lunedì 12 giugno 2017

Vaccini, corteo no-vax a Roma: “Libertà di scelta”.



Non si fermano le manifestazioni contro l’obbligo delle vaccinazioni: oggi gli attivisti no-vax sono scesi in piazza a Roma, su invito del Coordinamento nazionale per la libertà di scelta, e a Merano, davanti alla Kurhaus, dove il presidente Sergio Mattarella ha incontrato il presidente austriaco Alexander Van der Bellen.

Al corteo di Roma hanno partecipato rappresentanti di associazioni, medici, avvocati, genitori, ragazzi arrivati da tutt’Italia, con una maglietta bianca come simbolo di riconoscimento. Chiedono che le 12 vaccinazioni introdotte dal decreto Lorenzin non siano obbligatorie per la frequenza scolastica. Inoltre, chi non vaccina i figli rischierà la potestà genitoriale e multe fino a 7.500 euro. “Libertà di scelta” si legge sui cartelli, “Giù le mani dai nostri figli” e “Vaccinazioni singole”. Il corteo è partito da Bocca della Verità e sta sfilando per le strade del centro storico. “Ho deciso di essere qui oggi per testimoniare che c’è una fetta di popolazione che nutre un forte dissenso contro il decreto – racconta Lorenzo, tra i rappresentanti di Comilva (Coordinamento del movimento italiano per la libertà delle vaccinazioni) – Ci hanno imposto di scegliere tra la salute e l’istruzione minacciandoci con delle multe salate se non dovessimo vaccinare i nostri figli. La palese incostituzionalità delle misure contenute nel decreto e l’assenza di situazioni contingenti di emergenza epidemiologica rendono inaccettabile la decisione adottata dal governo e fortemente voluta dal ministro della salute Beatrice Lorenzin”.


Anche i manifestanti di Merano invocano la libertà di scelta: in Trentino Alto Adige, pochi giorni fa, il consiglio provinciale aveva approvato all’unanimità una mozione che chiede “lo stralcio delle misure coercitive previste dal decreto sui vaccini e una campagna di sensibilizzazione ampia ed equilibrata”.


Fonte: Il Fatto QuotidianoSTORIA SEGRETA DELLA P2 Di Stefano BenniLa storia della loggia P2, questa misteriosa piovra nata da un banchiere scozzese, una spia americana e un materassaio di Arezzo, può essere divisa in cinque parti.
La prima parte è roseo-mondana, chiamiamola la fase del Gamberetto. La Pidue sembra inizialmente un'azienda di public relation, una Tribuna VIP premondiale, l'atto di nascita della Nuova Cafoneria Organizzata. Ci sono sovrani in esilio, finanzieri in protesto, maneggioni politici, nobildonne e colonnelli. Gelli svolazza di festa in festa, e Villa Wanda sembra lo spot televisivo dell'ambasciatore boerodipendente. Il Venerabile Licio riesce a farsi presentare a tutti, ma tutti, ahimè, lo dimenticano. Invano racconta barzellette, vanta amicizie americane, regala materassi cellulari tascabili. Appena si apre l'inchiesta giudiziaria, nessuno ricorderà di averlo conosciuto. Berlusconi dice che sì, forse c'era qualcuno vicino a lui nella fila per la sangrilla, Enrico Manca giura di dormire senza materasso, il generale Musumeci dice di «aver baciato qualcuno a villa Wanda, ma al buio». Solo Costanzo è fregato perché ha firmato l'intervista. Si pubblicano dossier mondano-esoterici sui riti di iniziazione alla loggia e si ricorda che Casanova era massone.
Ma subito irrompe la fase due, la Piovra. La P2 stende i suoi tentacoli sul novantasei per cento dei delitti disponibili. Si va dal traffico d'armi all'elezione di Reagan, dalla droga al ritorno dei Savoia, dai giornali fino agli incendi boschivi e ai pidocchi nei materassi Nato. La Piovra diventa bionica, straripa. Gelli diventa l'uomo più pericoloso d'Italia e forse del mondo. Non più Casanova, bensi Cagliostro. Un'ondata di rivelazioni sconvolgenti sta per abbattersi sul paese. Tutti minacciano di aprire cassetti, borse, valigie, archivi e casseforti, tutti promettono arresti e repulisti. Ma questa ondata di saldi della verità non arriva.
Arriva invece la fase tre, quella dell'Insalata di mare. La terribile Piovra diventa un polipetto di quelli che agonizzano nelle insalate di mare surgelate. Gli ospedali si riempiono. Coliche, infarti, prostate che esplodono, choc anafilattici da caffè. Schiatta Sindona, muore Santovito, febbricita Pazienza, collassano decine e decine di militari. La P2 appare all'improvviso come un branco di vetusti coglioni che ripetono le cose tre volte senza capirsi: «Come hai detto? Pompa o bomba?». Musumeci e Belmonte girano per i treni con le valigie-campionario di esplosivo, come i piazzisti. Le famose amicizie americane da Gigliozzi, a Guarino, a Colby, diventano di colpo dei simpatici paisà mitomani. Per finire, Gelli evade con tre capriole da un supercarcere svizzero e chiede pietà perché e un povero vecchio. Lascia in giro Piani di rinascita democratica, loda Andreotti e Craxi, ricorda la massoneria di Garibaldi. È diventato un agnellino.
Ed eccoci così alla fase quattro, la fase del kraken, il calamarone fantasma. La P2 inizia a diventare leggenda e a scomparire, liberata dal teorema maligno che ce la faceva credere vera. Dietro la strage di Ustica c'è una lite tra Bucarelli e Amato al check-in, l'Italicus saltò per una lettera anonima e la stazione di Bologna è esplosa per le pressioni comuniste sul capostazione. Pazienza arriva ai processi con scorta e berlina e mette sull'attenti i carabinieri. Gelli chiede il risarcimento danni.

Tutto sta per concludersi con grande soddisfazione di quasi tutti, quando la Rai apre la quinta fase, Piovra due. Prima di Piovra due la Rai è in condizioni pietose. Il direttore Pasquarelli, l'unico in Italia che ha scopato meno di Formigoni, non sa neanche quanto gli costano i programmi. Enrico Manca vaga da un Premio all'altro rilasciando dichiarazioni ad alto tasso etilico. Sodano inventa la trasgressione lussuosa, mettendosi un orecchino a un coglione. Guglielmi dopo gli sfracelli iniziali scompare ed è l'unico che "Chi l'ha visto?" si guarda bene dal ricercare. Ed ecco arrivare Nuccio Fava. Fava è un giornalista così lottizzato che gli trattengono dallo stipendio le telefonate di Forlani. Eppure gli scappa in onda un servizio dove tale Brenneke sorprendentemente rivela che la Cia dava soldi alla P2 e ai nostri servizi segreti. Subito dopo Brenneke becca il coccolone regolamentare. È nata Piovra due.
Andreotti ne riferisce subito in Parlamento: ma Andreotti è uno che confonde le acque quando parla direttamente, figuriamoci quando riferisce. In quanto ai servizi segreti italiani, sono gli unici al mondo a non aver mai aperto un cassetto, e a mostrare i «motivi di Stato» per cui da anni deviano e coprono. Il loro rapporto con il paese è ormai più o meno quello della criminalità organizzata: tutto segreto e niente servizio. Perciò il due agosto andremo in piazza con questo bel pensiero: forse siamo l'unico paese al mondo dove c'è stato un colpo di Stato e non ce ne siamo accorti.

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