È un fatto che molte persone si preoccupino di assumere sufficienti livelli di acidi grassi essenziali quali l’omega-3 e l’omega-6, specialmente qualora si scelga di seguire una dieta vegetariana o vegana. Per anni, le fonti più conosciute e sponsorizzate di omega-3 sono state il pesce e l’olio di pesce.
La buona notizia, secondo le ricerche più recenti, è che oggi non è più necessario far del male a nessun essere vivente per garantirsi l’assunzione di questi acidi essenziali.
Il dott. Neal Barnard, presidente dell’associazione Medici per una Medicina Responsabile, ha sottolineato come gli acidi grassi omega-3 (DHA e EPA) presenti nel pesce, e spesso prescritti sotto forma di capsule per l’integrazione alimentare, non siano salutari così come molti ritengono e che, anzi, potrebbero addirittura risultare dannosi, a scapito della salute
Gli acidi grassi omega-3 del pesce, infatti, non sono nutrienti essenziali. Il nostro organismo può produrre gli acidi grassi omega-3 a lunga catena, cioè quelli presenti nel pesce, a partire dal loro precursore naturale, l'acido alfa-linolenico (ALA), l'unico acido grasso omega-3 essenziale, il quale deriva da fonte vegetale (la stessa fonte da cui traggono nutrienti i pesci).
In poche parole, la soluzione ottimale all’annosa questione dell’omega-3 sarebbe quella di assorbire i nutrienti esattamente come fanno i pesci, piuttosto che cibarsene.
Le alternative vegetali che contengono acidi grassi omega-3 essenziali (ALA) sono varie:
Semi di lino
Semi di Chia
Semi di canapa
Verdure a foglia verde (rucola, spinaci ecc.)
Tuberi (patate, barbabietole ecc.)
Noci
Zucca
Germogli di soia
Tofu
Non meno importanti, le fonti di DHA e EPA sono facilmente reperibili grazie ad alternative vegetali quali le alghe (compresi wakame, kombu, dulse e nori) e la Porcellana, (una pianta spontanea commestibile presente nel bacino mediterraneo).
Ultimo punto di forza (ma non per ultimo) è quello etico, dal momento che consumare pesce non è la stessa cosa che ricorrere ad alternative di origine vegetale. Per non parlare degli effetti devastanti che la pesca a larga scala per il consumo umano ha sull’ambiente: ogni anno nel mondo si pescano circa 160 milioni di tonnellate di pesce e di prodotti ittici, per un totale del 30% circa delle specie sovrasfruttate, e cioè destinate a scomparire.
Miriam Bruno
Fonte. Animal Equality
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