997 quelli di studio rilasciati a cittadini americani.
La notizia del morboso interesse ha preoccupato i “Kiwi”, nomignolo utilizzato per indicare i neozelandesi, che si sono affrettati a difendere scherzosamente i propri confini su Tweetter.
Canada: il II paese appetibile.
Secondo una ricerca online condotta da Google Trends, un altro paese appetibile per gli statunitensi è il Canada, il cui sito a poche ore dall’elezione di Trump risultava misteriosamente offline.
Il medesimo interesse si mostrò nel 2004, il giorno dopo la vittoria di Bush e nel 2012 con la vittoria di Obama. Nel secondo caso, si sarebbero trasferiti coloro che contrastavano le politiche di Barak Obama, tra cui la legalizzazione del matrimonio omosessuale e l’assistenza sanitaria universale.
Un portavoce per “l'immigrazione, i rifugiati e cittadinanza Canada” ha detto che il sito “è diventato temporaneamente inaccessibile agli utenti a seguito di un aumento significativo del volume di traffico”.
Mercoledì scorso, il fondatore di Maple Match Joe Goldman (imprenditore texano 25enne) ha detto che il traffico verso il sito web è stato fino a 50 volte, mentre il numero di utenti sulla App aveva più che raddoppiato durante la notte.
Maple Match è un servizio di matchmaking che “rende facile per gli americani trovare il partner ideale canadese per salvarli dall'orrore insondabile di una presidenza Trump”.
L’app, che inizialmente si rivolgeva a single in cerca di amore, ha scatenato l’interesse di 100.000 persone e da quando è stato eletto Trump ha ottenuto oltre due milioni di visite.
Ma il creatore del sito Rob Calabrese ha messo in guardia coloro che stanno seriamente contemplando l’idea di spostarsi in direzione nord “Anche se si dispone di un posto di lavoro, anche se ci si sposaad un canadese ... Non è facile”, ha detto la Canadian Broadcasting Corporation mercoledì.
Mentre il Canada si è impegnato ad accettare 300.000 immigrati nel prossimo anno, circa 120.000 punti saranno assegnati per il ricongiungimento familiare e rifugiati. Il resto probabilmente andrà a lavoratori qualificati.
Coloro che vogliono trasferirsi in Canada con il programma di inserimento veloce, (con tempi di lavorazione media di circa sei mesi), saranno in balia di un programma che privilegia quantidetengono un'offerta di lavoro in Canada, che abbiano tra i 20 e i 45 anni ed istruzione superiore.
Insomma immigrare in Canada è un processo complesso, un processo che richiede tempo.
L’idea che qualcuno possa semplicemente trasferirsi in Canada è utopistica.
Piccola precisazione
L’interdipendenza tra il Canada e gli Stati Uniti suggerisce che il Canada potrebbe essere tra i paesi più negativamente colpiti da una presidenza Trump.
Secondo gli analisti, la presidenza Trump potrebbe devastare l'economia del Canada.
Il rapporto commerciale è sostenuto da Nafta, Il North American Free Trade Agreement (Accordo nordamericano per il libero scambio), stipulato tra Stati Uniti, Canada e Messico e modellato sul già esistente accordo di libero commercio tra Canada e Stati Uniti (FTA), a sua volta ispirato al modello dell'Unione europea.
L'Accordo venne firmato dai Capi di Stato dei tre paesi (il Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, il Presidente Messicano Carlos Salinas de Gortari e il Primo ministro del Canada Brian Mulroney) il 17 dicembre 1992 ed entrò in vigore il 1º gennaio 1994. Il giorno stesso della firma, simbolicamente iniziava nello Stato messicano del Chiapas la rivolta zapatista da parte delle popolazioni indigene che vedevano nell'accordo (anche sulla base di precedenti esperienze simili) un ulteriore mezzo volto a trasferire la ricchezza dalle zone povere del Messico verso il Canada e, soprattutto, verso gli Stati Uniti. (fonte wikipedia).
Il trattato è stato descritto da Trump come il peggiore accordo commerciale nella storia.
Trump ha pertanto promesso di rinegoziare i termini e si impegnerebbe a ritirare gli Stati Uniti dall’affare se il Canada e il Messico si rifiutano.
Staremo a vedere cosa succederà nei prossimi mesi…
E per non farci mancare niente ecco un singolare articolo sul nuovo presidente degli Stati Uniti tratto dal blog di Daniele Reale:
Se succede, potete scommettere che è stato progettato cosí."
- Franklin Delano Roosevelt -
Mai si era visto il popolo italiota tanto affiatato per le elezioni americane, forse sarà per il fatto che l'Italia, uno Stato ormai privo di sovranità è in realtà una colonia americana con tanto di basi militari americane sparse nel territorio e che detiene contro i trattati di pace da lei stessa firmati, oltre 100 ordigni nucleari, un vero e proprio bersaglio sensibile nel caso si scatenasse una nuova guerra mondiale.
Ma torniamo all'America, dove i cittadini anche questo giro si sono davvero illusi di aver scelto loro il proprio presidente...
Sarà così?
In una puntata del famoso cartone animato "The Simpsons" datata 2015, un anno prima del risultato delle elezioni...si vede una scena in cui il presidente Trumpscende le scale trionfante, ma quel che colpisce di più è la perfezione dell'ambiente, tutto nella realtà è ad immagine del cartone animato: la posizione delle bandiere, i vestiti di Trump, il cartellone, la stessa scala.
Qualcuno parla di "profezia dei Simpsons", ma di profetico qui non c'è niente, una profezia infatti può si prevedere il futuro, ma non ogni singolo particolare!!!
In questo caso è più evidente che la regia che lavora al cartone animato dei Simpsons, sia in contatto o sia ella stessa parte di "quelli che decidono" come devono andare le cose in America, e che quindi, prendendosi gioco dell'ingenuità dei suoi elettori, abbia voluto creare questa simpatica previsione "programmata".
Concludo infine con questo breve discorso che ho letto ieri su facebook e che ho trovato molto attinente al tema trattato:
Paolo Dicino:
"Il sistema si autoriproduce in tanti modi, tutti modi progettati a priori dal potere, sia chiaro. Uno di questi modi si fonda sul principio della dimenticanza o del rimpianto, altrimenti detto 'si stava meglio quando si stava peggio'.
Un esempio ci arriva dalla cronaca politica di oggi.
Ci sono intere schiere di persone e gruppi che, a ragione, hanno cominciato anni fa a capire che quello di Obama non era che un regime autoritario come tutti gli altri.
Ci sono ancora moltissime persone che giustamente, come me, si sono indignate quando ad Obama è stato dato il Nobel per la pace:
'
non è possibile' abbiamo detto, e anche 'ci stanno prendendo per il culo'. Ebbene, come puntualmente avviene in questi casi di cambio di governo, finirà che il servo omologato dimenticherà le sue imprecazioni contro Obama e, anzi, presto lo difenderà rimpiangendolo, quando invece prima, se avesse potuto strangolarlo, lo avrebbe fatto senza esitazione.
Ecco come si perpetua il potere, anche così, con una società ridotta a servitù volontaria fatta di servi che non sanno di esserlo o, molto peggio, che si credono liberi e disobbedienti."
Ecco come si perpetua il potere, anche così, con una società ridotta a servitù volontaria fatta di servi che non sanno di esserlo o, molto peggio, che si credono liberi e disobbedienti."
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